Terzo crollo a Pompei: allarme Unesco e rischio idrogeologico

pompei-crollo-tuttacronacaDopo i due crolli di ieri, oggi si è registrato un nuovo cedimento agli Scavi di Pompei. Si tratta di un muro di 2 metri in un’area non scavata di via Nola. Si tratta del costone di una bottega chiusa al pubblico nella regione V, insula 2, civico 19. Ancora una volta è chiamato in causa il maltempo ma nel frattempo il presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, Giovanni Puglisi, ha lanciato un forte allarme: “Purtroppo sono situazioni annunciate – dice – non c’è più tempo da perdere dal punto di vista burocratico occorre un piano di interventi straordinario, che metta in sicurezza l’intera area di Pompei dal punto di vista geologico e geo-idrico, perché se questi terreni non hanno un drenaggio forte delle acque piovane è chiaro che Pompei è destinata a crollare per intero”. Ancora, Puglisi afferma: “Mi auguro che il ministro Franceschini, che è autorevole componente del governo, riesca ad ottenere un intervento straordinario del genere. Non credo ci sia altro da dichiarare, dichiarare rammarico e amarezza non serve a nulla, sono cose che sappiamo, si potrebbe istituire la rubrica ‘Pompeì’ sui quotidiani e ogni giorno la riempiremmo con le ultime notizie”. Dal canto suo, la Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, in una nota, comunica che, durante la notte, “si è verificato il cedimento di parte dell’alzato di un muro nella bottega della Regio V 2, 19 situata all’angolo dell’isolato lungo Via di Nola. Il muro, per la maggior parte costituito da restauri recenti e legato da una struttura moderna in ferro, si trova al limite dell’area non scavata e premeva su di esso una grande massa di terra, appesantita dalle recenti piogge”. “Il rischio idrogeologico connesso alle aree non ancora scavate poste a ridosso di parte delle strutture murarie antiche, in particolare lungo via dell’Abbondanza e via di Nola – prosegue la nota – è uno dei problemi più urgenti di Pompei, perchè l’acqua che appesantisce i terreni durante le grandi piogge non è stata fino ad oggi adeguatamente drenata e convogliata all’esterno dell’area archeologica. I lavori d’intervento per risolvere il dissesto idrogeologico, previsto dal Grande Progetto Pompei, già in fase di assegnazione, dovrebbero risolvere definitivamente la grave questione”. Secondo la Soprintendenza “la bottega non era da tempo accessibile al pubblico. Si è comunque provveduto precauzionalmente a chiudere la Via di Nola, in attesa di procedere immediatamente con interventi d’urgenza a lavori di ripristino della muratura”.

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Continua a crollare Pompei: e ora tocca a Franceschini

tempio-venere-pompei-tuttacronacaFranceschini è il neo ministro dei Beni Culturali e anche lui si trova subito a fare i conti con le molte urgenze di questo campo. Tra le quali Pompei. Tra la serata di ieri e questa mattina, infatti, si sono verificati altri due cedimenti nel sito archeologico in provincia di Napoli. Nel dettaglio, i cedimenti sono stati riscontrati al Tempio di Venere e su un muro di una tomba della necropoli di Porta Nocera. I crolli sono avvenuti forse a causa delle forti piogge delle ultime ore. La Sovrintendenza speciale di Pompei assicura: “Si è provveduto a chiudere tutti gli accessi alla necropoli che rimarrà chiusa al pubblico fino al completamento delle verifiche del caso e al ripristino del muretto”. E’ stato il custode di turno ad accorgersi del danno e a lanciare l’allarme. Sul posto sono giunti i tecnici della soprintendenza, coordinati dalla direttrice degli scavi Grete Stefani, per fare un punto sull’entità dei danni. Nel frattempo Franceschini ha convocato d’urgenza per martedì mattina una riunione operativa su Pompei, per avere un rapporto esatto sulle motivazioni dei crolli nel sito archeologico e più in generale negli ultimi mesi, nonché a verificare l’efficacia degli interventi di ordinaria manutenzione e a valutare lo stato del Grande Progetto Pompei.

L’incredibile scoperta: l’opera inedita di Lope de Vega

lope-de-vega-tuttacronacaAlejandro García Reidy, ricercatore spagnolo della Syracuse University, negli Stati Uniti, legato al gruppo ProLope dell’Universidad Autónoma de Barcelona (UAB), ha scoperto un’opera inedita di Lope de Vega della quale si erano perse le tracce 400 anni fa, stando a quanto riferito dalla UAB e dalla Biblioteca Nacional, che hanno provveduto a diffondere un comunicato per rendere nota la scoperta. Si tratta dell’opera scritta dall’autore tra il 1613 e il 1614, Mujeres y criados, ed è stata trovata nell’estate del 2010 presso la Biblioteca Nacional, in una versione trascritta manualmente nel 1631 da Pedro de Valdés, un autore di commedie contemporaneo di Lope.Il comunicato diffuso riferisce inoltre che l’opera sarebbe arrivata alla Biblioteca Nacional nel 1886.

Una scoperta senza precedenti in Antartide!

calotta-tuttacronaca

Chi mai l’avrebbe potuto immaginare? E’ stata scoperta da un team di esperti del Regno Unito proprio sotto la calotta antartica. Tale regione subglaciale sarebbe più profonda del Grand Canyon e, dalla sua analisi, potrebbero emergere nuovi particolari sulla preistoria se non addirittura forme di vita credute estinte ma, al contrario, rimaste ibernate da milioni di anni. I ricercatori provenienti da diverse Università del Regno Unito – tra cui Newcastle, Bristol, Edimburgo, British Antarctic Survey, Exeter e York – hanno tracciato la Ellsworth Subglacial Highlands, un’antica catena montuosa sepolta sotto diversi chilometri di ghiaccio polare. Nella scoperta i ricercatori sono stati aiutati dai dati provenienti dai satelliti spaziali e da speciali radar trascinati da motoslitte o da piccoli aerei che riescono a penetrare la calotta artica, rilevando la conformazione del sottosuolo. La Valle subglaciale sarebbe estesa oltre 300 chilometri e si troverebbe a una profondità di circa 3mila metri, posizionata a circa 2 chilometri sotto il livello del mare.

I risultati sono stati pubblicati nell’ultima edizione del bollettino della Società Geologica degli Stati Uniti. “La scoperta di questa enorme depressione e la caratterizzazione del paesaggio montuoso circostante – ha detto il dottor Neil Ross dell’università di Newcastle, tra i principali autori della ricerca – è stata una circostanza incredibilmente fortunata”. Ross, docente di Geografia fisica ha anche aggiunto: “Abbiamo acquisito dati sul ghiaccio da entrambe le estremità di questa enorme valle nascosta, ma non abbiamo avuto alcuna informazione di dirci quello che c’era in mezzo. Per colmare il vuoto sono stati perciò utilizzati i dati satellitari”. Perché, pur essendo coperta sotto diversi chilometri di ghiaccio, la valle è così vasta che può essere vista dallo spazio.

Pompei vittima (anche) del maltempo

pompei-tuttacronacaArrivano da tutto il mondo per visitarla, a Londra fa incassi da capogiro e sul grande schermo registra il sold out. Si tratta della stessa Pompei archeologica che, inesorabilmente, continua a sgretolarsi, vittima dell’incuria e della rabbia della natura. Gli addetti alla vigilanza hanno ora segnalato un nuovo crollo in via Stabiana che ha interessato un muro della domus al civico 29 dell’Insula 9 della Regio VII.  Le cause sono da ricercarsi nella vegetazione, che s’insinua tra le insenature delle costruzioni antiche di duemila anni, e l’incuria. Fatali, inoltre, la pioggia e il forte vento. La zona è chiusa al pubblico ed è inserita nei lavori del “Grande Progetto Pompei” con un finanziamento di quattro milioni di euro.

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Clamorosa scoperta! C’è un altro legamento nelle nostre ginocchia

ginocchia-nuovo-legamento-tuttacronacaE’ stato The Independent a diffondere la notizia di una ricerca pubblicata sul Journal of Anatomy che ha del clamoroso. I chirurghi ortopedici Steven Claes e Johan Bellemans della University Hospitals Leuven, che negli ultimi quattro anni hanno condotto ricerche riguardanti le lesioni al legamento crociato anteriore, hanno infatti scoperto un nuovo legamento nel ginocchio umano. Tale legamento, l’ALL, sembra essere cruciale per quei pazienti che hanno sofferto di lesioni ai legamenti delle ginocchia e che continuano ad avere ricadute anche dopo il trattamento medico. Lo studio è stato fatto utilizzando 41 ginocchia di differenti cadaveri utilizzando la tecnica della dissezione macroscopica. Lo scopo era comprendere come mai alcuni pazienti soffrano, anche dopo le cure, del  pivot shift, ossia del cedimento del ginocchio durante l’attività fisica. Nel 1879, era stato il medico Paul Ferdinand Segon a suggerire, in un articolo, che ci potesse essere un legamento sconosciuto nella parte anteriore del ginocchio e i due medici si sono inseriti in questa scia scoprendo così il “legamento antero – laterale” (ALL), presente in tutte le ginocchia da loro studiate. La rottura del legamento crociato anrteriore sarebbe quindi causata dal danneggiamento dell’ ALL, che controllerebbe la rotazione interna della tibia e inciderebbe sul fenomeno del cedimento del ginocchio. Saranno comunque necessari nuovi studi per comprendere la funzione biomeccanica del legamento mentre Claes e Belleman sono già a al lavoro su una nuova tecnica chirurgica per trattare simili infortuni. Potrebbe diventare realtà entro i prossimi sette anni.

Le ferite di Pompei: crolla una parete

crollo-pompei-tuttacronacaE’ stato il custode in servizio a segnalare il nuovo crollo che ha inflitto una nuova ferita a Pompei. Come spiega il Mattino, si tratta di circa 80 cm di una parete interna alla domus numero 21, dell’Insula V, della Regione VIII che affaccia su via dell’Abbondanza. Le cause del cedimento della parete, antica ma non affrescata, sono con tutta probabilità da rinvenirsi nelle erbacce che si sono insediate tra le insenature delle pietre, spingendole fino a farle cedere. Al nuovo crollo, però, è coincisa oggi una scoperta. Spiega ancora il quotidiano che “nella domus dell’Ancora interessata da lavori di restauro con fondi ordinari della soprintendenza, è stata rinvenuta una cisterna utilizzata dagli antichi pompeiani per raccogliere le acque piovane.”

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Inedito di Leopardi rinvenuto nella Biblioteca Nazionale di Napoli

Giacomo-Leopardi-inedito-tuttacronacaE’ stato identificato un documento sconosciuto che contiene una lista di autori antichi, a ognuno dei quali fa seguito una serie più o meno estesa di riferimenti numerici. L’inedito è un autografo di Giacomo Leopardi ed era conservato, come spiega Il Mattino, all’interno del prezioso corpus dei manoscritti del poeta di Recanati della Biblioteca Nazionale di Napoli. Il documento è la testimonianza del disegno incompiuto di un volumetto da pubblicare fra i volgarizzamenti a cui Leopardi lavorò all’età di 27 anni. A darne notizia sono stati i ricercatori Marcello Andria e Paola Zito con il saggio intitolato “Qualche postilla a Leopardi e Stobeo. Un inedito ‘sentiero interrottò dalle carte napoletane (C.L., XII.7)”, pubblicato nella rivista “Teca. Testimonianze Editoria Cultura Arte”.

“Tramonto a Montmajour”: scoperto un nuovo quadro di Van Gogh

nuovo-vangogh-tuttacronacaS’intitola “Tramonto a MontMajour” un dipinto che non era mai stato attribuito, fino ad ora, al pittore olandese e che andrà aa addiungersi alla collezione del Museo Van Gogh di Amsterdam. Il “nuovo” dipinto del maestro olandese Vincent Van Gogh sarà esposto a partire dal 24 settembre.  E’ stato il dipinto “Arles, le rocce”, dipinto nel 1888 dal maestro utilizzando la stessa tela e lo stesso fondo, ad aver aiutato gli studiosi nell’attribuzione del “Tramonto. Così come “Raccolto a La Crau – Montmajour sullo sfondo”.

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Comprano una casa, la restaurano e… scoprono una stanza-moschea!

stanza-blu-tuttacronacaAvevano comprato una casa in un vecchio edificio nel centro storico di Palermo, città che nel tra il ‘700 e l’800 ospitò commercianti tunisini e si altri paesi nordafricani, per poi ristrutturarla. Durante i lavori, la sorpresa insospettabile. Mentre gli operai scrostano strati di vernici, calce e ducotone, viene alla luce la storia della stanza: è una moschea blu con preziosi disegni, versetti e iscrizioni arabe. E’ accaduto a una giovane coppia che ha acquistato un appartamento in via Porta di Castro, vicino Palazzo dei Normanni. La coppia, i giornalisti Giuseppe Cadili e la moglie Valeria Giarrusso, ha bloccato immediatamente i lavori. Le foto della stanza sono giunte tra le mani, tra gli altri, anche di Vittorio Sgarbi, che vi ha colto “il simbolo perfetto dell’eterna presenza araba in Sicilia, così come della vocazione interculturale che di quella presenza è frutto”. Quando la notizia è rimbalzata negli ambienti dei musulmani Fareed Al Khotani, presidente della Lega islamica in Italia, trovandosi a Palermo per uno scambio culturale e commerciale fra Sicilia e mondo arabo, ha voluto visitare l’edificio ed ha assicurato il suo interesse: “Qualche lettera riesco a interpretarla, ma è uno stile antico. Debbo studiare il caso. Confrontando disegni e iscrizioni con le scritture custodite alla Mecca dove abbiamo grafie e caratteri succedutesi nei secoli”. I proprietari dell’appartamento sono cattolici praticanti che hanno deciso di rispettare un simile tesoro musulmano, dell’ampiezza di 3 metri e mezzo per lato e con un balcone aperto in direzione della Mecca. Ha spiegato la Giarrusso: “Per noi sarà una stanza di meditazione dove rispetteremo la cultura islamica. Come dico agli amici che vengono a trovarci, né vino, né birra. Mai alcolici qui. Si beve in salotto. Non in moschea”. E il marito: “Un riguardo alla religione musulmana”.

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Scoperto nuovo mammifero si chiama olinguito!

Olinguito-tuttacronaca

E’ un mammifero piccolo e misterioso, originario delle Ande. Ha un corpo che assomiglia a quello di un gatto, una testa da orsetto e una lunga coda. Si chiama olinguito ed è la prima nuova specie di mammifero scoperta nel continente americano negli ultimi 35 anni. Si tratta dell’ultimo appartenente alla famiglia dei Procyonidae, la stessa dei procioni e dei cercoletti. L’olinguito pesa circa 900 grammi, ha dei grandi occhi scuri e una folta pelliccia marrone, vive nelle foreste pluviali di Ecuador e Colombia dove viene chiamato ”neblina”, ovvero nebbia. ”La scoperta dell’olinguito dimostra che il mondo non è ancora stato completamente esplorato e nasconde dei segreti”, così Kristofer Helgen, ricercatore del Museo di storia naturale di Washington e responsabile del team che ha condotto lo studio, pubblicato sulla rivista americana Zookeys.

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“C’è una marea nelle cose degli uomini…

marea-tuttacronaca… che, colta al flusso, mena alla fortuna; negletta, tutto il viaggio della vita s’incaglia su fondali di miserie.”

-William Shakespeare- (Giulio Cesare)

“Scegliere qualcuno vuole dire scoprire un’intera vita. …

mano-tuttacronaca… E significa invitare gli altri a scoprire te!”

-Hanif Kureishi- (Nell’intimità, 1998)

Scoperto il fossile di uno strano dinosauro cornuto

dinosauro-tuttacronaca

Sulla rivista Proceedings B della Royal Society britannica si può leggere la descrizione, fatta da alcuni paleontologi, del fossile di uno strano dinosauro cornuto che è stato scoperto nel sud-ovest degli Stati Uniti. L’animale, che visse nel Cretaceo superiore circa 76 mln di anni fa in in quello che allora era l’isola continente di Laramidia, viene chiamato Nasutoceratops titusi e appartiene alla famiglia dei ceratopsian, un gruppo di dinosauri erbivori tra i quali il più noto è il Triceratops a tre corna. Compresi anche corna e coda, questo esemplare era lungo circa quattro metri e, dal cranio che è stato rinvenuto quasi intatto, si scopre che presentaava un muso un muso sovradimensionato, estremamente lungo, e due corna rivolte in avanti sopra gli occhi. Ma l’unicità del ritrovamento è il naso particolarmente prominente anche rispetto agli altri della sua specie. Scott Sampson, autore dello studio, ha riferito: “Probabilmente l’enorme naso dei Nasutoceratops non aveva nulla a che fare con un acuto senso dell’olfatto, dal momento che i recettori olfattivi si trovano nella parte posteriore della testa, vicino al cervello”. Mark Lowel, invece, ha voluto sottolineare le “corna” incredibili: “sono state probabilmente utilizzate come segnali visivi di dominanza, e quando ciò non è stato sufficiente, come armi per combattere contro i rivali”.

Il nuovo mantello dell’invisibilità… che fa “sparire” gli animali

gatto_invisibile

Il nuovo modello di mantello dell’invisibilità arriva dall’Indocina e non ha nulla a che fare con il comodo indumento indossato da Potter. Si tratta di una piccola scatola formata da sottilissimi pannelli di vetro che deviano i raggi di luce, permettendo così agli oggetti al suo interno di sparire. Gli ideatori, scienziati della Nanyang Technological University di Singapore, hanno girato un video per mostrare l’efficacia della loro invenzione, dentro la quale alcuni animali vengono nascosti.  La spiegazione scientifica è semplice: gli oggetti sono visibili quando la luce rimbalza loro addosso arrivando ai nostri occhi, che elaborano le informazioni. Se le onde luminose non riescono a rimbalzare dall’oggetto, questo diventa essenzialmente invisibile. Da qui l’idea di deviare i raggi di luce. L’invenzione al momento è ancora da perfezionare, visto che riesce a nascondere alla vista gli oggetti solo da alcuni angoli ed è parzialmente visibile. Di positivo ha che è costruita con normali pannelli di vita e non metalli particolari, è poco ingombrante e funziona anche con la luce visibile, non solo con microonde e luce polarizzata. Commenta Sir John Pendry: “E’ un’autentico passo in avanti per la ricerca: controllare la luce è un’idea seria, non è un divertimento degli scienziati”.

Oltre il Bosone di Higgs: il nuovo progetto targato Cern

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E’ stato presentato oggi dal Cern, in cinque volumi, il progetto tecnico per “l’erede” dell’acceleratore di particelle che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. E’ infatti semaforo verde per la costruzione dell’International Linear Collider (Ilc), un acceleratore lineare che avrà il compito di completare e approfondire le scoperte fatte con l’Lhc e, forse, fare i primi passi nel regno della cosiddetta “nuova fisica”. Presentato in Giappone, a Tokyo, in Svizzera, presso il Cern di Ginevra, e negli Stati Uniti, nel Fermilab di Batavia, vicino Chicago, “Il rapporto tecnico è una testimonianza dello sforzo di cooperazione globale che ha portato a progettare una macchina così sofisticata”, ha osservato Pier Oddone, presidente del Comitato Internazionale per i futuri acceleratori (Icfa). Sakue Yamada, direttore di ricerca dell’Ilc, ha poi spiegato che “la scoperta del bosone di Higgs con l’Lhc ha reso ancora più convincente il progetto dell’Ilc, che potrà studiarne le proprietà nel dettaglio”. Per il progetto sono stati coinvolti oltre mille fra ricercatori e ingegneri di oltre 100 università e laboratori di oltre 20 Paesi. Nella macchina scorreranno fasci di particelle contenenti, ciascuno, 20 miliardi di elettroni o positroni concentrati in un’area più sottile di un capello umano, rendendo così possibile produrre innumerevoli collisioni che avverranno al ritmo di 7.000 al secondo all’energia di 500 miliardi di elettronvolt (500 GeV) e produrranno a loro volta nuove particelle. Il tutto all’interno di due acceleratori lineari paralleli, ognuno lungo 31 chilometri, al centro dei quali si scontrano  i fasci di elettroni e positroni a temperature vicine allo zero assoluto.

Il cervello è in grado di produrre un valium naturale

cervello-valium

Due ricercatori della Standford University School of Medicine, in California, hanno scoperto che il cervello è capace di autoprodurre una piccola proteina con effetti calmanti. Un “valium” naturale, in pratica. E’ stata la rivista Neuron a pubblicare la scoperta e a rendere così pubblico come questa sia anche riuscita a certificare come tale proteina abbia “lo stesso meccanismo d’azione degli ansiolitici”, le benzodiazepine. Il nome della proteina è Dbi e offre la chiave per nuovi farmaci anti-ansia e anti-epilessia. Le benzodiazepine danno dipendenza e agiscono sul cervello aiutando il neurotrasmettitore Gaba. Quest’ultimo altro non è se non il “calmante” per eccellenza che si lega ai recettori sui neuroni e li calma riducendo la loro attività. Anche la molecola naturale, la Dbi si comporta in questo modo attivandosi nel talamo,  regione ritenuta chiave per gli attacchi epilettici. La scoperta, stando ai ricercatori, può dar l’avvio a un nuovo fronte nella ricerca che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci antiepilettici e anti-ansia

Happy Birthday Florida! 500 anni

happy birthday florida - tuttacronaca

500 anni e non sentirli! Era il 2 aprile 1513 quando l’esploratore spagnolo Juan Ponce de Leon metteva piede sulla terra coperta di fiori che battezzò “Florida” (“fiorita” in italiano). Secondo la leggenda, questa terra fu scoperta per puro caso, visto che Ponce de Leon era impegnato nella ricerca della “fonte dell’eterna giovinezza”. Stando a quanto si legge nella “Historia general y natural de las Indias”, testo scritto da Gonzalo Fernandez de Oviedo nel 1535, quello che guidava l’esploratore era il desiderio di trovare le acque di Bimini, con le quali sperava di poter curare la sua impotenza sessuale. Ponce de Leon, partito da Porto Rico dopo aver armato tre navi a sue spese, arrivò nello Sunshine State nel 1513. L’anniversario dei 500 anni non poteva certo essere sottotono, quindi il governo dello Stato ha curato l’organizzazione di una serie di manifestazioni chiamate “Viva Florida 500″, che avranno luogo nel corso dell’intero anno. Tra queste, vale la pena di ricordare in particolar modo una ricostruzione storica degli eventi che hanno portato allo sbarco, con tanto di riproduzione del galeone spagnolo, di dimensioni originali, lche condusse Ponce de Leone su questa terra. Dal 15 aprile al 3 giugno la nave farà tappa a Miami, Fort Lauderdale, Cape Canaveral e Saint Augustine. Sole e mare… sicuri che l’esploratore non abbia realmente trovato la fonte che tanto cercava?

Auguri Florida!

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