Niente pensioni e stipendi congelati per dipendenti Regione Sicilia

rosario-crocetta-tuttacronacaDopo l’impugnazione della Legge Finanziaria e la cancellazione di una buona parte degli articoli della Legge di Stabilità, i lavoratori della Regione Sicilia e quelli di tutte le società collegate dovranno attendere la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale degli articoli che sono stati salvati dal Commissario dello Stato.Questo signica che oggi non sono state pagate le pensioni mentre sono congelati gli stipendi per oltre 30mila dipendenti della Regione Sicilia. Dopo l’impugnazione della Legge Finanziaria e la cancellazione di una buona parte degli articoli della Legge di Stabilità, i lavoratori della Regione Sicilia e quelli di tutte le società collegate dovranno attendere la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale degli articoli che sono stati salvati dal Commissario dello Stato.  Il bilancio non è ancora stato pubblicato in Gazzetta, mentre l’impugnativa della finanziaria ha lasciato senza fondi enti e consorzi regionali, con migliaia di persone che non sanno quando riceveranno il salario. Rosario Crocetta è a Roma per incontrare Letta.

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Bufera in Sicilia: i portaborse con contratto da colf

palazzo-dei-normanni-tuttacronacaDai portaborse alle ‘badanti’ dentro il Parlamento più antico d’Europa. In Sicilia, irredimibile terra del Gattopardo, l’ultima trovata degli inquilini di Palazzo dei Normanni è il collaboratore col contratto da colf.   Una ‘figura’ inedita, tirata fuori dal cilindro da alcuni deputati regionali, con l’avallo di qualche eccentrico commercialista, per approfittare di una ‘finestra’ concessa dalla legge sulla spending review, approvata dall’Assemblea siciliana appena due settimane fa. Non si sa ancora quanti siano i collaboratori inquadrati in questo modo ma è già polemica; anche altri deputati, come quelli del M5S, hanno provveduto ad assumere in extremis ma con contratti cocopro. Il Fatto Quotidiano ne parla così:

Si aggirano tra i corridoi di Palazzo dei Normanni in giacca e cravatta, sono spesso avvocati o commercialisti, collaborano alla stesura di disegni di legge e interrogazioni, ma per lo Stato dovrebbero stirare, lavare i piatti e rassettare le stanze. Accade in Sicilia, dove per risparmiare sui contributi contrattuali, alcuni deputati regionali hanno deciso di assumere assistenti parlamentari come se fossero colf: il risparmio in busta paga è garantito. A rendere noto lo strano trattamento contrattuale è stata la deputata dell’Udc Alice Anselmo, che a proposito degli assistenti assunti come colf ha candidamente ammesso: “Io e molti miei colleghi abbiamo scelto questa soluzione”. Il motivo? “l contratto delle colf – ha spiegato l’esponente dell’Udc al Giornale di Sicilia – è l’unico che prevede la tipologia utilizzabile da una persona fisica, qual è un deputato: si tratta genericamente di servizi alla persona e all’interno del contratto da colf è prevista anche una categoria di servizi amministrativi”.  I contratti fatti ai due portaborse sono a tempo indeterminato e per 40 ore settimanali. Contratti simili sarebbero stati stipulati da altri deputati per uno o più portaborse. Ma per la Fisascat-Cisl si tratterebbe di contratti illegittimi. “Se uno di questi collaboratori assunti come colf venisse da noi apriremmo subito una pratica per l’ispettorato del Lavoro”.

Parole che hanno gettato nel panico Palazzo dei Normanni. “Contratti da colf per i collaboratori dei deputati? Lo trovo di cattivo gusto”, ha commentato il presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, che aggiunge: “Io avevo assunto un collaboratore con un contratto giusto e ci rimettevo almeno 5mila euro”. “Otre che eccessivo, sarebbe ridicolo – ha replicato il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – Ho chiesto spiegazioni all’onorevole Alice Anselmo. Mi ha assicurato che si tratta di contratti per assistente personale amministrativo e addetto di segreteria. Pertanto, l’ho invitata a dare, immediatamente, pubblica contezza dei contratti, evitando sterili e inutili polemiche su argomenti inesistenti”. All’onorevole Anselmo, dopo la strigliata di Ardizzone, non è rimasto che chiarire: “Nessuno di noi, singoli parlamentari, può procedere ad alcuna assunzione, se non nei termini di legge che sono, appunto, quelli che in queste ore qualcuno si diverte a fare apparire anomali: un contratto di servizi alla persona, che comprende varie categorie e varie mansioni. Si tratta di un contratto che, tra contributi e tfr, garantisce il lavoratore sotto ogni punto di vista, rispettando i ccnl”.

Il problema dei contratti degli assistenti parlamentari però rimane: il nodo della questione è la parte riservata ai contributi. La forma più adatta di assunzione sarebbe quella di praticare contratti da coadiutori amministrativi, inquadramento che però fa aumentare chiaramente le spese contributive. All’Ars, dopo un lungo tira e molla durato più di un anno, è stato approvato il decreto sulla spending review: i parlamentari potranno spendere al massimo 58mila euro lordi ogni anno per i loro collaboratori, che possono essere anche infiniti dato che nessuna norma ne individua il numero massimo da assumere. L’importante è che abbiano un regolare contratto: logico dunque che convenga praticare formule che facciano risparmiare sulle tasse in modo da potere assumere diversi collaboratori con lo stesso budget.

Una sorta di sanatoria, poi, prevede che tutti i collaboratori assunti al 31 dicembre 2013 rimarranno comunque in carica fino alla fine della legislatura. Ecco quindi che all’Ars si è aperta la corsa alle assunzioni dell’ultimo minuto. Nonostante il Parlamento siciliano sia l’unico consiglio regionale d’Italia che può contare su 85 collaboratori interni fissi (che cambiano gruppo parlamentare ad ogni legislatura a seconda delle necessità) a Palazzo dei Normanni sono comparsi durante il periodo natalizio nuovi assistenti parlamentari. Che siano assunti come coadiutori amministrativi o come colf non importa: l’importante è che il loro contratto sia stato firmato entro il 2013.

Tensione nella giunta Crocetta: gli assessori Pd non si dimettono

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Non si dimettono. Nessuno dei quattro assessori PD del Governo Crocetta si dimetterà, questo è quanto hanno deciso, dopo che il partito durante la direzione regionale, ieri, aveva sancito il ritiro dell’appoggio al Governo siciliano. Dirette le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello e quella della Formazione Nelli Scilabra. Più articolate le posizioni dell’assessore all’Economia Luca Bianchi e di quello alle Infrastrutture Nino Bartolotta: per loro inizia un periodo di riflessione, ma al momento la sostanza non cambia e restano al loro posto.

“Non sono affezionata alla poltrona ma non mi dimetto”, ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello “Noi   –   ha aggiunto   –   ci siamo opposti alle zavorre, come quelle della Formazione. Nel mio assessorato ho trovato una montagna di pratiche non espletate. Abbiamo evaso 300 pratiche al mese. Oggi siamo a 5 mila pratiche aperte più altre mille non aperte, con grande sforzo del personale. La rivoluzione è nata in due notti all’assessorato alla Formazione e una all’Ambiente. Non vogliamo dimetterci perché siamo alla vigilia di una Finanziaria e non possiamo attendere gli strateghi della politica. Non è più tempo per l’equilibrismo. Abbiamo raggiunto un accordo con i forestali senza che scendessero in piazza. Daremo garanzie a questi lavoratori. Mai il presidente Crocetta mi ha chiamato sulle scelte che ho fatto. Completare questo lavoro è un dovere che non vogliamo disattendere”.

“Il Pd ha concordato un programma con Crocetta che riteniamo sia stato rispettato in questi nove mesi”, ha detto l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, nella conferenza stampa convocata alla Presidenza della Regione. “Le nostre nomine sono state concordate con il Pd”, ha aggiunto Scilabra, che poi ha puntualizzato: “Il governo ha portato avanti politiche importanti, la Finanziaria e poi il lavoro sulla Formazione. Io mi sento offesa dal segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo perché in questi mesi non ho scherzato. Uscire da un governo che abbiamo contribuito a creare non se lo possono permettere. Una decisione del genere meriterebbe un referendum. Noi vogliamo compiere azioni importanti per questa terra. Io lo dico chiaramente, non mi dimetto. Anzi invito il Partito a rivederci e a riaprire il dialogo. Oggi dobbiamo essere più responsabili che mai”.

Le fa eco l’assessore Luca Bianchi. “Anche io rivendico il lavoro fatto in questi mesi. Mi sono occupato di un bilancio e di una Finanziaria difficilissima. Abbiamo portato a casa dei risultati grazie al contributo di tutti. Non so se questo è il miglior governo del secolo, ma neanche i partiti sono i migliori che ci sono in questo secolo. Crocetta è stato una guida disponibile e ci ha sorretti su scelte impopolari. Il gruppo parlamentare del Pd è stato un elemento fondamentale in questi mesi, non dirlo sarebbe disconoscere l’operato del Partito democratico. Io non parteciperò mai a un governo che non ha l’appoggio del Pd. Il tema fondamentale è ricostruire il rapporto tra il Pd e il governo. Il mio ruolo l’ho interpretato con uno spirito di servizio. Mi chiedo se ho ancora la credibilità di andare sui tavoli nazionali a discutere gli interessi della Sicilia. Noi senza partiti che creano consenso intorno al percorso che stiamo facendo non andiamo da nessuna parte. Il problema è costruire un percorso condiviso sia a livello regionale che nazionale. Per senso di responsabilità io aspetto che si ricreino le condizione. Io non faccio passi indietro finché non ho verificato che non ci siano le condizioni. Non è un problema di chi si dimette o no. Ma nel far cadere questo governo tutti devono prendersi le responsabilità, sia il partito che gli altri assessori”. Sulla questione Irpef, ha puntualizzato: “La verità è negli atti. Vi sfido a vedere il ddl, noi dovevamo sbloccare subito le risorse per le imprese mettendo liquidità nel sistema. Nell’attesa che tra settembre e ottobre avremmo potuto avere risorse dal gettito extra del sistema sanitario, c’è stato lo sblocco da parte del ministero dell’Economia di queste somme. Noi non volevamo aumentare le tasse ai siciliani. Ma i debiti si devono pagare”.

L’assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, pure lui in quota Pd, non si ritira come avevano chiesto i vertici regionali del partito ma non scioglie la riserva: “Non ho ancora deciso se mi dimetterò o no. Farò nelle prossime ore una valutazione per capire se il mio passo indietro possa o meno aiutare a ricomporre la crisi e la frattura tra il Pd e il presidente Crocetta. È un momento difficile per la Sicilia   –   ha proseguito   –   e oggi un’eventuale crisi, che mi auguro possa essere scongiurata, bloccherebbe il lavoro dell’amministrazione e questo non ce lo possiamo permettere. Invito il Pd   –   ha concluso   –   a sedersi al tavolo delle trattative e mi auguro che il dialogo possa riprendere”.

Il braccio di ferro continua e arriva la secca risposta da segretario del Pd siciliano: “Crocetta e gli assessori in quota Pd che non si sono dimessi come stabilito dalla direzione regionale, sono fuori dal partito” dice Giuseppe Lupo.

Incidente stradale per Crocetta, salvo il Governatore, grave la scorta.

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L’incidente stradale sull’autostrada Siracusa-Catania ha visto coinvolto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta mentre si recava al congresso provinciale de Il Megafono nel capoluogo etneo. L’incidente sarebbe avvenuto nella zona di Cassibile, nel Siracusano, dove l’auto avrebbe perso il controllo e si sarebbe schiantata contro uno dei piloni di nuova costruzione. Al momento il tratto autostradale è stato chiuso per consentire di svolgere i rilievi da parte delle forze dell’ordine.

Il governatore è rimasto illeso, mentre sono feriti due agenti di Polizia della sua scorta, uno dei quali sembrerebbe gravi condizioni. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco per estrarre  dalle lamiere della macchina incidentata, l’uomo della scorta che viaggiava vicino al conducente.

Annullati tutti gli appuntamenti della festa del Megafono di Catania. L’organizzazione del Megaforum su disposizione del coordinatore provinciale, Giuseppe Caudo, ha deciso di annullare il corso di formazione per gli amministratori del Megafono che si sarebbe dovuto tenere domani mattina, domenica 22 settembre e tutti gli spettacoli del Megaforum.

Crocetta è stato portato nel pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa per stare vicino ai due agenti di polizia e a un addetto della segreteria rimasti feriti nell’incidente. Il governatore ha anche inviato un breve annuncio da leggere al Megafono e la notizia è stata resa nota in sala.
Nel nosocomio si è recato anche il direttore sanitario della Asp aretusea, Anselmo Madeddu. E’ intervenuto anche Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando con un messaggio: “Sono vicino agli agenti coinvolti nell’incidente di oggi ed esprimo la mia solidarietà al Presidente Crocetta e alla Polizia di Stato. Aspetto con trepidazione notizie sullo stato di salute degli agenti, alcuni dei quali conosco personalmente”.
 Il sindaco di Gela Angelo Fasulo appresa la notizia dell’incidente stradale in cui sono coinvolti gli uomini della scorta del Presidente Crocetta affida a facebook ed a Twitter “un pensiero a loro ed alle loro famiglie ed augurio di pronta guarigione”. “Siamo vicini ai poliziotti della scorta del Presidente. Uomini validi che lavorano h24 spendendosi per lo Stato con alto senso del dovere, auguri per una pronta guarigione”, è invece il messaggio di Alessia Liardi, coordinatore del movimento “Il Megafono” di Gela.
Dichiarazione ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Gianpiero D’Alia appena appresa la notizia ha commentato così: “Sono vicino agli agenti di scorta rimasti feriti nell’incidente stradale che ha coinvolto anche il Presidente Rosario Crocetta. Condivido l’ansia dei loro familiari e l’attesa di notizie sul loro stato di salute che auspichiamo siano positive”.
Vincenzo Zerbo, 50 anni, sarebbe il più grave tra i tre feriti della scorta presidente della Regione siciliana. Sottoposto a tac, i sanitari gli hanno riscontrato traumi cranico e toracico, con perforazione del polmone. Quando saranno stati completati gli accertamenti verrà ricoverato nella divisione di Rianimazione. I medici si sono riservati la prognosi.

Meno allarmante, anche se pure in questo caso la prognosi è riservata, le condizioni dell’altro agente di scorta, Antonio Grigoli di 41 anni: ha subito una frattura esposta alla caviglia destra e sarà ricoverato in ortopedia. La prognosi potrebbe essere sciolta una volta completati gli accertamenti.

L’addetto al seguito del Governatore, Giuseppe Comandatore, 52 anni, ha invece riportato una serie di forti contusioni. Le sue condizioni non destano particolare apprensione. In ospedale, dove il presidente della Regione si è voluto fermare per stare accanto ai suoi uomini, è giunto anche il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo.

LA SICILIA ARRIVA PRIMA: ABOLITE LE PROVINCE

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La Sicilia dice addio alle Province. Questi enti non saranno rinnovati alla naturale scadenza e a maggio, quando si sarebbero dovute tenere le elezioni, saranno commissariati. Entro sei mesi saranno aboliti e sostituiti con i liberi consorzi tra comuni. Lo stabilisce un ddl del governo Crocetta, cui ha aderito la conferenza dei capigruppo all’Ars, con il sostegno anche del Movimento 5 Stelle. Il voto definitivo in aula è atteso martedì. Apertamente soddisfatto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta: “Siamo in primi in Italia ad abolire le Province. E’ un risultato storico, la maggioranza è unita e spero che anche il Pdl e il centrodestra votino la norma”, afferma Crocetta. Il ddl che abolisce le Province verrà messo all’ordine del giorno nel pomeriggio. Martedì prossimo il voto sul commissariamento e sulla nascita dei liberi consorzi entro sei mesi.

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