La foto di Josh Hargis, caporale dell’esercito americano ferito lo scorso 6 ottobre durante un attentato mentre si trovava in missione in Afghanistan, ha commosso la rete. L’uomo, steso sul suo letto d’ospedale, alza il braccio per fare il saluto militare quando il suo superiore gli consegna la croce al valore “Purple Heart”. E’ proprio questo momento che è stato immortalato nello scatto del comandato e che poi è stato spedito alla moglie del soldato. Assieme all’immagine, la donna ha ricevuto una lettera in cui il comandante di Hargis definisce quest’attimo come “il più grande di cui sono stato testimone nei miei dieci anni nell’esercito”.
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L’uomo che cambia il berretto con un velo e diventa una donna musulmana
Da ex soldato del Territorial Army a prima donna musulmana transgender della Gran Bretagna. Lucy Vallender al secolo Laurens, solo ora ammette di sentirsi “fedele a se stessa”, dopo aver cambiato sesso 3 anni fa. La 28enne ora sposata a un altro uomo musulmano che ha incontrato su un sito di danting on line e quando si sono sposati suo marito non era a conoscenza che una voltà Lucy fosse stato un uomo. Lei ora, come tutte le donne musulmane, fuori casa indossa un velo integrale.
Già a 14 anni Laurens sapeva che voleva diventare donna, ma ha fatto di tutto per cercare di essere un uomo. Ha cercato ogni aspetto “macho” nella sua vita: da arruolarsi ad avere delle fidanzate “ma non ha funzionato, cercavo di essere qualcuno che non ero”, ha affermato Lucy che poi ha aggiunto “Mi sentivo diverso dagli altri, attratto dagli uomini, ma ho represso i miei sentimenti e ho cercato di vivere come la maggior parte delle persone della mia età. Unirmi ai Territorial Army è stato il mio ultimo tentativo di provare ad adattarmi a quel tipo di vita, ma non ho potuto più gestire la situazione e ho lasciato dopo circa un anno. Mi sentivo come se fossi in un corpo sbagliato e per continuare a vivere come un maschio, stavo vivendo una bugia”.
Pubblicato da tdy22 in settembre 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/04/luomo-che-cambia-il-berretto-con-un-velo-e-diventa-una-donna-musulmana/
L’eroe o l’antieroe? Bradley Manning, un esempio!
Dieci volte colpevole di aver violato i regolamenti militari, ma non le leggi federali sull’aiuto al nemico: il soldato Bradley Manning ha cercato di evitare il carcere a vita offrendo al giudice della Corte Marziale di Fort Meade in Maryland una dichiarazione di colpevolezza per dieci capi di accusa minori sui 22 spiccati nei suoi confronti.
Leggendo da una ‘memoria’ di 35 pagine, Manning ha dichiarato di aver agito di sua spontanea volontà, «non su pressioni di Wikileaks» quando ha passato al sito-anti segreti di Julian Assange centinaia di migliaia di documenti top secret del Dipartimento di Stato e del Pentagono. Il soldato ha rivelato di averlo fatto «perchè il pubblico doveva sapere», e solo dopo aver tentato di offrire lo stesso materiale al Washington Post e al New York Times senza ricevere risposta.
«Pensavo che se il pubblico avesse avuto accesso alle informazioni si sarebbe aperto un dibattito sul ruolo delle forze armate e della politica estera», ha dichiarato Manning. In licenza a Washington dalla ferma in Kuwait, il soldato aveva tentato di contattare il quotidiano della capitale con l’offerta di «materiale enormemente importante per il popolo americano».
Non fu preso sul serio dalla sua interlocutrice. Ancora più frustrante il contatto con il New York Times dove Manning era arrivato a parlare solo con tante segreterie telefoniche. «Non pensavo che avrei danneggiato gli interessi americani, solo messo in imbarazzo il governo rivelando i retroscena dei suoi contatti internazionali», ha spiegato a proposito del cosiddetto ‘Cablegate’. Quanto ai ‘warlog’ dell’Esercito da Iraq e Afghanistan, il movente della fuga di notizie era stato di spiegare «i veri costi della guerra».
Tante le gocce che avevano fatto traboccare il vaso, ma soprattutto il video dell’attacco di un elicottero Apache su civili iracheni: «La reazione dei militari americani a bordo mi sconvolse. Parlavano dei bambini uccisi come “bastardi mortì”». Spetta adesso al giudice militare, colonnello Denise Lind, decidere se accettare la dichiarazione di colpevolezza di Manning. Ma anche se la Lind accoglierà la richiesta del soldato, i procuratori militari potrebbero decidere di aprire una nuova corte marziale nei confronti della talpa di Wikileaks sui rimanenti capi di accusa, compreso quello di aiuto al nemico che ha il potenziale di far passare a Manning il resto dei suoi giorni in prigione.
Pubblicato da tdy22 in febbraio 28, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/28/bradley-manning/
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