La miglior difesa è l’attacco e così Berlusconi non si tira indietro e dopo la guerra dei 20 anni che si è conclusa con una sconfitta, torna a indire una nuova battaglia. «Fango» gettato «su di me e sulla mia famiglia», questa «non non si può chiamare giustizia». L’ex premier non accetta la sentenza della Cassazione e rilancia «Sentenza basata sul nulla per eliminarmi». Ora la nuova parola d’ordine è “riforma della giustizia”. Berlusconi spiega che farla è «un dovere» a cui non ci si può sottrarre e per questo «siamo pronti a nuove elezioni». Un messaggio chiaro, ribadito poco dopo da Alfano: «Per difenderci siamo pronti a presentare le dimissioni dal governo». E’ crisi?
BEPPE GRILLO: chiusura completa per Beppe Grillo a qualsiasi ipotesi di riforma della Giustizia fatta con il Pdl. “Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente”, scrive infatti il leader del Movimento 5 Stelle sul suo blog. “Il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori. La Costituzione non si tocca. Messaggio inviato. Quirinale. Messaggio inviato”. “Le coincidenze non esistono e questa fretta di riformare la Giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta. Letta Nipote la vuole. Servirebbe a tirare a campare. Capitan Findus Letta ama Berlusconi, grazie a lui è diventato presidente del Consiglio, senza diventerebbe come la descrizione che Bossi diede di Miglio ‘una scoreggia nello spazio’, ha persino invitato a votarlo al posto del M5S alle elezioni politiche ‘Meglio il Pdl piuttosto che il M5S'”, scrive Grillo nel suo post, intitolato ‘Il Fantino della Repubblica’ corredato da fotomontaggio di un Berlusconi sorridente che sprona da una biga un cavallo da corsa con il volto del premier Enrico Letta. “Deve tenere il pallino del governo delle larghe intese voluto da Napolitano. Difficile ritornare nel retrobottega a giocare a Subbuteo invece di fare annunci quotidiani, puntualmente disattesi, con tweet ripresi in modo entusiasta da tutti i giornalai nostrani. I famosi Lecca Letta”, è la stilettata di Grillo, secondo il quale “la condanna per frode fiscale per Mediaset ha una conseguenza. La revoca delle concessioni delle frequenze televisive nazionali che non possono essere assegnate a un pregiudicato. Per le sue comparsate a reti unificate gli resteranno sempre le reti Rai a guida pdmenoellina”. “C’è però un’altra revoca quella di Cavaliere della Repubblica, un titolo impensabile per un condannato. Potrebbe essere sostituito da Fantino della Repubblica, più appropriato”, continua il leader di M5S precisando come “accanirsi contro Berlusconi sia però ingeneroso. In 20 anni non ha fatto tutto da solo”. Per questo, è la sua conclusione, “questo governo e questo parlamento non sono legittimati a modificare le regole del gioco. La Costituzione non può in alcun modo essere modificata da un partito di nominati guidati da un pregiudicato”.