Venerdì, il giorno della preghiera, ma per Tripoli, seconda città del Libano, oggi è il giorno della morte dopo l’esplosione di due ordigni vicino a due moschee sunnite. Il bilancio è il più sanguinoso dagli anni ’90, dalla fine della guerra civile in Libano: almeno 29 morti e circa 500 feriti. Il presidente della Repubblica, Michel Suleiman, ha rivolto un appello a tutti i libanesi perché “rimangano uniti e sconfiggano ogni tentativo di creare conflitti”. Cosa sta sconvolgendo il Libano?
Da segnalare, che l’imam della moschea al Taqwa, Salem al Rafei, è un noto predicatore sostenitore della rivolta siriana contro il regime di Damasco. Non è chiaro se il religioso salafita, che si oppone al gruppo militante libanese Hezbollah, si trovasse al momento dell’esplosione all’interno della moschea.