E’ stato un consumatore a rivolgersi a il Fatto Alimentare lamentando come l’etichetta dei succhi Santal equipari 2 frutti a un succo. Questa indicazione appare in particolare sui succhi pere e pesche. Ma ci sono davvero 2 pere o due pesche nei rispettivi succhi Santal? Già leggendo gli ingredienti appare chiaro che le bevande contengono il frutto in gran parte con purea e in parte con succo concentrato (purea e succo di pera (o pesca) 80%, acqua, zucchero, acidificante acido citrico; antiossidante acido ascorbico; aromi naturali), quindi qualche perplessità sorge. Inoltre come sottolinea il Fatto Alimentare “Il disegno sulla confezione lascia intendere un’equivalenza tra bere un brick di succo e mangiare due frutti. Questo non sembra molto corretto, anche perché ogni confezione contiene dal 5 al 7% di zucchero”.
Quando è stato chiesto a Santal di dare delle spiegazioni in merito la risposta è stata la seguente:
“I prodotti contengono, rispettivamente, una percentuale di 80% di pesca e di pera, che corrispondono a non meno di 160 grammi edibili di pere e 160 grammi di pesche. I frutti presi a riferimento sono quelli tipicamente utilizzati per la produzione industriale, che in genere non comprende i frutti di grandi dimensioni destinati ai mercati ortofrutticoli. Per la preparazione della bevanda alla pesca è utilizzata sia materia prima naturale sia concentrata, mentre per la bevanda alla pera è utilizzata solo materia prima concentrata. Per quanto riguarda la presenza dello zucchero, è previsto l’utilizzo in ricetta di circa il 7% per il gusto pesca e di circa il 5% per il gusto pera. Pertanto la presentazione del prodotto ci pare corretta.”
Il Fatto Alimentare si è quindi rivolto a un nutrizionista, Andrea Ghiselli, che già in passato aveva sollevato perplessità sulla pubblicità del noto succo che sponsorizza “La frutta non si mangia si beve”.
Lo stesso Ghiselli aveva infatti specificato:
«Le qualità nutrizionali di un alimento non si limitano alla somma dei singoli componenti, ma bisogna considerare anche le modalità di consumo. Un succo confezionato, che sia di frutta o di verdura con o senza il corredo di fibra, vitamine e minerali presente nel prodotto originale, quando viene bevuto non è percepito dall’organismo nello stesso modo di un alimento masticato. Spesso bevendo si assumono calorie in più. […] Se, invece di mangiare a morsi si bevono centrifugati o succhi, l’organismo si sente meno sazio e lo stomaco lascia spazio ad altri alimenti, magari meno sani e più calorici, con un aggravio di calorie non proprio consigliabile ai soggetti in soprappeso».
Quindi ora Santal rimuoverà l’etichetta?