Discarica a cielo aperto a ridosso del Parco Nazionale del Vesuvio: esalazioni tossiche

napoli_parco_vesuvio-tuttacronacaA San Giuseppe Vesuviano, nel Parco Nazionale del Vesuvio, il Corpo forestale dello Stato ha scoperto una vasta area, oltre 2.500 metri quadri, utilizzata per lo stoccaggio di rifiuti che emanano esalazioni velenose. Il corpo Forestale riferisce che: “La discarica a cielo aperto in località Vasca di Pianillo, a ridosso dell’area protetta è stata individuata proprio a causa delle forti emissioni tossiche sprigionate dai rifiuti accumulati nel corso del tempo”. E ancora: “Queste esalazioni non solo mettono in pericolo l’habitat delle specie animali e vegetali del Parco Nazionale del Vesuvio, ma possono causare gravissimi danni alla salute dei cittadini”. Le indagini, che sono tuttora in corso, erano scattate a seguito dell’emergenza dei roghi dei rifiuti tossici in Campania e del grave impatto ambientale che questi hanno sull’intera collettività. Preosegue ancora la Forestale: “A San Giuseppe Vesuviano la situazione è ancora più grave in quanto si tratta di un sito di stoccaggio non ancora bonificato”. Come riporta Repubblica, l’operazione odierna rientra tra quelle effettuate dalla Forestale per la tutela ambientale del Parco Nazionale del Vesuvio, per “rendere più vivibile una zona che per anni è stata gravemente danneggiata”. L’intervento è stato condotto dal personale del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di San Sebastiano al Vesuvio del Corpo forestale dello Stato con l’ausilio dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania (Arpac) e “ha lo scopo di risalire ai responsabili dello scempio ambientale, al motivo della mancata bonifica di tale sito e soprattutto ha l’obiettivo di mettere in atto le necessarie misure per la messa in sicurezza dell’intera area per salvaguardare l’ambiente e la salubrità dell’aria” conclude il Corpo Forestale dello Stato.

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Rettile argentino carnivoro trovato in un parco a Torino.

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Un incontro ravvicinato con un rettile argentino carnivoro è avvenuto a Venaria, nelle vicinanze dell’ingresso del Parco regionale della Mandria. Per l’esattezza l’esemplare, che nei giorni scorsi era stato portato alla  Facoltà di veterinaria dell’Università di Torino è un tegu argentino, questi animali possono raggiungere il metro e mezzo di lunghezza. L’animale verrà affidato al parco faunistico Oasi degli Animali di San Sebastiano da Po, dove vengono ospitati una serie di animali esotici ed autoctoni, che vivono in ampi recinti in mezzo ad un bosco di 160mila metri quadrati, inserito in un ambiente il più possibile simile a quello naturale. L’ipotesi più ovvia è che un privato dopo anni, trovando difficile la gestione dell’animale, abbia voluto abbandonarlo in un parco.

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Derubato il dj Enrico Silvestrin a Roma, rubate le ceneri di sua madre

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Una serata d’agosto infernale quella di Enrico Silvestrin derubato, nel parco di San Sebastiano, a Caracalla, mentre stava animando una serata al Roma Vintage. Lo stesso Silvestrin ha raccontato ciò che gli è successo sulla sua pagina Facebook:

«Una dedica speciale a te, anonimo a cui vorrei tanto poter dare un nome, che in mezzo a una festa come quella di sabato scorso, ti sei fatto la mia catenina. Vedi pezzo di fango, quella non era una catenina normale, io non ne porto nemmeno in genere», ha scritto Silvestrin, 41 anni, romano, che poi spiega l’importanza che rivestiva quello speciale ricordo portato al collo: «In quella catenina c’era la fede di mia madre, e una parte delle sue ceneri, e sai perché la portavo sabato sera? Perché erano 23 mesi esatti che mia mamma non c’è più e volevo fosse con me». Lo status si conclude con un’imprecazione rivolta al ladro, il quale probabilmente ignorava il valore che quell’oggetto aveva per Silvestrin.

Carne e pesce scaduti da 3 anni e serviti nei ristoranti

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Tre anni fa carni e pesci sarebbe sicuramente stati freschi… ma venivano serviti oggi in otto ristoranti dislocati tra Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio. La scoperta è stata fatta dalla Capitaneria di porto di Torre del Greco, i prodotti venivano conservati in celle frigorifere, immersi completamente nel ghiaccio. Quello che stupisce è che la merce sequestrata ammonta a cira 500 chili, quindi una riserva che sarebbe stata servita ai turisti che affollano la Campania nel periodo estivo. Sono cinque i proprietari dei ristoranti denunciati e altri tre multati per un totale di 4500 euro.

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