Sono i medici in testa a guidare il corteo che questa mattina sta manifestando a Taranto contro il “salva Ilva”. A scendere in piazza oggi sono anche i disabili e gli anziani, tutti coloro che ogni giorno “lottano contro il cancro e le gravi patologie generate dall’inquinamento”.
“La situazione è drammatica. Non c’è giorno in cui non faccio una diagnosi di tumore”. Lo ha detto Gennaro Viesti, primario pneumologo della casa di cura Villa Verde di Taranto, uno dei medici che partecipa alla manifestazione.
“Voglio lanciare – aggiunge il medico – un grido di allarme per tutte le malattie respiratorie che a Taranto sono le uniche in aumento. Sono un costo non solo per le famiglie ma anche per la società”.
La situazione drammatica è confermata anche da una radiologa del presidio onco-ematologico dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto. “Non riusciamo a fare argine – dice la dottoressa – c’è un oceano di persone che ha bisogno di cure, con patologie sempre più gravi e di età sempre più giovane”.
Martedì, invece, appuntamento a Roma, quando al vaglio della Consulta passerà la cosiddetta legge “salva Ilva”.
Un migliaio di persone in strada, tra cui le mamme “No al carbone”, pronte a sostenere anche anche il sit-in che si terrà nella capitale il 9 aprile davanti al palazzo della Corte Costituzionale quando, appunto, sarà valutata la legittimità della legge 231 a seguito delle eccezioni di costituzionalità sollevate nei mesi scorsi dal gip, Patrizia Todisco, e dal Tribunale dell’appello.
L’ obiettivo finale è la cancellazione di una legge che, a detta di molte associazioni ambientaliste, “mette un freno alla magistratura che indaga sui reati contro l’ambiente e la salute”. Come denunciano le mamme “No al carbone”, “questa legge riguarda tutti gli stabilimenti inquinanti d’interesse strategico nazionale e purtroppo toglie alle procure la possibilità di compiere sequestri degli impianti”.