
Sembrava un impero florido quello delle sigarette elettroniche che viaggiava su fatturati di tutto rispetto, ma poi, il governo al servizio dei cittadini, ha deciso di equiparare le sigarette elettroniche alle “bionde” e ha mandato in fumo il settore. Il crollo del fatturato è stato sensibilissimo, i negozi hanno iniziato a chiudere e sono in migliaia i disoccupati che avevano trovato lavoro proprio grazie all’e-Cig. Senza naturalmente contare il danno all’editoria per il mancato incasso pubblicitario.
“E’ con notevole stupore che leggiamo sulla stampa della possibilità che si possa anticipare l’entrata in vigore della tassazione al 58,5% (oltre al 21% Iva) sulle sigarette elettroniche con l’obiettivo di trovare ulteriori fondi per la copertura della seconda rata Imu. In sintesi si vuole anticipare la data dell’omicidio premeditato di un intero settore, che negli ultimi 6 mesi ha visto un crollo del fatturato del 70% a causa del terrorismo mediatico rinfocolato da alcune lobby interessate a distruggere ogni tipo di novità”. E’ quanto scrive Massimiliano Mancini, presidente di Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico) in una lettera aperta al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.
Massimiliano Mancini aggiunge :“Ricordiamo che la tassazione totale sul prodotto, gia’ decisa nel Decreto ‘Iva Lavoro’, ammonterà a circa l`80% del prezzo finale di vendita, il che vorrà dire la fine di un settore – in cui l’Italia e’ leader in Europa per esportazioni – con conseguenti mancate entrate fiscali per lo Stato, a cominciare dai 117 milioni di euro attesi ma esistenti solo sulla carta, come confermato dal servizio Bilancio del Senato e persino dalla nota tecnica al Decreto, piena di se e ma. Se poi si aggiunge la decisione di sottoporre il sistema alla burocrazia Aams e l’estensione del divieto di pubblicità dei marchi delle sigarette alle e-cig, diventa quantomeno incomprensibile pensare di ottenere fondi da un settore che nella pratica si sta distruggendo”. Inoltre, sottolinea Mancini, “mentre si perdono 1,4 miliardi di entrate a causa del contrabbando di sigarette, esploso a seguito dell’ultimo aumento di Iva e accise, come confermato dal recente rapporto Nomisma. Un’evidente conferma che il punto piu’ alto della ‘curva di Laffer’ e’ stato superato, mentre ancora oggi si parla incredibilmente di aumentare le accise e non di tagliare le spese”.
Mancini cita l’ex presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan: “Se qualcosa si muove, tassala; se continua a muoversi, regolala; e se si ferma, sussidiala. Ecco, le preannunciamo che ci stiamo avviando già verso la terza fase, con almeno 3.000 persone che avranno probabilmente bisogno di sussidi, dato che già molti stanno perdendo lavoro e investimenti. Il nostro è un settore che nel 2012 ha realizzato un fatturato di circa 350 milioni di euro con l’apertura di circa 3.000 punti vendita e l’impiego di un totale di circa 4.000 persone (escluso l’indotto), ma che nel 2014 possiamo tranquillamente prevedere sarà ridotto a meno di un quarto. Di conseguenza siamo qui a preannunciarle che oltre al buco derivante dalle minori entrate previste per il 2014 (e ora, sembra, anche per il 2013), si aggiungeranno le mancate entrate da Iva, Ires, Irpef, contributi pensionistici, cedolare sugli affitti e dazi doganali che oggi i negozianti versano, ma che domani, un volta chiusi, non verseranno più”.
“Peccato”, conclude Mancini, “che al ministero dell’Economia nessuno si sia degnato di fare alcuna valutazione analitica di queste cifre, che renderanno quelle inserite nell’Iva e Lavoro e nel prossimo rinvio Imu semplicemente dei numeri su carta”.
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