Sophia Loren vince la causa contro il fisco italiano, la Cassazione infatti dà ragione all’attrice. Al centro del procedimento c’era la dichiarazione dei redditi per il 1974. Presentata congiuntamente a quella del marito Carlo Ponti, nella quale si escludeva per quell’anno «l’esistenza di proventi e spese», poiché «per i film ai quali stava lavorando erano sì previsti compensi ma da erogarsi negli anni successivi».
Nel 1980 all’attrice venne notificato un avviso di accertamento, per un reddito complessivo netto assoggettabile all’Irpef per il 1974 pari a 920 milioni di vecchie lire.
La Loren, dunque, usufruendo del condono fiscale previsto dalla legge 516/1982, aveva presentato una dichiarazione integrativa facendo riferimento a un imponibile di 552 milioni di vecchie lire, pari al 60% del reddito accertato, ma il Fisco aveva iscritto a ruolo un imponibile maggiore, pari a 644 milioni, sostenendo che la percentuale da applicarsi fosse quella del 70%, poiché la dichiarazione sul 1974 presentata dall’attrice, doveva considerarsi omessa, perché «priva degli elementi attivi e passivi necessari alla determinazione dell’imponibile».
Le Commissioni di primo e secondo grado avevano dato ragione alla Loren, mentre la Commissione tributaria centrale di Roma aveva dichiarato legittima la liquidazione del condono con l’imponibile al 70%.
Ora la Cassazione dà ragione all’attrice e chiude il contenzioso con il fisco, consentendo che l’attrice paghi tasse ridotte.