Tiziana Pittau, M5S, è la parlamentare che ha seduto in Senato per appena due mesi dovendo sostituire Giovanna Mangili che per ben due volte aveva rassegnato le sue dimissioni che regolarmente sono state respinte. Così la Pittau ha dovuto restituire il posto alla Mangili, ma ora rivendica l’indennità: «Ho lasciato la mia attività, un’agenzia turistica online, affidandola a un’altra persona – racconta la 45enne sarda trapiantata a Varese – perché la nostra filosofia è chiara: impegno politico a tempo pieno». E infatti Tiziana dedica anima e corpo all’attività parlamentare: le riunioni del gruppo a Roma, le votazioni, la mailing list. «Ero inglobata in tutto e per tutto nel gruppo e nelle decisioni». Poi la doccia fredda delle dimissioni rifiutate e il ritorno alla vita quotidiana… che cosa chiede ora la non-senatrice? «Che mi venga restituita la dignità di normale cittadina», questo è uno dei punti della Pittau, ma poi arriva il secondo «l’indennità da parlamentare e il rimborso delle spese sostenute»
Chi le ha levato la dignità di normale cittadina? La politica è indennità o rimborso delle spese sostenute? Quanto potrebbe costare ai cittadini la sostituzione di due mesi di un parlamentare?