Il circolo Arci dove per carnevale si prendono in giro i due marò

carnevale-marò-tuttacronacaSi è festeggiato il carnevale a Garrico di Reggio Emilia e al circolo Arci “Fuori Orario” sono comparsi anche due uomini travestiti da marinai e con un cartello allusivo che recitava: “Che due marò…”. Se non fosse stato abbastanza chiaro il messaggio, hanno indossato anche due enormi… ”marò”, appesi in basso alla cintura. E’ Libero a pubblicare una foto della festa che mostra i due che credono divertente farsi beffa dei due fucilieri italiani in India da due anni e in attesa di un processo.

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Violazione dei diritti umani? L’Onu e il caso dei due marò

marò-onu-tuttacronacaIl sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova ha incontrato ieri, lunedì 3 marzo, Navi Pillay, Alto commissario dell’Onu il quale, oltre a esprimere slidarietà all’Italia e ai due fucilieri della marina ancora in India, ha detto: “I marò italiani sono detenuti da troppo tempo. C’è preoccupazione sul rispetto dei diritti umani”. Della Vedova ha reso noto che “Secondo le Nazioni unite vi è un profilo di violazione dei diritti umani che sarà presto approfondito”. Dopo l’incontro ha inoltre spiegato ai giornalisti: “C’è l’impegno ad approfondire questo profilo in sede di Nazioni Unite”. E ha sottolineato: “Credo che sia un’affermazione importante” poichè si tratta di considerare “questo profilo di violazione dei diritti umani” con la restrizione della libertà di movimento dei due marò da due anni “senza che sia stato formulato un capo di imputazione e l’eventuale avvio di un procedimento giudiziario”, ha concluso. Michele Girone, padre di Salvatore, ha preso parte alla manifestazione ‘Salerno Capitale per i Marò d’Italia’, organizzata dalle associazioni ‘La Nostra Libertà’ e ‘Prima Luce’ e nell’occasione ha detto: “Speriamo di risolvere quanto prima questa situazione perché i nostri ragazzi e i loro familiari sono stanchi e preoccupati. Continuiamo, però, ad essere fiduciosi nelle nostre istituzioni e siamo sicuri che riusciremo a riportarli a casa”.

Napolitano, Renzi e gli 007: si parla della crisi in Crimea

renzi-007-tuttacronacaLa crisi in Crimea è stata la centro dell’incontro di 45 minuti svoltosi questa mattina alla sede dell’Aisi. Napolitano e Renzi hanno infatti preso parte all’inaugurazione del corso accademico di formazione per gli agenti segreti e si sono in seguito fermati a discutere coi vertici dell’intelligence di quanto sta accadendo tra Russia e Ucraina, situazione che ci vede sempre più smarcati dalla linea americana dell’hard power muscolare a favore di un soft power tutto europeo che, con un interlocutore come Putin, promette soluzioni meno traumatiche e più efficaci. Anche sul piano egoistico dei nostri futuri approvvigionamenti energetici. Si legge sull’Huffington Post:

”L’Italia ha assunto una posizione attenta a tutti gli aspetti e ai rischi della situazione e ha trovato importanti convergenze, in particolare con la posizione tedesca”, dice Napolitano prima di salire in macchina e tornare al Colle. Appunto. E Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ha mantenuto la delega ai servizi nel passaggio di consegne tra Letta e Renzi, aggiunge un tassello non meno importante. Quello del “combinato disposto con la situazione in Libia”, tanto per sottolineare che tra gas da Mosca e petrolio da Tripoli non possiamo permetterci pericolose alzate di testa con chi la mattina ci garantisce di accendere il fornello sotto la moka del caffè.

Stavolta Renzi non parla a braccio ma legge, con l’unica eccezione della citazione sull’Oscar. “Stamattina ho chiamato Sorrentino per fargli le congratulazioni a nome del governo… e anche vostro. So che non è una cosa in linea con la vostra attività, ma questo riconoscimento è un segnale importante del fatto che non bisogna avere paura di sognare e di allargare le nostre ambizioni”, dice sorridendo agli uomini dei servizi che il loro Oscar ce l’hanno già lì, seduto in prima fila: Giorgio Napolitano. Infatti, gongolano per la giornata storica e aprono le porte alla stampa. Mai accaduto nella storia della Repubblica che un capo dello Stato varcasse il rione Monti per andare in un palazzo degli 007, portandosi dietro addirittura il capo del Governo.

Per celebrare l’avvenimento, l’ambasciatore Giampiero Massolo, che dirige il Dis e siede in cima alla piramide dei servizi, ha fatto a Napolitano un regalo speciale. Una “Raccolta di scritti in memoria di Loris D’Ambrosio”, il consulente giuridico del presidente stroncato da un infarto a ridosso della dura polemica sulle intercettazioni della Procura di Palermo nell’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia. Si chiude con un Vin d’honneur in biblioteca. E il generale Esposito, direttore dell’Aisi e padrone di casa, può andare ad incorniciare la data. Invece quello dell’Aise, retto al momento dal prefetto Scarpis dopo l’andata in pensione del generale Santini, deve nominarlo Renzi. Ed è bene che faccia in fretta. La Crimea, come dicono da queste parti, è vicina.

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I nostri 7 giorni: in attesa di scoprire una direzione…

7giorni-tuttacronacaSettimana intensa quella appena trascorsa, a partire dal nuovo presidente del Consiglio che, “pur non avendo l’età”, ha chiesto la fiducia al Senato e alla Camera, ottenendola. Ma se già non tutti erano convinti per la scelta dei ministri, ancora più critiche sono piovute al momento delle nomine di viceministri e sottosegretari. In particolare quella di Antonio Gentile fa discutere e dà la possibilità di criticare il (riconfermato) ministro degli Interni Angelino Alfano, che l’ha proposto. Ma la prima settimana di Renzi è stata particolarmente intensa su tutti i fronti: dalla prima uscita ufficiale a Treviso tra applausi e contestazioni alla questione marò, dallo scontro diretto con Marino alla questione Ucraina. Ma con un governo nuovo viene naturale chiedersi se questa volta qualcosa cambierà (in positivo) o se ancora una volta l’Aula boicotterà qualsiasi decisione per puro spirito di contestazione. E mentre il premier promette supporti a disoccupati e precari, moltissime persone aspettano di scoprire cosa farà in tema pensioni il neo ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Oltre all’Italia, tuttavia, Renzi deve tenere sotto controllo la questione interna del suo stesso partito, con molti non soddisfatti della sua mossa di scalzare Letta. Ma i problemi interni non sono solo in casa Pd: molto si è discusso anche tra i pentastellati e il molto parlare si è concluso con l’esclusione dei quattro dissidenti. Perchè sembra proprio che il motto numero 1 del Movimento sia “divieto di parola” (sempre che non ricalchi fedelmente quanto deciso da Grillo). Contestazioni non ce ne devono essere ed ecco che l’ex comico si ammanta improvvisamente del latore della verità assoluta. La pena per chi critica, l’espulsione. Non resta quindi che porsi innumerevoli domande, che iniziano tutte nello stesso modo: “Che direzione prenderà…?”

7-giorniMa tutta questa incertezza spesso si trasforma in facile paura: è il caso delle cinque scosse di terremoto nel Cilento nel giro di poche ore: non sono state di forte intensità, eppure le persone si sono spaventate. Non c’è del resto da meravigliarsi: in mancanza di “stabilità”, è facile spaventarsi di ogni piccola cosa. Quello che davvero preoccupa, per non dire terrorizza, sono i nuovi dati della disoccupazione: sapere che un giovane su due non ha lavoro porta necessariamente a chiedersi che ne sarà di tutte le nuove generazioni. Sempre con la speranza che non continui a diffondersi la “moda” delle baby squillo. Dubbi, innumerevoli. Che portano a mettere tutto in discussione. Ora ci s’interroga anche sulle forze dell’ordine. In particolar modo: come sono state condotte le ricerche dopo la scomparsa di Roberta Ragusa? Ma non è l’unico giallo italiano ancora senza risposte. Se per quel che riguarda la morte di Yara si pensa di archiviare il caso, ora che il presunto assassino del delitto di via Poma è stato assolto ci si chiede chi allora si è macchiato dell’atroce delitto. E intanto nuove morti popolano la cronacaAnche Sollecito ha dei dubbi e non capisce perchè Amanda si sia fatta la doccia in quel fatidico giorno. Siamo talmente circondati da punti di domanda che in rete impazza anche il dibattito sull’uscire o meno con una ragazza che viaggia. Forse è semplicemente il caso di non seguirne una intenzionata ad andare in Egitto, visto che la Farnesina sconsiglia! Certo, a furia di porsi domande e cercare di trovare una direzione a volte si rischia di restare immobili, in attesa. A volte è meglio “credere” e aprire mente e cuore. E poi andare…

GOOD NIGHT & GOOD LUCK!

L’incredibile gaffe di Gasparri sull’uomo morto alla mezza maratona

gasparri-gaffe-tuttacronacaIncredibile gaffe di Maurizio Gasparri oggi su Twitter dove l’Agi, tramite il suo account, ha diffuso la notizia di una drammatica morte. Al termine della mezza maratona di Ostia, alle porte di Roma, uno dei partecipanti è stato colto da un malore ed è morto. L’agenzia aveva fatto presente che anche il neo ministro della Difesa, Roberta Pinotti, aveva preso parte alla gara. E proprio questo fatto ha commentato Gasparri: “Ma nessuno pensi che la Pinotti porti jella”.gaffe-gasparri

Dall’Italia un appello a Putin a fermarsi… ma non si parla di G8

putin-ucraina-tuttacronacaInghilterra e Francia non parteciperanno al G8 di Sochi, boicottando così Putin. Il forte messaggio che si vuole lanciare è quello di desistere dalle sue intenzioni dopo aver ricevuto il via libera per l’invio dell’esercito in Crimea. In Italia si è tenuto oggi il vertice a tre tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e i ministri della Difesa e degli Esteri. Al termine, è stata diffusa una nota che però non cita il G8:

Si è svolta a Palazzo Chigi una riunione sulla situazione in Ucraina, presieduta dal premier Matteo Renzi, alla presenza del Ministro degli Esteri, Federica Mogherini, del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Marco Minniti e del direttore del DIS Giampiero Massolo. Il Presidente del Consiglio, che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il Presidente francese François Hollande segue con costante attenzione e con estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea, in stretto contatto con i partner europei e internazionali.Il Governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili. A tal fine, l’Italia rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo.Al tempo stesso il Governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze.

Dramma alla mezza maratona: muore un partecipante

Maratona-Roma-Ostia-tuttacronacaE’ la giornata della mezza maratona Roma-Ostia, oggi, alla quale partecipa anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ma la giornata di festa agonistica si è risolta in tragedia: uno dei partecipanti, infatti, è morto dopo essere stato colpito da un infarto. L’uomo, un 40enne, è stato soccorso dagli operatori del servizio assistenza della corsa, che lo hanno portato all’ospedale Grassi dopo l’arresto cardiocircolatorio. Ma i soccorsi non sono bastati a salvargli la vita.

Il riscaldamento prima parlare della Crimea: la Pinotti alla mezzamaratona

pinotti-mezza-maratona-tuttacronacaLa questione Crimea diventa un tema sempre più scottante a ogni minuto che passa e nel pomeriggio si terrà un vertice a tre tra il neo premier Matteo Renzi, il ministro degli Esteri Mogherini e il responsabile della Difesa Pinotti. Proprio quest’ultima ha deciso di prepararsi con un po’ di “riscaldamento”. In mattinata, infatti, ha preso parte alla mezzamaratona Roma-Ostia. La Pinotti è giunta al via con tuta d’ordinanza, scarpe da ginnastica e occhiali da sole nonostante la pioggia per percorrere i poco più di 20 km dall’Eur fino alla cittadina del litorale romano. Con lei alla partenza tanti atleti e appassionati: ”Ultimamente non ho avuto tanto tempo per prepararmi – spiega a repubblica.tv -‘ho fatto una maratona a novembre, quindi spero di potercela fare.”

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La figlia del marò Latorre che voleva andare al Grande Fratello: “un’opportunità”

massimiliano-latorre-tuttacronacaGiulia Latorre, figlia del fuciliere Massimiliano Latorre, ancora in India con il collega Salvatore Girone, si difende dalle molte accuse che le stanno piovendo addosso su Facebook. Era infatti stata diffusa la notizia che aveva partecipato alle selezioni per il reality show Grande Fratello. Scrive la ragazza: “Ho visto nel Grande Fratello solo un’opportunità di gridare al mondo che mio padre è innocente, non volevo certamente diventare famosa strumentalizzando la sua vicenda”. E aggiunge: “Sono davvero a pezzi dopo gli insulti che ho ricevuto purtroppo chi parla non conosce il mio stato d’animo né quello che si prova a essere costretti a vivere da due anni lontana dal proprio padre: per riaverlo presto a casa, farei di tutto”.  La signora Mariella, sua madre, a sua volta la difende e spiega: “Siamo sconvolti e mortificati dalle reazioni di tanti che hanno frainteso la voglia di mia figlia di gridare l’innocenza di Massimiliano. Lei ogni giorno mi ripete che si sente impotente e che per suo padre andrebbe persino sulla luna”. E ricorda: “In tanti in questi due anni ci sono stati vicini e continuano a farlo: ci auguriamo che tutti comprendano qual era il vero senso delle parole di mia figlia”. Quindi conclude: “E’ questo il messaggio che Giulia vuol far comprendere a tutti”.

Ecco chi “vuole incastrare i marò solo per fare carriera”

RK-Singh-tuttacronacaE’ Pierangelo Maurizio, su Libero, a presentare la figura di Raj Kumar Singh, che era già sottosegretario dell’Interno indiano nella fase cruciale della vicenda che riguarda i due marò. Il giornalista lo accusa di essere il principale artefice della trappola che da due anni tiene prigionieri Latorre e Girone, così come la credibilità dell’Italia, e spiega:

La sua irresistibile ascesa ricorda per qualche verso, detto con tutto rispetto, Antonio Di Pietro in versione indù. Grande fustigatore della corruzione nel suo Paese e ovunque, è balzato all’onore delle cronache il 30 ottobre ’90 quando da magistrato del distretto di Samastipur arrestò il patriarca del Bharatiya Janata Party (Bjp), L.K. Adavany. Alla fine degli Anni ’90 è entrato nel dipartimento dell’Interno. Smessa la casacca di sottosegretario a giugno scorso, andato in pensione e fatto il salto della quaglia da sinistra a destra – ché tutto il mondo è Paese -il 13 dicembre 2013 è entrato ufficialmente nel Bharatiya Janata Party, il partito conservatore all’opposizione, che più inneggia alla forca per i due fucilieri. Nel Bjp è uno dei massimi esponenti: si parla di una sua candidatura alle prossime elezioni e, visto il tipo, si può immaginare che aspiri al posto del vecchio patriarca da lui ammanettato. Ad accusarlo di essere il regista di quello che i giornali indiani chiamano «the italian marines fiasco» –ma che più agevolmente tradurremmo con «trappola» – non sono io. Ma lo ha fatto ripetutamente il ministro degli Esteri Salman Khurshid. Il quale ha dichiarato che è stato Singh, dal potentissimo scranno di sottosegretario del ministero dell’Interno, a brigare nel gennaio 2013 «perché la Corte suprema indiana affidasse le indagini alla Nia», la potente agenzia a metà tra organo investigativo e servizio segreto nata dopo gli attentati di Mumbai e che agisce solo nell’ambito di leggi speciali. Ed è stato sempre lui a farsì che la Niafosse autorizzata ad applicare a Girone e Latorre il famigerato «Sua act», considerandoli dei terroristi. Il responsabile degli Affari esteri lo accusa della figuraccia mondiale che sta rimediando l’Unione indiana e dello stallo della sua massima autorità giudiziaria. «Così la Corte suprema è costretta», ha aggiunto Khur- shid, «a pronunciarsi su una vicenda su cui aveva già deliberato un anno fa…». L’ex sottosegretario R. K. Singh si è confusamente difeso trincerandosi dietro la Legge («è la legge che stabilisce a chi vanno affidate le indagini»). È riuscito a dichiarare, in questi giorni, quanto segue: «Gli italiani sono marines nel territorio del loro Paese o in acque internazionali. Ma sono assassini- pirati nelle acque territoriali indiane». A parte il fatto che l’uccisione dei due pescatori attribuito ai due marò è avvenuto in acque internazionali e che dopo due anni non solo non è cominciato un processo ma gli indiani devono ancora esibire una prova che siano stati loro ad uccidere, è interessante il prosieguo dell’ex magistrato approdato alla politica: «Hanno ammazzato dei poveri pescatori innocenti. La legge non può essere diversa per persone diverse. Questa è la ragione per cui prima la Polizia del Kerala e poi la Nia hanno preso la decisione di ritenerli assassini in base a una legge che riguarda terroristi/pirati, prevedendo la pena di morte per chi ha ucciso». Raffinatezza di ragionamento da alto giurista, (compresa la totale ignoranza delle convenzioni internazionali firmate dall’India e delle leggi italiane), che ricorda qualcun altro. Singh è stato sottosegretario all’Interno dal 30 giugno 2011 al 30 giugno 2013, gestendo in pieno dunque la vicenda della petroliera Erica Lexie cominciata il 15 febbraio di due anni fa, prima di aderire pubblicamente a dicembre agli estremisti indù. Bharatiya Janata Party infatti significa Partito del popolo indiano, è iper-nazionalista, difende l’identità induista (una specie, detto sempre con il massimo rispetto, di Lega moltiplicata all’ennesima potenza e su scala indiana) ed è la principale forza di opposizione al governo guidato dall’Unione di centrosinistra, in cui è maggioritario il Partito del Congresso dell’«italiana» Sonia Gandhi. Significativo un altro passaggio del ministro degli Esteri: «Non possiamo cambiare l’applicazione della legge secondo il cambiamento della nostra fedeltà e il cambiamento della nostra affiliazione ai partiti politici».

Insomma Singh – e gli altri settori indiani per cui ha agito – ha incastrato i marò e umiliato una delle potenze occidentali, l’Italia, per biechi interessi di parte e personali. Il ministero dell’Interno indiano, come tutti i ministeri dell’Interno, ha la competenza sui servizi segreti civili e sulle diverse polizie. Se, stando a quanto dichiara il ministro, l’ex sottosegretario è nemico non solo dei due fucilieri ma è anche una minaccia per la sicurezza dello Stato italiano, l’Aise, il nostro servizio segreto estero, avrà certamente fornito a Palazzo Chigi un ritratto minuzioso. Di questo superburocrate avrà delineato l’enorme potere che gli deriva dalla notevole capacità, dimostrata, di muoversi negli apparati e di condizionarli, quali deleghe aveva, le frequentazionie i rapporti che eventualmente intratteneva e intrattiene con le varie intelligence possibilmente –come avviene ovunque – in lotta fra loro, avrà ricostruito il ruolo dei servizi indiani in questa sporca storia. O no?

“I marò non devono essere processati in India”: parla la Pinotti

roberta_pinotti-tuttacronacaIl neo ministro della Difesa Roberta Pinotti è intervenuta in aula del Senato sul dl missioni internazionale prendendo la parola sul caso marò e affermando che Salvatore Girone e Massimiliano Latorre “non devono essere processati in India: questa è la linea dell’Italia”. Ricordando il suo incontro, avvenuto la settimana scorsa, con le mogli dei due fucilieri ha quindi ribadito: “Il Paese deve essere unito, perché questo ci dà forza”.

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