Il prete che rifiuta di dare l’estrema unzione: il fedele è gay

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Un fedele gay colpito da infarto che chiama il prete per confessarsi e ricevere l’estrema unzione, ma il sacerdote cattolico appena saputo che l’uomo è gay si rifiuta di concedere il sacramento. Succede a Washington dove Ronald Plishka, 63enne omosessuale, agente di viaggio, colpito da infarto e ricoverato al prestigioso Washington hospital il 7 febbraio, ha cercato conforto chiamando un sacerdote, il reverendo Brian Coelho. D’altra parte Plishka è sempre stato un cattolico fervente, chierichetto sino all’età di 18 anni e con un percorso di accettazione della propria sessualità non facile, tanto da aver atteso sino ai 50 anni per accettare la propria omosessualità. Plishka che fortunatamente ha superato il momento critico e ora sta meglio ha raccontato Abbiamo cominciato allora a parlare di Papa Francesco ed io gli ho detto quanto grato sono per le parole del Pontefice sugli omosessuali  e ho chiesto a Coelho se lo disturbava che fossi gay. Al che il prete ha detto di no». Però dopo questa confessione l’atteggiamento del religioso cambia tanto che si rifiuta anche di dare la comunione al fedele che l’aveva chiesta e poi aggiunge «Pregherò con te, ma questo è tutto ciò che posso fare». L’ospedale per parte sua, in una nota ha reiterato il sostegno ed il rispetto dei dirigenti e dello staff per gli omosessuali ed ha sollecitato «chiunque venga a sostenere i nostri pazienti ad aderire ai valori della clinica». Dall’arcidiocesi di Washington – interpellata dai media Usa – è venuto solo un ‘no comment’, e la frase «Coelho non rilascia interviste».

 

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Prete nel canale, il religioso aveva un tasso alcolico 4 volte superiore al limite

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Il prete caduto nel canale a un primo esame del test alcolico è risultato 4 volte superiore al limite consentito per legge per mettersi al volante. A riferirlo sarebbero stati alcuni media locali. Il sacerdote si è detto in buona sostanza ancora ignaro dell’esito delle analisi, spiegando che quella sera era di ritorno da una cena di una famiglia di parrocchiani, durante la quale aveva bevuto pochi bicchieri di vino bianco. Il sacerdote ha comunque ribadito che non era assolutamente ubriaco. Se i valori dovessero essere confermati, oltre alla denuncia penale, alla sospensione della patente e a una cospicua ammenda. Il religioso però rischia anche la confisca del Bmw X1-18 comperato a km zero poche settimane fa da una concessionaria di Ravenna, anche grazie a un finanziamento e alla restituzione della sua vecchia auto. Il suv, che ha un costo di 35mila euro, aveva riferito il prete subito dopo l’incidente, era il sogno di una vita che gli avrebbe consentito di fare lunghi viaggi per questioni di sacerdozio e di giornalismo (è critico musicale e cinematografico). Don Desio – 51 anni, originario di Milano, direttore del settimanale diocesano ‘Risveglio 2000’ e da 13 anni parroco della piccola località rivierasca dove è conosciuto con il soprannome di ‘John’. L’incidente secondo il prete sarebbe stato causato dagli occhiali bagnati dalla pioggia e della scarsa illuminazione in quel punto.

 

Parroco finisce in un canale con il suo suv appena acquistato da… 35mila euro

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Il parroco di Casalborsetti, in provincia di Ravenna, ieri sera, poco prima delle 21, era a bordo del suo suv Bmw X1 nuovo, del valore di 35mila euro. Il religioso stava percorrendo, a velocità sostenuta, la strada che costeggia il canale Destra Reno e ha urtato un’auto in sosta, Volkswagen Golf,  per poi finire nell’adiacente canale. Al parroco poteva andare anche molto peggio, invece a salvarlo sono stati tre cittadini che lo hanno recuperato e portato in superficie. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara agli inquirenti che hanno comunque rotrovato la Volkswagen Golf, proiettata in avanti di alcuni metri, mentre il suv del parroco ha sfondato la balaustra del canale, all’altezza di un ristorante, rimanendo sospesa per alcuni istanti sugli ormeggi di una barca prima di scivolare verso l’acqua. Il boato dello schianto ha attirato in strada oltre al proprietario della Golf altri due uomini e il titolare di un vicino bar che con un martello hanno sfondato il parabrezza e hanno tirato fuori dall’abitacolo il parroco nonostante la forte corrente nel canale. Don Desio è stato portato in ospedale con un’ambulanza del 118 ma le sue condizioni non destano preoccupazione. Come da prassi il religioso è stato sottoposto agli esami tossicologici.

La cella zero di Poggioreale!

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Ci sarebbe una cella “molto particolare” nel carcere di Poggioreale. A denunciare i presunti abusi sui detenuti sarebbe stato  Pietro Ioia, uno che si batte da sempre per i diritti della popolazione carceraria e che per questo ha anche creato l’associazione degli ex detenuti napoletani. Ioia ha raccontato, in quattro pagine dattiloscritte, a metà settembre, cosa accadrebbe in una cella del carcere più affollato d’Europa. La «cella zero», sarebbe il luogo dove – secondo Ioia – avverrebbero vessazioni sia fisiche che morali, se non addirittura veri e propri pestaggi a opera di alcuni agenti della polizia penitenziaria.

«È una storia antica – racconta Ioia al pm Piscitelli – non si tratta purtroppo di una novità. Dieci anni fa capitò anche a me e ai miei nove compagni di cella, a Poggioreale; durante un controllo gli agenti scoprirono un mazzo di carte da gioco napoletane, all’epoca tenerle in carcere era vietato. Uno a uno venimmo accompagnati nella cella zero e picchiati selvaggiamente…».

«Le violenze a Poggioreale sono cosa risaputa e riguardano alcune frange della polizia penitenziaria che si comportano in maniera indegna e non professionale. Ma non demonizziamo tutta la categoria» queste, invece, le parole di don Franco Esposito, cappellano della casa circondariale e responsabile della Pastorale carceraria della diocesi napoletana.

«Anch’io ho segnalato alla direzione penitenziaria alcuni episodi di pestaggi che mi sono stati raccontati in via confidenziale dagli stessi detenuti – aggiunge il religioso -. Ovvio che non ho potuto fare i loro nomi perché altrimenti avrebbero avuto vita difficile in cella».

Per il matrimonio di Belen… spuntano le statuine del Presepe!

belen-stefano-statuine-tuttacronacaOrmai ci siamo, è il giorno del matrimonio di Belen Rodriguez e Stefano De Martino. A Comignano, paese di 1200 abitanti in provincia di Novara, a pochi chilometri dal lago Maggiore, un’ordinanza del sindaco affissa all’ingresso del paese avvisa la popolazione: “Considerato che in occasione di un matrimonio di particolare rilevanza mediatica che si terrà il 20 settembre potrebbero esserci problemi di traffico, il sindaco ordina il divieto di transito per questa via”. La via in questione si chiama via Principale, ed è lì che si trova Villa Giannone, la location delle tante chiacchierate nozze. La strada è stata transennata alle 7 del mattino e l’accesso è consentito solo a piedi. Il fatidico sì è previsto per la serata, ma le guardie del corpo presidiano la zona ormai da ore. Si parla di almeno settanta i bodyguard in rigoroso completo nero disposti intorno al perimetro della villa. I primi curiosi sono arrivati attorno alle 4 del pomeriggio, con la speranza di vedere di persona qualcuno dei 200 invitati alle nozze. La cerimonia, celebrata dal padre francescano Luigi Rossi e dal parroco di Comignago, Benigno Sulis, è prevista alle 18, nel parco, sotto un gigantesco gazebo bianco invisibile all’esterno. Poi, via alle danze.  La copertura fotografica del matrimonio è stata venduta in esclusiva al settimanale ‘Chi’, per questo ogni immagine delle nozze è proibita. Ma restano sempre gli scatti della statuina napoletana creata per l’occasione…

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I motivi per cui Don Marco ha detto “no” al “sì” di Belen e Stefano

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Perché un sacerdote si dovrebbe rifiutare di sposare due innamorati? Perché poi un secondo sacerdote si tira indietro? Perché i preti dicono no al “sì” di Belen e Stefano? Don Marco il secondo sacerdote che era stato incaricato dal precedente prete scelto dalla coppia per celebrare il matrimonio, ha spiegato al Mattino di Padova:

L’accaduto sta in una telefonata: giovedì mi viene chiesta la disponibilità da parte di don Roberto di celebrare questo matrimonio per venire incontro ad una sua difficoltà. Dopo aver capito che il mio impegno non avrebbe tolto tempo ad altre cose più urgenti nella mia missione di sacerdote, offro la mia disponibilità. Solo alla sera giunge una chiamata gentile dalla wedding-planner del matrimonio alla quale confermo la disponibilità e chiedo, con altrettanta gentilezza, una condizione: poter incontrare i due sposi prima del matrimonio, per evitare un duplice rischio: che la celebrazione perda il suo significato religioso e, preoccupazione mia, che il sacerdote non finisca per essere una banale comparsa dentro la sceneggiatura di un film dalla trama già scritta. La risposta non arriva e richiamo nel pomeriggio di venerdì: mi chiameranno entro breve. Nel frattempo il cellulare esplode di chiamate: vogliono sapere cosa dirò nella predica, come vestirò, parlano di don Roberto come dell’Escluso, di me come del Ripescato. La cosa m’infastidisce: non è facile costruire discorsi sul vuoto. Nella serata di sabato, di fronte al silenzio, sento don Roberto e assieme decidiamo: una semplice telefonata tra due amici preti – che si stimano e si vogliono bene – per fare in modo che anche la nostra vita di sacerdoti non diventi uno show.

Secondo figlio per Belen?

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Le indiscrezioni e i gossip dell’ultima ora parlano di un secondogenito in arrivo per Belen Rodriguez. A darne notizia in tv sarebbe stata Federica Panicucci nella trasmissione Mattino 5. Poi la notizia è rimbalzata in rete, anche se le conferme non ci sono state. Forse i futuri coniugi sono troppo impegnati alla ricerca di un prete per occuparsi del gossip che gira in rete? O non vogliono sommare troppi eventi mediatici insieme dopo che due preti hanno rinunciato a celebrare le nozze ritenute troppo “commerciali” e poco “spirituali”

La dura vita sotto i flash: Belen denuncia paparazzo, che denuncia lei!

Belen-e-Stefano-De-Martino-tuttacronacaNon è certo facile vivere sempre sotto i riflettori, men che meno se sono i flash dei paparazzi sempre in cerca di nuovi scatti. Ne sa qualcosa Belen Rodriguez che, mentre si trovava in compagnia del figlioletto Santiago sembra sia stata raggiunta da 10 fotografi e avrebbe rischato di farsi male ieri pomeriggio. E’ quanto riporta con un cinguettio il giornalista Gabriele Parpiglia in Twitter:

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Belen ha denunciato un fotografo mentre un fotografo ha denunciato lei. La notizia resa nota da Parpiglia ha scatenato i commenti in rete, con molti che hanno sottolineato che la showgirl argentina non fa nulla per “schivare” i paparazzi. Pronta la risposta di Prpiglia, in difesa della showgirl, che ha sottolineato che lei non stava cercando alcun fotografo. Come lui stesso ha sottolineato, “con i bimbi non si gioca”.

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Troppo gossip finirà con il far saltare le nozze di Belen? Anche Don Spritz lascia!

belen-matrominio-prete-tuttacronacaTre giorni fa la notizia che Don Roberto, per il troppo clamore, ha deciso di non unire in matrimonio Belen Rodriguez e Stefano De Martino. Per l’occasione, a SocialChannel aveva anche spiegato che se “Non fosse stata Belen li avrei sposati”. A quel punto si era reso necessario trovare un sostituto ed è stato lui stesso a contattare Don Marco Pozza, meglio noto come Don Spritz. Il nuovo officiante sembrava entusiasta della cosa, tanto da dichiarare: “Lavoro per due anni in un carcere maschile, sono costantemente circondato da uomini e ora mi ritrovo a dover sposare Belen, è un regalo dal cielo insomma”. Tutto bene quindi, problema rientrato e i due promessi sposi potevano concentrarsi sugli ultimi preparativi in vista della fatidica data.

Come non detto! Dopo aver trascorso una giornata sotto l’assedio di televisioni e giornali, anche lui ha rinunciato. “Troppo gossip, tutto quello che c’è intorno a loro è solo gossip. Non posso passare le mie giornate nascosto o con il telefono spento perchè mi perseguitano di domande sul matrimonio vip dell’anno. E poi tanti ragazzi mi hanno chiesto di lasciare perdere, che non fa per me, rischio di svilire il mio sacerdozio”. Ha inoltre spiegato che aveva dato la sua disponibilità a celebrare le nozze ma questa “come ho fatto presente telefonicamente alla signora Giorgia Matteucci (wedding-planner del matrimonio) era legata ad una semplice condizione: poter incontrare i due fidanzati personalmente prima del giorno del loro matrimonio. Tale richiesta, fatta giovedì, ha ottenuto solamente rimandi. Sono venute dunque a mancare le condizioni per fare in modo che un sacramento non venga triturato dal gossip. Capisco i loro impegni ma ritengo anche serio celebrare il matrimonio con uno stile che sia uguale e rispettoso per tutti, sopratutto per quei giovani che in questi anni ho seguito nel loro percorso di fidanzamento e di matrimonio”. Ma sembra, così vogliono alcuni rumors, che non sia stata sua la scelta: sarebbe stato cacciato in seguito ad alcune interviste da lui rilasciate e che non sarebbero state gradite da Belen e Stefano. A questo punto è proprio SocialChannel che lancia l’appello “AAA cercasi prete per matrimonio Belen”. Chissà se si troverà qualcuno disposto a chiudere un occhi di fronte a tutto il clamore del gossip!

Una vocazione vera per il furto! Il prete ruba in Chiesa e manda regali in Kenya!

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Una vera vocazione per il furto quella del prete kenyota di 41 anni che è stato fermato dai carabinieri a Fiumicino che vendeva i regali d’oro regalati dai fedeli alla chiesa di San Nicola di Gioiosa Marea, nel Messinese, per poi spedire il ricavato ai parenti in Africa. A incastrare il religioso ci sarebbero alcuni filmati del sistema di video sorveglianza della parrocchia e dei movimenti sospetti sul suo conto corrente, tra cui un bonifico di 40mila euro. Su disposizione dell’autorità giudiziaria di Patti (Messina), il sacerdote, accusato di furto e riciclaggio, è stato rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli.

Quel matrimonio non s’ha da fare? Belen, De Martino e il prete!

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Forse è solo gossip dell’ultim’ora, forse arriverà la smentita, forse è l’ultima trovata pubblicitaria per rendere ancora più eclatante quello che si prospetta come il matrimonio dell’anno: la celebrazione delle nozze tra Belen Rodriguez e Stefano De Martino. Tuttavia questa attesa nelle ore potrebbe essere stata adombrata dal diniego di Don Roberto. Il prete che dovrebbe celebrare il rito, secondo il giornalista Gabriele Parapiglia avrebbe negato il suo consenso:

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Social Channel uno dei siti più accreditati di gossip avrebbe quindi immediatamente cercato di contattare il parroco per avere chiarimenti su le motivazioni che avrebbero spinto il religioso, a pochi giorni dal matrimonio, al fatidico passo indietro. Il parroco avrebbe quindi affermato di aver preso la decisione personalmente:  ” Non sono stato escluso, sono stato io a dire di no. I nostri incontri iniziali erano tranquilli, sereni, avvenivano in privato, lontano da occhi indiscreti. Con il passare del tempo la situazione è degenerata ed è diventato tutto di dominio pubblico”.

belen-matrimonio-tuttacronacaDon Roberto non voleva, in definitiva, finire nel grande tritacarne mediatico che naturalmente non potrà essere evitato e che di giorno in giorno aumenta a dismisura. Secondo il parroco però il matrimonio deve essere lontano da tutto ciò che può fare ombra al valore profondo del matrimonio e questa continua ingerenza dei media e la grande attesa dei fan stavano in qualche modo sottraendo “spiritualità” al rito. Al suo posto quindi a celebrare le nozze ci sarà don Marco Pozza soprannominato don Spritz.

Poi, tra le indiscrezioni che viaggiano sul web, ci sarebbe anche chi è convinto che sia stata l’ultima foto di Belen a far scattare il diniego di Don Roberto. La showgirl infatti si è immortalata in uno scatto sexy, postato poi sui social network, che la ritrae in topless con indosso una donna di tulle… forse la chiesa, a pochi giorni dal matrimonio non approva!

belen-topless-tuttacronacaSicuramente quelle foto poi erano solo un servizio fotografico… chi svelerebbe mai il vestito da sposa prima del matrimonio?

Tra un gossip, un diniego e i continui scatti sui social, l’attesa per quel fatidico sì, che i Demartinez pronunceranno il 20 settembre, a Comignago, in provincia di Novara, nell’abbazia di Santo Spirito-Villa Giannone, cresce!

La Puppato entra in sciopero della fame.

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Un segnale forte quello che sta dando dal 16 agosto scorso don Albino Bizzotto, sacerdote della diocesi della città del Santo (Pd), che ha intrapreso lo sciopero della fame per fermare il consumo del territorio e le grandi opere. Da oggi avrà il sostegno anche di Laura Puppato (Pd) che parteciperà anche lei al digiuno.

«Sono solidale con don Albino Bizzotto e con la sua protesta contro le grandi, inutili opere, attuali e future spesso servite solo ad arricchire qualcuno e ad appesantire con l’utilizzo del project financing i costi dei cittadini e delle imprese», scrive Puppato, annunciando che inizia ad oggi (alle 18) un digiuno di 24 ore.

«Il gesto di solidarietà a don Bizzotto – aggiunge Puppato – è in linea con la mia storia politica, con le battaglie portate avanti quando ero capogruppo in Regione Veneto e con il mio impegno attuale al Senato». Sto infatti lavorando – conclude – a una mia proposta di legge sulla riduzione del consumo di suolo. Come luogo di testimonianza locale scelgo S. Lucia di Piave, nel Trevigiano, dove dovrebbe essere costruito un casello autostradale costoso, probabilmente antistorico ed inutile, che deturpa il paesaggio, togliendo spazio a coltivazioni di pregio e mettendo a rischio idraulico un terreno sulle grave del Piave, alla faccia del dissesto sempre denunciato».

Bambini oggetto abusati dal sacerdote cileno Pinuer.

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Bambini e adolescenti di strada affidati al sacerdote Orlando Rogel Pinuer nella speranza di salvarli dalla strada e potergli assicurare un futuro. Invece hanno conosciuto l’inferno diventando schiavi di un religioso che in realtà era un pedofilo seriale che ha violentato e abusato sessualmente di moltissimi giovani. Orlando Rogel Pinuer non ha rispettato neppure i luoghi sacri, abusando dei ragazzi anche  tra la sacrestia e l’altare della chiesa di Temuco, nel Cile meridionale.  Proprio oggi, dopo le numerose denunce, il sacerdote è stato condannato: riconosciuto colpevole di abusi sessuali ai danni di almeno 4 giovani tra i 14 e i 16 anni, tra il 2006 e il 2011. C’erano anche altri casi di violenze, ma sono finiti in prescrizione per la scarsità di prove. Domenica si saprà con certezza la pena che il sacerdote dovrà scontare.

 

La presunta morte di Paolo Dall’Oglio: “Dietro l’omicidio c’è Assad”

dall'oglio-tuttacronacaLa Farnesina ancora non ha confermato il presunto omicidio di Padre Paolo Dall’Oglio, sparito in Siria a fine luglio, ma Lama Atassi, segretario generale del Fronte Nazionale Siriano, in un’intervista a Tgcom24 ha dichiarato che “Dietro l’omicidio di Padre Dall’Oglio c’è Assad, lui ha infiltrato i gruppi estremisti in Siria per delegittimare la rivoluzione”. Era stato lo stesso Atassi a dare la notizia della presunta morte del gesuita lo scorso lunedì: “Informiamo, con profondo dolore, che abbiamo ricevuto oggi da una fonte affidabile, la notizia che Padre Paolo Dall’Oglio è morto. Che Dio abbia misericordia della sua anima”. Riferendo che “La notizia ci è stata riferita da un alto funzionario, che vuole rimanere anonimo, dell’Esercito siriano libero (Free Syrian Army), siamo più che certi che l’informazione sia fondata”. Secondo Atassi “Gli assassini di Padre Dall’Oglio non hanno ancora voluto consegnare il corpo. Si tratta di un piccolo gruppo di estremisti islamici, legati ad Al Qaeda. Non ho altri particolari sulla sua morte”. Alla domanda “Quali prove avete della sua morte?” spiega quindi che “Prove materiali alla mano non ce ne sono, ma ci fidiamo di questa fonte, data la sua importanza e posizione. La mancanza di qualsiasi contatto di Padre Dall’Oglio di fatto è già una prova. Altrimenti ci sarebbero stati tentativi di contatti da parte dei rapitori”. E circa la ricorstuzione di quello che sarebbe successo al gesuita: “Non so se si potrà mai avere una vera e propria ricostruzione dei fatti. E’ difficile in questo tipo di situazioni. Non posso dare una data precisa della morte, so però che Dall’Oglio è caduto nelle mani di persone che non lo hanno mai trattato come un amico, ma come un vero e proprio nemico. E’ stato processato e condannato da un tribunale islamico, composto da individui che non hanno nessuna nozione di giustizia”. E sul perchè non ci sia stata nessuna rivendicazione ufficiale: “Difficile che lo facciano, ritengo infatti che rivendicare l’uccisione di Padre Dall’Oglio potrebbe mettere a disagio le forze coinvolte. Potrebbe esserci infatti una reazione negativa, dato che era una persona amata in Siria. La gente potrebbe cominciare a mettere in forse l’operato di questi gruppi”. Ma Atassi spiega anche le motivazioni che avrebbero condotto al presunto omicidio: “Una delle ipotesi è che questi estremisti possano essere stati infiltrati dal regime, per creare una sorta di strategia della tensione. Nel corso del conflitto Assad ha favorito prima il passaggio di questi gruppi dalla Siria all’Iraq, dove ci sono campi di addestramento, e poi il rientro in Siria. Assad in particolare utilizzerebbe questi gruppi per dimostrare alla comunità internazionale che quella in corso in Siria non è una rivoluzione, ma azioni terroristiche di gruppi estremisti”. Ci sarebbero anche responsabilità politiche dell’Occidente dietro la morte di Dall’Oglio quindi? “In parte sì. Le grandi potenze hanno scelto l’opposizione a cui fare riferimento. Un’opposizione che non si è dimostrata all’altezza delle aspettative del popolo siriano: non è sufficientemente strutturata, ma in compenso è corrotta tanto quanto il regime di Assad. E’ un’opposizione che si è rivelata non costruttiva, che non ha lavorato per il popolo. In compenso, come i dittatori del Terzo Mondo, viaggia su jet privati, abita in palazzi e ville di lusso e vive nel privilegio. Nel frattempo la popolazione non riceve aiuti umanitari: quello che arriva infatti finisce nelle tasche dei membri corrotti dell’opposizione. Negli ultimi due anni la rivoluzione e i suoi ideali sono stati messi all’asta. Tutto questo ha creato un disorientamento, dovuto a un vuoto ideologico: ed è questa sfiducia creatasi a causa dell’opposizione che ha aperto le porte agli ideali estremisti”.

Paolo Dall’Oglio è morto?

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Paolo Dall’Oglio, il padre gesuita rapito sarebbe già morto, secondo quanto riferisce un sito arabo, ma la Farnesina – interpellata dall’ANSA – dichiara che «si tratta di un’indicazione che va presa con estrema cautela e che non trova al momento alcuna conferma». Lo stesso gesuita appena arrivato aveva lanciato un appello su Facebook facendo comprendere la complessità della missione che si trovava a svolgere: «Pregate per me, perché abbia una buona fortuna in questa missione per la quale sono venuto qui».

Rapito in Siria padre Paolo dall’Oglio,

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Il gesuita italiano padre Paolo Dall’Oglio è stato rapito in Siria da islamisti di un gruppo filo-Al Qaeda. Lo riferiscono attivisti anti-regime. Secondo le fonti, il religioso stava camminando per strada a Raqqa quando è stato raggiunto dai sequestratori. Dall’Oglio ha lavorato per anni in Siria adoperandosi per il dialogo interconfessionale ed è stato espulso nel 2012 per aver preso posizione in favore dell’insurrezione contro Bashar Al Assad.

Morto Ersilio Tonini, il cardinale che citava Socrate e Platone

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Il cardinale Ersilio Tonini, piacentino di nascita, fu ordinato sacerdote nell’aprile del 1937, ma divenne  noto personaggio televisivo e si avvicinò al pubblico partecipando alla trasmissione di Enzo Biagi «I dieci comandamenti all’italiana».  

Aveva festeggiato le 99 primavere il 20 luglio scorso e in quell’occasione, aveva comunque voluto mandare un monito al giornalismo italiano ed internazionale: «Il giornalismo non ha ancora capito quale sia il suo ruolo perchè il suo vero ruolo, il suo compito è quello di andare a vedere la realtà attuale con gli occhi degli uomini attuali. Il giornalismo italiano e mondiale o è profeta o è niente!».

Di fronte alla torta e al tradizionale rito degli auguri, il cardinale aveva aggiunto: «si fa presto a dare una benedizione, ma è la parola buona che invece è difficile da dare, perché la parola buona viene dal cuore e deve penetrare nella coscienza e per fare questo non basta la parola ‘auguri’, ma bisogna aiutare le singole persone a penetrare nel loro cuore».

Oltre che religioso di grande cultura classica (amava citare Socrate e Platone) era anche giornalista, scrittore, filosofo. Proprio per la sua limpidezza di pensiero era spesso amato da credenti e non. 

Tonini è morto la scorsa notte, intorno alle ore 2, all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni. E’ stato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, durante una messa per la Diocesi celebrata in spiaggia alle 6 a Milano Marittima, ad annunciare la morte del religioso e a invitare i fedeli alla preghiera ricordandolo come «Un uomo che ha vissuto nella fede fino all’ultimo, incoraggiando anche chi gli stava vicino e sempre richiamando la fiducia in Dio» e poi ha aggiunto «Ho avuto occasione di conoscere il cardinale Tonini da poco tempo, ma ho riconosciuto in lui una persona di grande saggezza e coraggio nell’apertura e nell’incontro con tutti».

  

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Condannato a tre anni di reclusione il sacerdote amico dei Berlusconi.

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Don Gabriele Corsani, 45 anni, economo del collegio salesiano di Pavia, è stato condannato a tre anni di reclusione con rito abbreviato per  violenza sessuale su un ex allievo.

Chi è il religioso?

Silvio Berlusconi e Don Gabriele si erano conosciuti nel 2002 dai Salesiani dove  l’ex presidente del Consiglio ha studiato e con i quali era sempre rimasto legato. Il religioso è stato vicino alla famiglia Berlusconi in molti momenti importanti: è stato il primo ad accorrere  a casa di Rosa Bossi Berlusconi, madre di Silvio Berlusconi, alla notizia della sua morte nel febbraio 2008 a Milano. Un anno dopo,  il religioso aveva concelebrato ad Arcore la Messa funebre di Maria Antonietta Berlusconi, sorella dell’allora premier.

Chi ha denunciato Don Gabriele Corsani?

Un ragazzo di 24 anni che ha trovato il coraggio di raccontare la sua verità. Secondo l’accusa, il il sacerdote aveva attirato in una stanza l’ex allievo, di una scuola di ispirazione cattolica del milanese, proponendogli di dormire insieme per poi palpeggiarlo. Il ragazzo era poi riuscito a fuggire. Tra le testimonianze c’è anche quella di un 19enne che non aveva mai denunciato il sacerdote che però avrebbe affermato che don Gabriele aveva tentato di baciarlo sulle labbra. Per questa seconda accusa il religioso è stato assolto, mentre è stato condannato a tre anni per la violenza nella stanza d’albergo.

Come mai chi è vicino al Cavaliere prima o poi finisce in uno scandalo sessuale? Come mai chi è vicino a Berlusconi prima o poi ha problemi con la giustizia?

Il prete al bimbo “se fai sesso con me, tuo nonno va in paradiso”

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Non hanno bisogno di commento le parole pronunciate da un sacerdote britannico a un bambino di appena 7 anni preoccupato per la malattia del nonno:«Tuo nonno andrà in paradiso solo se soddisfarrai le mie voglie sessuali». Il religioso, 55enne, James Martin Donaghy, come riporta il Belfast Telegraph, è stato processato e condannato per un totale di 17 reati sessuali tra cui aggressione indecente e commettendo atti di grave indecenza contro tutte e tre le vittime.  Questo è l’ultimo caso che scuote la chiesa dopo i recenti scandali e polemiche hanno gettato ombre sui sacerdoti.

Egitto infuocato: ucciso sacerdote cristiano copto nel Sinai

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Continuano gli scontri in tutto l’Egitto nella guerriglia che sta dilaniando il paese dopo la deposizione del Presidente Morsi. Nella zona del Sinai, un sacerdote cristiano copto, Mina Abud Sharobim, è stato ucciso da uomini in moto mentre si trovava in macchina davanti alla sua chiesa a el Massaid, nei pressi di al Arish.

 

Il sacerdote incorona la Miss

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Don Riccardo Pecchia, 40enne, sacerdote originario di Avella, ha incoronato Rosalia Cerlino, la finalista provinciale del concorso nazionale di Miss Italia, ad Avella (Avellino). Il religioso infatti faceva parte della giuria composta da istruttori di fitness, casalinghe, studentesse, giornalisti ed avvocati. Chi è Don Riccardo? Ordinato nel 2006, dopo una esperienza di vice-parroco a Ladispoli, in provincia di Roma, è stato incardinato nel Santuario della Basilica Pontificia di Pompei, dove tuttora risiede. Prima che la vocazione prendesse il sopravvento, il sacerdote aveva dinanzi a sé una promettente carriera di stilista che lo aveva portato a lavorare con importanti maison come Fendi.

Baggio commenta su Twitter le micacce coreane: NO WAR!

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A commentare le minacce nucleari in arrivo dalla Corea del Nord c’è anche lui, Roberto Baggio. “La Corea minaccia attacco nucleare”, scrive su Twitter l’ex calciatore. “La fine del mondo non sono le catastrofi ma gli uomini. NO WAR!”.

La condanna del nucleare è uno dei punti centrali del movimento religioso giapponese di origine buddhista Soka Gakkai, a cui Baggio aderisce dal primo gennaio del 1988.

Dna di maiale nei cibi per gli islamici!

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Doveva esserci solo pollo nelle salsicce halal, con carne macellata secondo i dettami islamici, servita in una scuola elementare di Londra. Ma vi sono state ritrovate tracce di Dna di maiale. Oltreché una truffa alimentare anche una mancanza di rispetto religioso, poiché i seguaci di Allah non possono nutrirsi di carne suina. Altri test effettuati su millantata carne di manzo ha mostrato tracce di Dna di agnello e maiale.

Il Comune ha ritirato entrambi i tipi di alimenti dai menu scolastici. Venivano, infatti, serviti in una decina di mense. Un problema circoscritto ma grave che è venuto alla luce dopo che l’autorità ha deciso di effettuare delle analisi a seguito dello scandalo sulla carne di cavallo.
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