La mamma malata di sclerosi multipla e la petizione pro-liberalizzazione

marijuana-tuttacronacaMaddalena Migani ha 36 anni, due bimbe e una malattia: la sclerosi multipla. La donna riesce a sopportare dolori e malesseri affrontandoli con maggiore serenità quando ha la possibilità di procurarsi della cannabis e per questo  ha lanciato una petizione on line per liberalizzare la marijuana sul sito change.org. “Non sopporto il cortisone e per me l’unica alternativa è la cannabis. Quando la prendo sto meglio, sono più serena, riesco a dormire e i dolori sono più leggeri. Tutto diventa più facile”. Una battaglia, quella per la liberalizzazione della cannabis, portata avanti prima di lei da altri malati. La donna ha scoperto che la marijuana poteva aiutarla quasi per caso. Spiega: “Ho sentito dire che la marijuana sta dando risultati positivi nell’ambito di una sperimentazione in Puglia. Una mia amica mi ha girato via email delle notizie. A quel punto ho chiesto un parere al mio medico e al mio neurologo, ma mi hanno risposto con sorrisi di comprensione, cambiando argomento. Ero sola con le mie domande e mi restava solo la possibilità di provare. Ma non riesco a fumare cannabis, mai fumato canne. Mi girava la testa. Allora l’ho mangiata, l’ho messa sotto la lingua, come un prodotto omeopatico e i risultati sono arrivati. Riesco a superare anche uno dei tanti disagi che affronto con la malattia, il problema di minzione. Faccio pipì in continuazione, ora non succede più. Per un paio di settimane mi sono quasi sentita un essere normale”. Lei, disabile al 75%, ha dovuto lasciare il suo lavoro e non le è facile seguire le due piccole di 6 e 3 anni. Nonostante questo, la maternità è stato il suo primo pensiero dopo la diagnosi. “E’ la prima cosa che ho chiesto al mio fidanzato: ‘Facciamo un figlio’. Quasi un istinto di sopravvivenza. Ma le gravidanze hanno peggiorato le mie condizioni di salute. Ho anche gravi problemi all’occhio sinistro”, dice. Da quando ha scoperto di essere malata, otto anni fa, Maddalena cerca di convivere con fastidi e dolori. Esistono altre esperienze simili alla sua: pazienti nelle sue stesse condizioni che raccontano di sentirsi meglio consumando cannabis. Al momento, tuttavia, non ci sono abbastanza ricerche scientifiche a sostegno dell’efficacia dell’uso terapeutico della marijuana. “L’unico farmaco a base di cannabis indicato per i pazienti sclerosi multipla è il Sativex – spiega Diego Centonze, ricercatore Aism- Associazione italiana sclerosi multipla – E’ uno spray che si è dimostrato utile per curare i pazienti e che è fornito dal Sistema sanitario nazionale. E’ stato oggetto di numerose sperimentazioni cliniche. Se parliamo invece di cannabis, va detto che non esistono evidenze scientifiche che possa aiutare i pazienti a stare meglio”. Un farmaco, il Sativex, immesso per la prima volta sul mercato in Canada nel 2005, che però Maddalena non può assumere. “Il neurologo mi ha spiegato che non posso prenderlo perché si usa nei casi di ipertono, quando c’è una rigidità del fisico maggiore della mia. Per me non va bene. Riesco a provare sollievo solo con la cannabis e il mio sogno sarebbe quello di poterla comprare in farmacia”. Scrive Repubblica:
La richiesta affidata da Maddalena al web segue di qualche giorno un ddl presentato dal Pd sull’uso terapeutico della cannabis che dovrebbe semplificare e rendere accessibile ai pazienti il ricorso dei farmaci a base cannabinoide. Accanto al Sativex esistono altri medicinali a base di marijuana. “Di solito l’uso dei farmaci con cannabis nella sclerosi multipla  – spiega Roberta Pacifici responsabile Farmacodipendenze, tossicodipendenze e doping dell’Istituto superiore di Sanità – si è rivelata utile per attenuare il tremore. Medicinali cannabiodi sono usati anche in presenza di glaucoma, nei casi di Aids e per attenuare la nausea durante la chemioterapia. Ma esistono altri farmaci più conosciuti da un punto di vista farmacologico, quelli che definiamo ‘di prima scelta’. Sono stati sottoposti a più studi, mentre non si conoscono ancora bene gli effetti collaterali di quelli a base di marijuana”. Quando usare allora i farmaci a base di cannabis? “Nelle sacche di popolazione che non rispondono ai trattamenti farmacologici ‘di prima scelta. In questi casi possono essere utili”, aggiunge Pacifici.

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Curarsi con le erbe… o con la cannabis? Il nuovo studio per la Sclerosi Multipla

cannabis-sclerosi-multipla-tuttacronacaMentre seguita la ricerca sulla Sclerosi Multipla, dal fronte delle cure alternative giungono notizie di un nuovo progresso. Per saperne di più bisogna guardare alla TAU, la Tel Aviv University, dove i ricercatori hanno scoperto che alcuni composti, presenti naturalmente nella pianta di cannabis, potrebbero combattere e impedire l’infiammazione cerebrale e nel midollo spinale, collegata a questa patologia. Lo scopo del team di studiosi era quello di capire se le proprietà antinfiammatorie di CBD e THC potressero essere applicate anche al trattamento dell’infiammazione associata con la SM. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti. Al momento, per quel che riguarda questa malattia, non si è ancora scoperto quali siano i fattori scatenanti nè come trattarla. Quello che è noto è che si tratta di una malattia infiammatoria in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso, provocando una debilitazione a livello motorio, fisico e, in alcuni casi, problemi cognitivi. Tra i ricercatori anche la dottoressa Kozela, che ha spiegato che “l’infiammazione è parte della risposta immunitaria naturale dell’organismo, ma in casi come la Sclerosi Multipla, sfugge di mano. Il nostro studio esamina come i composti isolati dalla marijuana possono essere utilizzati per regolare l’infiammazione e proteggere il sistema nervoso e le sue funzioni.” Il team non è nuovo a questo genere di studi e già in passato aveva dimostrato che il cannabidiolo (CBD), un metabolita presente nella cannabis, è in grado di trattare i sintomi di malattie simili alla sclerosi multipla, visto che impedisce alle cellule immunitarie di trasformarsi e attaccare le cellule nervose nel midollo spinale. I ricercatori sono partiti da questi primi risultati per capire, con il nuovo studio, se le proprietà antinfiammatorie di CBD e THC (tetraidrocannabinolo), un altro composto abbondantemente presente nella cannabis,  potessero essere applicate anche alle infiammazioni associate alla malattia della Sclerosi Multipla. E’ stato il Journal of Pharmacology Neuroimmune a pubblicare i nuovi risultati, che mostrano come le cellule immunitarie implicate nel danneggiamento specifico del cervello e del midollo spinale, sia che venissero trattate con il cannabidiolo che con il tetraidrocannabinolo, producano meno molecole infiammatorie, in particolare una chiamata interleuchina 17 (o IL-17), in grado di raggiungere e danneggiare il cervello e il midollo spinale. Al momento sono necessarie ulteriori ricerche, ma i ricercatori ritengono che ci siano motivi di speranza per il trattamento della Sclerosi Multipla. “Quando viene utilizzata con saggezza, la cannabis ha un potenziale enorme. Stiamo solo cominciando a capire come funziona” ha affermato Kozela.

Apiterapia: una delle cure più controverse della Cina

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L’apiterapia (o apipuntura) è un’ antica tecnica cinese e ora è tra le cure più controverse della Cina, su cui si è aperto un lungo dibattito. Tante le testimonianze, tra cui anche quella di una ragazza cinese di 26 anni,  Liu Yu, affetta da sclerosi multipla, che da due anni si sta curando a Pechino con questa tecnica. Liu Yu non ha dubbi, come riporta il China Daily, lei è in grado di camminare di nuovo proprio grazie alla potenza delle api: “Il trattamento è doloroso, ma io sto continuando, perché la mia malattia è molto peggiore di qualsiasi puntura d’ape.”

Liu è curata in una clinica di medicina tradizionale cinese gestita dal 73enne  Wang Menglin nel distretto nordest di Shunyi nella capitale .

Wang ha detto che il suo staff, negli ultimi 20 anni, ha usato apiterapia per trattare più di 3.000 persone con Sclerosi Multipla, una malattia che danneggia le cellule nervose del cervello e della colonna vertebrale. Il trattamento ha aiutato molti pazienti a non peggiorare le loro condizioni e in alcuni casi a riacquistare la propria motorietà.
Durante un trattamento tipico, Liu, è stesa prona su un lettino mentre Wang o uno dei suoi collaboratori selezionano api da una scatola di legno con una pinzetta e le applicano in alcuni punti della schiena. Le api vengono rimosse dopo che hanno punto il paziente. Liu presenta quindi una serie di cicatrici da punture di api sulla schiena.

A Liu la sclerosi multipla è stata diagnostica nel 2010 e progressivamente il suo corpo è diventato completamente insensibile dopo che si era sottoposta a un ciclo iniziale di terapia ormonale, l’unica medicina moderna che, in alcuni casi, può risolvere o non far degenerare maggiormente la sclerosi multipla. Entro la fine del 2010 la ragazza non era più in grado di camminare, così ha deciso di affidarsi alle cure di Wang.

“Sono andata alla clinica tutti i giorni per due mesi prima di essere in grado di camminare di nuovo” ha dichiarato Liu che ha aggiunto “Posso ancora fare le cose per conto mio, come l’acquisto di generi alimentari, cucinare e pulire”.

Wang sostiene che il veleno dell’ape viva può rafforzare il sistema immunitario del corpo e attivare altre funzioni corporee, come ad esempio il bioplasma, che è “simile alle cellule staminali e può contribuire a riparare il sistema nervoso danneggiato” .
Ma molti esperti medici rimangono scettici, e sottolineano che nessuno studio clinico è stato condotto per dimostrare la teoria di Wang.
Guo Yi, un neurochirurgo al Peking Union Medical College Hospital, ha richiamato alla cautela: “La sperimentazione clinica deve essere valutato da un  professionista terzo” e ha aggiunto: “Qualsiasi trattamento deve essere inoltre verificato da diversi istituti medici prima che si possa ritenere efficace.”
Tra i pazienti della clinica di Wang non ci sono solo persone affette da sclerosi multipla, ma anche chi va a curare i dolori articolari, il mal di schiena e i disturbi reumatici, alcuni stanno provando a usare tali tecniche per cercare di ridurre i tumori.
Wang Yuming, direttore dell’unità di reumatismi all’Ospedale di Pechino, ha confermato che non c’è interesse per il metodo, ma ha aggiunto che ha ricevuto i pazienti che hanno provato e visto alcun risultati con l’apeterapia. Secondo il direttore il trattamento è molto popolare in Cina e gli effetti a volte vengono esagerati dai pazienti stessi: “Forse funziona per alcuni, ma le afflizioni reumatiche non possono essere trattate solo con questa terapia”, ha poi aggiunto che il suo ospedale non offre apipuntura.”Ci sono più di 100 malattie sotto la categoria di reumatismi. Bisogenrebbe avere ulteriori studi per determinare quali malattie può soddisfare la terapia”, ha concluso.
La clinica di Wang Menglin offre anche i prodotti delle api, come le cellule dell’ape regina e il propoli. Wang ha detto che questi prosotti sono utili per i pazienti affetti da cancro in quanto contengono ingredienti che aiutano a “sbarazzarsi dei tumori”.
Ma Chen Wanqing , vice direttore della Chinese Academy of Medical Sciences’ National Central Cancer Registry, ha detto che non vi è alcuna prova definitiva che i prodotti delle api possono essere efficaci nel trattamento dei tumori.
L’American Cancer Society afferma sul suo sito: “Anche se le proprietà antitumorali di alcuni ingredienti in prodotti delle api sono stati studiati in laboratorio, non ci sono stati studi clinici condotti sull’uomo che dimostrino che il veleno d’api o di altri prodotti delle api sono efficaci nel prevenire il trattamento del cancro.”

Anche se in Cina l’apeterapia è nella lista dei servizi medici approvata nel 2007,  nessuno degli oltre 30 ospedali pubblici di Pechino offrono tale cura, e come ha detto Tu Zhitao , vice direttore del TCM Management Bureau della capitale: “E ‘ l’ospedale che decide se fornire determinati servizi medici”. Poi Zhitao ha affermato che Wang Menglin non dispone più di una licenza valida per praticare la professione di medico, in quanto la sua licenza è scaduta nel 1998, ma  – ha aggiunto Zhitao – che gli altri tre medici della clinica, hanno tutti licenze valide e sono loro a svolgere la maggior parte dei trattamenti.

Il dibattito rimane aperto.

Il pentastellato malato di sclerosi multipla preso in giro dai deputati

matteodall'osso-tuttacronacaE’ Giulia di Vita che firma un post, accompagnato da un video, apparso sul blog di Beppe Grillo. Il tema è il comportamento dei deputati durante l’intervento di Matteo Dall’Osso, cittadino M5S alla Camera affetto da sclerosi multipla. Nel post si legge: “Conoscete tutti ormai Matteo Dall’Osso, cittadino M5S alla Camera, e la sua incredibile storia, è affetto da sclerosi multipla ma vive meglio di chiunque altro. Ha appena fatto il suo intervento in Aula, è l’una di notte, è stata una giornata pesante per tutti, figuriamoci per lui, mentre leggeva il suo discorso ha perso il filo, può capitare a chiunque. Gli umani colleghi dagli scranni di Pd e Scelta Civica hanno cominciato a fare battutine sulla sua difficoltà “dategli il foglio giusto!“, ripetevano le sue parole balbettando a sfottò, mormoravano, ridevano, lo guardavano divertiti. Avvisati poi dello stato di Matteo qualcuno ha chiesto scusa per la palese, vergognosa, indecente, schifosa, indecorosa gaffe. L’arte dell’ipocrisia. Signori, ci troviamo a lavorare con questa gente. Come possono stupire gli scempi che stanno facendo al Paese e la costante indifferenza per i cittadini italiani più deboli? Dopo gli sfottò a fine intervento Matteo ha concluso dicendo “e come dissero tre violoncellisti sul Titanic mentre stava affondando ‘è stato un piacere suonare con voi”. Ma anche no.

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