La donna che protesta contro la scarcerazione: “voglio restare”

donna-scarcerata-tuttacronacaEra stata arrestata ad aprile 2012 la 50enne Anna Maria Busi, che ora è stata rimessa in libertà. Il giudice, però, ha accompagnato il provvedimento di scarcerazione con quello di divieto di residenza a Brescia e provincia, dove la donna ha sempre vissuto e dove secondo gli inquirenti avrebbero avuto centro le sue attività criminali. Per questo motivo la Busi non ne ha voluto sapere di uscire: “Adesso io dove vado? Non fatemi uscire”. Il suo avvocato ha così presentato ricorso al Riesame contro la scarcerazione.

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Fonsai e i 451mila euro a La Russa quando era ministro

fonsai-larussa-tuttacronacaNell’inchiesta Fonsai, che vede indagati per corruzione Salvatore Ligresti e Giancarlo Giannini, spunta un altro nome eccellente. Dagli atti dell’inchiesta di Milano emergerebbe infatti, secondo il quotidiano Repubblica, che quando era ministro della Difesa, tra il 2009 e il 2010, Ignazio La Russa percepì dal gruppo Fonsai 451mila euro come “parcelle spese sinistri” e “altre prestazioni di servizi”. “Non può sfuggire la singolare preferenza che Isvap esprime per il matrimonio Unipol-Fonsai”. È Fulvio Gismondi, ex attuario di Fonsai, a ricostruire davanti al pm di Milano Luigi Orsi tutte le fasi che portano alla fusione tra la galassia Ligresti e la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri, durante le quali ci sono stati controlli “morbidi” da parte dell’autorità di controllo, rapporti personali tra Salvatore Ligresti e Giancarlo Giannini, ma anche lettere in cui l’Isvap detta le condizioni di un matrimonio ‘obbligato’.  Nella sua testimonianza del 16 aprile 2012, gismondi ha svelato che “il 19 marzo scorso si è tenuta l’assemblea di Fonsai in vista della quale sia Consob che lsvap hanno inviato 2 distinte missive al Cda della società. Consob scrive a Fonsai e, sostanzialmente, chiede di sapere come la società intende risolvere il problema della ricapitalizzazione. Isvap, invece, chiede a Fonsai di precisare che il progetto di ricapitalizzazione è finalizzato alla fusione con Unipol. Si coglie in modo palmare il pregiudizio della vigilanza assicurativa, nella visione della quale esiste esclusivamente l’integrazione Unipol-Fonsai”.  Due giorni dopo, Gismondi è ancora più esplicito sul “carattere partigiano e pregiudiziale delle comunicazioni di Isvap a Fonsai e a Premafin”. Nel verbale si legge: “Si consideri innanzitutto la missiva da lsvap a Fonsai datata 12 marzo 2012. L’ultimo inciso di questa lettera recita: ‘si richiama l’attenzione di codesta società affinchè, nella rappresentazione agli azionisti, siano correttamente esplicitate motivazioni e destinazione dell’aumento stesso, in coerenza con le iniziative rappresentate a questa autorità'”.  ln sostanza, sottolinea Gismondi, l’Isvap chiede a Fonsai “di spiegare che l’aumento di capitale si va a fare secondo lo schema della integrazione con Unipol. A questo progetto l’Isvap fa riferimento quando scrive ‘iniziative rappresentate a questa autorità'”. “Per contrasto legga la nota Consob del 14 marzo scorso indirizzata a Fonsai. Vi si legge semplicemente che la società vigilata indichi quali iniziative sta promuovendo. Pure rilevante è la missiva Isvap a Fonsai del 16 marzo scorso che dà per scontata la salvezza di Fonsai attraverso la operazione con Unipol”.

Cancellieri-Ligresti: parla il procuratore capo di Torino

caselli-tuttacronacaE’ il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, a prendere la parola in difesa del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, riguardo le telefonate intercettate con la famiglia Ligresti. Il procuratore, intervenendo a SkyTg24, ha spiegato che gli arresti domiciliari a Giulia Ligresti “sono stati concessi esclusivamente sulla base di due fatti concreti, obiettivi, provati: le condizioni di salute assolutamente incompatibili con il carcere (come una perizia di un qualificato professionista ha certificato) e la richiesta di patteggiamento intervenuta ben prima che ci fossero le telefonate dii cui le cronache di queste giorni sono piene”. “Assolutamente nient’altro, questo e soltanto questo”. E aggiunge: “Sarebbe arbitraria, sarebbe infondata qualunque ipotesi di circostanze esterne che in qualche modo abbiano influito sulle decisioni dell’autorità giudiziaria. Abbiamo agito, come sempre, in base alla legge e gli atti processuali sono lì a dimostrarlo”. Lo stesso concetto era stato esposto in una nota anche dalla procura di Torino. I domiciliari a Giulia Ligresti sono stati concessi per una serie di “circostanze obiettive” e “sarebbe arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne di qualunque natura”. Caselli sottolinea, in particolare, che “tutte le risultanze del fascicolo (ormai pubbliche e riscontrabili: documenti, acquisizioni processuali, atti d’indagine e accertamenti peritali) testimoniano in modo univoco e incontrovertibile che la concessione degli arresti domiciliari è avvenuta esclusivamente in base alla convergenza di decisive circostanze obiettive: le condizioni di salute verificate con consulenza medico-legale e l’intervenuta richiesta di ‘patteggiamento’ da parte dell’ imputata, risalente al 2 agosto e perciò di molto antecedente le conversazioni telefoniche oggetto delle notizie”.

Fonsai: il ministro della Giustizia pronto a riferire in Aula

giulia_ligresti_fonsai-tuttacronacaDopo che da varie parti politiche si sono levate voci di richiesta di spiegazioni e dopo diverse accuse, ha preso la parola il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, replica sul caso di Giulia Ligresti spiegando che nella vicenda non vi è stata nessuna interferenza con le decisioni degli organi giudiziari, ma solo un intervento “doveroso” finalizzato ad impedire eventuali gesti autolesivi. La Cancellieri si è inoltre detta, in una lettera ai Capigruppo di Camera e Senato, “pronta a riferire in Parlamento”.

Cancellieri e Ligresti: dal mondo politico si levano richieste di chiarimenti

anna_maria_cancellieri-tuttacronacaBeppe Grillo e Lega Nord “unite” su un fronte comune: che il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri dia dei chiarimenti sulla “vicenda torbida” che la vedono coinvolta nella vicenda Ligresti per quel che riguarda il passaggio ai domiciliari di Giulia Ligresti. In un’tercettazione, risalente al 17 luglio scorso e in possesso dell‘Adnkronos, la si sente rivolgersi a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, dicendo: “Comunque guarda, qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda son veramente dispiaciuta”. Ma M5S e Lega non sono gli unici a voler capire. Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd, chiede chiarezza: “È opportuno che il ministro Cancellieri, alla luce di quanto viene riportato da una agenzia di stampa, chiarisca il senso delle parole da lei proferite nel corso di una telefonata con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti. Si tratta di una vicenda estremamente delicata su cui è necessario garantire la massima trasparenza. Bisogna inoltre fugare ogni dubbio che possano esistere detenuti di serie A e di serie B”. Ma la telefonata tra Cancellieri e Fragni non è l’unica intrattenuta tra le due famiglie. Il nucleo di polizia tributaria della Gdf di Torino ha scritto, in un’annotazione del 29 agosto scorso agli atti dell’inchiesta su Fonsai, “Dal monitoraggio delle conversazioni telefoniche è emerso che lo stesso ex direttore generale di Fondiaria-Sai”, Piergiorgio Peluso, figlio del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, “continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che di quelle societarie”. Come riporta l’Huffington Post, nella stessa annotazione la Gdf spiega le ragioni per cui è necessario ai fini delle indagini captare le conversazioni telefoniche della stessa figlia di Salvatore Ligresti e di Peluso.

Quest’ultimo, scrive la Gdf, “è stato dal mese di giugno 2011 al mese di settembre 2012 direttore generale di Fondiaria-Sai spa, con deleghe strategiche”. La posizione, si legge ancora nell’atto, “di top manager all’interno della società, ha fatto sì che Piergiorgio Peluso avesse stretti legami con la famiglia Ligresti e altri alti dirigenti del gruppo Fonsai”. Dalle intercettazioni, spiegano ancora i finanzieri, è emerso che Peluso “continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che di quelle societarie”.

Giulia Ligresti ai domiciliari: l’intervento della Cancellieri

cancellieri-ligresti-tuttacronacaI legali di Giulia Ligresti, arrestata con altri tre componenti della famiglia il 17 luglio, avevano chiesto che la donna fosse mandata ai domiciliari: richiesta respinta dal giudice per le indagini preliminari. Un mese dopo, il 17 agosto, la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, intercettata, parla al telefono con il cognato, Antonino Ligresti. Nel corso della chiamata la si sente dire: “La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri”. Ed è così, come spiega Repubblica, che il ministro della Giustizia viene trascinato negli atti dell’inchiesta su Fonsai che è costata l’arresto all’intera famiglia del finanziere siciliano. Si legge sul quotidiano:

Chiamata direttamente da Antonino, il ministro della Giustizia risponde, e si attiva. Parla con i due vice capi di dipartimento del Dap, il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, per “sensibilizzarli” sul fatto che Giulia Maria Ligresti soffre di anoressia. Il 28 agosto, dopo che il ministro della Giustizia si è interessata della sua situazione in cella, finalmente Giulia vede aprirsi le porte del carcere. “Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione” spiega più tardi Cancellieri, davanti al procuratore aggiunto, Vittorio Nessi, che è volato a Roma per sentirla e che ha cercato di ricostruire l’intera vicenda. E la parentesi che la riguarda si chiude rapidamente senza alcun risvolto penale: non c’è un nesso provato tra il suo attivarsi e la scarcerazione della donna.

Ottavia Giustetti ricorda ancora che “La vicinanza tra il ministro e la famiglia dell’ingegnere di Paternò è un fatto noto, come pure che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, sia stato dirigente della compagnia assicurativa Fondiaria Sai. Il nome di Peluso compare spesso nelle carte dell’inchiesta torinese, mai però in veste di indagato. “Essendo io buona amica della Fragni da parecchi anni – ha spiegato il ministro al procuratore – ho ritenuto, in concomitanza con l’arresto dell’ingegnere e delle figlie, di farle una telefonata di solidarietà sotto l’aspetto umano”. Cancellieri e Fragni si sentono più di una volta per telefono. Tanto che la compagna di Salvatore Ligresti, quando la situazione della figlia Giulia non trova soluzione, parla con il cognato e suggerisce di contattarla come ultimo tentativo.” Alcuni giorni dopo, il ministro Cancellieri racconta ai magistrati l’accaduto: “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria la quale, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi di dipartimento del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”. Ma oltre all’intervento del ministro, in procura a Torino arriva un fax con un referto redatto dalle psicologhe dell’istituto penitenziario dove la Ligresti è detenuta: parla dello stato di depressione della donna e certifica che le sue condizioni di salute sono incompatibili con il carcere. Il tutto senza che siano state avanzate richieste di feed back sulle condizioni di salute della detenuta, la situazione della quale li obbliga a nominare un medico legale, il quale, accertato l’effettivo disagio della detenuta, fa in modo che in pochi giorni alla Ligresti vengano concessi i domiciliari.

Clamorosa rivelazione nel caso Reeva-Pistorius!

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Continuano le indagini sull’omicidio di Reeva. la fidanzata di Oscar Pistorius. Da quanto divulgato dalla polizia sembra che Reeva avesse incontrato un suo ex fidanzato due giorni prima di essere uccisa. Pistorius, colto dalla gelosia, avrebbe chiamato per ben due volte durante l’appuntamento la sua compagna.
Ad oggi il campione atletico nega ancora l’omicidio e continua a ribadire la sua tesi iniziale secondo la quale si sarebbe confuso pensando ad un intruso.
L’ex di Reeva ha dichiarato che il loro sarebbe stato un incontro amichevole: «Lei mi ha contattato e ci siamo visti per un caffè. Sembrava felice, lei non avrebbe permesso a nessuno di farla stare male».

Il pentimento di Pistorius: non è giusto che non posso viaggiare! Datemi il passaporto.

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Pistorius col capo chino, Pistorius in lacrime, Pistorius che prega. E, forse, Pistorius che recita una parte. Quella del «buono». La strada verso standing ovation di chi già lo vorrebbe vedere completamente assolto è ancora lunga e accidentata. Ma il clan familiare (e legale) di Pistorius sembra all’altezza del compito. Trasformare, agli occhi dell’opinione pubblica, un presunto colpevole in un probabile innocente. I mezzi (economici e mediatici) a disposizioni di «Blade Runner» sono ottimi e abbondanti. Il compito di «gran burattinaio» è stato affidato ad Uncle Arnold, lo zio con la faccia da duro che ospita il nipote nella sua abitazione e, soprattutto, gli impedisce di commettere passi falsi. La parola d’ordine è: strategia. E in questa logica rientra la prima dichiarazione da uomo libero di Pistorius: «Voglio incontrare la famiglia di Reeva e ringrazio tutti quelli che hanno pregato per nostre due famiglie». Notare il risvolto ecumenico di quel «nostre», come a dire che – tutto sommato – tra vittima e carnefice non è che ci sia poi gran differenza… e infatti il campione sudafricano, amareggiato e affranto, la prima cosa che fa è contestato le condizioni per la liberta’ su cauzione e fa appello per potere recuperare il passaporto e viaggiare all’estero.

NO COMMENT!

Si dimette Botha, l’investigatore del caso Pistorius!

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Il principale investigatore nel caso di Oscar Pistorius, Hilton Botha, si è dimesso dalla polizia sudafricana. Lo riferisce la Bbc. Botha, che di recente era stato già estromesso dall’inchiesta, era finito nella bufera per una serie di errori commessi nel condurre le indagini sulla morte di Reeva Steenkamp, la fidanzata dell’atleta. L’investigatore era a sua volta sotto inchiesta per omicidio.

 

ORRORE: Pistorius diventa un film! E’ lite sull’attore.

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La tragica morte di Reeva Steenkamp per mano di Oscar Pistorius ha sconvolto il mondo intero. L’atleta paralimpico accusato dell’omicidio della fidanzata è stato rilasciato su cauzione per 85mila dollari. La vicenda ancora è alquanto complicata sia perché è stato sostituito il capo dell’inchiesta che per sospetto inquinamento delle prove. Intanto Hollywood freme: Ryan Gosling e James Franco sono in lizza per interpretare in un film Pistorius.

Secondo una fonte del magazine Star sembra che “Ryan sia la scelta naturale, anche perché assomiglia in modo sorprendente a Oscar! Ma James ha già interpretato un personaggio con un grave handicap in 127 Hours”. I produttori del film vorrebbero presentare la storia di Oscar partendo dai suoi successi sportivi, raccontando il motivo dell’handicap fino ad arrivare alla tragica morte di Reeva Steenkamp, senza addentrarsi però in giudizi o citazioni processuali.

Reeva era un’appassionata di armi. ECCO LA FOTO!

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Reeva Steenkamp, la modella sudafricana uccisa la notte di San Valentino da Oscar Pistorius, con il fidanzato campione paratleta condivideva la passione per le armi: a questa conclusione giunge oggi il tabloid britannico The Sun, che pubblica in esclusiva una foto che ritrae la ragazza ad un poligono di tiro mentre si esercita con una pistola calibro 9 simile a quella con cui lui l’ha uccisa. La foto, scrive il Sun, risale a qualche mese fa e dopo quell’esercitazione al tiro, scrive ancora il tabloid, lei ha scritto il seguente messaggio su un social network: «Ho giocato con la pistola questa mattina. Ora mi sento meno stressata». L’immagine mostra una certa dimestichezza di Reeva con la pistola: cuffie anti-rumore, occhiali anti-riflesso, le gambe leggermente divaricate e le ginocchia leggermente piegate per assorbire il rinculo dell’arma, che tiene con due mani a braccia tese mentre è concentrata a prendere la mira. Il Sun cita anche una fonte sudafricana «vicina all’inchiesta», secondo la quale l’immagine «dimostra che lei stessa era familiare con le armi e non l’avrebbe quindi messa a disagio che il suo fidanzato ne tenesse una nel letto». In Sudafrica, Paese che ha un tasso di violenza elevatissimo e un’incidenza della violenza sulle donne fra le più drammatiche al mondo, le armi sono molto diffuse.

Gli Steenkamp rischiano di non poter pagare l’affitto! Era Reeva ad aiutarli.

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I genitori di Reeva Steenkamp, la fidanzata di Oscar Pistorius uccisa dall’atleta nella notte di San Valentino, oltre al dolore per la morte della figlia ora devono affrontare un altro problema, questa volta economico. La modella, infatti, aiutava finanziariamente i familiari, che ora rischiano di non poter più pagare l’affitto.
Secondo un parente della famiglia, ogni volta che Reeva andava a trovare i genitori si accertava che avessero abbastanza soldi per vivere, poiché il padre (ex fantino ed ex addestratore di cavalli da corsa) spesso non veniva pagato per il proprio lavoro. E ora, secondo il congiunto, “la morte di Reeva ha anche pesanti implicazioni economiche per la famiglia”. La madre della modella, del resto, non ha mai fatto mistero del fatto che la famiglia non ha mai avuto molti soldi benché in casa ci fosse “molto amore”: “Abbiamo dato a Reeva ciò che abbiamo potuto”, aveva spiegato la donna.
Intanto emerge anche che i medicinali trovati nell’appartamento di Pistorius non sarebbero vietati nelle competizioni sportive… anche se ancora la notizia non è ufficiale.

REEVA INCINTA?

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Le voci girano e ce ne sono troppe a volte… ma questa volta l’indiscrezione potrebbe anche essere vera o quanto meno plausibile. Pistorius avrebbe ucciso Reeva perchè era incinta. La famiglia smentisce. I risultati dell’autopsia effettuata sul corpo della ragazza vengono secretati dagli inquirenti. Secondo il tabloid statunitense National Enquirer, la notizia sarebbe invece stata verificata. Il giorno di San Valentino Reeva avrebbe parlato della sua gravidanza a Pistorius e lui sarebbe uscito fuori di testa  colpendo la ragazza alla testa, al petto, alla mano e naturalmente al bacino, proprio per “rimuovere il problema”?

Pistorius cerimonia in onore di Reeva… Scandaloso!

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Oscar Pistorius terra’ questa sera una cerimonia privata in ricordo della sua fidanzata Reeva Steenkamp, da lui uccisa la notte di San Valentino. All’atleta sudafricano, accusato di omicidio premeditato per la morte di Reeva, e’ stata concessa la liberta’ su cauzione. Il campione sostiene di avere sparato alla sua compagna scambiandola per un intruso. La cerimonia si terra’ nella casa dello zio Arnold. La famiglia Pistorius ha detto che ”Oscar continua a piangere per Reeva ed e’ in lutto”.

CONSIGLIO DELL’AVVOCATO?

L’ultima foto di Reeva!

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Rilassata e sorridente. Appariva così Reeva Steenkamp poche ore prima di morire. L’immagine è quella delle telecamere di sicurezza posizionate fuori dalla casa del fidanzato Oscar, che da lì a poco sarebbe diventato il suo carnefice. Il fotogramma, che nonostante sia sfocato mostra chiaramente la serenità della modella 29enne, è stato mostrato in anteprima dal canale Cctv nel corso di un documentario sul fatto di cronaca che ha sconvolto il Sudafrica.

 

Pistorius è impotente?

 

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Forse non era un prodotto utile a fini del doping, ma sicuramente neanche un innocuo prodotto a base di composti vegetali. Il testosterone che gli inquirenti dicono di aver trovato a casa di Oscar Pistorius, il quattrocentista disabile accusato di aver ucciso a colpi di pistola la sua fidanzata, sarebbe uno «stimolante sessuale»: lo scrive il settimanale sudafricano City Press, citando un medico sportivo. Hilton Botha, il detective poi rimosso dall’incarico, aveva affermato mercoledì in tribunale a Pretoria che «due scatole di testosterone» ed alcune siringhe erano state trovate a casa dell’atleta, incriminato per aver ucciso la fidanzata Reeva Steenkamp.

L’avvocato di Pistorius, Barry Roux, aveva spiegato che si trattava di un rimedio a base vegetale, il testo compasutium coenzyma, che l’atleta «aveva il diritto di utilizzare». Il medico sportivo Jon Patricios, intervistato da City Press, ha spiegato che questo prodotto, che si assume tramite iniezioni – composto da pezzi di cuore e di testicoli di animali, nonché‚ da piante medicinali e vitamine – serve di norma a combattere problemi di erezione. È però sconsigliato agli sportivi perché‚ li può far risultare positivi ai test antidoping.

 

Investigatore privato per la famiglia di Reeva!

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La famiglia di Reva Steenkamp, uccisa dal fidanzato Oscar Pistorius la notte di San Valentino, ha deciso di assumere un detective privato che li tenga aggiornati sull’andamento delle indagini. Lo riferiscono i media sudafricano. Lance Esptein, questo il nome delle’investigatore, era presente in tribunale venerdi’, quando a Pistorius e’ stata concessa la liberta’ su cauzione. L’agenzia di Epstein si definisce “una delle agenzie leader in Sudafrica con oltre 100 anni di esperienza.

CI SARA’ GIUSTIZIA PER REEVA?

La famiglia Pistorius… anche il fratello accusato di omicidio volontario!

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Carl, il fratello del campione Oscar Pistorius che rischia l’ergastolo per la morte della fidanzata Reeva, e’ accusato di ‘omicidio volontario’ per la morte di un motociclista in un incidente da lui causato nel 2010. Lo ha riferito la radio sudafricana Ewn spiegando che la prima udienza del suo processo era prevista per lo scorso giovedi’, giorno in cui era ancora in corso il procedimento a carico di Oscar. L’udienza del fratello Carl e’ stata rinviata al mese prossimo. Kenny Oldwage, il legale, si sarebbe detto fiducioso sull’assoluzione del suo cliente.

Padre coraggio! “Oscar deve rispondere alla sua coscienza”

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Pistorius dovra’ fare i conti con la sua coscienza. Lo ha detto, secondo quanto riportato dai media sudafricani, il padre di Reeva Steenkamp, la modella uccisa dal campione di atletica. “Non importa quanti soldi ha o quanto siano bravi i suoi avvocati, dovra’ fare i conti con la sua coscienza se permettera’ alla squadra legale di mentire per lui”, ha detto Barry Steenkamp. ‘Se sta dicendo la verita’, forse potro’ perdonarlo. Ma se invece non e’ andata come dice lui, deve soffrire e soffrira”

Solo 85mila euro! Cauzione farsa per Pistorius!

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Il giudice Desmond Nair ha fissato a un milione di rand sudafricani, circa 85mila euro, la cauzione di Oscar Pistorius. Un decimo della somma è da versare in contanti, il resto in garanzia. L’atleta, che dovrà comparire in tribunale il 4 giugno, dovrà presentarsi ogni mattina al commissariato, consegnare tutti i suoi passaporti e le sue armi, e stare lontano dagli aeroporti.

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Da FEMMINICIDIO a Soap Opera mediatica… OK A CAUZIONE

pistorius

Questa mattina in aula sembra che si respiri già molta tensione. La maggioranza dell’opinione pubblica chiede che non vi siano trattamenti di favore per Pistorius, ma che si applichi la giustizia come in qualsiasi altro caso. La prima anomalia sicuramente è quella di aver voluto per una settimana prorogare la decisione. Solitamente il rilascio su cauzione viene deciso nella prima udienza. Inoltre molti giornali locali questa mattina s’interrogavano sull’atteggiamento della famiglia di Pistorius:  dopo 7 giorni dall’omicidio nessun familiare si è messo in contatto con la famiglia della vittima per esprimere il cordoglio.

Secondo il pm l’omicidio di Reeva sarebbe stato pianificato durante la serata. Secondo l’accusa se Pistorius era così paranoico sulla sicurezza come più volte è stato affermato dalla difesa come mai, lasciava la finestra del bagno aperta e non chiudeva a chiave la porta di casa?  Perchè non ha chiamato la sicurezza? Il comprensorio dove abita Pistorius è sorvegliato 24h al giorno eppure l’atleta non l’ha chiamata!

Qualche tempo fa a una rivista aveva dichiarato «Non ho ancora trovato la persona giusta, ma è ok»: così Oscar Pistorius in una intervista pubblicata a febbraio prima dell’omicidio di Reeva Steenkamp parlava dei suoi problemi sentimentali. «È difficile trovare la persona giusta, di cui ci si possa fidare, che tenga private le cose private», sottolineava Pistorius al magazine «Serve una persona davvero speciale per avere una relazione con uno sportivo. Non è una vita facile».

Fino a 50 mila euro per un intervista a Pistorius dopo la decisione della Corte.

“NON SO SE CI SONO GLI ESTREMI PER OMICIDIO PREMEDITATO, AL MOMENTO MANTENGO QUESTA IMPUTAZIONE: Omicidio volontario premeditato” così il giudice.

Il giudice massacra Botha e la conduzione delle indagini! Errori su errori elencati in 90 minuti di requisitoria.

LA CORTE DECIDE DI  CONCEDERE LA SCARCERAZIONE SU CAUZIONE!

Perché non vi è  reale pericolo per la società e reale pericolo di fuga, nè reale possibilità di contaminazione delle prove, di corruzione dei testimoni o di reiterazione del reato.

Tuttavia fa presente che la difesa non è riuscita a provare le eccezionali circostanze che possono concedere la scarcerazione su cauzione…  MA E’ LIBERO!!!

SHOW DEL GIUDICE DAVANTI ALLE TELECAMERE TRA LA FAMIGLIA CHE E’ STATA TUTTO IL TEMPO ALLO STREMO E LA TENSIONE ALTISSIMA DI TUTTI I PRESENTI CHE ATTENDEVANO UN VERDETTO: il giudice non si è curato di nessuno e ha recitato per due ore una scena da film thriller.

Calpestato il corpo sepolto di Reeva!

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Pistorius, domani si decide?

pistorius - processo-cauzione

Rinviata a domani! Dopo aver sentito la difesa e l’accusa, l’udienza è stata sospesa fino a domani.

Le novità non sono poi molte, si gioca d’astuzia e soprattutto cercando di far crollare i testimoni e le accuse. Si gioca anche sulla psicologia: sguardo basso dell’atleta, commozione, proteste fuori dal Tribunale.

In un aula che è diventata un palco scenico internazionale va in scena ogni mattina uno spettacolo. Il mondo in diretta sul grande eroe diverso che in realtà ha nascosto per anni un mostro interiore. Sponsor che lo abbandonano, amici che non rispondono al cellulare,i suoi fans che si allontanano uno dopo l’altro dall’atleta che li aveva fatti sognare e che ora li ha svegliati con un incubo. Niente è impossibile per Pistorius neppure un omicidio… anzi un femminicidio! 

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