Avastin e Lucentis. Due nomi diversi per indicare farmaci che sono identici tra loro ma, nonostante questo, vengono venduti a prezzi diversi. Questo per dire che Big Pharma non ha come priorità quella di guarire i malati ma di fare cassa. E non da poco: si parla infatti di miliardi. Coinvolti sono i due colossi mondiali del farmaco, Roche e Novartis, che si sono messi d’accordo per spartirsi i miliardi dalla vendita dei due farmaci identici. Il tutto a danno dei malati, del servizio sanitario pubblico, delle assicurazioni private. A danno di tutti gli altri, insomma. L’Antitrust italiano, tuttavia, non è rimasto a guardare e ha sanzionato con una multa esemplare: 180 milioni di euro. Roberto Mania, su Repubblica, ripercorre la vicenda:
All’inizio c’è la scoperta di uno scienziato italiano, Napoleone Ferrara, che nei laboratori della California della Genentech (prima che questa venisse rilevata al 100% dalla Roche) individua un principio che blocca il fattore della crescita dei vasi sanguigni. Un principio attivo che con Avastin serve, senza però portare risultati, per la cura di alcuni tumori molti gravi, mentre con Lucentis serve per guarire dalla degenerazione maculare senile, malattia che conduce alla cecità e che nei Paesi industrializzati minaccia un over 60 su tre. Il farmaco è lo stesso ma mentre una dose di Avastin ha un prezzo tra i 15 e gli 80 euro, Lucentis costa più di 900 euro a dose. Cosa fanno Roche e Novartis? Si mettono d’accordo per spartirsi il mercato. La Roche (che controlla Genentech) non registra il farmaco per la cura della malattia agli occhi e incassa alte royalties dalla Novartis per la commercializzazione del Lucentis. E siccome Novartis controlla oltre il 33% del capitale di Roche incassa, oltre ai proventi dalle vendite, la propria quota di utili.
Uno scandalo senza esclusione di colpi: le due multinazionali (ci sono incontri, scambi di mail, telefonate collusive che lo documentano) si sono spartite i compiti per creare l’allarme presso i pazienti sull’uso di Avastin nelle cure oftalmiche, e per sabotare il valore di ricerche indipendenti che dimostrano invece l’assoluta equivalenza terapeutica dei due farmaci. Poi c’è il lavoro di lobby sulla stampa specializzata, sulle commissioni parlamentari, sugli organismi del ministero. Per il servizio sanitario nazionale tutto questo si è tradotto, per il solo 2012, in una maggiore spesa di 45 milioni di euro. La Regione Emilia Romagna ha calcolato che con il costo sostenuto per acquistare dosi di Lucentis avrebbe potuto assumere 69 medici, oppure 155 infermieri, oppure 193 ausiliari, oppure, infine, effettuare 243.183 visite specialistiche. E ancora: secondo la Società oftalmologica italiana (Soi) ci sono circa 100 mila pazienti che, a causa dei costi elevatissimi di Lucentis spesso non compatibili con i budget dei singoli ospedali, non riescono ad avere accesso alla cura.
Se Avastin dovesse essere del tutto sostituito da Lucentis il costo potenziale per il servizio sanitario pubblico sarebbe, per il 2014, di 678,6 milioni contro i 63,5 stimati in mancanza di sostituzione. La Francia, Paese simile all’Italia, ha adottato esclusivamente il Lucentis e il costo per le casse pubbliche è stato non inferiore ai 700 milioni di euro. Queste sono le regole di Big Pharma. Che però, per una volta, potrebbe non farla franca.
La replica alla notizia è arrivata di buona mattina da Novartis, che “respinge in maniera decisa le accuse relative a pratiche anti-concorrenziali messe in atto assieme alla Roche in Italia” e annuncia la presentazione del ricorso in appello dinanzi al Tar contro la decisione dell’Antitrust di sanzionare l’azienda con una multa da 92 milioni di euro. Anche Roche “respinge con fermezza” le conclusioni del procedimento condotto dal Garante. L’azienda ribadisce in un comunicato che “le accuse sono prive di qualsiasi fondamento” e che “ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni”.
Si trovava in centro a Napoli, alla fine di via Toledo, in direzione di piazza Trieste e Trento, il pedone che si è visto bloccare, identificare e multare dagli agenti della Municipale. La sua infrazione? Non aveva utilizzato le strisce pedonali per attraversare la strada. Il giovane era convinto di trovarsi su “Scherzi a parte” invece la motivazione della contravvenzione è stata puntualmente ribadita anche nel verbale redatto dall’agente. Multato “perché, quale pedone, attraversava la suddetta piazza (Trieste e Trento, ndr) al di fuori dello spazio dell’attraversamento pedonale”. E poco importa che altre decine di pedoni stessero facendo le stesse cose o, soprattutto, non si vedessero strisce per l’attraversamento pedonale all’orizzonte. Il vigile non ha cambiato idea ma ha comunque annotato le rimostranze del multato trascrivendole nello spazio dedicato alle controdeduzioni: “Il trasgressore dichiara che nessuno attraversa sulle strisce…”. Certo, ammirevole la solerzia delle forze dell’ordine ma… che dire di tutti gli altri pedoni e, soprattutto, di tutti gli scooter che, nella stessa zona, sciamano guidati da giovani centauri senza casco mentre i sensi di marcia sono solo un fastidioso optional; qui l’ambulantato abusivo resta la regola quotidiana. Però, forse, riverniciare le strisce pedonali aiuterebbe…
Disavventura per un ciclista che si è visto elevare una multa di 336 euro nonchè togliere 6 punti dalla patente per non essersi fermato a un semaforo rosso. L’infrazione era avvenuta a giugno a Prozzolo, nel Veneziano, dove un uomo di Camponogara, sempre in provincia di Venezia, stava percorrendo la strada che collega Campagna Lupia a lapese quando, all’approssimarsi del semaforo del centro del paese, ha notato la lanterna semaforica proiettare la luce verde e poi quella arancione. Il ciclista ha attraversato il crocevia, ma nel frattempo il semaforo era diventato rosso e, alle sue spalle, si trovava una gazzella dei carabinieri in attesa del verde. L’uomo è stato così rincorso dai militari che gli hanno comunicato che, per una simile infrazione, è prevista la sanzione di 78 euro. “Io ho risposto – dice l’uomo – di non essermi accorto che il semaforo era diventato rosso. I carabinieri mi hanno chiesto di consegnargli la patente di guida comunicandomi che mi sarebbero stati decurtati sei punti con sospensione del permesso di guida in caso di reiterazione entro due anni dell’infrazione”. L’uomo si è quindi visto notificare la sanzione, ma ha provveduto ad impugnarla di fronte al Prefetto. Ora è arrivata la risposta, amara sorpresa per il ciclista imprudente: non solo il Prefetto ha confermato la contravvenzione, anzi l’ha più che raddoppiata infliggendo al ciclista una multa di 324 euro oltre 12,20 di notifica per un totale di 336,20 euro, senza però dire nulla in merito ai punti. “Ho avuto la sensazione di essere un fuorilegge e questo mi ha lascia paralizzato e sgomento”, dice l’uomo. Ora resta aperta l’eventuale percorso dell’impugnazione davanti al Giudice di Pace.
I cori di discriminazione territoriale da parte dei tifosi costano cari alla società rossonera: il giudice sportivo ha infatti deciso “l’obbligo di disputare una gara a porte chiuse ed un’ammenda di 50mila euro per il Milan”. La decisione è stata presa da Tosel “per avere alcune centinaia di suoi sostenitori, alcuni minuti prima dell’inizio della gara, al 6° ed al 43° del secondo tempo, intonato un insultante coro espressivo di discriminazione territoriale nei confronti dei sostenitori di altra società”. Stadio Meazza chiuso dunque in occasione di Milan-Udinese, che si disputerà il 20 ottobre, alla ripresa del campionato dopo l’interruzione per gli impegni della Nazionale. Dal canto suo il Milan ha già reso noto che “Il Giudice Sportivo ha stabilito che l’AC Milan dovrà disputare la prossima gara casalinga a porte chiuse. Il provvedimento, che è privo di giustificazione, sarà oggetto di ricorso”. Ma Allegri, reduce dalla sconfitta contro la Juve, dovrà fare i conti anche con l’assenza di Mexes, squalificato per un totale di 4 giornate, una delle quali a seguito dell’espulsione per doppia ammonizione nell’incontro allo Juventus Stadium. Sanzionato invece con tre turni il pugno che il giocatore ha inflitto a Chiellini. Secondo il giudice sportivo, “le immagini televisive documentano che nelle circostanze segnalate il calciatore rosso-nero, nella propria area di rigore particolarmente affollata per l’esecuzione di un calcio d’angolo, con un repentino movimento in avanti del braccio destro, colpiva da tergo con un pugno all’altezza del collo il calciatore bianco-nero, che cadeva dolorante al suolo. L’azione proseguiva senza che l’arbitro adottasse alcun provvedimento disciplinare in quanto, come precisato su richiesta di questo ufficio con mail pervenuta alle ore 15,18 odierne, l’episodio non era stato notato ne dal Direttore di gara ne dai suoi Collaboratori”. Inoltre Tosel ritiene “che il riprovevole gesto compiuto dal Mexes, del tutto avulso dal contesto agonistico per la distanza dal pallone a cui entrambi i protagonisti si trovavano, integri per l’evidente volontarietà, l’energia impressa e la delicatezza della zona (collo) attinta dal colpo, gli estremi della ‘condotta violenta’ sanzionabile ex art. 19, n. 4 lettera d) CGS, connotata, per consolidato orientamento interpretativo, dall’intenzionalità e dalla potenzialità lesiva”. “Ne consegue l’ammissibilità della ‘prova televisiva’ e la sanzionabilità del segnalato comportamento che appare equo quantificare nei termini precisati nel dispositivo”.
Il comportamento allo stadio passa anche per le reazioni dei giocatori e ora il CSI, centro sportivo italiano, sperimenta il cartellino azzurro. La nuova sanzione arriverà in caso di bestemmia e si tratta di un’espulsione a tempo, un po’ come accade nella pallanuoto. Fuori per otto minuti e poi si può rientrare in campo. E’ il presidente del CSI bolognesem Andrea De David, a spiegare come si è arrivati a questa novità: “Nel regolamento nazionale Csi il cartellino azzurro è stato introdotto da qualche anno, noi l’anno scorso l’abbiamo sperimentato nell’over 35 e ora è regola. L’espulsione, magari dopo pochi minuti, portava una svolta definitiva a vantaggio della squadra avversaria: con il cartellino azzurro il giocatore è consapevole di aver sbagliato, porta un danno alla sua squadra ma dopo gli 8 minuti gioca ancora”. Il “peso” del cartellino azzurro è equiparato a quello di un’ammonizione: se il giocatore viene infatti colpito da un cartellino giallo verrà immediatamente espulso. Per quel che riguarda il computo delle squalifiche, dove al quarto giallo in campionato scatta lo stop, l’azzurro vale come due gialli. Le prime due settimane di partite hanno già visto estratto qualche cartellino azzurro: “E i giocatori che lo hanno subito lo hanno accettato serenamente – spiega De David – perché comunque la loro partita non era finita e hanno chiesto scusa ai compagni. Con questa novità la volontà è di privilegiare l’aspetto tecnico rispetto a quello disciplinare: il calcio spesso modifica i propri regolamenti, come accaduto con il fuorigioco, anche noi del Csi ci proviamo, per migliorare i comportamenti sul campo”. Un esempio recente è il caso di Natali in Bologna-Torino, anche se nel caso del difensore rossoblù oltre all’espressione blasfema c’erano anche ingiurie e atteggiamento intimidatorio: in quel caso, anche l’esistenza di un cartellino azzurro non l’avrebbe salvato.
Scricchiolava già prima della sfida contro il Napoli la panchina del tecnico rossoblù Fabio Liverani ed è bastata la doppietta di Pandev per farla saltare definitivamente. Il presidente Preziosi opta così per un ritorno al passato richiamando Giampiero Gasperini: l’ufficialità è attesa per le prossime ore. Ma il passo indietro riguarda anche lo staff dirigenziale: Capozucca, altro uomo della “vecchia guardia”, prenderà il posto di Delli Carri. E’ stato Carlo Landoni per TgCom a riferire che il presidente del Grifone ha lasciato lo stadio attorno alle 21.40 dopo un colloquio con Liverani il cui destino è praticamente segnato. Ma se Gasperini sembra il tecnico su cui puntare tutto, tanto che si parla addirittura di un accordo per un contratto di un anno con opzione sul secondo, non possono comunque essere ancora completamente escluse le piste Delneri e Juric.
Anticipo delle 18 valido per la sesta giornata di campionato al Marassi di Genova da dove gli uomini di Benitez contano di ripartire per tornare in vetta alla classifica dopo lo stop imposto loro dal Sassuolo (1-1 al San Paolo nel turno infrasettimanale). Da parte loro i padroni di casa hanno assoluto bisogno di intascare una vittoria dopo la terza sconfitta in 5 giornate incassata martedì. Senza contare che la panchina di Liverani scricchiola pericolosamente e il presidente Preziosi conta di vedere una squadra brillante in campo.
E’ subito il Napoli a cercare la via del gol prima con Zapata e poi con Pandev ma già al 6′ il Genoa prova a farsi pericoloso con cross di Vrsaliko che i difensori azzurri riescono a contenere con un po’ di fortuna. Due minuti dopo il gioco si ferma per qualche istante: sangue dal naso per Britos dopo uno scontro con Gilardino. Il giocatore si rimette subito in piedi. I rossoblu fanno un bel gioco di pressing ma i partenopei riescono a recuperare palla. Al 12′ Pandev sbaglia un passaggio in area ma si fa perdonare due minuti dopo prendendo gli avversari in contropiede: s’invola verso la porta del Genoa e batte Perin con un sinistro all’angolino: 0-1!
Al 18′ Inler tenta una conclusione da circa 40 metri di Inler: la palla sfiora il palo sinistro. Al 25′ arriva la doppietta di Pandev che allunga le distanze con un gran destro a incrociare da posizione defilata su assist di Insigne: 0-2!
Al 32′ primo cartellino giallo: ammonito Matuzalem per un fallo su Behrami. Qualche minuto di gioco e arriva il primo cambio tecnico del Genoa che con l’uscita di Gamberini e l’ingresso di Stojan passano da un 3-5-2 a un 4-3-3. Al 38′ ci prova Gilardino con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio piazzato ma la sfera finisce sul fondo. Gli ultimi minuti del primo tempo scorrono su ritmi molto più lenti e dopo un minuto di recupero le squadre tornano negli spogliatoi. Il Genoa ha cercato in qualche modo di reagire seppure senza esito.
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All’inizio della ripresa arriva il secondo cambio nel Genoa: fuori Antonini e dentro Santana. Sostituzione anche tra le fila del Napoli con Albiol che ha accusato un problemino muscolare: al suo posto entra Cannavaro. Dopo 4′ punizione per gli uomini di Benitez: Callejon batte dalla distanza e Perin non ha problemi a bloccarla. Due minuti dopo risponde Kucka, che non è al meglio, ma la sfera passa di poco sopra la traversa. Ci riprova subito dopo con una punizione ma la palla s’infrange sulla barriera azzurra. Al 10′ ci prova Santana: troppo alto. Tre minuti dopo Higuain prende il posto in campo di Duvan Zapata e al 16′ rovina un contropiede del Napoli: sbaglia la misura del passaggio per Callejon che era pronto a calciare in porta con tutto lo specchio a sua disposizione.
Un minuto dopo i rossoblu rispondono con Gilardino: di testa manda la palla fuori di un soffio. Subito dopo arriva il secondo cartellino giallo del match: Kucka ha protestato eccessivamente dopo un fallo fischiato dall’arbitro. Al 23′ protesta tra le fila del Genoa: fuorigioco dubbio sbandierato a Gilardino. Senza la segnalazione del guardalinee ci sarebbe stato calcio di rigore per gli uomini di Liverani ed espulsione di Cannavaro che aveva steso Gilardino in area di rigore. Entrambe le squadre fanno parecchi errori in questa fase di gioco ma si distingue De Maio che riesce a impedire a Higuain di tirare in porta. I rossoblu sono alla costante ricerca del gol, ma senza esito. Al 33′ Fetfatzidis a impegnare in tuffo Reina con un bel tiro dal limite. Al 37′ è Calaio a farsi pericoloso sugli sviluppi di un calcio d’angolo: il suo colpo di testa termina di poco fuori dalla porta. Ci riprova due minuti dopo di sinistro, ma Britos mura in scivolata. A tre minuti al termine dei tempi regolamentari arriva la terza ammonizione: giallo per Higuain per proteste. Al 45′ ci prova Gilardino: Reina blocca a terra. L’incontro termina dopo tre minuti di recupero: il Napoli torna, momentaneamente, in vetta alla classifica, la panchina di Liverani sembra sempre più instabile.
Posticipo della 5/a giornata di campionato allo stadio Meazza di Milano dove l’Inter ospita la Fiorentina. Ed è proprio la squadra di casa che già al primo minuto cerca la via del gol con Nagatomo, che però non riesce a sorprendere Neto. Il campo non è ospitale per il viola Ambrosini: l’ex milanista viene infatti fischiato già al 5′ dai tifosi nerazzurri: per lui c’è aria di derby. Al 7′ Alvarez cerca la giocata, ma la difesa viola è attenta. La prima incursione dei toscani arriva all’11’, ma Handanovic è pronto a fermare Rossi. Tre minuti dopo ancora Inter all’attacco ma Taider non centra lo specchio. Al 21′ e al 27′ due occasioni per Joaquin: alla prima l’estremo difensore nerazzurro para, alla seconda l’attaccante non inquadra la porta.
Al 36′ prima sostituzione per Marcos Alonso: sostituisce Pasqual: il capitano dei toscani ha un problema muscolare. Nuova incursione interista al 38′: Alvarez incunea in area, tenta il cross ma viene stoppato da un difensore in scivolata. Neto fa suo il pallone. Al 43′ primo cartellino giallo: Ranocchia atterra Joaquin in ripartenza. Dopo due minuti di supplementari, Valeri manda le squadre agli spogliatoi. Nulla di fatto in questo primo tempo dove si sono viste due squadre entrambe motivate: sia i nerazzurri che i viola hanno 10 punti in classifica e ci tengono a raggiungere la coppia Juve-Napoli, al secondo posto in classifica.
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Alla ripresa, dopo quattro minuti ammonito Ambrosini per fallo su Palacio. Riparte in attacco l’Inter con Guarin che dalla distanza tira una gran botta: Neto si distende e manda in angolo. Sei minuti dopo ci prova anche Borja Valero ma il suo cross è troppo profondo e Handanovic non ha problemi. Un minuto dopo è il turno di Palacio: altissimo sopra la traversa. Al 14′ Juan Jesus trattiene Joaquin: ammonizione per il nerazzurro e rigore per i viola: Rossi realizza! 0-1!
Al 25′ cartellino giallo anche per Ammonito Nagatomo, che protesta, per un fallo su Tomovic. Altri due minuti di gioco e l’Inter pareggia con Cambiasso e grazie a un pasticcio in difesa degli avversari: 1-1 dopo una splendida acrobazia del nerazzurro.
Nuovo cartellino giallo al 29′: Campagnaro fa fallo su Ambrosini. Provano a rispondere i viola al 35′: Borja Valero salta Jonathan, passaggio arretrato per Ilicic che spara di sinistro su Handanovic, poi ci prova Vecino ma viene murato. Sblocca la situazione di parità la squadra di Mazzarri al 38′: Alvarez vede Jonathan che addomestica bene il pallone e batte Neto con un destro potente. 2-1!
Tre minuti dopo Pereira tenta di allungare il vantaggio ma Neto devia in angolo. 44′ ci prova anche Nagatomo che rientra sul sinistro e cerca il secondo palo ma la palla sfreccia in aria. Al secondo minuto di recupero Ambrosini prova a riportare i viola in parità ma il tiro è troppo centrale: nessun problema per Handanovic. Un altro minuto e arriva il triplo fischio: l’Inter raggiunge Juve e Napoli al secondo posto!
Non pensava di essere in onda il telecronista di Mediaset Premium Bruno Longhi quando, prima del fischio d’inizio della sfida tra Bologna e Milan, ha commentato: “De Jong è il volto di questo Milan, schifoso”. A sua volta Aldo Serena, convinto di essere a microfono spento, ha risposto: “No dai, diciamo operaio!”. Il siparietto andato in onda su Premium Calcio 3 si è poi concluso con una ribattuta di Longhi che ha sottolineato il suo concetto: “No, mi fa schifo…”
Il big match della 5/a di campionato va in scena questa sera al Meazza dove si sfideranno i nerazzurri di Mazzarri che ospitano i viola di Montella. La sfida rappresenta il primo vero banco di prova per la Fiorentina mentre l’Inter ha già confermato di saper tenere testa alle big contro la Juventus. Un anno fa, la sfida sulo stesso campo terminava sul 2-1 mentre i toscani non vincono a Milano dal 7 maggio 2000 quando l’Inter di Lippi piegò la testa davanti a Batistuta, Bressan e Chiesa. Dopo di che, tra le mura del Meazza i padroni di casa hanno vinto 12 volte consecutivamente. Ora i nerazzurri arrivano alla sfida dopo l’incredibile 7-0 ottenuto in casa del Sassuolo. Oggi però Diego Milito dovrebbe partire ancora dalla panchina per lasciare spazio ad Alvarez. Ci si aspetta quindi di vedere la stessa formazione che è scesa in campo a Reggio Emilia. Montella, da parte sua, deve far a meno di Cuadrado, Gomez e Pizarro affidandosi invece a una difesa a quattro, mentre in avanti dovrebbe esserci Borja Valero alle spalle di Rossi e Joaquin. Ilicic si è allenato con il gruppo mentre l’estremo difensore Neto ha accusato un problemino durante l’allenamento di ieri. Queste quindi le formazioni che probabilmente vedremo in campo:
INTER (3-5-1-1): Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus; Jonathan, Guarin, Cambiasso, Taider, Nagatomo; Alvarez; Palacio. All. Mazzarri.
Parma-Atalanta: scendono in campo all’Ennio Tardini due squadre per le quali la vittoria dovrebbe essere l’unico obiettivo: il Parma non ha ancora vinto una partita mentre i bergamaschi sono reduci da due sconfitte. Sono gli uomini di Donadoni i primi a rompere gli indugi: al 19′ Mesbah raccoglie un pallone che la difesa ha allontanato male e fa partire un destro a giro su cui Consigli non può nulla. Solo due minuti e l’Atalanta annulla le distanze: palla lunga su cui si avventa di testa Denis che fa da torre per l’arrivo di Bonaventura che a tu per tu non può sbagliare. 1-1! Al 21′ nuovo vantaggio per il Parma: triangolazione di prima tra Parolo e Cassano che serve una splendida palla alta che scavalca la difesa: Parolo al volo va a segno. 2-1! Al 35′ i padroni di casa allungano le distanze con Rosi che riceve il pallone da Marchionni sulla tre quarti e avanza indisturbato fino al limite dell’area: finta a superare la difesa avversaria e destro a giro che si insacca vicino alla base del palo. 3-1! Al 40′ arriva il 4-1 del Parma: cross di Mesbah per Cassano che colpisce di sinistro al volo e centra il palo. Il rimbalzo finisce tra i piedi di Parolo che di potenza infila la palla in rete. Al 44′ arriva la risposta dell’Atalanta con Bonaventura che da centrocampo s’invola verso l’area avversaria servendo una bella palla per Denis che aggira Mirante e segna con un colpo sotto che inganna gli accorrenti difensori. 4-2 alla fine del primo tempo. Alla ripresa l’Atalanta accorcia le distanze al 34′: Cigarini crossa in mezzo e Livaja stacca tutti di testa e mette la palla là dove Mirante non può arrivare. 4-3 e Atalanta ancora in partita! Purtroppo non basta: al triplo fischio il Parma festeggia la prima vittoria stagionale!
Bologna-Milan: sono i rossoneri, piagati dalle assenze e in cerca di un’indispensabile vittoria, a portarsi in vantaggio al 12′ grazie a un perfetto assist di Robinho per Poli che colpisce di prima appena entrato in area: per Curci la diagonale è imparabile. 0-1! Al 33′ arriva il pareggio del Bologna grazie a Laxalt che vola in contropiede dopo una punizione del Milan e, entrato in area, batte Abbati sul primo palo con il mancino. 1-1! Alla ripresa, i rossoblù si portano in vantaggio con una perfetta giocata di Christodoulopoulos sulla destra che rientra sul sinistro e poi mette in mezzo a girare per Laxalt che salta una spanna sopra Abate e di testa deposita in rete: 2-1! Al 17′ il Bologna allunga le distanze: Cristaldo su cross tagliato di Diamanti anticipa Mexes di testa e batte nell’angolino sinistro Abbiati. 3-1! Accorciano le distanze i rossoneri al 44′: azione decisa di Robinho che serve Matri di tacco: il tiro è rimpallato, sulla respinta Robinho supera Curci: 3-2! Al 2′ di recupero miracolo del Milan che pareggia: testa di Robinho ancora disinnescato da Curci e sul rinvio di Sorensen un rimpallo favorisce Abate che da due passi appoggia in rete. 3-3! Al 50′ Diamanti prova il tiro da trenta metri defilato: traversa ad Abbiati battuto: il Bologna si gioca la vittoria e la partita finisce in pareggio.
Sampdoria-Roma: i blucerchiati sono la squadra che più ha deluso in questo avvio di campionato e ora si trovano ad affrontare i giallorossi che guidano la classifica e sono carichi di entusiasmo dopo la vittoria del derby. Ma è un nulla di fatto al Marassi al termine dei primi 45 minuti di gioco. E’ la Roma a fare la partita, ma non riesce a trovare la conclusione in porta. La Samp, in campo con un inedito 4-4-2, si chiude bene e appena può parte in contropiede ma anche lei non riesce a infrangere lo specchio avversario. Bisogna attendere il 20′ perchè la Roma riesca a portarsi in vantaggio: Benatia parte palla al piede e nello stretto slalomeggia in mezzo a quattro doriani, Gastaldello lo stende. Il centrale della Roma batte ugualmente, da terra, Da Costa di sinistro: 0-1! Il raddoppio della Roma arriva al 43′: Samp tutta in avanti, i giallorossi puniscono in contropiede: tre contro due, Totti apre a sinistra per Gervinho, che entra in area e batte Da Costa, 0-2! I ragazzi di Garcia restano saldamente ancorati in testa alla classifica!
Chievo-Juventus: dopo la vittoria contro l’Hellas Verona i bianconeri si ritrovano in campo con l’altra squadra della città veneta, forte della vittoria contro l’Udinese. Gli uomini di Conte non possono fallire se vogliono tenere il passo di Roma e Napoli. Sono gli uomini di Sannino i primi a segnare: al 28′ errore di Buffon che sbaglia il rinvio. Sardo ne approfitta e serve Thereau che gira in rete con grande precisione. 1-0! Dopo un primo tempo terminato in svantaggio, alla ripresa i bianconeri non attendono a lungo per pareggiare i conti: al 2′ arriva un cross di Pogba, Quagliarella, nei primi 45 tra i migliori degli uomini di Conte, colpisce di testa, Puggioni respinge, ancora l’attaccante, deviazione del portiere sulla traversa e alla fine l’ex Napoli riesce a metterla dentro. 1-1! Al 21′ i bianconeri per la prima volta in vantaggio: e devono ringraziare il Chievo! Cross di Pogba, Bernardini, nel tentativo di anticipare Llorente, infila il suo portiere: 2-1! La Juve resta in corsa e agguanta il Napoli che non è riuscito ad andare oltre il pareggio.
Torino-Verona: l’Hellas torna a Torino a pochi giorni dalla sconfitta contro la Juventus e affronta un Toro in ottima forma e reduce dalla vittoria di Bologna. Entrambe le squadre finora hanno confermato di meritare il posto in classifica che occupano e ci si aspetta un match equilibrato. Al 35′ Cerci batte sul primo palo, Gonzalez colpisce la sfera con la mano ed è rigore per il Torino: il numero 11 granata batte il pallone sotto il sette alla sinistra di Rafael: 1-0! Al 44′ i veneti riescono ad agguantare il pareggio: lancio in piena area per Toni, aggancio che diventa un assist per Gomez che da due passi conclude in rete. Il primo tempo termina sull’1-1! All’8′ della ripresa i granata passano in vantaggio: Rafael perde il controllo della sfera dopo avere ben parato la conclusione di Meggiorini, Cerci è in agguato e conclude di destro in rete, dopo avere lui stesso iniziato il contropiede: doppietta per lui. 2-1! Al 22′ Toni si procura un rigore con un movimento in area che costringe Rodriguez a stenderlo con uno sgambetto. Jorginho realizza. 2-2! Confermato l’equilibrio tra le due squadre: termina in pareggio.
Lazio-Catania: i biancocelesti devono cancellare la bruciante sconfitta del derby e ci provano contro i siciliani che si trovano ai piani bassi della classifica. La prima rete della serata la sigla la Lazio, portandosi in vantaggio già al 4′: su punizione, gran botta di Candreva. Andujar non trattiene. Pereirinha si avventa sulla palla e appoggia indietro per Ederson, che la gira in porta. I biancocelesti però non riescono a mantenere il risultato: dopo solo due minuti Cana rinvia al limite dell’area ma Barrientos ruba palla, presentandosi da solo davanti a Marchetti. Appoggio di esterno sinistro in porta su cui il portiere non può nulla. 1-1! Al 39′ Guarente fa un brutto errore a centrocampo e praticamente consegna la sfera a Lulic che trova campo libero. Si porta al limite dell’area e poi fa partire una rasoiata che tocca il palo interno infilandosi in porta: le squadre tornano agli spogliatoi sul 2-1! Nessuna emozione nella ripresa fino al 4′ di recupero quando Hernanes riceve palla davanti all’area, se la sposta sul sinistro e trova la diagonale giusta: 3-1 a cui fa seguito il triplo fischio!
Livorno-Cagliari: il Cagliari, reduce dal pareggio con la Samp, si trova ad affrontare una difficile trasferta contro un Livorno apparso in buona forma. Dopo l’ottimo punto in casa del Genoa, gli Amaranto puntano a una vittoria contro i sardi che li proietterebbe ai piani alti classifica. E’ la squadra di casa che passa in vantaggio al 24′: i padroni di casa perdono pallone a centrocampo e ne approfittano i toscani: verticalizzazione immediata per Emeghara che appena entrato in area viene anticipato da Avelar che pasticcia e consegna il pallone sul destro di Luci. 1-0! Pareggia il Cagliari all’8′ della ripresa: cross dalla destra di Perico, il pallone carambola addosso a Nenè e finisce tra i piedi di Ibarbo che con la punta la devia in gol. 1-1! Non ci sono altre emozioni fino al termine dell’incontro: Livorno e Cagliari conquistano un punto.
Napoli-Sassuolo: una squadra finora imbattuta contro una che è reduce da una sconfitta disarmante contro l’Inter: voglia di primeggiare vs voglia di rivalsa. Sono gli uomini di Benitez i primi a passare in vantaggio al 15′ con una bomba di Dzemaili dai venticinque metri che raccoglie un errato rinvio di Acerbi e non lascia scampo a Pegolo. Gli emiliani però non ci tengono a bissare la sconfitta di domenica e passano al contrattacco: al 20′ Zaza, da posizione defilata, batte un sinistro violentissimo sotto la traversa con Reina che rimane immobile. 1-1! Non accade altro se non qualcosa che ha del miracoloso: il Sassuolo riesce a frenare la folle corsa degli uomini di Benitez!
L’obiettivo del Genoa, in trasferta a casa dell’Udinese, sembrava essere terminare la partita senza prendere reti. E per i primi 79′ c’era riuscito, con le azioni dei padroni di casa che s’infrangevano regolarmente contro il muro eretto dai rossoblù. Ma è stato proprio uno dei loro a “tradirli”: Di Natale batte una punizione sulla quale arriva Emanuele Calaiò che insacca alla spalle di Perin: l’anticipo della quinta giornata di campionato si conclude quindi con un’unica rete: un autogol. Il Genoa non si è quasi visto fino ale 28′, quando Konatè invece di servire Gilardino, solo in area, preferisce tentare una diagonale, senza riuscire a sorprendere Kelava. Due minuti più tardi Badu strozza il mancino dal limite, Antonini tocca, Di Natale segna in evidente fuorigioco: Orsato annulla e la situazione resta invariata. L’Udinese gioca di più, ma non riesce a passare in vantaggio se non grazie al regalo inaspettato di Calaiò che dona agli avversari il 21esimo risultato utile interno consecutivo in campionato.
Aria tesa in casa rossonera mentre i giocatori si preparano a salire, nel pomeriggio, sul treno che li condurrà a Bologna per la giornata infrasettimanale di campionato. Dopo l’espulsione per tre giornate che il giudice ha inflitto a SuperMario, Allegri ha dichiarato pubblicamente: “Sono contro gli attacchi isterici”. Abate ha invece offerto un consiglio: “Deve imparare a controllarsi”. Tassotti soggiunge: “Gli arbitri sono stati chiari: i giocatori devono essere più educati quando si rivolgono a loro. Bisogna essere più rispettosi”. Matri chiosa: “Questi sono episodi che dovremmo evitare”. Al momento non sono state rilasciate da Berlusconi dichiarazioni ufficiali ma, riporta calciomercato.com, una fonte interpellata al riguardo avrebbe prosaicamente descritto il presidente onorario come “incaz***o come un puma”. Nel frattempo la società ha chiarito la sua posizione in merito alla doppia decisione inflitta dal giudice Tosel, annunciando che si appellerà solo contro la sanzione alla Curva Sud. “AC Milan comunica che presenterà ricorso avverso la chiusura della Curva e non coltiverà il ricorso avverso la squalifica di Mario Balotelli”. Ma l’attaccante sta per essere colpito anche da una sanzione che, osservano in Via Turati, in base al regolamento interno di disciplina, sarà particolarmente pesante. C’è chi parla di 80mila euro a giornata, per un totale di 240mila euro per le tre partite alle quali non potrà partecipare.
La Uefa ha infine preso posizione contro gli episodi di razzismo che si verificano negli stadi. Sono arrivate quindi le linee guida stilate dal massimo organismo continentale in vista della prossima stagione e mirate a sanzionare gli episodi discriminatori. Sono previste almeno 10 turni di stop per giocatori e allenatori che si macchiano di comportamenti razzisti, mentre per i tifosisi va dalla chiusura parziale dello stadio alla squalifica del campo con multa di 50mila euro. Del resto non è una sorpresa: già il 10 aprile Gianni Infantino, segretario generale della Uefa, aveva svelato all’evento Soccerex di Manchester i piani del governo europeo del calcio per sgominare il razzismo. “C’è bisogno di sanzioni. Quello che proponiamo è che se un giocatore o un dirigente viene ritenuto colpevole, allora sarà sospeso per 10 gare, se i colpevoli sono i tifosi, allora ci sarà una parziale chiusura dello stadio. Ovvero la tribuna da cui sono partiti i cori sarà chiusa. E se i tifosi fossero recidivi, allora ci sarebbe la chiusura dello stadio e un’ammenda di almeno 50 mila euro”. OralL’Esecutivo della Uefa ha votato favorevolmente e le nuove misure dovrebbero entrare in vigore già a luglio. Ma in tema di rispetto, una nuova direttiva riguarda il trattamento riservato agli arbitri: passano da due a tre le giornate di squalifica per insulti ai fischietti e da dieci a quindici i turni di stop per chi aggredisce fisicamente il direttore di gara.
Il lupo perde il pelo e forse anche la parte cruciale del campionato.
Il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha sanzionato Mario Balotelli per l’atteggiamento volgare e provocatorio che il calciatore aveva avuto durante il finale di partita contro la Fiorentina. Balò, poco prima di infilarsi nel tunnel che porta agli spogliatoi, si è trovato a discutere animatamente col portiere viola Viviano. Doveri, che era a pochi passi, stava osservando tutta la scena e Mario l’ha invitato a farsi gli affari propri a modo suo. Nel comunicato si legge: “E’ stato fermato per comportamento non regolamentare in campo; già diffidato (quarta sanzione); per avere inoltre, al termine della gara, nel recinto di giuoco, rivolto ad un Arbitro addizionale un’espressione ingiuriosa”. Insomma il fuoriclasse del Milan dirà addio a Napoli, Juve e Catania!
Nuova maxi-multa a Microsoft da Bruxelles: per aver disatteso i patti sulla scelta del browser, e non aver dato quindi agli utenti Windows una vera liberta’ di scelta sul programma di navigazione da utilizzare, l’antitrust Ue costringera’ ai gigante dell’informatica a pagare una sanzione da 561 milioni di euro.
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