Scimmia primadonna? Ruba una videocamera… e fa un video di se stessa!

scimmia-selfie-tuttacronacaDi video particolari ce ne sono moltissimi in rete, ma questo è senza dubbio originale: quante volte capita di vedere una scimmia che “decide” di immortalarsi in un filmato? E’ accaduto nell’isola di Bali dove un turista brasiliano voleva immortalarsti con la sua videocamera GoPro. Per riuscirci, ha abbandonato momentaneamente la sua GoPro per entrare in campo ma una scimmia gliel’ha afferrata ed è scappata via. Ailton Schoemberger ha potuto riavere la videocamera solo quando un membro del personale del Tempio di Uluwatu, che il giovane stava visitando, ha offerto della frutta alla scimmia distraendola dal nuovo giocattolo. Quando ha controllato la registrazione, tuttavia, il turista ha scoperto che l’animale aveva deciso di immortalarsi a sua volta!

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10 aprile: l’udienza per l’affidamento di Berlusconi

berlusconi-tuttacronacaSi terrà il 10 aprile, al tribunale di sorveglianza di Milano l’udienza per discutere l’affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi dopo la condanna a quattro anni di carcere, di cui tre sono coperti dall’indulto per il caso Mediaset, quando la Cassazione lo ha ritenuto colpevole di aver frodato il fisco attraverso i contratti esteri di Mediaset. Come scrive Repubblica: cioè per aver gonfiato fittiziamente i costi di Mediaset, e di conseguenza abbattuto gli utili dichiarati al fisco, facendo credere di aver pagato 100 film americani che in realtà erano costati 50 o 30. La differenza fra il prezzo reale e quello finto finiva su conti esteri intestati a società offshore nei paradisi fiscali: conti che erano di proprietà personale di Berlusconi stesso. In pratica Mediaset gonfiava i prezzi con due obiettivi incrociati: pagare meno tasse e creare nero che finiva sui conti esteri del padrone. Nel processo Mediaset tutti i giudici dopo tre gradi di giudizio hanno dichiarato provato, “al di là di ogni ragionevole dubbio”, che Berlusconi è stato l’ideatore e il beneficiario finale della frode fiscale. Grazie a una legge varata proprio con Berlusconi al governo, che prevede i domiciliari per gli ultrasettantenni tranne che per reati di eccezionale gravità (omicidio, mafia o terrorismo), l’ex presidente del consiglio ha evitato il carcere nonostante la condanna e ha potuto appunto richiedere l’affidamento ai servizi sociali. “al di là di ogni ragionevole dubbio”, che Berlusconi è stato l’ideatore e il beneficiario finale della frode fiscale.

12 mesi di Starbucks: la sfida di Beautiful Existence

starbucks-tuttacronacaBeautiful Existence ha 40 anni e ama le sfide. Se nel 2011 ha comprato tutti i beni per sé e per la sua famiglia sul sito Goodwill e nel 2012, sempre per mettersi alla prova, ha seguito tutti i consigli di Parents magazine, nel 2013 ha deciso di consumare ogni pasto, dalla colazione alla cena, da Starbucks, senza alcuna eccezione. La sua esperienza l’ha raccontata in un blog e ha dovuto sborsare ogni mese tra i 500 e i 600 dollari. Senza contare che, madre di due figli, ha continuato a far la spesa e a cucinare per loro. Ha portato avanti la sfida a base di frappuccino, latte, muffin e alimenti presenti nel menù della catena senza essere stata pagata e, a chi chiede perchè l’abbia fatto, risponde: “Perché AMO essere umana e AMO il privilegio di essere in grado di farmi la domanda PERCHE’?”. Ora è già scattata la nuova avventura: nel 2014 vuole imparare più di 80 sport ricreativi dell’azienda Rei. 

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Allarme tasse, è il Wall Street Journal a puntare il dito contro l’Italia

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Lo dice a chiare note il Wall Street Journal: “Le tasse in Italia distruggono la ripresa” e poi aggiunge ”Con una economia che stenta a ripartire ed una disoccupazione a livelli record, il peso delle tasse in Italia potrebbe distruggere le prospettive di ripresa”. Questo è quanto stamattina ha pubblicato in un editoriale dedicato al modello fiscale italian il Wall Street Journal. Il giornale Usa sottolinea che proprio “l’enorme peso delle tasse” su aziende e lavoratori è una delle principali cause per la scarsa crescita dell’Italia negli ultimi dieci anni, addirittura “la più bassa tra i 34 Paesi dell’area Ocse“.

Il quotidiano a stelle e strisce, spiega poi che “l’esborso per le pensioni di anzianità rappresenta circa il 13% del Pil, ossia un terzo più alto rispetto alla Germania e il doppio rispetto agli Usa, secondo i dati Ocse“. “L’assurdità è che un lavoratore italiano costa più di uno spagnolo, ma ha uno stipendio più basso”, dice al giornale Riccardo Illy. Secondo Paolo Manasse, professore di economia all’università di Bologna, il governo dovrebbe tagliare altri 30 miliardi di euro di tasse sul lavoro per essere in linea con la media Ocse. “L’Italia ha davanti a sé un compito spaventoso”, dice al Wsj Manasse.

Il carico fiscale totale per l’impresa nel nostro Paese si conferma il più alto d’Europa, pari al 65,8% dei profitti commerciali, e l’Italia scende di 7 posizioni rispetto all’anno scorso nella classifica mondiale del carico fiscale, posizionandosi al 138esimo posto, rispetto a 189 economie prese in esame.

Dove sta la ripresa? Con il contagocce?

2014, si abbassano le stime di ripresa? Per l’Ocse in Italia sarà 0,6%

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Dopo aver abbassato l’indice da 0,5% a 0,4%, le nuove stime vedono una crescita dello 0,6%. Sottile miglioramento ma comunque inferiore a tutte la altre maggiori previsioni (+0,7 per Istat e la Commissione Ue, +1,1% secondo il governo).

E dall’Ocse arriva anche una sostanziale conferma del monito lanciato la scorsa settimana da Bruxelles, quando la Commissione ha evidenziato molte critiche sulla bozza di legge di stabilità inviata a ottobre. Rilievi che riguardavano soprattutto possibili rallentamenti nel cammino di riduzione del debito incoraggiato invece dall’Unione Europea. Un passo falso che, se confermato, non consentirebbe al nostro Paese di potere usufruire dei tre miliardi della clausola per investimenti. Ora anche l’Ocse conferma questo allarme segnalando che l’indebitamento, anche a causa della debolezza dell’economia, appare orientato a salire dal 145,7% del Pil nel 2013 al 146,7% del Pil l’anno successivo, per poi ripiegare al 146,1% del Pil nel 2015.

Niente occupazione. In Italia nonostante la debolissima ripresa economica, secondo l’organizzazione di Parigi la disoccupazione “è destinata a restare alta, in quanto è probabile che l’impatto della crescita della domanda si traduca inizialmente in un aumento dell’orario di lavoro medio delle persone già occupate”. L’organizzazione di Parigi prevede che il tasso di disoccupazione italiano salga nel 2014 al 12,4% dall’attuale 12,1%, per poi tornare al 12,1% nel 2015.

Letta interviene sulla caso Nocerina

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Il caso Nocerina-Salernitana è ormai una questione istituzionale che trascende il calcio. Era subito apparsa un’intimidazione che prescindeva dalle minacce di tifosi esaltati e che invece trovava le sue radici in ambienti di criminalità organizzata. Oggi il presidente del Consiglio Enrico Letta ha incontrato al Coni il presidente Giovanni Malagò, prima del via del Consiglio Nazionale.Al Foro Italico è giunto sono giunti anche il ministro con delega allo sport Graziano Del Rio, e il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo.

«Domenica abbiamo assistito a fatti gravissimi, nei confronti dei quali serve la tolleranza zero», ha detto il premier commentando il derby farsa tra Nocerina e Salernitana. «Sono episodi che hanno un effetto drammatico nei confronti dei valori che lo sport trasmette. In nostri figli – prosegue il premier – non sanno sanno chi è il presidente del Consiglio ma sanno chi è il giocatore o l’allenatore ed ascoltano le sue parole che per loro sono un valore. Per questo a riguardo il nostro mondo deve essere durissimo». .

Poi una promessa agli sportivi: “Il governo presenterà nella legge di stabilità un emendamento fondamentale per risolvere definitivamente il tema dell’impiantistica sportiva nel nostro paese”. La partita per le Olimpiadi del 2024 – precisa Letta – non è l’unica sfida da intraprendere. “Il discorso vale anche per altre iniziative che le Federazioni possono portare avanti, dobbiamo fare di questa legislatura una legislatura costituente dello sport italiano […]. Credo sia possibile se ci mettiamo tutti di impegno – prosegue il presidente del Consiglio – aiutati dal fatto che questo è un governo non di parte, ma di larghe intese, e che è in grado di fare cose di cui non è uno che si prende il merito sugli altri ma c’è un merito collettivo”.

Letta ha anche parlato delle Olimpiadi 2024, e lo ha definito un “obiettivo alla nostra portata”. Superato quindi il momento della cautela dell’era Monti. Sponsorizzando la sede italiana per le Olimpiadi del 2024, Letta insiste: “Abbiamo una grande occasione con un collegamento tra il mondo dello sport, l’azione del governo e le regioni”. Si tratta di una partita “che dobbiamo giocare” e per la quale lo stesso Letta “è impegnato in prima persona”.

Sulla questione delle olimpiadi in Italia “stiamo procedendo facendo i giusti passi”, assicura il presidente del Coni, Giovanni Malagò, rivolto al premier Enrico Letta in occasione del consiglio nazionale. “Oggi pomeriggio è previsto un incontro con, tra gli altri, i sindaci di Roma e Milano, Ignazio Marino e Giuliano Pisapia. Decideremo di partire con la giunta esecutiva del Coni quando riceveremo la richiesta da parte del sindaco della città che si sarà fatta avanti”.

“Dopo il parere favorevole del consiglio inizieremo, ma – precisa – solo se saremo tutti convinti della strada da percorrere e consci del fatto che dobbiamo fare le cose per bene. Sono convinto che non è il sogno solo tuo e mio, ma di milioni di appassionati e della stragrande maggioranza degli italiani”.

Moody’s e quell’Italia disoccupata, ma… in ripresa!

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Sempre più disoccupazione, ma in ripresa! Questo il quadro impietoso dell’agenzia di rating Moody’s per il 2014. Moody’s si aspetta un ritorno della crescita in Italia dopo due anni di recessione, in un clima globale ”meno incerto”. L’agenzia vede per l’Italia un Pil 2013 fra -2 e -1% (tre mesi fa era fra -2,5% e -1,5%) e fra zero e +1% nel 2014 (era -0,5% e +0,5%).

Continua però la crescita della disoccupazione, prevista fra il 12 e 13% nel 2014.

Crescita senza occupazione, la produzione che non produce posti di lavoro: questa è la “ripresa” economica nell’Eurozona al tempo del capitalismo finanziario.

La ripresa che non ci sarà e la crisi del commercio!

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«Il 2014 non sarà certo l’anno di una ripresa sostanziale», il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio,  nel suo intervento nella giornata di mobilitazione nazionale per la legalità, ha parlato di abusivismo, contraffazione e della crisi che per le imprese continua a farsi sentire ancora molto forte. «Non sarà l’anno della ripresa — ha aggiunto Sangalli — anche per gli effetti di una legge di stabilità, che se non verrà corretta in parlamento, lascerà di fatto irrisolti i problemi strutturali della nostra economia, e soprattutto non avvierà quella stagione di riforme che auspichiamo da tempo». Poi l’intervento di Sangalli si è occupato di legalità: «Sette esercizi su 100 sono abusivi — ha spiegato — nei mercati ambulanti del Mezzogiorno si arriva a un abusivo su tre. Siamo in una situazione di allarme rosso e chiediamo, dunque, tolleranza zero contro ogni forma di illegalità».

Come spiega il Corriere della Sera:

Confcommercio ha realizzato infatti un’indagine su dati Istat e Censis che ha analizzato i riflessi economici dei mercati irregolari. Si tratta di «stime per difetto», ha fatto sapere l’associazione secondo cui a causa dell’illegalità rischiano di sparire 43.000 negozi regolari all’anno, insieme a 79.000 lavoratori. Lo studio, presentato dal direttore Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, evidenzia inoltre che il fatturato sottratto al commercio al dettaglio legale nel 2013 dovrebbe attestarsi a 8,8 miliardi di euro, pari al 4,9% del fatturato regolare. Il dato dell’illegalità nel commercio, ha spiegato Bella, «è molto superiore al Sud e nelle Isole rispetto al resto del paese». Riguardo al settore turistico, bar e ristoranti, nel 2013, il fatturato abusivo nel 2013 dovrebbe attestarsi a circa 5,2 miliardi, il 10% del volume d’affari del settore ( con rischio sopravvivenza per 27.000 imprese e 106.000 occupati regolari).

«Tanti imprenditori — ha aggiunto Sangalli — abituati da sempre a rimboccarsi le maniche hanno, lasciatemelo dire, incredibilmente ancora fiducia. Non chiedono allo Stato di lavorare per loro ma si meritano, e noi lo chiediamo a gran voce, una vita decisamente più facile, meno onerosa e più sicura nell’esercizio delle loro attività».

La risposta del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, a Roma per l’inaugurazione dell’anno di studi 2013/2014 della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza non si è fatta attendere: «Dopo una grave e prolungata crisi l’attività economica dell’Italia si sta stabilizzando e il paese si sta avviando ad una graduale ripresa. Nel 2014 — ha aggiunto — la dinamica del prodotto è stimata pari all’1,1%. A partire dal 2015 la crescita del Pil si porterebbe sui livelli vicini al 2%». Per quanto riguarda la legge di Stabilità il ministro è stato chiaro. «Non abbiamo a disposizione soluzioni semplici per reperire ulteriori risorse e concedere sgravi fiscali più ampi — ha detto —. Ora spetta al parlamento approvare la legge apportando quei miglioramenti considerati necessari nel rispetto dei saldi. L’elevato numero emendamenti non ci spaventa».

La ripresa è in ritardo! Arretra ancora il Pil, ma ora si spera nel 2014

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La ripresa? Ci assicurano che ci sarà nel 2014, ma per ora l’unica certezza è che il Pil fa un passo indietro e si porta a -1,8. Poi l’Istat però emana anche quello che dovrebbe essere un dato positivo, nel prossimo anno il nostro Pil sarà +0,7. Ma è davvero positivo? Il governo nelle ultime stime ufficiali indicava -1,7% per il 2013 e +1% per il 2014. Quindi la ripresa è in ritardo? Sembra proprio di sì… E non preoccupa tanto quello 0,1% in peggioramento fatto registrare nel 2013, ma quel -0,3% (da 1 ora si parla di 0,7%) che non promette nulla di buono. Vi ricordate le parole di Romano Prodi all’inaugurazione dell’Eurozona?

“Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”.
Dove sono andate a finire quelle parole? Dove sono i sogni infranti di milioni di italiani che speravano di entrare a far parte degli Stati Uniti d’Europa? Dove è la difesa degli stati membri? Nella condanna dei cittadini greci? Nella debacle di Malta, nella disoccupazione della Spagna e nel Pil negativo dell’Italia?
Oggi, a distanza di anni (che sembrano ormai anni luce) Romano Prodi torna a parlare e lo fa in un ottica diversa. In un intervista rilasciata al Sole 24 Ore risponde così alle domande del giornalista:
Sul deficit/Pil attualmente fissato al 3%
“Non è stupido che ci siano i parametri come punto di riferimento. E’ stupido che si lascino immutati 20 anni. Il 3% di deficit-Pil ha senso in certi momenti, in altri sarebbe giusto lo zero, in altri il 4 o il 5%”. Prodi propone allora di “escludere temporaneamente dal computo del deficit i 51 miliardi versati dall’Italia alla solidarietà europea e usare quelle risorse per investimenti pubblici straordinari”.
La Bce è influenzata dalla Bundesbank
“Un accordo presuppone una politica che lo gestisca e la politica non si fa con le tabelline. Ci fosse ancora un’Europa forte sì. Ma oggi ci sono solo i Paesi e uno solo al comando, la Germania. Anche la Bce, che pure, con Draghi, è l’unico potere forte europeo e ha fatto tanto, non è onnipotente. Ha uno statuto e la Bundesbank in consiglio…”.
Italia, Francia e Spagna dovrebbero battere i pugni sul tavolo
Di fronte a questa situazione i cosiddetti pugni sul tavolo “dovrebbero batterli insieme Francia, Italia e Spagna, ma non lo fanno perche’ ciascuno si illude di cavarsela da solo”. Quanto alla situazione dell’Italia, “in tre anni di austerità il rapporto fra debito e Pil è sempre aumentato. Vuol dire che è una politica sbagliata. Se sforassimo i parametri i tassi andrebbero alle stelle e saremmo daccapo”.

 

Italia fuori dal tunnel della recessione a fine 2013?

fine-recessione-tuttacronacaFitch, agenzia internazionale di valutazione del credito e rating, ha fatto sapere tramite una nota che l’Italia ha fatto “progressi sostanziali” sul fronte del consolidamento fiscale, ma “ma crescita potenziale resta debole, rispetto ai Paesi con lo stesso rating e al resto della zona euro”. E ancora: “L’Italia ha fatto passi avanti fondamentali sul fronte del risanamento dei conti” e “la recessione, iniziata in Italia nel terzo trimestre 2011, probabilmente finirà nella seconda metà del 2013, dopo una contrazione complessiva di oltre il 4%”. L’agenzia ha quindi confermato il rating dell’Italia a BBB+, mentre l’outlook resta negativo. Un problema che non può essere sottovalutato, tuttavia, è la situazione politica: “Una nuova ondata di instabilità politica in Italia, risultante in una paralisi delle politiche economiche e di bilancio, potrebbe portare ad un taglio del rating sovrano”. Nel frattempo Joerg Asmussen, membro del board della Bce, in una cerimonia alla Bocconi ha sottolineato l’importanza del Belpaese nell’attuale situazione europea: “L’Italia è troppo grande per essere salvata dall’esterno: deve invertire da sola la marcia. Il suo destino segnerà anche il destino dell’area dell’euro. In questo senso il futuro dell’area non si deciderà a Parigi o a Berlino, né a Francoforte o a Bruxelles. Si deciderà a Roma”. Ha poi aggiunto che “La svolta dipende da voi, ma non sarete lasciati soli” sottolineando come l’Italia vanti un “vivace spirito imprenditoriale”, una “creatività apprezzata a livello mondiale, la forza della sua società civile” e “ora forse l’evoluzione di un nuovo sistema politico sono risorse importanti”. Ha inoltre spiegato che il nostro Paese si trova “dinanzi a sfide di lungo periodo e la soluzione risiede in interventi strutturali. Basti guardare all’andamento del tasso di crescita in termini reali: 5% negli anni Cinquanta, 4% negli anni Sessanta, 3% negli anni Settanta, 2% negli anni Ottanta, 1% negli anni Novanta e 0% negli anni Duemila”. Tuttavia, si è dichiarato fiducioso del fatto che l’Italia ce la farà.

La Cina punta il dito contro Starbucks: prezzi troppo alti

starbucks-tuttacronacaLa stampa e la televisione cinese hanno denunciato la catena di caffè americana Starbucks. Secondo i media, infatti, l’azienda imporrebbe prezzi eccessivi per la popolazione. La tv di Stato ha diffuso la scorsa domenica un’inchiesta secondo la quale una tazza del loro famoso caffè può costare anche 27 yuan (3,22 euro): confrontando questo prezzo con quelli praticati da Starbucks a Londra, Chicago e Bombay l’ha conclusione è stata che quelli imposti in Cina sono nettamente superiori. Brutta grana per Schultz, la mente dietro la catena, che proprio in questi giorni, parlando dell’espansione, spiegava che: “La Cina ci sta regalando grandi emozioni. Sino a poco tempo fa i nostri clienti erano soprattutto turisti o americani che lavorano là, adesso sono gli abitanti del posto la fetta più grande. Vuol dire che li abbiamo conquistati”.

Non di solo caffè vive Starbucks

starbucks-tuttacronacaI newyorkesi ben lo sanno: entrare in un negozio della catena di caffè Sturbuck significa scegliere tra le tante proposte. Caffè, frappuccini, cioccolate, smoothies. Ma non solo, ora sono arrivati anche i thè e la rivoluzione non si ferma qui. A New York, nel negozio all’angolo tra Times Square e Bryant Park, il verde dei grembiuli ha lasciato il posto al rosa. E non è solo una questione di colori, ma anche di profumi. Perchè affacciarsi alla porta è ora una nuova esperienza: non più solo quei bicchieri giganti da degustare mentre si passeggia per strada, ma anche cornetti. Una colazione completa. Che è destinata a cedere il posto anche a pranzi e cene a base di sandwich, zuppe e verdure, all’insegna del mangiar sano. Perchè Starbucks prova, ancora, a reiventarsi e non limitarsi ad essere un fornitore di caffeina. Come spiega il proprietario della catena, Howard Schultz, in una recente intervista al New York Times: “Stiamo andando bene, i conti sono sani e le azioni continuano a salire. Ma in tempi di crisi chi si accontenta prenota la sua fine: questo è il momento di investire, di farsi venire nuove idee”. E’ dal 2011 che l’azienda si scatena sul mercato: 20 milioni di dollari per Evolution Fresh specializzata in succhi di frutta freschi, 620 per Teavana marchio di thé, 100 per La Boulange che sforna prodotti di pasticceria. E ora? “Non prevedo altreacquisizioni a breve, magari faremo accordi strategici”. Tra questi, uno con la Danone, per commercializzzare una specialità greca. Quello che stupisce di più, però, e che cambia maggiormente “il profumo che si respira” nei punti vendita, è comunque La Boulange, con i suoi croissant integrali, normali o al cioccolato. Ma tra trovare gli spazi adatti e formare i commessi non è stata una passeggiata. Spiega il fondatore, Pascal Rigo, rimasto in azienda e che ha gestito la trasformazione: “E’ stata dura, ma adesso siamo sulla buona strada. Gli automatismi sono quelli giusti e presto tutti i nostri negozi avranno la pasticceria”. Ma se Schultz vuole dedicarsi anche alla ristorazione ed è positivo, non tutti la vedono come lui. Come l’analista, Bonnie Herzog: “Sono operazioni che presentano dei rischi. Quando la Pepsi provò a lanciarsi nel mondo degli snack e dei cereali fu un disastro. Il pericolo principale è quello di perdere di vista il proprio core business trascinando nei guai tutta la società”. E un altro, John Moore, aggiunge: “La sfida del cibo è per loro cruciale, la combattono senza grande successo da 20 anni: la loro stessa sopravvivenza è legata al risultato di questa nuova avventura”. Schultz rilancia: “La Boulange è solo il primo passo, la nostra sarà una trasformazione radicale”. E non è difficile credergli.

Processo Mediaset: domani si ricalcola l’interdizione

berlusconi-interdizione-tuttacronacaCome annunciato da fonti legali il 9 settembre, domani la III sezione della Corte d’Appello di Milano  ricalcolerà l’interdizione dai pubblici uffici da comminare a Silvio Berlusconi, dopo che la Cassazione quest’estate aveva giudicato eccessivi i 5 anni precedentemente stabiliti. La Suprema Corte aveva indicato un periodo da uno a tre anni e, salvo sorprese, una decisione si avrà verso l’ora di pranzo o al massimo nel pomeriggio. Solo allora si saprà per quanto tempo al leader di Forza Italia sarà proibito candidarsi a qualunque carica pubblica, dal consigliere comunale in su. A dare il via all’udienza, una bree relazione concernente l’evasione fiscale per la quale è stato condannato. In seguito prenderà la parola Laura Bertolè Viale per la procura generale, che chiederà venga stabilita a tre anni la pena accessoria. Infine, la parola passerà agli avvocati Coppi e Ghedini. È presumibile l’illustrazione di una serie di eccezioni procedurali e la richiesta di contenere in un anno l’interdizione. Tutto questo però s’inserisce in un percorso già in atto, in quanto l’iter dell’esclusione dal Senato dell’ex premier è infatti già in corso, ai sensi della tanto discussa legge Severino, e si concluderà in novembre, quand’è previsto il voto dell’aula. Questo significa che l’interdizione che varrà calcolata domani non avrà effetti pratici, o almeno non saranno immediati, sempre che non si decida per l’esclusione dell’imputato anche dall’elettorato attivo. Qualora infatti l’Aula del Senato dovesse a sorpresa respingere la non convalida dell’elezione del Cavaliere, i tempi dell’applicazione dell’interdizione non sarebbero brevissimi. La sentenza sarà ricorribile e in caso di un nuovo passaggio in Cassazione l’applicazione dovrà passare da un voto della Giunta e, quindi, dell’emiciclo: si ripercorrerebbe quindi lo stesso iter vistosi per la decadenza. Come ricorda l’HuffingtonPost, tuttavia, politicamente l’orientamento dei giudici di Milano da un lato rafforzerà il fronte di chi in Parlamento tira dritto sull’esclusione del Cavaliere, dall’altro offrirà alla war room di Palazzo Grazioli il polso di quello che, anche dopo le notizie sull’apertura di un processo Ruby-ter, si prospetta come un anno caldo per le vicende processuali di Berlusconi.

L’Iva frena l’Italia e cala il gettito!

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L’Iva frena l’Italia e la ripresa. Bloccato il mercato economico italiano a causa della pressione fiscale che pesa su aziende e cittadini. Lo afferma il Ministero dell’Economia e delle Finanze che nei primi otto mesi del 2013 ha registrato un calo dell’Iva del 5,2% pari a -3.724 milioni di euro. Il dato, secondo il Ministero è un riflesso della riduzione del gettito della componente relativa “agli scambi interni (-2,0%) e del prelievo sulle importazioni (-22,1%) che risentono fortemente dell’andamento del ciclo economico sfavorevole”.

 

Spesso il male di vivere ho incontrato: la disoccupazione giovanile

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Il Rapporto 2012-203 sottolinea che questo ”è certamente l’anno peggiore della storia dell’economia italiana dal secondo dopoguerra”, ma è anche quello che può ”intercettare il punto di svolta del ciclo economico”. Diplomaticamente l’Istat prima parla di catastrofe economica e poi ci rassicura innescando la speranza di una svolta che possa dare nuova linfa all’Italia produttiva. Pur restando aggrappati alla speranza di un’inversione di rotta i dati restano  raccapriccianti.

Si è toccato quota 40,1% della disoccupazione giovanile, il che significa che quasi un giovane su due non ha lavoro. Il balzo di 0,4 punti percentuali su luglio e di 5,5 punti su base annua ci ha fatto superare la soglia psicologica del 40%.

In generale la disoccupazione ad agosto è salita al 12,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su luglio e di 1,5 punti rispetto allo scorso anno. I dati provvisori dell’Istat rivelano che siamo tornati al massimo già raggiunto a maggio, il livello più alto dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977.

Il numero di disoccupati ad agosto è tornato a crescere, dopo due mesi di stop, raggiungendo quota 3 milioni 127 mila, in aumento dell’1,4% rispetto al mese precedente (+42 mila) e del 14,5% su base annua (+395 mila).

Mentre il Cnel sottolinea come parte della disoccupazione generata nella crisi sia ormai da ritenersi strutturale. E prevede che per riportare il tasso di disoccupazione all’8% entro il 2020, il tasso di crescita del Pil dovrà superare il 2% all’anno. “Un target non eccezionale, ma oggi forse non alla portata del nostro sistema”. L’Italia negli anni di crisi ha perso circa 750.000 posti di lavoro ma, sostiene il Cnel, “se l’occupazione fosse diminuita quanto il Pil, le perdite sarebbero oggi pari a 1.870.000 occupati”.

“Ora raddrizziamo la nave Italia”, Mentana lancia l’amo e Saviano abbocca

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I media stanno raccontando istante per istante una di quelle imprese destinate a fare la storia del mondo. Le caratteristiche l’evento le ha tutte e non c’è da stupirsi che i più grandi media del mondo stiano puntando i loro obiettivi sull’Isola del Giglio e sulla tragedia della Concordia. Così Enrico Mentana dalla sua pagina Facebook, lancia un fatwa proprio sul grande evento che ogni sta catalizzando l’attenzione di milioni di spettatori:

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Lanciato l’amo a pochi minuti di distanza, per pura coincidenza (anche sfortunata), Saviano abbocca e scrive sul suo profilo Facebook:

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Insomma il siparietto è completo, ma sicuramente se Saviano è stato il primo, non sarà sicuramente l’ultimo a cadere nella rete…

Rotazione Concordia: il relitto si è staccato dal fondale

costa-concordia-stacco-tuttacronacaL’ingegnere Sergio Girotto, responsabile delle operazioni di raddrizzamento di Micopori, ha detto in conferenza stampa: “Quando abbiamo raggiunto le seimila tonnellate abbiamo visto il distacco dal fondo, lo abbiamo visto dalle telecamere, la forza di applicazione è nel range che ci aspettavamo”. Proseguono dunque i lavori, con il relitto della Concordia che si è staccato dal fondale marino dell’Isola del Giglio dove era incagliato da oltre un anno e mezzo.

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Concordia: le operazioni di parbuckling viste dalla rete

concordia-raddrizzamento-tuttacronacaSono partite in mattinata le operazioni per il raddrizzamento della Costa Concordia. Per la rotazione sono previste dalle 10 alle 12 ore e giornalisti di tutto il mondo hanno raggiunto l’Isola del Giglio per seguire la diretta. E non potevano mancare i commenti in Twitter al riguardo… Tra diretta, aggiornamenti, ironia e il ricordo di chi ha perso la vita in quella tragica notte, ecco un esempio di cosa si può leggere sul social:

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Costa Concordia, rotazione al via alle 9: diretta video

costa-concortdia-rotazione-tuttacronaca“Abbiamo completato tutte le verifiche e sono iniziate le operazioni di parbuckling”. E’ quanto hanno spiegato i tecnici della Titan-Micoperi alle 9 in punto quando ha preso il via l’operazione di rotazione della costa Concordia, con la quale si tenterà di raddrizzare la nave naufragata di fronte all’Isola del Giglio il 13 gennaio del 2012. Nel frattempo Andrea Orlando, ministro dell’Ambiente, a margine di un convegno sulla Green Economy ha spiegato che “Credo che ci siano tutte le condizioni perché” ci sia una richiesta di danni per il disastro della Costa Concordia. Il ministro ha anche precisato che “l’impatto ambientale lo vedremo quando il relitto sarà rimosso. Il ministero farà tutti i passi necessari perché questa quantificazione sia completa e integri un’analisi di ciò che è avvenuto nei fondali”.

Le operazioni sono iniziate in ritardo, rispetto la tabella di marcia, a causa delle condizioni meteo, come hanno spiegato sia i tecnici che il commissario per l’emergenza, Franco Gabrielli. Il responsabile del progetto per la rimozione della Costa Concordia della Micoperi, Sergio Girotto, attorno alle ore 10.00 ha spiegato che “E’ tutto regolare”, sottolineando che si stavano effettuando “i collegamenti tra la control room e il relitto”.

E’ Giglio News che propone la diretta delle operazioni, grazie a una telecamera puntata sul relitto:

Tre trombe d’aria al largo del Giglio. Recupero Concordia a rischio?

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A poche ore dai lavori per la rimozione della Costa Concordia, tre distinte trombe d’aria sono state avvistate al largo dell’Isola del Giglio e gli addetti si sono detti preoccupati da questa perturbazione che potrebbe far rinviare la rotazione della nave da crociera che sta attendendo tutto il mondo. La Protezione Civile intanto ha ribadito, che salvo imprevisti dell’ultima ora, resta confermata l’operazione di parbuckling per domani.

In 3 anni persi quasi 1 milione di posti di lavoro per gli under 35

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La ripresa ci sarà, il lavoro è ancora un’incognita, ma la disoccupazione è una certezza. Si sono persi in tre anni quasi 1 milione di posti di lavoro in Italia per gli under 35. I dati come sempre non lasciano molto spazio al dibattito: dal 2010 al 2013 si è passati da 6,3 a 5,3 milioni di occupati nella fascia d’età  25 e i 34 anni.

L’imbuto davanti al quale si è trovata la generazione dei ”giovani adulti” è dovuto in parte alla stretta sull’accesso alla pensione (riforma Fornero) che ha tenuto al lavoro i più anziani (il tasso di occupazione nella fascia tra i 55 e i 64 anni è passato nel triennio considerato dal 36,6% al 42,1%), in parte alla crisi economica e al generale calo dell’occupazione nelle imprese private insieme al blocco del turn over nella pubblica amministrazione che di fatto ha ridotto al lumicino le assunzioni nel pubblico. Il tasso di occupazione è calato soprattutto tra i giovani uomini del Sud (dal 60,5% al 51% con quasi 10 punti) mentre per gli uomini del Nord il calo si è limitato a 5 punti (dall’86,6% all’81,4%).

“Inevitabile lo sversamento di liquami”, marea nera al Giglio?

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Franco Gabrielli ammette che ci sarà un “inevitabile sversamento di liquidi” nel tentativo di rimozione della Costa Concordia. Gli effetti “ci saranno in base a come avverrà l’operazione e ai suoi tempi. La modellistica ci dice come dovrebbe avvenire lo sversamento dei liquami e in che concentrazione”. Per ridurre al minimo i rischi, ha spiegato Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio per il monitoraggio della rimozione della Concordia, “sono stati predisposti interventi preventivi: il cantiere sarà circondato da una doppia distesa di panni assorbenti come prima tutela. In porto, poi, sono pronti a intervenire immediatamente dei mezzi per agire sugli sversamenti e ridurre al minimo i tempi di contaminazione”. Il rischio maggiore? “La tenuta delle strutture” che porteranno la nave in assetto verticale.

Di sicuro come aveva già sottolineato nei mesi scorsi il capo della Protezione Civile Gabrielli, l’operazione che partirà, condizioni meteo permettendo, lunedì alle ore 18, è “un’impresa mai tentata prima”.

“Non c’è un piano B”. L’unico piano accessorio riguarda “la gestione delle criticità. Il rischio che la nave possa aprirsi e spezzarsi è davvero remoto, però c’è il rischio che la nave possa non ruotare. Ma siamo al 76% del progetto e finora tutto è andato secondo i nostri piani”, ha precisato Gabrielli. La ricerca dei due corpi che non sono mai stati trovati – ha sottolineato il numero uno della Protezione – “è per noi prioritaria”, ma le operazioni di ricerca potranno iniziare “solo dopo che la nave sarà stabilizzata”.

Ma come è stata data la notizia all’estero? Per esempio l’AFP ha messo su Youtube un video che simula l’intervento:

Processo Mediaset: in aula il 19 ottobre per rideterminare l’interdizione

processo-mediaset-berlusconi-tuttacronacaFonti legali riportano che il 19 ottobre, alla III Corte d’Appello di Milano, si svolgerà l’udienza della vicenda Mediaset per la rideterminazione dell’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Lo scorso primo agosto, il rinvio per la pena accessoria di 5 anni era stato deciso dalla Cassazione, che aveva confermato invece la condanna a 4 anni. Alla Corte di Appello di Milano era stata invece impartita la disposizione di ricalcolare la pena accessoria della interdizione per 5 anni dai pubblici uffici che potrebbe diminuire da un massimo di tre anni fino a un minimo di 12 mesi.

La rimozione della Concordia… tra rischi e polemiche! Video shock.

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La data naturalmente ancora non è prevista, ma sarà decisa nelle prossime ore  durante un vertice. L’operazione però un nome ce l’ha “Parbuckling”. Il termine non è traducibile e deriva dal nome di un’imbracatura utilizzata per far rotolare oggetti cilindrici su un piano inclinato.  Una rotazione che presenta innumerevoli rischi e si sono accese quindi le polemiche sulle Grandi Navi. Quello che viene definito come il recupero più complesso mai tentata nella storia dei salvataggi della marina mercantile, sembra destinato a far restare con il fiato sul collo.

Quei 500 milioni di euro sembrano non garantire la sicurezza dell’ambiente e la salvaguardia dell’ecosistema. Prima di iniziare i lavori infatti vi era ottimismo, ora invece ai tavoli riservati, secondo molte indiscrezioni trapelate, ci sarebbero dubbi e perplessità. La prima naturalmente, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, il rischio di fessurazioni nel relitto a cui si sommerebbe quello della possibilità “che il falso fondale/piattaforma che dovrebbe sostenere per mesi la nave non regga l’impatto con lo scafo. Le colonne di sostegno , infatti, poggerebbero su un granito molto più friabile di quanto si stimasse prima di iniziare i lavori. Nella drammatica eventualità di cedimento del fondale il relitto della Concordia rischierebbe di scivolare oltre il crinale di roccia che lo ha fermato, scendendo a 70 metri di profondità. E lì rimanere. In gioco c’è la stabilità di un fragile ecosistema marino protetto e il futuro di un’isola e di un’intera comunità. Che il progetto riesca o meno, poi, rimangono sul tavolo le questioni legali. I fondi anticipati dal Comune, e che Costa non ha ancora completamente risarcito, e il riconoscimento economico dei danni causati. Una partita che si giocherà a suon di carte bollate e che rischia di durare anni”.

La storia infinita dell’Isola e della Concordia sembra non essere all’ultimo capitolo, intanto su internet spunta RT pubblica un video sui passeggeri appena tratti in salvo dalla nave. Il video amatoriale su Youtube fa tornare alla mente quella tragica notte all’Isola del Giglio.

Pil italiano ancora negativo, mentre l’Europa esce dalla recessione

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L’Europa a 17 è uscita “tecnicamente” dalla recessione con un Pil a +0,3% nel secondo trimestre dell’anno. Ma invece si confermano gli incubi italiani, il nostro Pil infatti risulta ancora negativo ed è pari a -0,2%. Inoltre il Prodotto interno Lordo italiano è tra i peggiori dell’Eurozona insieme a Olanda, Slovenia e Cipro. Dove è la ripresa, se l’Italia è ancora in recessione?

Stroncati i sogni di ripresa? Pil italiano a -1,8

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L’Italia è l’unico Paese del G7, cioè tra le sette nazioni più industrializzate, a far registrare un Pil negativo per l’anno in corso. Sono quindi stroncati i sogni di ripresa tanto annunciati da Enrico Letta? E’ vero che mancano pochi mesi alla fine del 2013, ma è pur vero che l’Ocse, ha confermato la  stima di una contrazione del Pil italiano dell’1,8%. L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in un aggiornamento di interim delle sue previsioni economiche, ha affermato che l’area euro come insieme non è più in recessione.  A livello mondiale, sempre secondo l’Ocse, soprattutto nelle “grandi economie emergenti, la crescita ha rallentato”, mentre “l’attività si sta espandendo a ritmi incoraggianti in Nord America, Giappone e Regno Unito, mentre l’area euro come insieme non è più in recessione”, afferma l’Ocse. Per gli Usa quest’anno è previsto un più 1,7 per cento del Pil, in Germania un più 0,7 per cento, in Francia un più 0,3 per cento e in Gb un più 1,5 per cento.

L’Ocse comunque avverte che il miglioramento della crescita nei paesi avanzati, per quanto gradito “non è ancora consolidato” mentre “permangono rischi rilevanti”. Bisogna continuare a sostenere la domanda, anche con politiche monetaria straordinarie, mentre le riforme strutturali volte a rimuovere gli impedimenti alla crescita e alla creazione di lavoro restano “vitali”, conclude l’ente parigino con un comunicato.

E’ quasi 40%! Record della disoccupazione giovanile in Italia

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Sale e sembra non esserci limite per la disoccupazione giovanile. L’Istat rileva che le persone in cerca di lavoro, nella fascia 15-24 anni, sono 635 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione giovanile, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 39,5%. In aumento rispetto al mese precedente di quasi mezzo punto percentuale (0,4%) e di 4,3 punti nel confronto tendenziale con l’anno scorso.

 

Ripresa? Aziende “in ferie” si trasferiscono all’estero. Scoppia il caso DOMETIC

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Ripresa? Sarà, ma per il momento assistiamo solo a fabbriche che approfittano del periodo di ferie per trasferire i macchinari e la produzione all’estero. Dopo il caso della Firem ora, lo stesso fenomeno, con le stesse modalità stava per avvenire alla Dometic di Forlì. Quante saranno ancora le aziende, che a insaputa dei loro lavoratori, cercano di lasciare il nostro paese in cerca di condizioni migliori e di meno tasse sul lavoro? Che ampiezza sta assumendo il fenomeno? La Cgil è furiosa: “Non è possibile che nella nostra Regione e nel nostro paese i lavoratori e le lavoratrici finiscano la loro giornata di lavoro, o inizino il loro periodo di ferie, con il rischio che la mattina dopo, o alla ripresa, non ci sia più la fabbrica. Questo è quanto è accaduto alla Firem e quanto stava accadendo alla Dometic di Forlì”,

Il sindacato emiliano non usa mezzi toni e torna a tuonare  a due giorni dal tentato blitz notturno di alcuni dirigenti della multinazionale svedese che hanno cercato di svuotare i magazzini nottetempo, ma sono stati interrotti da alcuni lavoratori (in ferie) che hanno chiamato le forze dell’ordine.

“Solo il presidio dei lavoratori ha impedito che il tentativo della Dometic andasse a buon fine”, sottolinea Antonio Mattioli, responsabile Politiche contrattuali Cgil Emilia-Romagna. “E’ indecente, inaccettabile, che il lavoro continui ad essere trattato in questo modo e che queste azioni possano restare impunite. Per qualcuno forse questo rappresenta il nuovo modello di sviluppo (scappo,guadagno, metto in ginocchio centinaia di famiglie e faccio quello che voglio senza assumermi nessuna responsabilità etica e sociale), ma il resto del territorio, del paese, non può stare alla finestra a guardare: dalle associazioni d’impresa alle istituzioni”.

“La Dometic”, è l’appello della Cgil, “deve restare a produrre a Forlì, garantire i livelli occupazionali, spiegare al territorio le ragioni di questo atto irresponsabile. Quanto sta accadendo mette a rischio, soprattutto in questa situazione di crisi, la tenuta sociale, alimentando una tensione i cui effetti sono imprevedibili. Per queste ragioni vanno isolati, da tutta la rappresentanza sociale e istituzionale, questi soggetti e vanno immediatamente prese iniziative atte ad impedire il saccheggio del nostro territorio”.

Anche il pd alza la voce “Quanto avvenuto allo stabilimento della Dometic di Forlì, nella notte tra venerdì e sabato, così come denunciato dalle organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uil, è di inaudita gravità”. Questo il pensiero di Thomas Casadei, consigliere regionale del Pd e capogruppo in commissione lavoro, cultura, formazione. “Si tratta infatti di un gesto che non ha precedenti e che aggrava  una situazione già estremamente critica, dopo che in sede di interlocuzione tra azienda e lavoratori, si era convenuto di non procedere ad atti unilaterali fino all’incontro fissato per il 5 settembre. Il fatto che i dirigenti della multinazionale svedese si siano presentati nel cuore della notte nello stabilimento chiuso per ferie – prosegue il comunicato dell’esponente politico romagnolo – evidenzia un comportamento aziendale di totale mancanza di rispetto delle regole più elementari”.

A giudizio di Casadei, “questo comportamento, che si aggiunge alla decisione unilaterale di trasferire la produzione in Cina, non può che essere stigmatizzata, anche perché si è appreso che è la seconda volta che ciò accade mentre ufficialmente l’azienda è chiusa per ferie. Perciò benissimo hanno fatto i sindacati a non far passare sotto silenzio questi comportamenti scorretti e a richiedere nuovamente un tavolo di confronto in sede istituzionale”. In un simile contesto, chiosa l’esponente del Pd, “sarebbe auspicabile che si levasse qualche presa di posizione anche da parte dei rappresentanti del mondo imprenditoriale, in particolare di ‘Una sola voce per l’economià che in maniera abbastanza sorprendente interviene quasi quotidianamente su questioni prettamente politico-istituzionali e resta in silenzio su ambiti e problematiche che attengono, nello specifico, il settore economico”.

Ma le istituzioni sono in bilico, bloccate dalla sentenza Mediaset, loro forse per primi a rischio di “trasferimento” ad altra mansione!

Disoccupazione alle stelle e lavoro part-time: dove è la ripresa?

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Lavoratori sottoccupati, è boom per i part-time. Negli ultimi cinque anni il loro numero è cresciuto in maniera esponenziale, fino ai 605mila segnalati dall’Istat nel 2012. Nel giro degli ultimi dodici mesi l’aumento di chi lavora a tempo parziale è stato pari a 154mila (+34,1%), mentre rispetto al 2007 siamo a più 241mila (+66,1%). Tra i sottoccupati part-time quelli qualificati “a carattere involontario” sono nove su dieci.

Inoltre oggi è uscito anche l’analisi del centro studi della Confederazione dell’artigianato, entro dicembre 2013 gli italiani che non hanno lavoro potrebbero arrivare a 3 milioni e mezzo. Nei primi sei mesi dell’anno 548 milioni di ore di cassa integrazione.

Ripresa sì, ripresa no! Il mito della ripresa economica.

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Ferragosto di lavoro. Le aziende fiutano la un aumento di ordini e commesse e annullano le ferie dei dipendenti. Succede alla  Electrolux nel Trevgiano dove si lavorerà anche il 16 e il 17. Buone notizie anche dalla RichardGinori, a lungo sul baratro: riaccesi i due forni, riprenderà l’attività produttiva. L’Ima di Bologna, la Brembo nei freni, la Tesmec nei macchinari: ecco alcune aziende che hanno allestito un piano per “fronteggiare” l’inaspettato aumento delle commesse. Positivi sono, d’altra parte, anche alcuni dati economici, come l’export che a giugno è salito a 3,6 miliardi (+2,8). Anche nel settore agroalimentare le buone notizie non mancano: le esportazioni sono aumentate del 7% da gennaio con un saldo positivo di 8 miliardi di euro. Segnali positivi sono anche gli annunci di aperture di nuove fabbriche o sede, come la giapponese Toshiba nel Savonese oppure la multinazionale Ikea con un nuovo punto vendita a Pisa. Ripresa? Dati positivi che non vanno sottovalutati, ma poi bisogna anche vedere l’altro lato della medaglia e qui le buone notizie tardano ad arrivare. La disoccupazione, soprattutto giovanile, ma non solo è alle stelle.  Il settore automobilistico è in crisi e di conseguenza l’indotto ne risente fortemente, l’artigianato sta scomparendo dopo una lunga agonia e l’edilizia, nonostante gli sgravi fiscali, è ferma. Non parliamo poi del mercato immobiliare depresso, del mondo della cultura che boccheggia, tra la tax credit per il cinema che promette solo una boccata di ossigeno in un panorama desertico, intanto le sale cinematografiche chiudono, i teatri sono già con le serrande abbassate e i musei costretti a tenere capolavori nei magazzini. Se poi si parla di abbigliamento i dati sono in continua discesa, troppa la concorrenza dei prodotti asiatici, solo l’alta moda, tra le esportazioni e il suo mercato di nicchia riesce a incrementare gli utili in questo periodo di crisi. Dove è dunque la ripresa? Sicuramente nelle teste dei politici, ma questo avveniva già con il Governo Prodi (Per ritrovare la fiducia dopo lo scivolone sull’Afghanistan  il 3 marzo 2007, legge un discorso cruciale nel quale gioca la carta della ripresa per trovare sui banchi del centrodestra il puntello venuto a mancare a sinistra: “I dati dell’Istat sono assolutamente confortanti. Il Pil all’1,9 per cento dimostra che c’è una crescita bilanciata che coinvolge tutto il paese. Non siamo ancora al grande slancio, ma possiamo favorirlo”) , poi con quello Berlusconi ( era il 4 giugno e Silvio Berlusconi, da Napoli, affermava solennemente che “i dati che emergono da alcune indagini, non estese a tutto il territorio nazionale, registrano che la ripresa è già cominciata”),  ancora Monti parlava di ripresa (era l’ottobre 2012 e davanti alla platea degli imprenditori della Coldiretti il premier affermava: “Alla ripresa mancano pochi mesi”  e naturalmente Letta cosa fa? Parla di ripresa! 

 

Disequilibrio Letta: rassicura sul governo, annuncia autunno caldo e ripresa anemica

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Letta non ha dubbi sulla ripresa, ma non nasconde neppure i suoi timori e progetta già un piano per battere un ripresa “anemica”. Un discorso tra disequilibri che potrebbero generare un autunno caldo, quindi con la paura di tensioni sociali, e prospettive davvero ostiche per il lavoro.

“Sappiamo benissimo che questa ripresa rischia di essere una ripresa di crescita senza lavoro. Questo è il grosso rischio che c’è, ma noi vogliamo lavorare perché non sia anemica. E’ necessario legare la crescita al lavoro”.

“Io e il ministro Saccomanni abbiamo accompagnato fin dall’inizio il ruolo della Cassa, lo sviluppo e preparazione del piano. La ripresa va colta, i segnali ci sono ma sappiamo tutte le difficoltà sociali che ci sono in tutte le forme preoccupanti. Sappiamo benissimo che questa ripresa rischia di essere una ripresa di crescita senza lavoro. Noi vogliamo lavorare perché ci sia ma non sia anemica come spesso è avvenuto in Italia negli ultimi 20 anni”, spiega Letta.

“Abbiamo ritenuto utile che anche da noi riproponessimo questo approccio sviluppista. Quindi presentiamo oggi il piano industriale della Cassa Depositi e prestiti congiuntamente, pur consapevoli della separazione dei ruoli”. Così il presidente del Consiglio presentando il piano industriale della Cassa depositi e prestiti. “Il nuovo clima che si respira in Europa a partire dall’ultimo Consiglio Europeo ha portato un forte focus nuovo attorno alle missioni finanziare con missioni pubbliche – afferma Letta – Al consiglio europeo ha partecipato il presidente della Banca Europea di investimenti e ha marcato il ruolo delle principali Casse di deposito e prestito”.

“I segnali di crescita e ripresa ci sono” ma c’è anche “il clima sociale molto faticoso e pieno di difficoltà: è questo il rischio più grande per l’autunno”.

“Spero che la politica italiana – ha detto il Premier – non si dimentichi l’importanza dei tassi di interesse e dello spread. Ho avuto l’impressione che se ne è parlato tanto nel 2011, poi come spesso avviene in Italia c’è stata una indigestione e non se ne parla più”.

La fiducia tornata sui mercati, dimostrata dallo spread “ai minimi”, è “figlia della stabilità”. Letta ha sottolineato che “questa fiducia ci deve spingere a non fermarci ma a spingere” perché continui.

“Voglio attirare l’attenzione sulla parola, per altro non nuova, che torna e vogliamo rilanciare: la parola Mezzogiorno. Vogliamo togliere l’idea che l’Italia abbia perso la speranza che il Mezzogiorno possa crescere e ripartire”. “Ieri in Cdm, il ministro della coesione territoriale ha presentato le linee del piano per l’utilizzo dei fondi strutturale di coesione del 2014-2020. Sarà una grandissima opportunità”, conclude.

La Cassa depositi e presiti avrà un ruolo per il piano di privatizzazioni ”che il governo intende presentare in autunno ”. Si’ – ha risposto – è evidente che Cdp avrà un ruolo ”.

“Derubricherei queste polemiche a questioni di merito importanti che troveranno un loro punto di sintesi alla fine di questo mese di agosto, quando dobbiamo per forza presentare le soluzioni rispetto ai problemi in scadenza tra cui anche quello sulla tassazione della prima casa”.

“Sapete che siamo abituati a navigare su una nave che naviga sempre tra tempeste, onde e marosi. La nave si sta dimostrando più solida di quel che pensano i nostri detrattori”.

DECLASSATA L’ITALIA:BBB. Standard&Poor’s non crede alla ripresa!

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Quella ripresa annunciata per la fine dell’anno all’estero non la vedono. Così Standard&Poor’s declassa l’Italia da “BBB+” a “BBB”. Secondo la nota agenzia di rating l’economia italiana si contrarrà quest’anno dell’1,9%  e ciò sarebbe dovuto a un “ulteriore peggioramento delle prospettive economiche” che porterebbe il debito italiano al 129% entro la fine del 2013.

Ma quali sono stati i fattori che hanno causato un downgrade all’Italia? Essenzialmente sono 2:

  • l’ulteriore indebolimento dell’economia
  • la mancata trasmissione sull’economia reale della politica monetaria espansiva della Bce con i tassi dei prestiti alle imprese che rimangono ben sopra i livelli pre-crisi.

S&P afferma:  “Nel 2013 gli obiettivi di bilancio in Italia sono potenzialmente a rischio per il differente approccio nella coalizione di governo” per coprire un disavanzo “frutto della sospensione dell’Imu e del possibile ritardo del pianificato aumento dell’Iva”.

Quindi sarebbe la rimodulazione dell’Imu e il mancato aumento dell’Iva a preoccupare l’agenzia di rating.

Il taglio del rating riflette motivazioni retrospettive e non tiene conto delle azioni intraprese dal governo per la ripresa. E’ questo il commento che una fonte del Tesoro riferisce a Reuters. “Complessivamente le motivazioni non sono condivisibili. Viene messo l’accento sulla bassa crescita e sulla competitività, ma non si tiene conto delle azioni intraprese”, ha commentato la fonte. Secondo la fonte del Tesoro infine si tratta di motivazioni che “riflettono più una valutazione retrospettiva piuttosto che prospettica”.
Perchè ogni volta che l’Italia prova, anche se con fatica, a compiere un inversione di marcia le agenzie di rating devono penalizzare il nostro Paese? Perché in piena crisi economica americana sono state riconfermate le tre A anche senza che ci fossero tutti i presupposti per la ripresa economica? Perché sembra sempre che vengano usati due pesi e due misure? Chi sta “giocando” sull’Italia? In questo momento forse si vuole dare un esempio all’Europa attraverso il declassamento del nostro Paese?

E’ giusto concedere il processo a porte chiuse a Schettino?

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”Ho espresso per iscritto al tribunale di Grosseto manifestazione di mancato consenso di qualsiasi ripresa televisiva del dibattimento al fine di evitare qualsiasi forma di spettacolarizzazione del processo e, soprattutto, per il rispetto delle parti coinvolte”. Lo dice il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, a proposito delle regole fissate dal tribunale per le riprese audio-tv nel processo al via il 9 luglio dove e’ unico imputato per il naufragio del 13 gennaio 2012.

Legalmente non ci sono dubbi che un processo possa essere celebrato a porte chiuse se l’imputato ne fa richiesta, ma eticamente il dubbio si solleva nel caso della Costa Concordia. Perché non rendere pubblico un dibattimento così controverso in cui si cerca ancora, a distanza di più di un anno, una verità che possa spiegare una tragedia di una nave che si incaglia a circa 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio e ci sono 30 vittime.

 

Confindustria: “toccato il fondo”… ora la risalita?

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Il Centro studi di Confindustria non ha dubbi che al sesto anno consecutivo di recessione si sia ormai toccato il fondo. I dubbi sono tutti sulla ripresa. La stessa confindustria dice che ci sono “nell’economia italiana qua e là segni di fine caduta e, più aleatorie, indicazioni di svolta”, ma non si può certo gioire perché si tratta di “un mazzo misto di evidenze sparse” che “lascia solo intravedere l’avvio della risalita” e “non costituisce solide fondamenta per prevederla”.

 

Berlusconi nemico dell’euro e dell’Europa? “Niente di più falso”

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Dopo le dichiarazioni di ieri, che non sono piaciute al premier Letta e hanno innescato la polemica, Berlusconi scrive oggi una nota in cui spiega:  “Si sta cercando di farmi apparire come un nemico dell’euro e dell’Europa. Niente di più falso”, aggiungendo: “Quanto ho detto ieri va a difesa dell’Europa e non contro”. Il leader del Pdl ribadisce quindi: “In questo senso, il mio appello deve essere inteso come un incitamento e un incoraggiamento all’attività di quel governo che stiamo sostenendo con assoluta lealtà”. Sottolinea anche: “Vorrei che chi mi critica leggesse quanto scrive stamani su Le Monde l’economista liberal e premio nobel Paul Krugman: ‘Finché i dirigenti politici non avranno da offrire ai cittadini altro che sacrifici e disoccupazione – cita il virgolettato – i discorsi saranno vana emissione di fiato'”. E ancora: “Quando sento Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco, allarmarsi per i pericoli di una politica monetaria troppo espansionista della Banca centrale europea, mi dico ‘Oh, mio Dio!’, perché la Bce è la sola istituzione che resta all’Europa per nutrire e sostenere la crescita. E’ questo spirito che può distruggere l’Europa’”. Il Cavaliere ribadisce quindi: “Quanto ho detto ieri coincide in tutto e per tutto con quel che Krugman e altri grandi economisti vanno sostenendo da tempo, a difesa e certamente non contro l’Europa, affinché l’Unione Europea si spinga finalmente sulla strada del rilancio produttivo e della creazione di nuovi posti di lavoro. In questo senso, il mio appello deve essere inteso come un incoraggiamento al governo Letta”.
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Nel frattempo, il presidente di “Giovani Forza Insieme” Alessandro Bertoldi, il presidente di “Forza Insieme” Simone Furlan, Alessio Zanon e l’imprenditore Diego Volpe Pasini si sono riuniti a Roma per presentare l’iniziativa “L’Esercito di Silvio”, un movimento politico che “intende difendere Berlusconi in nome dei valori di Forza Italia”. La ‘Valanga Azzurra’ ha intenzione, per iniziare, di presentare un’istanza alla commissione dell’Unione Europea per “chiarire” che il leader Pdl “ha subito solo processi indiziari, senza che mai sia stata trovata una pistola fumante”. Da questo, la richiesta di intervenire per escludere almeno la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici che impedirebbe al leader del Pdl di continuare a fare politica, “privando 9 milioni di elettori del loro punto di riferimento politico”. 

Ecco il video della Costa Concordia girato dai droni.

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Ecco il video girato con l’utilizzo di due droni che sono andati a verificare lo stato della Costa Concordia. La visuale del relitto da queste posizioni non era mai stata mostrata in quanto è di difficile accesso e solo mediante i droni si è riuscito a catturare queste immagini. Il filmato è relativo al mese di dicembre 2012, quindi, con ogni probabilità, ora, a 6 mesi di distanza, lo stato del relitto si è modificato.

Si rimanda la ripresa in Italia… aspettate il 2014!

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Aspettare! Ma c’è chi non può proprio più aspettare. C’è chi si suicida per i debiti c’è chi sceglie di andare all’estero. C’è chi semplicemente non ce la fa a vivere e si trova degli espedienti. C’è la criminalità in aumento, c’è l’occupazione in caduta libera, ma il governo, non può che correggere al ribasso le stime sulla crescita per quest’anno. Secondo quanto annunciato dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, nel 2013 il Pil scenderà dell’1,3% (la previsione del Documento di economia e finanza prevedeva una flessione dello 0,2%). La situazione migliorerà nel 2014 con un aumento dell’1,3%, in lieve miglioramento rispetto al +1,1% della precedente stima. Nel 2014 infine il rapporto deficit/Pil si fermerà all’1,7%.

Evviva! E’ tornata la fiducia Internazionale verso l’Italia… E la ripresa?

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