Michael Bailey, psicologo della Northwestern University, ha presentato la sua tesi secondo la quale l’omosessualità è decisa da un gene, l’Xq28. Era il 1993 quando Dean Hamer notava che alcuni uomini gay presentano in comune una parte del cromosoma X, in particolare marker genetici simili nella regione Xq28 del cromosoma X. Ora, come si legge su La Stampa, Bailey è tornato su questo punto, conducendo una ricerca su 400 omosessuali nati dagli stessi genitori. E ha concluso che almeno due geni influenzano l’orientamento sessuale: uno nella regione Xq28, l’altro nel cromosoma 8. Bailey ritiene che tali geni vengano trasmessi dalle madri ai figli, e sarebbero sopravvissuti all’evoluzione perché rendono le donne più fertili. Ancora, lo psicologo ammette che la scoperta non spiega completamente il fenomeno ma ritiene comunque che i geni decidano l’orientamento sessuale solo in 3 o 4 casi su 10.

Stando a Ray Kurzweil, il numero uno degli ingegneri Google, l’immortalità sarebbe ormai a portata di mano in quanto, come ha spiegato al Global Futures 2045 International Congress di New York, Kurzweil, entro 30 anni sarà possibile ‘caricare’ l’intera mente umana su internet. Bisognerà invece attendere il 2100 per essere in grado di sostituire le parti del corpo che non funzionano più con componenti meccanici, cosa che ci permetterebbe di diventare, in pratica, immortali. “Tra 10 o 20 anni ci saranno enormi trasformazioni nel campo della medicina – ha spiegato Kurzweil – Analizzando la biologia come un software, gli esseri umani hanno già fatto grandi progressi. Questi saranno mille volte più imponenti per la fine del decennio. E addirittura un milione di volte più imponenti tra 20 anni”.