Paura in un cimitero in Brasile: sepolto vivo, esce dalla tomba

sepolto-vivo-messico-tuttacronacaL’hanno picchiato talmente forte durante una rissa che, convinti fosse morto, i suoi assalitori ne hanno nascosto il corpo nel cimitero di Ferraz de Vasconcelos, nello stato di San Paolo, in Brasile. E proprio qui è stato scoperto da una donna, terrorizzata al veder affiorare un braccio e poi una testa da una tomba. La donna ha raccontato di aver sentito dei rumori strani mentre, al cimitero, era in visita ai suoi cari defunti. All’improvviso, quell’apparizione: “Ero pietrificata – dice – quando ho visto quell’uomo che saliva dal mondo dei morti. Una visione terrificante. Dalla terra sono uscite la testa e le mani. E agitava le braccia, cercando disperatamente di uscire”. Prima la fuga, poi, tornata sui suoi passi, la chiamata ai soccorsi, che inizialmente pensavano a uno scherzo: “La polizia inizialmente non voleva credermi. Erano convinti che si trattasse di uno scherzo e che io avrei solo fatto perdere loro del tempo. Hanno cominciato a chiedermi se dicevo sul serio, se li stavo prendendo in giro”. Ma poi sono arrivati, e l’uomo è stato tratto in salvo.

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Sepolto vivo dopo aver commesso uno stupro: interviene la polizia

sepolto-vivo-ipanema-tuttacronacaAveva stuprato una vicina di casa l’uomo che ha rischiato di venire sepolto vivo nella spiaggia di Ipanema, a Rio de Janeiro in Brasile, per opera del fratello della vittima e due suoi amici. I tre giovani, due dei quali minorenni, avevano già scavato una fossa in spiaggia, dentro cui stavano per gettare lo stupratore dopo avergli infilato un sacchetto di plastica in testa, quando sono stati sorpresi dalla polizia. Ora si trovano tutti e quattro in carcere: i ragazzi con l’accusa di tentato omicidio, l’uomo per stupro.

Ritenuto colpevole di stupro e omicidio: 17enne sepolto vivo

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Degli indigeni boliviani hanno applicato la loro giustizia sommaria seppellendo vivo un 17enne, Santos Ramos, ritenuto colpevole di aver stuprato e ucciso una donna di 35 anni. La polizia e i procuratori, al corrente della violenza, si stavano recando al villaggio del giovane, ma non hanno potuto raggiungerlo perchè la strada era stata bloccata dalla comunità a cui apparteneva la donna. I concittadini hanno quindi provveduto a sepellire la vittima e a gettare nella fossa anche Santos, mentre i leader delle comunità indigene imponevano il silenzio e proibivano d’informare gli esterni. Stando a un portavoce, le forze dell’ordine avevano individuato Ramos come possibile autore dell’omicidio di Leandra Janco Arias, ma la comunità ha preferito farsi da sè giustizia. La città rurale di Colquechaca, con i suoi circa 5000 abitanti,  sorge 333 chilometri a sud est di La Paz e appartiene alla provincia di Potosi. Nella stessa area, solo pochi giorni prima, era accaduto un evento simile: due uomini avevano ribato un’auto e ucciso l’autissta. Catturati dagli abitanti del villaggio mentre tentavano di vendere la vettura, uno è stato impiccato e lapidato, l’altro bruciato vivo. I linciaggi, in Bolivia, sono frequenti soprattutto nelle aree urbane rurali e povere dove c’è poca presenza di forze di polizia e dei funzionari giudiziari e gli abitanti creano una comunità entro cui essere protetti. La Costituzione in vigore dal 2009 riconosce la giustizia indigena e ai capi delle comunità rurali è concessa l’autorità di giudicare reati secondo i loro costumi ancestrali, ma non viene riconosciuta la “giustizia-spettacolo”.

Il “sepolto vivo”… Carolina Invernizio non si era inventata niente?

Brighton Zanthe Dama-tuttacronaca

Brighton Zanthe Dama, 34 anni, malato da tempo, era stato dichiarato morto e la salma era stata messa a disposizione dei famigliari per celebrare il funerale e quindi sotterrare l’uomo. Ma qualcosa di imprevisto è successo proprio durante la sepoltura. Non molti si ricorderanno di un vecchio romanzo di appendice firmato da Carolina Invernizio dal titolo “La sepolta viva” in cui veniva narrata la storia di una donna che veniva sepolta viva e l’agonia che ne seguiva era carica di orrore e sadismo, ma forse non era poi così lontano da quello che stava per accadere a Brighton. Il cittadino dello Zimbabwe si è infatti “risvegliato” durante il giorno delle esequie e ha scatenato il panico tra i parenti che erano giunti per dargli l’estremo saluto. “Sono stato il primo ad accorgermene – ha raccontato il datore di lavoro dell’uomo -. Ero scioccato, non riuscivo a credere ai miei occhi. Ma poi mi sono reso conto che anche gli altri stavano cominciando a notare qualcosa di strano”.  Brighton ha dichiarato infatti “Non ricordo quasi niente – ha detto l’uomo -. Chi era al mio funerale potrà raccontarlo meglio”. Dopo qualche giorno di ospedale è tornato a casa dove conduce una vita normale.

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