Ruzzle della politica e il rebus del Pd

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Il Napolitano bis, appena nato e già tanto odiato. Il primo probabilmente a odiarlo è proprio Giorgio Napolitano, che tuttavia ora si trova in una posizione di “gioco forza” che normalmente sarebbe negata al Presidente italiano. Monti e Napolitano due facce della stessa medaglia, due uomini che giurano che loro mai e poi mai si sarebbero ricandidati in politica e invece entrambi con prepotenza e determinazione ritornano alla ribalta dopo che il popolo aveva chiesto a gran voce che si ritirassero a vita “privata”. “Costretti” per il “bene del Paese”, “sacrificati” che si “immolano per l’Italia” a rimanere in prima linea.

Un Presidente eletto come afferma lo stesso Travaglio:

“con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori “mai al governo con B.” va al governo con B., ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni. Per non darla vinta ai 5Stelle, s’infila nelle fauci del Caimano e si condanna all’estinzione, regalando proprio a Grillo l’esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tanti saluti ai “rottamatori” più decrepiti di chi volevano rottamare). La cosa potrebbe non essere un dramma, se non fosse che trasforma la Repubblica italiana in una monarchia assoluta e la consegna a un governo di mummie, con i dieci saggi promossi ministri e il loro programma Ancien Régime a completare la Restaurazione. Viene in mente il ritorno dei codini nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, con la differenza che qui non c’è stata rivoluzione né s’è visto un Napoleone. Ma il richiamo storico più appropriato è Weimar, con i vecchi partiti di centrosinistra che nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler. Qui per fortuna non c’è alcun Hitler all’orizzonte. Però c’è B., che fino all’altroieri tremava dinanzi al Parlamento più antiberlusconiano del ventennio e ora si prepara a stravincere le prossime elezioni e salire al Colle appena Re Giorgio abdicherà”

Quello a cui abbiamo assistito è stato un vero e proprio Ruzzle, un mescolare “le lettere” per non cambiare nulla. Un mescolare le lettere e formare le stesse parole e perseguire gli stessi ideali: illegalità legalizzata, corruzione impunibile (tanto i parlamentari godono dell’immunità), privilegi inestirpabili.

Abbiamo assistito anche alla decapitazione della democrazia… un vero e proprio colpo di spugna in barba alla Costituzione. Quella migliore del mondo, quella che garantisce il popolo e lo fa sovrano sul suo suolo e quella osannata da Benigni è stata mozzata di netto, in un sol colpo, con una matita che ha grattato via ogni diritto ai cittadini scrivendo solo i propri interessi:

Cosa ci resta?

Ci resta il rebus del Pd. Quel partito che ha origini nobili e un futuro ignobile. Quel Pd che ha preferito il Caimano, che ha distrutto la dignità di milioni di lavoratori, di quegli operai che ci credevano in un uomo che si è rivelato ancor peggio di B., ma anche lui, dopo tutto, era un B.  Un Bersani cieco, sordo, incapace di andare oltre agli interessi personali, incapace di un cambiamento (pensava davvero che bastava pronunciare la parola per attuarlo?) , immobile come un bambino testardo a cui viene negato un gioco. Peccato che in gioco c’era l’Italia e lui non ha saputo, con responsabilità, guidare una delicata fase politica del Paese. Un incapace prima di tutto che si è posto come un novello “Gesù”… ma l’Italia non ha bisogno di martiri, ha bisogno di capacità, di programmaticità, di una limpidezza di idee e di animo. Come si può sentire un bersaniano convinto a vedere il suo leader abbracciato ad Alfano? Come si può sentire quando viene fatto un “accordo” con il nemico di sempre? Con quel Berlusconi indagato anche di prostituzione minorile? Ma davvero non c’è più nessuna dignità in questo paese? Davvero Bersani pensava che si potesse accettare il più infimo inciucio? Non tutti sono così marci… non tutti sono così schizzofrenicamente amorali… Il rebus è di un partito i cui elettori, quei veri martiri che ogni giorno con dignità ed etica vivono nel rispetto di alcuni ideali che ci vengono tramandati di generazione in generazione e che da sempre hanno formato l’ossatura di questo paese, sono ormai uccisi nel profondo, sono stati strangolati da un leader che gli ha mostrato il più becero tra i compromessi, che una volta naufragato, ha dato vita  a una soluzione  che è stata quella più malsana: morte alla democrazia!

Il rebus del Pd non è ricostruire un partito, ma è ricucire le coscienze dilaniate perchè dopo quello che si è visto sabato, ognuno oggi può essere delinquente, ognuno si sente autorizzato a evadere, a colludere, a rapinare… tanto ci hanno già strappato e fatto a brandelli la memoria e i sogni… in un colpo solo ci hanno ucciso passato e futuro… GRAZIE PARTITO INDEMOCRATICO!

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Il Ruzzle di Bersani!

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Bersani incontra il Cei. Alle 12 infatti si è incontrato con Bagnasco… forse al governo serve Francesco? Oppure è Bersani che vede se nella curia c’è un posto per lui? Perchè ormai è certo che a Pier Luigi serva un miracolo o un inciucio!

Poi è la volta delle Regioni… un rebus intricato tra autonomia e unità del Paese! Promettere, ma non troppo… che poi bisogna mantenere perché il Pd non è il Pdl! Non sta qui a giocarsi la partita a Ruzzle, va direttamente a giocarsi il campionato. E con chi? Sembra che i giochi con l’M5S si siano già fatti… sembra che ci sia un massacro in corso in entrambi i partiti con giocate al rialzo. Grillo spaccato tra chi vuole un governo e chi vuole un principio e il Pd dilaniato tra fassiniani e renziani.

Nelle prossime ore ci sarà Maroni e le castagne da levare dal fuoco! Lega sì, ma Pdl no? Un quarto di Pdl e mezz’etto di M5S tra lo scudo di Bassano e un po’ d’ortica da digerire?

Insomma un vero e proprio rompicapo fatto di scelte difficili… anzi di Scelta Civica! Ripeschiamo i montiani e ci facciamo un paella? Oppure possiamo contare su una frittura mista con una birretta accanto?

Fate il vostro gioco!

 

RUZZLEMANIA DIVENTA UN CAMPIONATO!

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E’ un’epidemia, solo poche le persone che almeno una volta non hanno provato l’ebbrezza di Ruzzle. Denominato anche Paroliere 2.0 è diventato una vera e propria follia collettiva. 2 minuti e 16 lettere… Via alla fantasia! Creare parole, lottare contro il tempo e sentire l’adrenalina che sale. Ruzzle è tutto questo, ma c’è anche la voglia di confrontarsi con il proprio vocabolario, con la propria prontezza di riflessi, con il proprio know-how. A volte la frustrazione ha il sopravvinto, altre invece è la soddisfazione a vincere e tentare sfide sempre più estreme. Ecco dunque che la Media Company WebHub apre il Campionato. Per partecipare è necessario iscriversi su http://www.ruzzoliamo.it (già 10 mila sono gli iscritti) e a questo punto si avranno a disposizione 8 vite. dall’11 marzo al 7 aprile gli scontri saranno all’ultima lettera... e vinca il miglior ruzzolatore!

 

Ruzzle song! L’inno del gioco più amato per smartphone.

È diventato in pochissimo tempo il gioco più amato dagli utenti smartphone: Ruzzle, la versione moderna dello Scarabeo, ora ha anche il suo inno ufficiale. La canzone è stata realizzata dia giovani di C-You in collaborazione con Ruzzle Italia e riassume in pochi minuti il tormentone attraverso una serie di situazioni in cui tutti i giocatori possono immedesimarsi.
Il brano è interpretato da Andrea Panciroli, direttore artistico di C-You, e da Jimmy Barba, ex concorrente del Grande Fratello nonché ballerino del video “Sex Bomb” di Tom Jones.

Il paroliere versione 2.0 spopola in rete: RUZZLE!

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