Il 1° ottobre parte il SISTRI, ancora proteste e richiesta di approccio soft

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Ci sono voluti anni tra polemiche e proroghe prima di dare l’avvio al SISTRI. Il primo ottobre parte anche se le aziende che trattano rifiuti pericolosi pongono davanti nuove difficoltà e timori che il sistema non funzioni ancora. Sono quindi Assosoftware e Confindustria SI(Servizi innovativi e Tecnologici) a chiedere al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando una sospensione delle sanzioni “per errori di tipo formale”, finchè non sarà testato il funzionamento del SISTRI, giudicato “un progetto non coerente con la realtà, con scelte tecnologiche e di apparecchiature non standard, con gravi carenze di coordinamento tra la componente normativa e la realizzazione informatica”. 

Nella lettera si sottolinea che “i problemi strutturali del Sistri ripetutamente evidenziati dalle Software House e dalle imprese dal 2010 e ancora non risolti” sono: “interoperabilità mai collaudata, impossibilità di effettuare verifiche e simulazioni complete in un ambiente idoneo di test, mancanza di una adeguata formazione degli operatori, data la mole di manualistica e documentazione solo recentemente disponibile; dispositivi usb e black box non funzionanti e/o non consegnati”.

“Urge un periodo di sperimentazione – afferma Bonfiglio Mariotti – senza applicazioni di sanzioni per gli errori di tipo formale, per consentire a tutti gli operatori coinvolti di lavorare in tranquillità prevedendo verifica sul campo e un percorso di incisive semplificazioni dell’attuale sistema”. Da parte sua, Mariotti chiede “una nuova sostenibilità del Sistri” passando dal “monitoraggio dei mezzi di trasporto” e “dalla gestione dei documenti” ad una più semplice “tracciabilità dei rifiuti” basata sulla gestione di una banca dati alimentata dalle imprese secondo un tracciato standard e condiviso”.

In questo senso si muove la proposta formulata nell’ambito di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici da Assosoftware con un proprio progetto. “L’obiettivo – dice Lucarelli – non è bloccare un processo di potenziale innovazione ma trasformare il Sistri in una vera opportunità di digitalizzazione del Paese con importanti ricadute in termini di sicurezza dei territori e contrasto dell’illegalità, qualità della vita per i cittadini, semplificazione, contenimento dei costi e miglioramento dell’operatività delle stesse imprese”.

Intanto tra opinioni diverse, scontri istituzionali, dibattiti tra ministero e imprese, nel territorio napoletano si scava ed emergono i rifiuti tossici sui campi adibiti al pascolo. 

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Il mistero tossico riportato alla luce nel Napoletano

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Sono riemersi i rifiuti tossici sotterrati nell’ex discarica Campanile di masseria della Grotte, a Qualiano. La vista di tutti quei materiali pericolosi che sono stati rinvenuti spaventa e pone domande. Quanti ce ne saranno in altri siti ancora inesplorati? L’area al momento è moto estesa e i militari dell’Arma hanno sequestrato anche una cava naturale, denominata «alveo del grottone», vicina all’appezzamento di terreno dove si sta scavando, perché piena di materiale inerte frutto di abbattimenti di edifici e del rifacimento del manto stradale. Ma vicino al degrado e ai rifiuti edilizi, nel sottosuolo di quei terreni sono stati riportati alla luce:  rifiuti ospedalieri, parti meccaniche di automobili, pneumatici. Fino a poco fa questa zona era utilizzata dagli allevatori locali per portare al pascolo il bestiame.

 

Disseppelliti rifiuti tossici a Qualiano, la mappa delle ecomafie si delinea?

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Tassello dopo tassello, le ruspe fanno emergere quei rifiuti speciali sotterrati nel Napoletano. Inquinamento ambientale che si mescola con i rischi per la salute, ma che è anche sinonimo di business per le ecomafie. Oggi da ore si sta scavando a Qualiano,  lungo la circumvallazione esterna, a ridosso di Giugliano e della zona di Ponte Riccio, dove dovrebbe nascere l’inceneritore per bruciare le ecoballe.  Qui negli anni ’70 fu dismessa una discarica, poi il luogo è diventato “terreno fertile” per i rifiuti tossici.  Data la pericolosità del ritrovamento, i militari hanno chiuso la strada di accesso e chiesto a tutti di allontanarsi.

Ecomafie: scoperto un sito dal Corpo Forestale

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Alla periferia di Caivano, in provincia di Napoli il Corpo Forestale ha scoperto un sito in cui venivano sotterrati solventi chimici tossici, scarti industriali, scorie di fusioni di vetro e materiali contenenti fibre di amianto. In quest’area,sugli strati superficiali del terreno,vengono coltivati cavoli. Tutti prodotti inquinati? Ecco perché sarebbe opportuno seguire i camion di rifiuti speciali telematicamente attraverso un sistema di monitoraggio costante che consenta di evitare di sotterrare materiale pericoloso in aree di coltura. 

Il governo Letta non lotta contro le ecomafie?

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Sembra che anche il governo Letta che ha ereditato il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) incompiuto lo voglia al momento lasciare tale. E’ dal 2010 che si prova a farlo entrare in vigore, ma avviene sempre uno slittamento. L’ultimo era stato quello su cui era intervenuto il decreto ministeriale di Clini che aveva spostato la data dal 30 giugno 2013 al 1 ottobre 2013. Era stato l’ottavo rinvio. Ora è Flavio Zanonato, l’attuale ministro allo Sviluppo Economico, che ha già parlato di un Sistri che va semplificato “per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale”. Altri anni saranno quindi spesi per semplificarlo senza adottare, anche se imperfetto un sistema che potrebbe “spazzare” via una buona fetta della mafia che opera nel settore dei rifiuti.

Che cosa è il Sistri? Non è altro che l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania e per metterlo in atto basta dotarsi di due apparecchiature elettroniche: quello da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per tracciarne i movimenti, e un software per la documentazione di accompagnamento. Nel nostro paese invece si va avanti a moduli in forma cartacea (Mud) che non assicurano davvero che lo smaltimento venga effettuato in modo corretto e i tempi con cui esso avviene. Era il 2009 quando fu istituito il Sistri su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e a tutt’oggi, non vi è stato un giorno, in cui il sistema è stato reso operativo. A chi non interessa che esso venga attuato?

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