Missili che partono e la Russia che lancia l’allarme: due missili balistici sono partiti da una zona centrale del Mediterraneo verso le coste orientali del bacino, dove si trova laSiria.
A captare il segnale, alle 8,16 ora italiana, è la stazione di allerta per attacchi missilistici, la Armavir (che si trova nel sud del Paese). Subito dopo la rilevazione del lancio, il ministro della Difesa russo, Sergei Choigou, ha informato il presidente Vladimir Putin.
Immediatamente informata anche l’ambasciata russa a Damasco che però non rileva alcun segnale di possibili attacchi sulla capitale siriana e in seguito ha precisato di aver rilevato “due oggetti” balistici” e nessuna esplosione.
Anche un portavoce delle forze armate israeliane ha spiegato di non essere a conoscenza di alcun lancio di missili nel Mediterraneo orientale. I due missili balistici sono caduti in mare.
Fonti della sicurezza siriana citate dalla tv libanese Al-Manar hanno poi confermato che i sistemi radar di Damasco per l’individuazione dei missili non hanno registrato l’arrivo di missili sul territorio siriano.
Sembrerebbe, che con una guerra civile che sconvolge il mondo e un probabile attacco atteso nei prossimi giorni, gli americani si preoccupino del meteo e abbiano lanciato da un’unità della Marina statunitense dei missili balistici. A formulare questa ipotesi rassicurante sono le fonti militari russe.
Poi inizia il grande “pasticcio” intorno alla vicenda, come riporta Giornalettismo:
Poi da Israele l’annuncio di aver effettuato un test missilistico congiunto con gli Stati Uniti. Washington nega, poi il ministero della Difesa israeliano precisa che si è trattato di un test per i missili anti-missile Arrow, poi ancora che si è trattato di un test in collaborazione con gli americani. Il che significa che sicuramente erano presenti tecnici statunitensi, ma non che si sia trattato di manovre militari congiunte, come poteva essere inteso dal senso delle prime dichiarazioni israeliane. In questo senso s’incastrerebbero anche le dichiarazioni dei comandi americani che hanno detto di essere stati al corrente del test, ma che l’US Navy non vi ha preso parte direttamente.
I nervi sono tesi, il clima è infuocato, e immediatamente tutti si precipitano a spiegare che nessuno c’entra con quel lancio, perfino la Gran Bretagna. Nulla di minaccioso, al più l’incidente ha confermato come invece i sistemi russi possano funzionare perfettamente da deterrente a intraprendere missioni avventate contro la Siria.