L’oblio sulle tombe dei vip, al Verano tra degrado e abbandono

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Anche i grandi del nostro Paese sono lasciati in balia del degrado e dell’abbandono che avanza e s’impossessa anche delle tombe di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Rino Gaetano, Ferruccio Amendola, Trilussa e centinaia di personaggi che sono stati più o meno famosi.

L’oblio è narrato da Alessandro Di Liegro sul Messaggero:

Vittorio Gassman, ad esempio, riposa accanto al Quadriportico, ricordato da una lastra di marmo a forma di libricino che riporta la sua foto. Il nome di un altro attore, Ferruccio Amendola, compare, oltre che sul depliant illustrativo del cimitero (“Una passeggiata fra i ricordi – Le storie del cinema e dello spettacolo”), sulla lapide di famiglia, nascosto da un mazzetto scarno di fiori. Disadorna è anche la tomba della famiglia Rossellini, che Roberto visitava quotidianamente per il dolore di aver perso il figlio Romano. Pare ci passasse così tanto tempo da far montare un telefono nei pressi, per rimanere in contatto con gli studi cinematografici. L’apparecchio non c’è più, e nell’incavo del tubo, oltre agli aghi di pino, ci sono tappi di bottiglia e bicchieri accartocciati.

La tomba del cantante Salvatore “Rino” Gaetano si individua facilmente grazie alle migliaia di scritte che campeggiano intorno alla foto, andando a invadere anche gli spazi consecutivi. Così come è presa d’assedio dai fan, così è presa d’assalto da vandali, l’ultimo dei quali lo scorso luglio ha divelto il marmo rubando una raffigurazione di un ukulele in afyon. (…)

Gli appassionati turisti cimiteriali passeggiano costantemente lungo i viali, talvolta evitando le auto che sfrecciano con altrettanta costanza. Quantificare mediamente il numero di visitatori è difficile, soprattutto in periodi lontano dal primo di novembre. Aurore e Marie Hélène sono due ragazze francesi appassionate di cimiteri: «Siamo qui per curiosità – dice Aurore – è molto bella la parte d’architettura novecentesca». Cercano le tombe di Rossellini e di Mastroianni, leggono con difficoltà la mappa, stampata sui pieghevoli, che i servizi cimiteriali danno a disposizione degli ospiti. Un piccolo gruppetto di persone sono ferme a chiacchierare di fronte alla tomba di Alberto Sordi. «Il nostro è un omaggio» afferma Marianna, che viene dal Tufello. La cappella del “Marchese” è fra le più visitate, giorno dopo giorno. Non è così per altri protagonisti della storia e della cultura italiana. «Purtroppo a volte – dicono dalla dirigenza dell’Ama – siamo costretti a richiamare gli eredi affinché mantengano decorose le sepolture dei loro cari. È stato così per Paolo Stoppa, la cui tomba era in condizioni davvero inadeguate».

Ma non dovrebbe forse essere il Comune a conservare memoria dei grandi della propria città?

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Quella morte strana di Rino Gaetano e spunta la pista dell’omicidio

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Quell’incidente di Rino Gaetano solleva di nuovo un polverone. Domani avrebbe compiuto 63 anni e proprio alla vigilia della morte arriva il nuovo libro “Rino Gaetano. Assassinio di un cantautore”, dove l’avvocato Bruno Mautone, sostiene che Gaetano sia stato vittima di un omicidio.

A sostegno della sua ipotesi Mautone, tra l’altro, sostiene: «Ben cinque ospedali romani interpretarono non sufficientemente la gravità delle ferite riportate da Gaetano nonostante un gravissimo trauma cranico, il cantautore è stato praticamente lasciato morire. Tutto questo proprio il 2 giugno, festa della Repubblica. Un caso? Provate a leggere attentamente i testi delle canzoni di Rino Gaetano, e capirete che la sua morte, alla fine, non è stata una tragica fatalità».
Secondo l’autore la tesi sarebbe stata preconizzata in qualche modo dallo stesso Rino Gaetano che, in un’occasione, disse: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale. E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta».
Il riferimento era alla morte di Wilma Montesi, ritrovata cadavere su quella spiaggia nel 1953. Decesso poi archiviato come suicidio, dopo che per anni, le indagini fecero tremare anche alcuni politici.

Atti vandalici e furto al cimitero di Roma dove riposa Rino Gaetano

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I fan di tutte le età conoscono a memoria la locazione della tomba del cantautore  al cimitero monumentale di Roma. «Riquadro 119, piano terra, cappella quinta, loculo 10». Ma oltre agli ammiratori che ogni giorno vanno in pellegrinaggio al loculo, sabato mattina c’è stato anche chi invece ha compiuto veri e propri atti vandalici nonché il furto della chitarra di marmo che era d’ornamento alla lapide. Era stata la sorella del cantautore ha farla realizzare in afyon, una pietra di luminosità particolare. Tra gli oggetti rubati anche un quaderno  dovei fan del cantautore potevano lasciare una frase o un pensiero dedicato all’artista.

 Sembra proprio che il furto sia avvenuto sabato mattina, anche perché sono veramente molto i visitatori che quotidianamente portano un fiore o lanciano uno sguardo alla tomba e sembra strano che nessuno abbia notato che la chitarra di marmo era stata divelta e rubata. L’ipotesi più accreditata è che qualche ladro abbia preso il cimelio per poi venderlo a qualche collezionista senza scrupoli.

«Questa mattina presenteremo la denuncia – dice l’avvocato Leopoldo Lombardi che rappresenta la famiglia Gaetano – Io non credo all’ipotesi dell’ammiratore feticista. Non mi meraviglierei se quell’oggetto finisse in vendita on-line o, peggio ancora, fosse usato per un’estorsione alla sorella di Rino. Si tratta di un reato grave, perché oltre al furto con destrezza scatta anche l’articolo 408 del codice penale in materia di vilipendio di tomba che prevede una pena da sei mesi a tre anni».

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