Sindrome sconosciuta muore a 13 anni, sospetto sui vaccini

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la notizia è riportata dall’eco di Bergamo, che racconta l’odissea di Matteo Mazzoleni che si è spento a 13 anni per una sindrome ancora sconosciuta.  Il bambino ha mostrato gravi problemi di salute  dopo i primi mesi di vita e i medici non gli avevano dato più di tre anni. Grazie alla sua forza, alla voglia di vivere e all’affetto della sua famiglia, Matteo ha vissuto ben 10 anni in più delle aspettative mediche riempiendo la vita di chi gli stava accanto. «Matteo il guerriero, così lo chiamavamo», raccontano i nonni, «ce lo dicevano tutti i medici che eravamo andati a interpellare, invece ha sempre superato tutte le sue crisi, con una forza immensa». La sindrome che ha ucciso Matteo non è ancora conosciuta, i parenti hanno il dubbio che possa essere collegata alle vaccinazioni: «L’aveva appena fatta quando ha cominciato a non reggersi, da più parti ci è stato detto che potrebbe proprio essere questa la causa».

Nei primissimi mesi era un bimbo sano, fino ai 9 nessuno aveva notato alcuna anomalia in lui: «I primi dubbi sono venuti quando ci siamo accorti che non gattonava ancora. È stato visitato in Ortopedia, ai Riuniti, da cui ci hanno dirottati al Besta di Milano. Lì ci hanno detto che aveva una malattia rarissima. Era solo all’inizio».

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Muore operaio nell’Avellinese, morbo simile a mucca pazza

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E’ morto l’operaio, Luciano Cardinale, 50 anni, a cui a giugno era stato diagnosticato, a Ariano Irpino (Avellino), una encefalopatia di tipo spongiforme, patologia simile al morbo di Creutzfeld-Jakob comunemente noto come il morbo della «mucca pazza». L’uomo sposato e padre di due figli, è morto nella sua abitazione ad Ariano, dove era tornato dopo un lungo ricovero in ospedale.  Cardinale, che era operaio della «Fma», azienda metalmeccanica della Fiat a Pratola Serra (Avellino), potrebbe aver contratto la malattia in Germania.

Torna mucca pazza? Grave un uomo ad Avellino!

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Non si deve creare allarmismo, ma ci vuole la massima attenzione per quell’uomo, originario di Ariano Irpino che nelle ore si è aggravato, e potrebbe essere stato colpito da una variante della sindrome di Creutzfeld-Jacob, meglio nota come sindrome della “mucca pazza”. Il paziente è stato trasferito a Napoli dove il direttore dell’Istituto zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, rassicura e ricorda che, grazie ai controlli, è difficile che “carne infetta arrivi sulle tavole dei consumatori”. E’ quindi solo un caso isolato?

Leonardo la storia infinita del bambino conteso

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La corte d’Appello di Brescia ha deciso che Leonardo, il bambino conteso torni dal padre viene così nuovamente ribaltato per l’ennesima volta il pronunciamento di marzo della Cassazione che invece aveva affidato il minore alla madre. Il figlio avrà la residenza definitiva presso il padre e la madre potrà comunque vederlo alternativamente al padre. Non c’è pace per Leonardo che più volte aveva invece chiesto invece di essere affidato alla madre. Il padre ha commentato così: “Mi auguro che ora si smorzino gli echi di questa vicenda e che si possa pensare serenamente alla crescita del bambino”.

Resta un video che ormai è impresso nella mente di bambini e degli adulti che vivono il dramma della separazione:

Cresce il numero dei bambini autistici nelle scuole Usa!

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Suona come un campanello d’allarme l’incremento del numero di casi di autismo tra i bambini iscritti alle scuole americane. A rivelarlo è il Center for Disease Control, il braccio operativo del dipartimento per la Salute degli Stati Uniti, secondo cui un ragazzino su cinquanta presenta sintomi riconducibili alla sindrome da autismo. Il dato, che si basa principalmente sulle informazioni fornite dai genitori degli alunni, è ben superiore a quello rilevato lo scorso anno quando la quota era di un bimbo ogni ottantotto.  I funzionari del Cdc, tuttavia, tengono a precisare che l’incremento non si traduce necessariamente nel fatto che l’autismo sia un fenomeno dilagante negli Usa, piuttosto indicherebbe un aumento delle diagnosi, specie tra i bambini che hanno problemi e sintomi ancora moderati o non completamente manifesti.

Torna a casa il bimbo conteso!

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E’ già tornato a casa con la madre il bambino di 10 anni di Cittadella al centro di una dura controversia tra i genitori per la quale la Cassazione ha emesso una nuova sentenza che da’ ragione alla donna. ”E’ tornato con me ieri sera – ha detto la donna – Mi ha detto ‘mamma riportami a casa, voglio che finisca questo incubo”’.

La donna, non avendo trovato subito il figlio nella casa-famiglia di Padova dove è ospitato, si è presentata a casa del padre, fino a ieri unico affidatario, mostrando copia della sentenza dei supremi giudici che avevano cassato il decreto della Corte d’Appello di Venezia. “Lui – ha detto, riferendosi all’ex coniuge – ha richiuso subito la porta, ma il bambino ha sentito la mia voce ed è uscito dalla casa, salendo nella mia macchina”.

Il bambino tornerà nella scuola di Cittadella da dove era stato prelevato a forza nell’ottobre 2012. Lo ha confermato la madre, sostenendo che la scuola ha già dato il nulla osta. “Può tornare nella sua classe quando vuole” ha aggiunto. Nei mesi scorsi, quand’era nella casa-famiglia, il ragazzino – compirà 11 anni ad aprile – era stato inserito in una scuola elementare di Padova. “Nonostante il caos – ha detto la donna – ha avuto una pagella con tutti 9 e 10”.

 

LA CASSAZIONE DA’ RAGIONE ALLA MAMMA DEL BIMBO CONTESO

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Nel suo ricorso, la madre del bambino aveva richiamato le «perplessità» del mondo accademico internazionale sulla sindrome da alienazione parentale, che, invece, i giudici del merito, sulla base di una consulenza tecnica effettuata nel processo, avevano ritenuto centrale nel caso del piccolo, caratterizzato da un «forte conflitto di fedeltà nei confronti della madre» e un «ingiustificato rifiuto di rapporti con il padre». La Corte d’appello di Venezia aveva dunque disposto con un decreto che il bambino venisse affidato al padre e inserito in una casa famiglia, con la programmazione di incontri con entrambi i genitori sulla base di un programma psicoterapeutico. La Cassazione, con una sentenza (l’udienza si è svolta il 6 marzo scorso) ha annullato con rinvio alla Corte d’appello di Brescia il decreto dei giudici di secondo grado di Venezia. Le critiche esposte dalla difesa della mamma nel ricorso sulla “Pas” «non sono state esaminate nel provvedimento impugnato – rilevano gli ermellini – così violandosi il principio secondo cui il giudice del merito non è tenuto a esporre in modo puntuale le ragioni della propria adesione alle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio, potendo limitarsi ad un mero richiamo di esse, soltanto nel caso in cui non siano mosse alla consulenza precise censure, alle quali, pertanto, è tenuto a rispondere per non incorrere nel vizio di motivazione».

Altro principio «disatteso e non meno importante» nel decreto della Corte d’appello di Venezia, riguarda, rilevano i giudici di piazza Cavour, «la necessità che il giudice del merito, ricorrendo alle proprie cognizioni scientifiche, ovvero avvalendosi di idonei esperti, verifichi il fondamento, sul piano scientifico, di una consulenza che presenti devianze dalla scienza medica ufficiale». Infatti, si legge nella sentenza, «il rilievo secondo cui in materia psicologica, anche a causa della variabilità dei casi e della natura induttiva delle ipotesi diagnostiche, il processo di validazione delle teorie, in senso popperiano, può non risultare agevole, non deve indurre a una rassegnata rinuncia, potendosi ben ricorrere alla comparazione statistica dei casi clinici». Di certo, conclude la Cassazione, «non può ritenersi che, soprattutto in ambito giudiziario, possano adottarsi delle soluzioni prive del necessario conforto scientifico, come tali potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che le teorie ad esse sottese, non prudentemente e rigorosamente verificate, pretendono di scongiurare». Sulla base di questi principi, dunque, la Corte d’appello di Brescia dovrà riesaminare il caso.

#DammiPiùVoce

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Jovanotti canta per Spartaco. Che è uno dei 50 ragazzi con sindrome di Down che hanno chiesto a 50 personaggi famosi di aiutarli donando un video per la campagna di raccolta fondi di CoorDown Onlus, il Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down.

Oltre a Lorenzo hanno risposto Diego Abatantuono, Luca Argentero, Claudio Bisio, Alessandro Cattelan, Simone Cristicchi, Giorgio Pasotti e Francesco Totti. E resta poco tempo ancora: il 21 marzo, la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, per cui tutto deve essere pronto, è vicina.

Per sensibilizzare sui diritti fondamentali spesso negati ai ragazzi con sindrome di Down (come un giusto sostegno scolastico, i necessari interventi riabilitativi, l’opportunità di svolgere un lavoro proficuo o addirittura la possibilità di divertirsi come i loro coetanei), dall’11 marzo, è stata lanciata anche l’hashtag #DammiPiùVoce, in collaborazione con Saatchi & Saatchi. Il sito ufficiale è  dammipiuvoce.coordown.it/

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