Non è certo un Maurizio Gasparri con la sua aria sprezzante che può con slogan e attacchi personali impensierire un governo che sembrerebbe riuscire a passare indenne anche la decandenza di Berlusconi, ormai sembra quasi inevitabile, quanto avverrà. Se Saccomanni lascia i problemi dell’Italia aumenteranno e saranno gli stessi elettori, soprattutto quelli del centrodestra a capire l’errore che si sta compiendo, con aut aut, minacce e clima da campagna elettorale indegna di ogni democrazia che si rispetti.
Il vicepresidente del Senato lancia la sua mannaia: “Saccomanni fa fatica a gestire una situazione economica complessa che richiede ben altro spirito di iniziativa e maggiore capacità di visione. Penso da tempo che altre scelte per il ministero sarebbero migliori. A partire da una diretta responsabilità di Letta in materia economica” e poi aggiunge “le minacce di Saccomanni non fanno paura a nessuno”.
Forse spera che quelle del Pdl invece facciano tremare il Pd e le larghe alleanze?
Gasparri confusamente e genericamente rilancia “abbiamo indicato coperture per oltre dieci miliardi di euro, che coprono largamente la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e il blocco dell’Iva. Forse perfino Saccomanni sa che se l’Iva aumentasse le entrate dello Stato diminuirebbero. Insomma se non se la sente lasci. E le prevedibili liturgiche dichiarazioni di sostegno che arrivano scontate non lo illudano. Un cambio all’Economia è auspicato da tutti, a destra e a sinistra. Ne ho personale riscontro da mesi. E allora meno Imu, stop all’Iva e meno Saccomanni. Non è una ricetta risolutiva, ma attenua i mali”.
A questo punto però le dimissioni del Ministro dell’economia sono sul tavolo.
Così è costretto a intervenire il presidente del Consiglio, Enrico Letta, che avrebbe espresso, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, la “vicinanza e piena sintonia” a Saccomanni e avrebbe aggiunto che “i margini per soluzioni di politica economica ci sono”.