Il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo è in mezzo alla bufera per il caso legato alla Asl di Benevento, sul quale oggi ha riferito in Aula, con un intervento all’interrogazione del Pd .”Vengo qui con spirito di grande serenità”, ha detto il ministro. “La mia vita di politico, di persona e di donna è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti”, ha aggiunto. E ancora: “Vengo con determinazione a spiegare i motivi per cui mai e poi mai ho abusato del mio ruolo di deputato e mai ho violato la Costituzione”. “Il mio riserbo dei primi giorni era dettato dal rispetto per il lavoro magistratura”, ha aggiunto. “Mai e poi mai il mio nome è coinvolto nella truffa alla Asl di Benevento che riguarda altre persone, una delle quali ha costruito un dossier contro di me frutto di un complotto ai miei danni”. “Questa vicenda è kafkiana, a leggere i giornali sembra che sia io ad essere sotto inchiesta ma la realtà è diversa, io non sono indagata, indagato è Pisapia e l’intercettazione è abusiva”. Nelle carte sulla vicenda Asl si parla di “pericolosità dei soggetti coinvolti, di capacità e attitudine delinquenziale”, in particolare dello “spessore delinquenziale di Pisapia”. Nunzia De Girolamo ha anche sottolineato che l’inchiesta nella quale è stata coinvolta parte da una attività illecita di intercettazione, che riguarda anche aspetti e considerazioni di carattere privato che sono state rese pubbliche. “Se mi pento per espressioni colorite usate in un contesto privato, non mi pento di aver aiutato gente che chiedeva ad alta voce maggiore assistenza sanitaria”. E ancora ha voluto ribadire: “In una terra devastata dalla camorra, dalle ruberie e dalla convivenza con i clan da parte di anime belle che oggi si indignano per le parolacce di un ministro, desta scandalo che un deputato abbia chiesto informazioni sul bar dello zio. Semplici informazioni, nessuna pressione: il dirigente dell’ospedale Fatebenefratelli, che è privato, ha detto di non aver avuto pressioni da me”. Ha quindi proseguito spiegando che “È avvenuto che io abbia tenuto riunioni” nella mia dimora privata perchè “soffrivo di una particolare patologia post partum che mi impediva spostamenti” e come parlamentare della zona esercitavo il “diritto e dovere di segnalare questioni e trovare soluzioni”. E ha aggiunto: “Sono state estrapolate una serie di espressioni che collegate tra loro offrono un suggestivo richiamo giornalistico, ma non sono la verità”.”Il mosaico si vede nel suo insieme” o può essere una “brutta opera”. L’interpellanza presentata dal Pd chiede “Quali siano le valutazioni del ministro sulla vicenda” da cui è interessata, “e quali siano state le motivazioni che hanno determinato il suo intervento poco trasparente nelle specifiche questioni contribuendo ad orientare importanti decisioni di interesse pubblico riguardanti l’organizzazione dell’Asl di Benevento”. L’interpellanza del Nuovo centrodestra, a prima firma del capogruppo Enrico Costa, è stata presentata per chiedere come il titolare delle Politiche agricole “intenda tutelare non solo la sua immagine, ma, e soprattutto, le basi dello stato di diritto nei confronti del soggetto che si è reso responsabile delle registrazioni abusive di cui è stata vittima”.
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La De Girolamo e la “vicenda kafkiana”: riferisce alla Camera
Pubblicato da tdy22 in gennaio 17, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/17/la-de-girolamo-e-la-vicenda-kafkiana-riferisce-alla-camera/
“Nunzia De Girolamo, il contratto che prova il favore allo zio”: parla Il Fatto
E’ il Fatto quotidiano a pubblicare il contratto che il quotidiano reputa sia la prova che il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, ha fatto un favore a suo zio, Franco Liguori, marito della sorella della madre del ministro. Liguori ha strappato la gestione del bar dell’ospedale Sacro Cuore-Fatebenefratelli di Benevento al fratello maggiore, Maurizio Liguori, che da decenni gestiva il bar, intestato al padre ottantenne Mario. Il bar fattura annualmente 200 mila euro circa. Secondo il Fatto quotidiano:
Nunzia De Girolamo fa pressioni sulla direzione della Provincia Religiosa dell’ospedale perché quel bar, dopo la scadenza del contratto di affitto, sia tolto magari con un provvedimento giudiziario di urgenza a Maurizio Liguori e sia dato al fratello, Franco Liguori.
Il politico alla fine ha raggiunto il suo obiettivo: Il Fatto pubblica oggi il contratto di affitto di azienda siglato il 30 settembre che rappresenta la sua vittoria nella contesa familiare. Il bar passa dalla società gestita da Maurizio Liguori e intestata al padre ottantenne Mario all’impresa di Giorgia Liguori, figlia del fratello di Maurizio, quel Franco Liguori che oggi siede dietro alla cassa come su un trono conquistato dopo una lotta fratricida.
[…] Margherita De Iapinis – la mamma del politico che fa le pressioni per il bar – e Raffaella – la mamma di Giorgia Liguori che ne beneficia – abitano in case adiacenti.
Nunzia De Girolamo per “accelerare” la firma del contratto di affitto di azienda in favore della cugina e dello zio ordina al “suo uomo” nell’ente vigilante, cioé il direttore generale della ASL di Benevento Michele Rossi, la celebre frase svelata dal Fatto: “al Fatebenefratelli (…) mandagli i controlli e vaffan***o”.
Cosa succede dopo i controlli? Questa la versione del Fatto:
La Guardia di Finanza “allo stato” non rileva alcun reato. Il Fatto ora ha scoperto che il bar dell’ospedale Sacro Cuore di Benevento, a novembre del 2012, quindi quattro mesi dopo quell’ordine al direttore generale registrato a tradimento dal direttore amministrativo della Asl di Benevento, Felice Pisapia, è stato chiuso dopo un controllo.
“L’ispezione l’abbiamo avuta nel novembre 2012″, racconta Maurizio Liguori, “sono venuti addirittura i Nas direttamente da Salerno e sono stati sei ore. Da quel giorno il bar è rimasto chiuso e poi ne è stato aperto un altro con una nuova gestione. Ho avuto anche una sanzione economica, 3000 euro mi pare”. Al termine dell’intervento i Nas rilevarono delle infrazioni e, come impone il regolamento europeo chiamarono per stilare il verbale di chiusura, un funzionario della Asl di Benevento, Alfredo Gorgonio.
Durante la conversazione registrata a tradimento a luglio, Nunzia De Girolamo aveva detto al direttore generale della Asl di Benevento Michele Rossi: “Sono degli str***i … Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. (….) Mandagli i controlli e vaffan***o … Carrozza (Giovanni, direttore amministrativo dell’ospedale Ndr) mi ha preso per il c**o”.
Controlli che di fatto chiudono la gestione di Maurizio Liguori. Il contratto d’affitto successivo, a partire dal 30 settembre 2013, sarà firmato da Giorgia Liguori, figlia di Franco, zio di Nunzia De Girolamo:
Maurizio Liguori poi non ha più riaperto. Una sua cognata, sotto anonimato, al Fatto dice: “Ci hanno soffiato il bar”. Il 30 settembre 2013 frate Pietro Cicinelli firma con Giorgia Liguori l’affitto di azienda del nuovo bar. L’impresa paga 2 mila euro al mese più Iva per tre anni ai frati. L’affitto basso tiene conto dei lavori effettuati a spese dell’affittuario per 45 mila euro. Dal quarto anno l’affitto sale a 5 mila euro al mese. L’avvocato Vrenna, direttore degli affari generali della Provincia Religiosa del Fatebenefratelli, conferma al Fatto: “Nunzia De Girolamo mi ha chiamato e mi ha chiesto gentilmente di verificare la possibilità di accelerare. Io le spiegai che avendo impugnato il precedente conduttore il contratto di affitto sostenendo che fosse una locazione commerciale, bisognava aspettare i tempi tecnici. O si trovava un accordo con il diretto interessato o niente. C’era una procedura da rispettare e una procedura andava rispettata”.
Nessun favoritismo per lo zio del ministro? Vrenna nega: “Il precedente conduttore ha presentato un’offerta peggiore e non aveva voglia di fare gli investimenti”. E i controlli al bar inviati dopo la richiesta del ministro al direttore della Asl dei controlli all’ospedale? “Che vuole da me? I Nas dipendono dal ministero della salute mica li mando io. Eh ehe eh. Se sono mossi per motivi trasversali io che ne posso sapere. Ognuno si assume le proprie responsabilità. Ci sarà chi di competenza a giudicare, se del caso, e comunque gli elettori”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 9, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/09/nunzia-de-girolamo-il-contratto-che-prova-il-favore-allo-zio-parla-il-fatto/
La De Girolamo finisce nello scandalo della Asl di Benevento
L’ex direttore amministrativo della Asl Felice Pisapia, indagato, ha consegnato alla Procura di Benevento dei file in cui si sente la voce di Nunzia De Girolamo, che non risulta indagata. La politica sarebbe stata intercettata per mesi, abusivamente, durante riservate riunioni, dall’uomo che sostiene di essere stato messo in trappola e rimosso dalla Azienda sanitaria locale perché “contrario ad ingerenze esterne”. La De Girolamo sarebbe dunque stata “spiata” a lungo, quando non era ancora ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ma dettava legge nel Sannio come la parlamentare di riferimento dei berlusconiani. Come spiega Repubblica:
Lunghe conversazioni, tanto informali. Tra la De Girolamo, lo stesso Pisapia, e poi manager, medici, avvocati o fedelissimi del “cerchio magico” della ministra. Documenti audio con ogni probabilità inutilizzabili, date le prerogative legate allo status di parlamentare. Ma l’inchiesta, con atti secretati da un anno, affidata al pm Giovanni Tartaglia Polcini, sotto l’attento coordinamento del procuratore capo Giuseppe Maddalena, tiene i palazzi in ansia, non solo da quel lato della Campania. E avrebbe non poco irritato la De Girolamo.
Uno scandalo – quello che coinvolge Pisapia e il suo acerrimo rivale, l’attuale direttore generale Michele Rossi, fedelissimo alla De Girolamo – di cui tutti sanno tutto in città. Sui cui eventuali esiti giudiziari si favoleggia ogni giorno, sotto i portici dell’antico tracciato romano e longobardo, nota anche come la “città delle streghe”. Anche se, a guardar dentro e fuori il palazzo della Procura nuovo di zecca, con i suoi marmi lucidissimi e i finestroni panoramici sulla vallata, regna la calma (più sospetta).
I fatti. Pisapia, salernitano, commercialista, viene coinvolto in una vicenda di irregolarità per alcuni mandati di pagamenti e rimosso, esattamente un anno fa, il 17 dicembre 2012, dopo un’ispezione della Finanza e una serie di controversie tra lui e il direttore generale della Asl, Michele Rossi. Indagato da Tartaglia Polcini, Pisapia rende spontanee dichiarazioni a gennaio. Parla per nove ore, assistito dall’avvocato Vincenzo Regardi. Racconta un’altra verità, “mi hanno eliminato, Rossi e gli altri legati alla De Girolamo, io non gli consentivo alcune cose”. Formalmente, come l’altro avvocato, Giulio Gomez D’Ayala scrive nel ricorso civile appena presentato contro Rossi, Pisapia sostiene di essere stato punito perché si è opposto a “interferenze esterne e non istituzionali”.
E non a caso, su punti tecnici e disavventure, chiama “a testimoniare il ministro De Girolamo”. Come mai? Come può dimostrare che “Nunzia” sapesse di ogni foglia di quel che si muoveva tra uffici e direzioni dell’Asl? Esempio: gare di appalto, business del 118, bandi giù pronti e in scadenza
e stranamente sospesi da Rossi? Pisapia sostiene che passano mesi e nessuno chiede riscontri. Allora torna in Procura e consegna quei file: con la voce della ministra. Però molte altre ve ne sarebbero. In una di queste, lei userebbe l’innocua metafora di “tre accendini” per riferirsi ad una gara. Intanto Michele Rossi, il direttore generale, interpellato da Repubblica, alza le mani: “No no. Mi deve consentire il silenzio. Al più presto emerga la verità”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 18, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/18/la-de-girolamo-finisce-nello-scandalo-della-asl-di-benevento/
Scomparse le registrazioni della Moby Prince!
Scomparse le registrazioni audio di una strage piena di morti, bugie e misteri. Dopo 22 anni dal disastro della Moby Prince arriva la rivelazione da un giovane regista, Manfredi Lucibello, che da due anni lavora a Centoquaranta – La strage dimenticata: «Il tribunale di Livorno non ha più le registrazioni audio del processo della Moby Prince, quelle che valgono a livello legale. Esistono le trascrizioni delle testimonianze ma non le registrazioni audio. Abbiamo fatto due richieste tramite avvocato per ottenerle, non ci hanno mai ufficialmente risposto ma ci hanno fatto capire che non ci sono. Scomparse».
La notizia avviene proprio nel giorno in cui il presidente del Senato Pietro Grasso chiede di avviare una commissione d’inchiesta sulle stragi irrisolte del nostro Paese.
Pubblicato da tdy22 in aprile 10, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/10/scomparse-le-registrazioni-della-moby-prince/
I delfini si chiamano per nome!
Emettono suoni secondo il compagno che devono chiamare quindi il brusio dei delfini non è un verso astratto, ma ha un’utilità. Questi suoni che vengono chiamate firme vocali, permettono il riconoscimento tra di loro e inoltre la possibilità di chiamare il delfino più lontano. Questo studio è stato pubblicato sulla seria rivista Proceedings of the Royal Society B.
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori biologo dell’università scozzese di St. Andrews hanno analizzato molte ore di registrazioni, le prime risalgono agli anni Settanta.
Durante la ripresa dei suoni, due delfini sono stati separati. Non potevano vedersi, ma potevano sentirsi.
I risultati dei ricercatori hanno dimostrato che durante il periodo della cattura i delfini imitano la firma vocale dell’altro delfino. Un modo di comunicare particolarmente usato soprattutto quando i due delfini studiati erano una madre e suo figlio o due animali molto legati.
Tuttavia le imitazioni delle caratteristiche vocali non sono totalmente identiche. All’inizio e alla fine delle imitazioni, i delfini modulano il loro suono. Per gli scienziati, si tratta senza dubbio di una maniera di introdurre altre informazioni nell’imitazione, come la propria firma vocale..
Pubblicato da tdy22 in febbraio 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/22/i-delfini-si-chiamano-per-nome/
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