L’incredibile storia: diventano amiche, si scoprono sorelle!

amiche-sorelle-tuttacronacaHa dell’incredibile la storia di due studentesse della Tulane University di New Orleans, conosciutesi e diventate subito amiche anche grazie alle loro caratteristiche in comune. Entrame con un sorriso solare e capelli castani e ricci. Stessi gusti nel vestirsi e una passione per il teatro. Due amiche del cuore che si sono scoperte… sorelle! Emily Nappi, 18 anni, e Mikayla Stern-Ellis, 19 anni, sono figlie dello stesso padre, donatore colombiano. E’ stata la maggiore a raccontare la scoperta di avere lo stesso sangue: “Un filo invisibile collega chi è destinato a incontrarsi, al di là del tempo, dello spazio e delle circostanze”, ha scritto su Facebook. La ragazza, tornata a casa per la pausa invernale, ha mostrato alla madre Heidi la foto della nuova amica e la donna, notata la somiglianza, le consiglia di chiedere a Emily il codice del padre biologico. Hanno così scoperto che si trattava dello stesso uomo.

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Amianto gettato a 400 metri dalla scuola primaria

scuola primaria- Varcaturo-napoli-tuttacronaca

Altri ritrovamenti di rifiuti tossici a Varcaturo, in provincia di Napoli dove i carabinieri della stazione locale hanno denunciato in  stato di libertà per violazione alle leggi a tutela dell’ambiente, due sorelle, una 48enne di Villaricca e una 55enne di Arzano, incensurate. La proprietà delle due sorelle, un fondo agricolo di circa 1500 mq era adibito a discarica per rifiuti speciali pericolosi e non, quali:  lastre di amianto, parti di elettrodomestici in disuso, materiale edile di risulta, parti di auto e pneumatici usati. L’area, che è ubicata a circa 400 metri da una scuola primaria, è stata sequestrata.

L’oscena India… 4 donne sfregiate dall’acido!

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Non si arresta l’ondata di violenza contro le donne in India. Quattro sorelle di età compresa tra i 19 e i 24 anni sono state vittime di un’aggressione nell’Uttar Pradesh, nel Nord del Paese: due uomini non ancora identificati hanno gettato loro addosso acido. Una delle quattro ragazze è ora ricoverata a New Delhi per le gravi ustioni riportate.

Le sorelle, tre delle quali sono insegnanti, stavano tornando a casa dopo la scuola. “Le vittime stavano camminando insieme quando due uomini in motocicletta, dopo aver fatto alcuni commenti osceni, hanno gettato loro addosso l’acido”, ha raccontato un responsabile della polizia, aggiungendo che nessuno dei due aggressori è stato ancora arrestato.

La condizione femminile in India e le frequenti violenze ai danni delle donne sono sotto i riflettori internazionali dopo lo stupro e la morte di una studentessa a New Delhi a dicembre. Inoltre, il parlamento indiano ha votato contro una proposta di legge finalizzata ad aumentare all’ergastolo la pena prevista per gli attacchi all’acido: attualmente per questo tipo di reato la pena prevista per i colpevoli è dagli 8 ai 12 anni di carcere, a seconda dei danni subiti dalle vittime, ma i condannati possono poi essere rilasciati su cauzione. Diverse associazioni hanno anche chiesto una regolamentazione della vendita dell’acido conosciuto come “Tezaab”, normalmente usato per la pulizia degli attrezzi arrugginiti.

NON ABBANDONIAMOLI!

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Le famiglie con i disabili si trovano sempre da sole. Vivono drammi nell’abbandono più assoluto da parte delle istituzioni e delle amministrazioni locali sanitarie. Famiglie che spesso sommano la disabilità con la povertà, con l’impotenza di condividere il loro calvario giornaliero, nella più totale indifferenza per quegli eroi senza nome che si accollano la croce del parente disabile. Così, Vincenzo Isgrò, un uomo di 39 anni, ha ucciso le due sorelle disabili di 41 e 48 anni, e poi si è ucciso. I tre cadaveri sono stati trovati in casa in via Nenni a Terme Vigliatore (Me). Secondo i primi accertamenti le sorelle sarebbero state avvelenate. Compiuto il suo gesto di “liberazione” Vincenzo ha poi deciso di assumere la stessa sostanza letale. Finisce così l’agonia di un uomo che ha lottato fino allo stremo per stare accanto alle sorelle, ma poi ha deciso che era ora di farla finita. Una vita di sacrifici che non riusciva più a sostenere… ma chi ci pensa a tutti quelli come Vincenzo? Chi è al governo a litigare sulla poltrona? Chi taglia i fondi ai servizi sociali e alla sanità? Chi pensa al pareggio di bilancio invece che al benessere dei cittadini?

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 CHI?

Un bianconiglio aggressivo!

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Il Bianconiglio a volte può diventare cattivo. Lo sanno bene Alexis e Jocelyn, due sorelle americane in visita al parco di Disneyland. Dopo aver scherzato con il personaggio di “Alice nel Paese delle Meraviglie” tirandogli più volte la coda le due hanno assistito a una reazione inaspettata. Il Bianconiglio si è diretto verso di loro e con fare minaccioso e gli ha intimato di smetterla altrimenti avrebbe chiamato la security. Le due pensavano si trattasse di uno scherzo ma il personaggio ha ribadito le sue cattive intenzioni arrivando a insultare le giovani.

 

Il mio unicorno preferito

1“Due little pony! Veloce Mike!” grida la cameriera al barista.
Mike dietro il bancone, simile al botteghino di un circo anni ’40, mescola muddled orange con vodka di pere e di pesca, aggiunge triple sec, granatina, Oj e per finire sprite e sweet ‘n’ sour.
Nell’angolo opposto al bancone, tra muri a righe bianche e rosse, seduta su una panca zebrata, Leah si guarda intorno stupita e a disagio, in quel locale così particolare. Lei frequenta solo i ristoranti alla moda. Viene attratta dalla teste di plastica colorate degli animali appesi che, in una “pop art rivisitata”, imitano le teste impagliate dei country club. E’ stata Brianna a portare la sorella in quel pub, lei lo frequenta già da tempo.
Il locale a quest’ora è quasi vuoto, perciò Chuck ama andare lì a lavorare. Si mette al suo tavolo preferito, vicino ai flipper d’epoca. Ordina sempre veggie corndogs e una Pabst media. E subito dopo le sue mani  iniziano a correre sulla tastiera del portatile.
“Come ti trovi qui?” chiede Leah a Brianna mentre arrivano i due “little pony”.
“Seattle mi piace proprio, Leah”
“E all’università?”
“A me basta la terrazza d’ingegneria… Da lassù vedi tutta la città!” Poi Brianna sposta rapidamente il discorso sull’aperitivo “Ti piace?” e così evita di dover affrontare le sue difficoltà di studente al primo anno di veterinaria.
“Sì, buono… E i ragazzi?”
“L’università è piena!” e Brianna scoppia a ridere… Preferisce una battuta piuttosto che parlarle di Ian… Hanno due concezioni di vita diverse… La sorella ha sempre avuto un atteggiamento di rivalità nei suoi confronti. Alta, atletica e bionda, Leah sembra una cheerleader californiana… Brianna, invece è una ragazza mulatta, non molto alta, con lo sguardo dolce… Non ha mai avuto voglia di contendere il posto da reginetta alla sorella, ma ha sempre cercato di ritagliarsi un suo spazio. Sono come due magneti che si respingono.
Mentre Brianna avvicina il bicchiere alle labbra, avverte uno strano sibilo… Pensa di immaginarselo, poi vede gli occhi chiari di Leah dilatati e spaventati… Appoggia il bicchiere sul tavolo senza bere.

Chuck richiama l’attenzione della cameriera, gli chiede un elephant ear.
Brianna e Leah osservano Chuck… lui riprende a scrivere. Loro si tranquillizzano, quel suono non deve essere nulla di allarmante.
“Come va il lavoro?”
“Mi sono licenziata Bri…”
“Allora ti sei lasciata con Tony?”
“Sì, era una persona impossibile, ossessivo sul lavoro, pedante nella vita”
“Un mese fa non dicevi che era capace di annullare ogni problema?”
“Esatto… Fin quando non sono diventata io il problema e lui stava annullando me”
Brianna è stupita… La sorella di solito non è spiritosa… Ridono insieme ma la risata si spezza quando sentono di nuovo il sibilo. Stavolta è più prolungato, non finisce più.
“Che cazzo ha veramente senso?” si chiede in quel momento Brianna perché quel suono, sembra la minaccia di una distruzione imminente. E’ allora che arriva quel flash, quella luce fortissima che le acceca per un tempo interminabile, mentre il suono s’intensifica per poi cessare all’improvviso.
Quando i loro occhi tornano a fuoco, tutto sembra normale. La cameriera sta portando la frittella al tavolo di Chuck, mentre lui sorseggia la birra.
“Vado in bagno” dice Leah e si alza, ma in quel preciso momento… Di nuovo il sibilo e il mondo sembra sprofondare in un abisso dell’universo.

E’ Brianna la prima a rinvenire… sua sorella è a pochi passi da lei svenuta… il locale sembra intatto… Chuck continua a lavorare…
“Leah… Leah… Leah!” ci vuole tutta la forza che Brianna ha in corpo per farla svegliare.
“Successo… cosa… qui” non riesce ad articolare una frase fino a quando Brianna l’abbraccia e la tranquilizza. Qualsiasi cosa sia successa loro stanno bene… Quell’uomo continua a scrivere… Il mondo è li fuori… ma poi, quando si affacciano alla finestra vedono una Seattle in bianco e nero. Come se un effetto di instagram avesse resettato i colori  della città.
“Ian!” esclama Brianna e cerca il cellulare nella sua borsa a portafoglio.
“Ian chi?” l’incalza Leah.
Dopo aver cercato ovunque si ricorda di aver lasciato il cellulare sulla scrivania.
“Dammi il cellulare!” ordina a Leah.
Leah fruga nella sua borsa griffata e tira fuori l’ultimo modello, “Si è scaricato, mi dispiace! Ma chi è Ian?”
Rimane solo Chuck e Brianna vorrebbe gridargli “dammi un qualsiasi cazzo di cellulare!”, ma lui, se avesse voluto glielo avrebbe già dato, inutile andare a supplicare.
Escono dal locale tenendosi per mano e vengono inghiottite dal quella cappa decolorante… in pochi istanti la sciarpa rossa di Brianna diventa grigio scuro, mentre il suo berretto di lana marrone diventa bianco sporco.
Per la strada non c’è nessuno, solo auto grigie e nere che schizzano veloci – ben oltre il limite di velocità – quasi fossero guidate da computer impazziti che si divertono a lanciarle, come in un videogioco.
Arrivano all’Anderson Park. L’atmosfera è allucinata ed è forte l’odore di caffè tostato… tutti passeggiano su prati grigi, i bambini giocano su giostre bianche e nere, le panchine hanno un aspetto gotico. Le uniche che non hanno mutato colore sono le enormi scacchiere! Arrivano alla fontana… Sgorga caffè già zuccherato!

“Chissà Chuck cosa sta pensando?” si chiede Brianna e le dispiace di non essere più nel locale…  L’unico posto colorato della città.
Si siedono su una panchina… Brianna si guarda intorno… è opprimente vivere in quelle tonalità… cerca di ricordarsi i colori… ma sembrano svaniti dalla sua testa… o forse no…
“L’ho conosciuto a veterinaria…”
“Parli di Ian?” chiede Leah con una nota d’interessamento che Brianna non aveva mai sentito nella voce della sorella. Forse l’apocalittico scenario, sta rendendo umana Leah. La sottrazione dei colori, le ha fatto capire che ci sono anche le sfumature.
“Sì, Ian…” è ancora indecisa Brianna se proseguire, ma poi capisce che è l’unico modo per superare l’angoscia, lo stupore e l’impotenza che sta vivendo. “mi piace stare con lui…”
“Di che parlate?” è sempre più interessata Leah.
“Non so neanche più il numero delle volte che abbiamo riso vendendo il gatto Henri
“E chi è?”
“Un video su youtube… E’ un gatto intimista… in bianco e nero…”
“Stiamo in tema!”
Scoppiano a ridere ed è Leah la prima a stupirsi della battuta. Non è il suo stile… a lei piace tanto ridere davanti a “Modern Family” e commuoversi con Oprah Winfrey.
Dopo aver ripreso fiato Brianna prosegue “C’è questo gatto che gira per casa, trascinandosi dalla poltrona al davanzale e dal davanzale al pavimento e mentre la sua giornata scorre si leggono i suoi pensieri…  Pazzesco!”
“Mi devi mandare il link!”
“Non detesti tutte le palle di pelo esistenti sul pianeta?”
“Ho scoperto che c’è qualcosa di peggio!” Leah muove la testa e sembra fragile ora… annientata da quello che la circonda… “E poi di che altro parlate?”
“Di musica… Band of Horses, The Arcade Fire, The Arctic Monkeys, The Libertines…”
“Io sono rimasta a Rihanna!”
“Se colora la vita va bene anche quella”
Poi intorno a loro, lentissimamente sembrano tornare i colori e svanisce l’aroma del caffé.
Chuck scrive ancora al suo laptop  ed è arrivato al capitolo finale.
Finisce la birra… gli manca poco…  Sono mesi che ci sta lavorando… ha cambiato decine di volte il finale e anche ora non è convinto di tutto quel bianco e nero. Si chiede se è funzionale alla storia, se è coerente con il resto… se non è solo un gioco tra scrittore e personaggi.
Lo rilegge e sente che manca qualcosa… e mentre lui sta decidendo Brianna e Leah si pietrificano sulla panchina, in attesa della prossima riga.
Tic tac… Si agitano di nuovo i tasti del portatile.
“Che c’è laggiù?”
Brianna si sistema i suoi Ray Ban, ma non vede nulla di strano. Leah continua a indicare… fin quando anche Brianna lo vede e gli corre incontro.
Chuck nel locale si trova a un bivio, ma ha deciso di andare fino in fondo. Se deve ancora una volta scatenare le ire dei critici lo farà con un finale assurdo, incomprensibile, allucinato… altrimenti si metterà a scrivere le previsioni del tempo sul P-I.
Leah vede l’abbraccio tra Brianna e l’unicorno bianco. Lì proprio in quel parco, sotto gli occhi disattenti di tutti, che continuano a impegnarsi nelle attività sportive. Si chiede come sia possibile che nessuno li veda e si meravigli… Poi capisce che fino a qualche ora prima, fino a quando Chuck non l’aveva spinta a vedere il mondo da un punto di vista diverso, neppure lei se ne sarebbe  accorta.
Brianna si sta avvicinando a Leah a cavallo del bianco animale mitologico. Quando è a pochi passi le dice “Lui è Ian!”
Solo dopo questa frase, Leah vede l’unicorno trasformarsi.
Ora Brianna è sulle spalle di un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi castani, che le sorride.
Per la prima volta nella sua vita Leah non ci prova neppure ad assumere la sua aria sensuale, quella con cui in passato aveva sempre attirato su di sé l’attenzione (solo per il gusto di farlo) di quei pochi ragazzi che Brianna frequentava.
“Ciao Ian, sono Leah, la sorella pallida di Brianna!” e lo abbraccia.
Chuck chiude il portatile. Ha appena finito di scrivere l’ultima riga. Ha paura che non funzioni, forse dovrà riscrivere il finale, ma ora non ha tempo… Oggi arriva Leah, la sorella di Brianna, la sua fidanzata.
In bocca al lupo, Chuck!

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