“Non gettate i rifiuti”: gli abitanti di Castellammare e la spazzatura a casa

rifiuti-tuttacronacaNel Napoletano, a Castellammare di Stabia, il sindaco Nicola Cuomo ha dato un ordine peretorio ai suoi cittadini: “Tenetevi i rifiuti in casa per una settimana”. La direttiva è arrivata in seguito alla dichiarazione di fallimento e messa in liquidazione della società ‘Multiservizi’ che gestiva il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti nella località campana. Spiega il Corriere della Sera:

Da ieri, e fino alla mezzanotte di lunedì della prossima settimana, il sindaco e la giunta si sono impegnati a espletare una gara di conferimento dell’incarico a un’altra impresa, ma nel frattempo non c’è a Castellammare nessun operatore per la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade. Finché il servizio non sarà ripristinato, la città intera dovrà trattenere nei luoghi di lavoro, nelle abitazioni e nelle scuole tutti i rifiuti: dall’umido, al secco, all’indifferenziato. A causa del rischio igienico, non è esclusa la chiusura delle scuole e l’impossibilità di lavorare per alberghi e ristoratori”.

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Alleato del patron di Malagrotta, indagato Marrazzo!

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Piero Marrazzo e quei guai che sembra non finire più per l’ex governatore della regione Lazio. Stavolta non si tratta di uno scandalo ma di un’indagine intorno a un’autorizzazione rilasciata senza il potere di farlo. Si configura quindi l’accusa di  abuso d’ufficio e falso. La vicenda ruota intorno al termovalorizzatore di Abano, uno dei rami dell’inchiesta sui rifiuti che ha portato agli arresti domiciliari il re di Malagrotta, Manlio Cerroni, detto “il Supremo”. Nell’indagine altre sei persone.  “Era sottinteso che vi era un’unità d’intenti” tra Marrazzo e Cerroni, ha scritto il gip Massimo Battistini nell’ordinanza che ha messo agli arresti la cricca rifiuti.

Secondo l’Huffington Post che riporta la ricostruzione dei magistrati, nonostante i poteri da commissario per l’emergenza rifiuti fossero cessati il 30 giugno 2008, Marrazzo firmò un’ordinanza il 22 ottobre dello stesso anno che autorizzava la costruzione di un termovalorizzatore ad Albano Laziale. Il progetto – ricorda il Corriere della Sera – lo aveva presentato il Coema (consorzio composto da Acea, Ama e Pontina Ambiente, azienda di Cerroni). Secondo la procura, però, il documento è “illegittimo” e la decisione sarebbe stata presa con il solo obiettivo di far arrivare gli incentivi pubblici “Cip 6” al Coema.

Secondo giudice e procura, Marrazzo “non poteva non essere a conoscenza del fatto che i suoi poteri di commissario erano cessati da mesi” quando ha dato il via libera al progetto. Ci sarebbero poi alcune conversazioni di Marrazzo “da cui si evince – fa notare il magistrato – la sua partecipazione al progetto della Via (Valutazione di Impatto Ambientale)” negata su Albano dall’allora assessore regionale all’Ambiente, Filiberto Zaratti (Verdi) a fine marzo 2008.

Quelle intercettazioni, sostiene il gip, “sgombrano il campo dall’ipotesi che egli sia o possa essere stato indotto in errore dai suoi funzionari”.

Rifiuti: 7 arresti a Roma per associazione a delinquere

discarica-malagrottatutta-cronacaI carabinieri del Noe di Roma hanno arrestato sette persone, tra cui anche il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Per tutte e sette sono stati disposti gli arresti domiciliari. Proprio in questi giorni il Campidoglio sta provando a cambiare rotta sulla gestione dei rifiuti e ieri Estella Marino, assessore all’Ambiente, ha incontrato i rappresentanti dei sindacati confederali e di categoria per illustrare le linee programmatiche per imprimere un nuovo corso al ciclo dei rifiuti della Capitale. Come sottolinea l’Huffington Post, i punti focali sono la chiusura di Malagrotta, la gestione dell’avvio della raccolta differenziata nei primi cinque Municipi e il lavoro di impostazione per quelli che partiranno nel corso del 2014, l’avvio del percorso sulla delibera dell’anagrafe dei rifiuti e il tavolo su rifiuti zero. Il Campidoglio vuole discontinuità nei metodi e nell’organizzazione dell’Ama, da imprimere attraverso la stesura del nuovo contratto di servizio. Si richiedono cittadini formati e consapevoli, un’azienda sana, efficiente e trasparente e la presenza di impianti di trattamento adeguati. Oggi saranno formalizzati i nuovi vertici della municipalizzata dei rifiuti di Roma, con i nomi che arriveranno in Commissione Ambiente, per poi essere formalizzati dall’assemblea del socio unico. Tra le ultime ipotesi circolate in Campidoglio quella di una riduzione a tre membri del Cda con un’unica figura che accorpa amministratore delegato e presidente: su quest’indirizzo del sindaco però non si sarebbe ancora trovata la quadra e ancora ci sarebbe una serrata discussione in corso con parti della maggioranza capitolina.

“Msc Crociere getta rifiuti in mare”: l’accusa di una tv brasiliana

msccrociere-magnifica-tuttacronacaEra il 20 dicembre quando la tv brasiliana Sbt ha mandato in onda un servizio nel quale appariva un filmato ripreso da Sergio da Silva Oliveira che mostra sacchi neri cadere in mare dopo esser stati gettati da una nava, non lontano dalla costa brasiliana. L’uomo ha raccontato che i sacchi contenevano rifiuti e sarebbero stati gettati in acqua dal personale di bordo della Magnifica, della flotta Msc Crociere, partita da Genova alla volta del Brasile, che in quel momento stava navigando in acque territoriali brasiliane, in prossimità di un santuario naturalistico. “Non si trattava di rifiuti organici – racconta Sergio da Silva Oliveira, proprietario di un’azienda siderurgica di Cambira, parlando ai microfoni di Sbt  – si sentiva il rumore delle bottiglie e delle lattine: una delle buste si è strappata e ne sono uscite scatole di tetrapack che sono rimaste a galleggiare in mare”. Da Silva Oliveira, spiega il Fatto Quotidiano, ha riferito che il presunto smaltimento irregolare di rifiuti è cominciato quando la nave è entrata in acque brasiliane e non si è fermata nemmeno quando è arrivata in prossimità di una riserva ecologica: in quel momento, racconta ancora l’imprenditore, la nave stava attraversando lo specchio di mare antistante il santuario naturalistico di Fernando de Noronha, al largo della costa di Pernambuco, arcipelago inserito nel 2001 nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Il sito odiario.com, in un articolo pubblicato il 25 dicembre, spiega che la nave aveva lasciato le coste italiane il 23 novembre ed è approdata a Santos il 10 dicembre. “Voglio che sia fatta giustizia. Non voglio lasciare che l’Europa torni a gettare immondizia nel nostro cortile”, ha raccontato al sito l’uomo che, una volta a terra, ha presentato una denuncia alla procura di Apucarana. “Per sicurezza ho fatto una copia del filmato e l’ho consegnata ad un amico, perché la tenga in cassaforte – continua – la nave era carica delle forniture imbarcate sull’isola di Madeira e, dopo sei giorni e sei notti, la spazzatura non è stata scaricata a Recife. Dove sono finiti i cartoni del latte, le bottiglie e le lattine? Tutto in mare”. Tutto questo quando a bordo della nave, si legge ancora, “vengono comminate multe a chi non smaltisce correttamente i rifiuti: chi viene visto gettare un mozzicone di sigaretta in mare viene multato di 150 euro”. Si legge su Ilfattoquotidiano.it:

Gettare rifiuti in mare è vietato. Nella Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi, nota anche come Marpol 73/78, firmata da Italia, Brasile e altri 148 Stati, si legge che “è proibito il lancio in mare di tutti i tipi di materie plastiche comprese funi sintetiche, reti da pesca sintetiche, sacchetti di immondizia di plastica e le ceneri dell’inceneritore di prodotti in plastica che possono contenere residui metalli tossici o pesanti”. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare Msc Crociere, ma non ha ricevuto risposta.

Il 21 dicembre la compagnia ha risposto alle accuse sulla propria pagina facebook brasiliana (Msc Cruzeiros), 2 milioni di fan, con un comunicato in cui dice di non conoscere i fatti e promette l’apertura di un’inchiesta: “Tutta la spazzatura prodotta dalle navi passa attraverso un procedimento di screening e il trattamento avviene in conformità alle normative del settore. Le navi sono dotate di inceneritori, trituratori e compattatori per la lavorazione dei rifiuti. Ogni tipo di rifiuto è destinato ad uno specifico tipo di smaltimento, per il quale MSC Crociere si avvale di aziende specializzate, come previsto dalla legge. Inoltre, ogni discarica è regolarmente registrata e certificata. La società – si legge infine – non è a conoscenza di violazioni di queste regole, ma aprirà un’inchiesta dimostrando ancora una volta il suo impegno per l’ambiente“.

Di rispetto ambientale la compagnia italiana, che ha sede operativa a Napoli e legale in Svizzera, parla anche sul proprio sito. “Msc Crociere ritiene che essere leader mondiale comporti anche una maggiore responsabilità sia verso l’ambiente che verso le persone che lavorano per la compagnia – prosegue il messaggio – L’impegno per la salvaguardia dell’ecosistema marino, nonché la tutela della salute e della sicurezza di passeggeri ed equipaggio, ha consentito a Msc Crociere di conquistare numerosi premi e certificazioni”.

Cassonetti stracolmi: i maiali mangiano tra i rifiuti a terra

maiali-boccea-tuttacronacaAlcuni residenti di Boccea, a Roma, hanno inviato delle foto al blog “Roma fai schifo” per mostrare il degrado della loro città. Gli scatti sono stati fatti il giorno di Natale e ritraggono dei maiali in strada, intenti a frugare tra i rifiuti in cerca di cibo. Più precisamente, gli animali sono stati avvistati in via Domenico Montagnana, dove i cassonetti sono stracolmi e si vedono sacchetti gettati a terra.

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Sotto l’albero… i rifiuti!

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Sotto l’albero i rifiuti. Passa il tempo ma i problemi di Napoli non si risolvono neppure a Natale e così dal centro storico della città fino alla periferia la città soffre con i cassonetti stracolmi di immondizia che sono le feste aumenta a dismisura. Diverse le segnalazioni arrivate dai lettori al Mattino.it che denunciano la drammatica situazione: “Via Duomo è un disastro – racconta il lettore Maurizio – e in via Diomede Carafa a Bagnoli la raccolta differenziata avviene ogni quindici giorni se tutto va bene. Nemmeno a Natale riescono i miracoli: inutili i i reclami, situazione veramente imbarazzante”. Un altro lettore, Alessandro, segnala cumuli e cumuli in via Costantino a Fuorigrotta “dove la spazzatura non viene ritirata da quattro giorni e noi siamo bloccati in casa dai rifiuti. Buon Natale al sindaco e all’Asia”.

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In manette Chianese, l’inventore del traffico illecito dei rifiuti

la-terra-dei-fuochi-tuttacronacaE’ finito in manette il 62enne Cipriano Chianese, imprenditore legato al clan dei Casalesi. Sono stati gli uomini della DIA ad arrestare colui che ha inventato e gestito il traffico illecito dei rifiuti confluiti anche nella Terra dei Fuochi. Chianese, portato in carcere mentre già si trovava ai domiciliari, è accusato di aver estorto quote e gestione di una società di trasporti, la Mary Trans, attiva nel trasporto di persone e di rifiuti solidi urbani e speciali. Assieme a lui, è stato arrestato anche il suo collaboratore Carlo Verde, 37 anni. Stando alle indagini, l’avvocato-imprenditore riuscì a portare la ditta di trasporti nelle mani di suo fratello Francesco, nel dicembre del 2005. Chianese è stato il primo a essere rinviato a giudizio, in Italia, negli anni 90 per disastro ambientale ed avvelenamento delle falde acquifere. Ad aprile, per ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, gli sono stati confiscati beni per 82 milioni di euro, che erano stati sequestrati nel dicembre del 2006. Nel suo curriculum appare anche un ordine per un omicidio, che ha commissionato per un milione di euro. La vittima designata era un magistrato della Dda di Napoli che stava indagando sul suo conto. Lo rivela la persona che fu incaricata dell’assassinio, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia. Al pentito si rivolse, per conto di Chianese, Carlo Verde.

Il cartello shock nella Terra dei Fuochi… e la lite con la grammatica!

cartello_terra_dei_fuochi-tuttacronacaSulla pagina Facebook del comitato “La Terra dei Fuochi”, ieri mattina ha fatto la sua apparizione una foto che è stata apprezzata, commentata e condivisa da migliaia di persone in poche ore. Ritrae un cartello affisso su un contenitore dell’immondizia, localizzato in una zona non precisata tra Napoli e Caserta, il cui senso, in poche parole, è: “Chi abbandona rifiuti per strada si becca un colpo di pistola”. I gestori della pagina, descrivendo l’immagine, scrivono: “Un ‘simpatico’ cartello per ricordare che… Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere. Gandhi La Mobilitazione Generale continua”. Una citazione che, come non hanno mancato di commentare gli utenti che hanno visto l’avviso, non è il massimo dell’appropriatezza visto il contenuto minatorio del cartello dove si sottolinea che si tratta di un'”Area videosorvegliata”. Ancora si legge: “Non gettare rifiuti fuori dei contenitori onde evitare di essere sparati (sic!) in fronte. Quant’è vera la madonna!!!”. A seguire, il disegno di una pistola e la traiettoria del proiettile. Firmato, “L’irresponsabile”. Nei commenti, gli utenti approvano l’iniziativa e non manca chi si chiede se sparare a chi arreca danno alla salute pubblica possa essere considerato un atto di legittima difesa: la risposta gli giunge immediata, c’è infatti chi si dice pronto a testimoniare in suo favore.

Cardarelli shock: rifiuti ospedalieri nel sottosuolo

ospedale-cardarelli-napoli-tuttacronacaSono stati gli operai di Metronapoli spa, durante uno scavo, a riportare alla luce una montagna di rifiuti ospedalieri che erano stati occultati. Si tratta di dieci grandi sacchi ricoperti da sottosuolo e asfalto. Non si esclude ve ne possano essere altri. Tra il materiale rinvenuto siringhe usate, aghi, vecchie flebo, lacci emostati, lenzuola di carte e altro materiale. Non è noto nè chi nè quando abbia provveduto a occultare i rifiuti ospedalieri nei queli si sono imbattuti gli uomini della sezione giudiziaria del nucleo del comando provinciale guidati da Lucia Rea. L’area nel perimetro del Cardarelli, angolo via Pietravalle, è di circa 40 metri quadrati e potrebbe nascondere una enorme quantità di rifiuti.

L’ombra di Indesit e i rifiuti tossici smaltiti dai Casalesi

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L’informativa che gettava ombre nel 1996 a carico della Indesit e dei rifiuti tossici  che sarebbero stati gettati nella Terra dei Fuochi è firmata dalla Criminalpol. Il processo era quello a carico di   Cipriani Chianese, il referente del clan per le “questioni ambientali”. In questo documento, reso pubblico dal settimanale L’Espresso, riporta i verbali di un interrogatorio a Carmine Schiavone e intercettazioni tra manager Indesit e Chianese risalenti al biennio 1994-1996. La Indesit, “con certezza”, si legge in una riga nell’ultima relazione della commissione parlamentare sui rifiuti del febbraio 2013, è stata l’unica azienda individuata “come produttore dei rifiuti avvantaggiato dall’opera del cartello criminale” dei casalesi.

Accuse che Indesit ha respinto al mittente. “Indesit Company non è mai stata coinvolta in attività illecite riguardanti lo smaltimento dei rifiuti né mai le sono stati contestati illeciti o irregolarità dalle autorità competenti, incluse quelle di cui si fa menzione negli atti parlamentari”, ha fatto sapere l’azienda, precisando che “tutto il ciclo di smaltimento segue le più severe normative ed è sottoposto a certificazione di qualità. Le azioni di Indesit sono state sempre improntate al massimo rispetto per l’ambiente e alla sua salvaguardia”.

Le autorità però parlano chiaro: “È possibile accertare un rapporto commerciale tra l’indagato Chianese e l’azienda per ciò che concerne il ritiro, il trasporto e lo smaltimento egli scarti del ciclo produttivo. L’attività di recupero rifiuti è infatti svolta dall’associazione di imprese Chianese-Giordano che forte del beneplacito dei vertici amministrativi della Indesit opera con proprie regole e sostanzialmente fuori dai vincoli di legge”.  I manager del gruppo Merloni parlavano con i referenti dei casalesi di fanghi da eliminare, vernici, bolle di accompagnamento.

“Pomì, fuori da qui”. La protesta nel Casertano

fuoriPomi-tuttacronacaE’ CasertaNews.it a raccontare della protesta che si è svolta al centro commerciale Campania di Marcianise dove un gruppo di giovani di Fratelli d’Italia hanno manifestato contro la campagna pubblicitaria “razzista” del marchio Pomì indossando una maglia rossa che recitava “Pomì, fuori da qui”. Il leader del movimento giovanile, Tammaro Iovine, ha detto: “Abbiamo scelto simbolicamente il Campania perché è il centro commerciale piú grande della regione, abbiamo chiesto a tutti coloro che entravano di boicottare l’acquisto dei prodotti Pomí ritenendo inopportuno in questo momento storico approfittare di una situazione delicata che sta vivendo la nostra terra per farne una mera speculazione economica.” All’evento era presente anche il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, Gimmi Cangiano, che ha spiegato ” il nostro partito si sta battendo in tutte le sedi istituzionali per difendere la nostra agricoltura, abbiamo proposto al governatore della Regione Campania Stefano Caldoro di destinare parte dei fondi fas per le bonifiche ambientali e stiamo supportando l’idea di promuovere il marchio DOAG per i terreni agricoli. La certificazione servirà da una parte ad evitare il diffondersi di allarmismi generalizzati sui prodotti provenienti dalla Campania, e dall’altra a rilanciare quello che è un settore strategico per la nostra Regione, bloccando automaticamente le coltivazioni nei terreni contaminati e promuovendo con una certificazione di qualità la bontà del prodotto agroalimentare della nostra Regione”.

Emergenza rifiuti a Madrid, sciopero di 5 giorni e tonnellate di immondizia

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Tonnellate di immondizia, un po’ le scene che avevamo già visto a Napoli, ma questa volta avviene in Spagna, a Madrid dove l’emergenza rifiuti è stata dettata dallo sciopero che da 5 giorni operano gli addetti di 3 delle 4 aziende incaricate della raccolta. In molti casi i rifiuti sono stati anche bruciati. Il sindaco ha rassicurato la popolazione che non c’è rischio sanitario.

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Donna nuda tra i rifiuti, Milano indifferente

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Milano una città indifferente? Lo denuncia il Giornale con un fatto drammatico ed agghiacciante documentato da una foto che mette i brividi. Una donna gettata nuda tra i rifiuti, in evidente stato di incoscienza a cui non viene prestato soccorso, nessuno dei passanti si è neppure preoccupato di chiamare un’autoambulanza. Erano circa le 17 di sera e il sole stava tramontando. Siamo a via Tonale, vicinissimi alla stazione centrale di Milano, un posto quindi affollato a qualsiasi ora del giorno e della notte, dove viaggiatori e passanti scendono dai treni, prendono le metro, cercano un taxi… ma nessuno si preoccupa di quella donna a terra che può aver anche subito una violenza, o un furto, o un malore. Lei resta lì accanto a quell’auto rossa… il Giornale si chiede anche se è stata investita… probabilmente è solo l’effetto della prospettiva ma sembra davvero schiacciata dall’auto. Eppure  nessuno fa nulla fin quando, il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Massimo Girtanner, che si trovava a passare di lì, si accorge  della scena. Chiama i soccorsi ed è subissato di domande, come accade a chi per primo segnala qualcosa di insolito o rilevante. «Eppure – dice – era davanti a un albergo e alla fermata dell’autobus. La gente passava e faceva finta di niente. Come se fosse normale». «La Centrale – aggiunge Girtanner – è in balia di tutti. Noi andremo in piazza per dire basta» 

 

 

Verso il #BoicottPomì?

pomì1-tuttacronacaLa Pomì, nota azienda di conserve di pomodoro, ha lanciato la sua nuova campagna pubblicitaria. E subito dalla rete si sono alzate innumerevoli proteste, principalmente dagli utenti del sud che si sentono chiamati in causa. L’immagine scelta, infatti, è quella dello Stivale con un pomodoro in bella mostra all’altezza della Pianura Padana acocmpagnata dalla scritta “Solo da qui. Solo Pomì”.  L’azienda spiega in una nota: “Gli stabilimenti di confezionamento sono situati tra la provincia di Cremona e di Parma e le aziende Agricole sono limitrofe agli stabilimenti con una distanza media di 42 km. Il 95% percento del nostro pomodoro è coltivato tra la Lombardia e l’Emilia Romagna; il restante nelle due regioni limitrofe”. Si legge quindi: “I recenti scandali di carattere etico/ambientale che coinvolgono produttori ed operatori nel mondo dell’industria conserviera stanno muovendo l’opinione pubblica, generando disorientamento nei consumatori verso questa categoria merceologica. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro e il brand Pomì sono da sempre contrari e totalmente estranei a pratiche simili, privilegiando una comunicazione chiara e diretta con il consumatore. Per questo motivo l’azienda comunicherà sui principali quotidiani nazionali e locali, ribadendo i suoi valori e la sua posizione in questa vicenda. Si tratta di un atto dovuto non soltanto nei confronti dei consumatori, ma anche nel rispetto delle aziende agricole socie, del personale dipendente e di tuti gli stakeholders che da sempre collaborano per ottenere la massima qualità nel rispetto delle persone e dell’ambiente”. In rete già si parla di boicottaggio dei prodotti e arrivano le prime offese di chi per primo si sente toccato da questa pubblicità che vuole rassicurare i consumatori a discapito dei prodotti coltivati nella Terra dei Fuochi. Gli effetti dei rifiuti tossici vengono così a ripercuotersi nelle battaglie commerciali del nostro Paese.
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Anche il nord alle prese con i rifiuti tossici: ci hanno asfaltato la Valdastico?

rifiuti-tossici-valdastico-tuttacronacaE il Gazzettino a spiegare che verrà effettuata una perizia con lo scopo di verificare la presenza e accertare la pericolosità dei rifiuti tossici scoperti sotto l’autostrada Valdastico Sud, il cui secondo tratto è stato inaugurato lo scorso giugno. Il sostituto procuratore Rita Ugolini, della Procura distrettuale antimafia di Venezia, si appresta a chiedere al giudice per le indagini preliminari di nominare un esperto super partes, in grado di accertare se e quale tipo di materiali siano stati utilizzati nel corso dei lavori per il fondo stradale, nonché se vi sia stato un inquinamento delle falde acquifere. La scorsa estate il magistrato aveva fatto notificare a 27 indagati un avviso per comunicare loro l’intenzione di svolgere un accertamento tecnico non ripetibile. Tale accertamento sarebbe stato effettuato da un consulente di fiducia al quale la difesa avrebbe potuto affiancare i suoi consulenti. La perizia, ora, è stata sollecitata proprio dalla difesa di alcuni di questi 27. I risultati di una perizia affidata direttamente dal gip costituiscono fonte di prova valida e utilizzabile in un eventuale successivo processo. Erano state le associazioni “Medicina democratica” e “Associazione italiana esposti amianto” a presentare l’esposto che ha dato l’avvio all’inchiesta. Le stesse hanno sollecitato accertamenti sul presunto inquinamento delle falde sotto il cantiere dell’A31 Sud a causa della presenza di materiale altamente tossico. Sono loro a riferire dell’episodio di un cane che, ad Albettone (VICENZA), dopo essersi abbeverato a una pozza d’acqua vicina al cantiere. Nel 2009, tra Longare e Agugliaro, sarebbero stati infatti sversati oltre 150mila metri cubi di scorie di acciaieria non bonificati e quindi potenzialmente nocivi. Ma quelli che erano solo sospetti, spiega il quotidiano, “avrebbero già trovato parziale conferma da una prima ricognizione effettuata da due esperti nominati dalla Procura, la quale ipotizza i reati di traffico illegale di rifiuti e falso idelogico. Ovvero che qualcuno abbia deciso di risparmiare sul trattamento dei materiali da porre nel fondo autostradale, scaricando materiale altamente inquinante invece di ghiaia inerte.”

Tra le persone “avvisate” lo scorso giugno dal pm Ugolini figura anche Attilio Schneck, commissario straordinario della Provincia di Vicenza, confermato lo scorso aprile alla presidenza della A4 Holding, la società che controlla l’autostrada Serenissima. Ma anche numerosi imprenditori vicentini, padovani, trevigiani e lombardi, titolari delle ditte che si sono occupate a vario titolo dei lavori per la realizzazione del tratto autostradale. Per ora l’iscrizione sul registro degli indagati di tutti è un atto dovuto, in attesa di verificare innanzitutto se l’inquinamento vi sia stato e di quale portata. E, successivamente, a chi debba essere attribuita la responsabilità. La scorsa estate Schneck spiegò che la società autostradale Brescia-Padova non ha alcuna responsabilità in quanto è limitata a fare da stazione appaltante.

A rischio la raccolta rifiuti in 62 comuni napoletani, nuova emergenza

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Antonio Mascolo, il sindaco di Tufino chiude lo stir e mette a rischio la raccolta rifiuti in 62 Comuni della provincia e in parte della città di Napoli.

Che cosa è lo stir?

L’impianto di tritovagliatura come indica ChimiciOnLine è:

Un operazione di trattamento dei rifiuti costituita da due parti separate ma complementari: la triturazione e la vagliatura.

La prima fase, quella di triturazione, serve essenzialmente per ridurre il volume dei rifiuti e deve essere eseguita sia nella fase di selezione dei rifiuti che in quella di post-trattamento meccanico.

La seconda, invece, quella di vagliatura ha lo scopo di separare i diversi tipi di materiale che compongono un determinato rifiuto. Ad esempio se si sta procedendo alla vagliatura di rifiuti indifferenziati grazie alla vagliatura è possibile dividere la parte più pesante, come metalli, legno, inerti e vetro, da quella più pesante come la carta , la plastica o le sostanze organiche.

Con l’ordinanza di oggi Mascolo di fatto impedisce quest’operazione “a tempo indeterminato”.

Il Consiglio provinciale di Napoli ha approvato un ordine del giorno in cui chiede al prefetto di Napoli di riaprire, con i suoi poteri, l’impianto. I consiglieri provinciali Mimmo Giorgiano (Pd) e Giorgio Carcaterra (Sel), promotori dell’ordine del giorno condiviso anche dal presidente della Giunta Pentangelo, dall’assessore all’ambiente Caliendo e dagli altri consiglieri, definiscono ”gravissima” la situazione, che “potrebbe precipitare rapidamente se non ci saranno gli interventi necessari”. La chiusura dello stir potrebbe determinare “una nuova e devastante emergenza per i 62 comuni che sversano ogni giorno nell’impianto di Tufino”. All’interno dell’impianto di tritovagliatura di Tufino- chiuso oggi a tempo indeterminato dal sindaco con un’apposita ordinanza – un gruppo di operai sta attendendo novità dai sindacati e da parte dei vertici della SapNa, società della Provincia di Napoli che gestisce l’impianto. Ai camion con i rifiuti indifferenziati giunti stamattina nella struttura non è stato consentito l’ingresso nella struttura. Successivamente ne è stato disposto il trasferimento nell’altro impianto stir di Caivano (Napoli). “Abbiamo rilevato delle anomalie – ha detto all’ANSA il sindaco di Tufino, Antonio Mascolo – come la mancata sostituzione di alcuni filtri e la presenza di bidoni che, a nostro parere, non dovevano essere portati in quell’impianto”. “La nostra – dice ancora Mascolo – è una decisione volta a tutelare la salute dei cittadini e degli operai che lavorano nell’impianto”. “Non credo sia giusto che l’amministrazione comunale, o i suoi delegati, – conclude Mascolo – possano accedere all’impianto solo dietro autorizzazione da parte dei vertici della SapNa a cui ricordiamo che la struttura è sul nostro territorio”.

Ed è nuova emergenza rifiuti nel Napoletano.

Il mistero della “montagna” di Gratta e Vinci nel cuore di Napoli

grattaevinci-tuttacronacaStrana segnalazione quella che è giunta questa mattina alla redazione de Il Mattino: un lettore racconta infatti di una montagna di Gratta e vinci che ha fatto la sua apparizione lungo le strade di Napoli. Si legge: “Gentile Redazione, stamattina all’incrocio tra Via Del Sole e Via Sapienza in prossimità del vecchio policlinico credevo di essermi imbattuto nel solito cumulo di rifiuti. Guardando meglio mi sono reso conto che quella montagna di carta che invadeva addirittura la strada era in realtà composta da migliaia di “gratta e vinci”. Sorvolando sulla singolarità dell’evento c’è da chiedersi come sia possibile che in pieno centro e in prossimità di un ospedale possa essere stato compiuto tale scempio senza che i trasgressori siano stati bloccati dalle forze dell’ordine. Inoltre c’è da chiedersi chi si disfa di migliaia di “gratta e vinci” mai grattati?” Verrà svelato il mistero?

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Il 1° ottobre parte il SISTRI, ancora proteste e richiesta di approccio soft

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Ci sono voluti anni tra polemiche e proroghe prima di dare l’avvio al SISTRI. Il primo ottobre parte anche se le aziende che trattano rifiuti pericolosi pongono davanti nuove difficoltà e timori che il sistema non funzioni ancora. Sono quindi Assosoftware e Confindustria SI(Servizi innovativi e Tecnologici) a chiedere al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando una sospensione delle sanzioni “per errori di tipo formale”, finchè non sarà testato il funzionamento del SISTRI, giudicato “un progetto non coerente con la realtà, con scelte tecnologiche e di apparecchiature non standard, con gravi carenze di coordinamento tra la componente normativa e la realizzazione informatica”. 

Nella lettera si sottolinea che “i problemi strutturali del Sistri ripetutamente evidenziati dalle Software House e dalle imprese dal 2010 e ancora non risolti” sono: “interoperabilità mai collaudata, impossibilità di effettuare verifiche e simulazioni complete in un ambiente idoneo di test, mancanza di una adeguata formazione degli operatori, data la mole di manualistica e documentazione solo recentemente disponibile; dispositivi usb e black box non funzionanti e/o non consegnati”.

“Urge un periodo di sperimentazione – afferma Bonfiglio Mariotti – senza applicazioni di sanzioni per gli errori di tipo formale, per consentire a tutti gli operatori coinvolti di lavorare in tranquillità prevedendo verifica sul campo e un percorso di incisive semplificazioni dell’attuale sistema”. Da parte sua, Mariotti chiede “una nuova sostenibilità del Sistri” passando dal “monitoraggio dei mezzi di trasporto” e “dalla gestione dei documenti” ad una più semplice “tracciabilità dei rifiuti” basata sulla gestione di una banca dati alimentata dalle imprese secondo un tracciato standard e condiviso”.

In questo senso si muove la proposta formulata nell’ambito di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici da Assosoftware con un proprio progetto. “L’obiettivo – dice Lucarelli – non è bloccare un processo di potenziale innovazione ma trasformare il Sistri in una vera opportunità di digitalizzazione del Paese con importanti ricadute in termini di sicurezza dei territori e contrasto dell’illegalità, qualità della vita per i cittadini, semplificazione, contenimento dei costi e miglioramento dell’operatività delle stesse imprese”.

Intanto tra opinioni diverse, scontri istituzionali, dibattiti tra ministero e imprese, nel territorio napoletano si scava ed emergono i rifiuti tossici sui campi adibiti al pascolo. 

Il mistero tossico riportato alla luce nel Napoletano

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Sono riemersi i rifiuti tossici sotterrati nell’ex discarica Campanile di masseria della Grotte, a Qualiano. La vista di tutti quei materiali pericolosi che sono stati rinvenuti spaventa e pone domande. Quanti ce ne saranno in altri siti ancora inesplorati? L’area al momento è moto estesa e i militari dell’Arma hanno sequestrato anche una cava naturale, denominata «alveo del grottone», vicina all’appezzamento di terreno dove si sta scavando, perché piena di materiale inerte frutto di abbattimenti di edifici e del rifacimento del manto stradale. Ma vicino al degrado e ai rifiuti edilizi, nel sottosuolo di quei terreni sono stati riportati alla luce:  rifiuti ospedalieri, parti meccaniche di automobili, pneumatici. Fino a poco fa questa zona era utilizzata dagli allevatori locali per portare al pascolo il bestiame.

 

Grillo rischia l’accusa di procurato allarme per il parmigiano alla diossina?

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“Una giornata particolare con il pdl e il pdmenoelle che esultano per l’accensione dell’inceneritore di Parma contro cui il M5S si è battuto usando ogni forma legale. Esultano per le neoplasie future degli abitanti di Parma, per il cibo avvelenato della Food Valley. Chi mangerà in futuro parmigiano e prosciutti imbottiti di diossina? L’inceneritore è inutile e brucerà rifiuti provenienti da ogni dove, ma loro sono contenti”. Immediate arrivano le risposte di Nunzia De Girolamo, ministro delle politiche agricole “Grillo è un incosciente” e del presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi “Grillo evidentemente non conosce la materia”. Il presidente della Copagri Franco Verrascina dice: “crediamo che occorra fare molta attenzione per le potenziali gravissime ricadute economiche e sociali che l’accostare ipotetiche future neoplasie al consumo di Parmigiano o prosciutto potrebbero innescare”. In poche parole Beppe Grillo potrebbe, secondo alcuni, tra cui il quotidiano Il Giornale, anche rischiare l’accusa di procurato allarme per il parmigiano reggiano o il prosciutto alla diossina. La De Girolamo poi sottolinea anche che “l’agroalimentare italiano di tutto ha bisogno tranne che di affermazioni gratuite dai toni apocalittici che rischiano di screditare uno dei comparti più importanti della nostra economia e il duro lavoro dei nostri produttori che hanno saputo conquistare e mantenere in tutti questi anni una posizione di leadership e di grande reputazione internazionale”.

Ma diossina e inquinamento sono problemi drammatici… in altri territori d’Italia come la Terra dei Fuochi tumori e malattie respiratorie sembra che stiano lasciando segni indelebili nella popolazione, anche se non ci sono i dati per mettere in correlazione i due fenomeni. Non sarà il caso di preoccuparsi per Parma, ma prima di gridare solamente alle perdite economiche sarebbe opportuno un’attenta analisi scientifica sui timori lanciati da Grillo e dai M5S. Saranno eccessivi o strumentali, ma su queste cose è meglio non scherzare. Vogliamo seguitare a mangiare e commerciare il prosciutto e il parmigiano, ma in totale sicurezza per noi e per i clienti esteri!

La discarica di Roma non sarà pronta in tempo, rifiuti al Nord

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Non c’è il tempo tecnico per la nuova discarica di Roma, il 30 settembre è troppo vicino. Tutte le assicurazioni che fino a qualche giorno fa parlavano di una discarica pronta ed efficiente per il 1 ottobre sono crollate.  Ieri l’assessore all’Ambiente del Comune, Estella Marino, lo ha detto chiaramente: «Anche se il sito della Falcognana avesse oggi il via libera, servirebbero dei tempi tecnici. E la discarica non sarebbe pronta per il 30 settembre. Per questo stiamo organizzando il trasferimento dei rifiuti fuori dal Lazio». Quindi i rifiuti di Roma sono già pronti a essere trasferiti per qualche tempo al Nord con un aggravio delle spese.

 

Nel Napoletano i bambini giocano in discarica a cielo aperto

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Una brutta storia di degrado urbano. Il teatro è via delle Brecce a Sant’Erasmo, frazione nel comune di Saviano dove per l’ennesima volta l’Asia ha demolito la discarica a cielo aperto dove napoletani e stranieri depositano di tutto: dai divani ai pneumatici, dai frigo alle bottiglie di plastica, dai fili di rame agli avanzi di lavorazione delle imprese fuori legge. E nei cumuli trovano anche vecchi faldoni della Regione Campania e di quella lucana.

Le operazioni si svolgono sotto lo sguardo divertito dei bambini che cercano di passare nella zona delimitata dai nastri e si avventurano a giocare tra i rifiuti, mentre gli uomini dell’azienda partecipata del Comune al lavoro, coperti da tute, tentano di separare e rimuove i rifiuti sotto gli occhi dell’amministratore delegato Daniele Fortini e del vicesindaco Tommaso Sodano.

Ecco i danni delle ecomafie?

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Un villino signorile in Campania, sito a poche  centinaia di metri dai Regi Lagni,  con un giardino in cui i proprietari si dilettano a far crescere piante e limoni. Poi improvvisamente il terrore di quei frutti nati mostruosi. Dei limoni che sembrano la mano di uno dei film colossal horror in 3D di ultima generazione e che ha terrorizzato i proprietari già allarmati, ogni notte, dalla nube maleodorante provocata probabilmente dagli sversamenti di liquami tossici nelle reti fognarie o nei vicini Lagni. Anche questo è frutto delle ecomafie? Anche questo è un prezzo da pagare?  Ecco perché sarebbe opportuno seguire i camion di rifiuti speciali telematicamente attraverso un sistema di monitoraggio costante che consenta di evitare di sotterrare materiale pericoloso in aree di coltura. 

Ecomafie: scoperto un sito dal Corpo Forestale

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Alla periferia di Caivano, in provincia di Napoli il Corpo Forestale ha scoperto un sito in cui venivano sotterrati solventi chimici tossici, scarti industriali, scorie di fusioni di vetro e materiali contenenti fibre di amianto. In quest’area,sugli strati superficiali del terreno,vengono coltivati cavoli. Tutti prodotti inquinati? Ecco perché sarebbe opportuno seguire i camion di rifiuti speciali telematicamente attraverso un sistema di monitoraggio costante che consenta di evitare di sotterrare materiale pericoloso in aree di coltura. 

Il governo Letta non lotta contro le ecomafie?

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Sembra che anche il governo Letta che ha ereditato il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) incompiuto lo voglia al momento lasciare tale. E’ dal 2010 che si prova a farlo entrare in vigore, ma avviene sempre uno slittamento. L’ultimo era stato quello su cui era intervenuto il decreto ministeriale di Clini che aveva spostato la data dal 30 giugno 2013 al 1 ottobre 2013. Era stato l’ottavo rinvio. Ora è Flavio Zanonato, l’attuale ministro allo Sviluppo Economico, che ha già parlato di un Sistri che va semplificato “per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale”. Altri anni saranno quindi spesi per semplificarlo senza adottare, anche se imperfetto un sistema che potrebbe “spazzare” via una buona fetta della mafia che opera nel settore dei rifiuti.

Che cosa è il Sistri? Non è altro che l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania e per metterlo in atto basta dotarsi di due apparecchiature elettroniche: quello da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per tracciarne i movimenti, e un software per la documentazione di accompagnamento. Nel nostro paese invece si va avanti a moduli in forma cartacea (Mud) che non assicurano davvero che lo smaltimento venga effettuato in modo corretto e i tempi con cui esso avviene. Era il 2009 quando fu istituito il Sistri su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e a tutt’oggi, non vi è stato un giorno, in cui il sistema è stato reso operativo. A chi non interessa che esso venga attuato?

Il colpo di spugna su Bassolino… il reato è prescritto

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“Ritengo che Antonio Bassolino abbia concorso nella perpetrazione dei reati”, ma “si chiede la pronuncia di prescrizione per tutti i capi di imputazione a lui attribuiti”, così il pubblico ministero Paolo Sirleo, dopo 20 ore di requisitoria alla terza udienza del maxi processo per il disastro rifiuti in Campania ha concluso in merito alla posizione di Antonio Bassolino, ex governatore della regione e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti dal 2000 al 2004.

 

Svezia e Norvegia… vogliono la nostra spazzatura!

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Chi troppo e chi troppo poco: se in Campania, Sicilia e nella discarica romana di Malagrotta l’emergenza rifiuti è una di quelle piaghe a cui sembra non si riesca a trovare soluzione, Svezia e Norvegia li osservano come se fossero giacimenti pretoliferi. I due Paesi del Nord Europa, infatti, vantano uno dei sistemi di raccolta differenziata tra i più efficenti dell’intero Continente, tanto da non saper più come fare per alimentare i termovalorizzatori che riscaldano le case delle loro città. Da Oslo e Stoccolma allora arriva un appello: mandateci i vostri rifiuti! Svedesi e norvegesi, infatti, bruciano immondizia e ne ricavano energia e, stando agli studi, grazie all’impiego dei termovlorizzatori riescono a risparmiare 1,1 milioni di barili di petrolio all’anno. Questa tecnica diventa così un modo per abbattere i gas serra… ammesso che ci siano rifiuti da utilizzare. Sul mercato si parla, a seconda che la spazzatura sia umida o secca, di prezzi che vanno dalle 100 alle 150 euro e il suo smaltimendo a caldo fa risparmiare alla Terra 500 kg di anidride carbonica rispetto ai rifiuti smaltiti in discariche, cose che avviene in molte aree del nostro Paese dove non sono previste politiche per una simile gestione!

Rifiuti su rifiuti e a Palermo scoppia la protesta in vista anche della Tares!

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L’immondizia è dovunque a Palermo. I cassonetti non riescono a contenerla e sono stati 40 gli interventi dei vigili del fuoco per spegnere gli incendi di cumuli di spazzatura data alle fiamme dai palermitani esasperati. L’assessore regionale Nicolò Marino ha detto che l’emergenza è stata creata dalla protesta, anche, legittima dei dipendenti Amia che temono il fallimento dell’azienda commissariata. «I problemi alla discarica non c’entrano nulla con l’emergenza. – ha detto Marino – stiamo trovando soluzioni per continuare a conferire rifiuti oltre il 30 aprile nell’impianto. Purtroppo non è arrivato l’atteso decreto per dichiarare l’emergenza rifiuti. Manca un governo e quello incarica non può prendersi questa responsabilità». 

Quindi è Roma che non risponde, anzi risponde con l’ingovernabilità voluta dalle forze politiche che hanno annientato dal giorno delle elezioni il Parlamento.

La situazione è oltre il limite con commercianti e residenti che hanno rovesciato i cassonetti e hanno bloccato via Ughetti, strada nei pressi dell’ospedale Civico di Palermo. A rischio le ambulanze costrette a fare le gimcane tra le stradine laterali per arrivare in ospedale. Altro blocco con rifiuti fatto dai cittadini è vicino via Giafar.  

 

 

 

Storia di cuccioli indifesi e di ragazzi violenti!

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La foto di un cucciolo di pochi mesi di vita sta facendo il giro delle bacheche di Facebook per la triste storia a cui si accompagna. Il cagnetto è disteso senza vita tra foglie secche e rifiuti, sotto la foto una didascalia scritta dall’amministratore della pagina “Il mondo di Gio: morto preso a sassate e usato come giocattolo dai ragazzini di Paternò, Catania”.
Tanta la rabbia che l’immagine ha suscitato in meno di un giorno negli utenti. La didascalia continua: “devi educare tuo figlio a voler bene a coloro che non hanno voce, chi fa del male ad un cucciolo indifeso farà del male anche ai suoi simili. Educa tuo figlio al rispetto di tutti”

Arriva la “ricicletta”… più eco di così non si può!

 

Si realizza con materiali riciclati dalle bottiglie di plastica alle lattine per le bevande. E’ stata premiata durante la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. E adesso è diventato lo status symbol di molti vip.
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Scoperto un capannone-discarica con tetto in eternit degradato. Benvenuti a Caserta!

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Mafia e rifiuti: la Dia effettua 27 arresti e ci sono altri 16 indagati

Dopo gli arresti effettuati dalla Dia di Catania durante un’operazione sull’infiltrazione della mafia nel ciclo dei rifiuti, la Procura ha disposto perquisizioni su altri 16 indagati: tra questi amministratori e funzionari pubblici.

La Calabria affonda… tra i rifiuti!

Servizi alle stelle e disservizi in aumento!

In 10 anni in Italia l’acqua ha subito un rincaro pari a +71,8%, il gas +59,2% e i rifiuti +56,3%, andando ad incidere per 601 euro in più a famiglia. In aumento anche le autostrade con il +47,6% e le ferrovie con il +47,8%. In compenso sono aumentati i disservizi: guasti improvvisi a causa di scarsa manutenzione.

E parliamo ancora di inflazione al 2,6%?

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