Il cardinale Ersilio Tonini, piacentino di nascita, fu ordinato sacerdote nell’aprile del 1937, ma divenne noto personaggio televisivo e si avvicinò al pubblico partecipando alla trasmissione di Enzo Biagi «I dieci comandamenti all’italiana».
Aveva festeggiato le 99 primavere il 20 luglio scorso e in quell’occasione, aveva comunque voluto mandare un monito al giornalismo italiano ed internazionale: «Il giornalismo non ha ancora capito quale sia il suo ruolo perchè il suo vero ruolo, il suo compito è quello di andare a vedere la realtà attuale con gli occhi degli uomini attuali. Il giornalismo italiano e mondiale o è profeta o è niente!».
Di fronte alla torta e al tradizionale rito degli auguri, il cardinale aveva aggiunto: «si fa presto a dare una benedizione, ma è la parola buona che invece è difficile da dare, perché la parola buona viene dal cuore e deve penetrare nella coscienza e per fare questo non basta la parola ‘auguri’, ma bisogna aiutare le singole persone a penetrare nel loro cuore».
Oltre che religioso di grande cultura classica (amava citare Socrate e Platone) era anche giornalista, scrittore, filosofo. Proprio per la sua limpidezza di pensiero era spesso amato da credenti e non.
Tonini è morto la scorsa notte, intorno alle ore 2, all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni. E’ stato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, durante una messa per la Diocesi celebrata in spiaggia alle 6 a Milano Marittima, ad annunciare la morte del religioso e a invitare i fedeli alla preghiera ricordandolo come «Un uomo che ha vissuto nella fede fino all’ultimo, incoraggiando anche chi gli stava vicino e sempre richiamando la fiducia in Dio» e poi ha aggiunto «Ho avuto occasione di conoscere il cardinale Tonini da poco tempo, ma ho riconosciuto in lui una persona di grande saggezza e coraggio nell’apertura e nell’incontro con tutti».