Polemica! La promozione turistica della Toscana passa per il fotoritocco

toscanan-promozione-tuttacronacaE’ polemica per la nuova campagna di promozione turistica della regione Toscana, il cui debutto avverrà alla Bit di Milano. Motivo dell’accusa mossa alla campagna è il fatto che le immagini, che ritraggono i stupendi paesaggi toscani, sono state elaborate al computer per rendere il tutto ancora più divino. La campagna pubblicitaria, infatti, vuole lanciare il messaggio che in questo contesto celestariale il turista può cedere a diverse tentazioni. Ma in questo caso photoshop sembra non essere stato gradito da molti utenti.

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Lo scandalo dei finanziamenti nel mondo del cinema

GialloToscano-tuttacronaca“Grazie Italia, questo è davvero un Paese pazzo, ma bellisimo”. Sono parole di Paolo Sorrentino nel suo discorso di ringraziamento nel ricevere il Golden Globe. E pur gioiendo per il fatto che l’Italia abbia visto un suo esponente trionfare, è difficile affermare di essere d’accordo con lui. Soprattutto dopo aver letto un articolo, a firma Giacomo Amadori, su Libero. A voler osservare il panorama cinematografico italiano del momento in effetti non c’è molto di che esser felici. Lo stesso film che ha riportato l’Italia in vetta, La Grande Bellezza, viene definito dal New York Times “una metafora del declino italiano” e ancora una volta, pur con grande maestria, viene presentato un ritratto appassionato e amaro di una città, Roma, che è al tempo stesso bellissima e decadente. Perchè la verità è che il cinema italiano sembra non riuscire ad andare oltre all’osservazione e alla rilettura. Altrimenti ci sono i grandi campioni d’incassi, che fanno gioire al botteghino, riescono anche a far ridere molti (e sappiamo ce n’è bisogno), ma difficilmente restano impressi o se ne parlerà un domani. Del resto l’industria cinema ha le sue  cosidette “regole” . C’è il desiderio di non rischiare e  forse la necessità di strizzare l’occhio ai soliti noti, in un universo che sembra non voglia mai dare spazio a figure nuove. E poi ci sono i finanziamenti, almeno quelli che ancora non sono stati tagliati . Ora Libero parla proprio del fatto che Film commission della regione Toscana è riuscita a elargire decine di migliaia di euro per finanziare il filmino di due indagati in diverse inchieste giudiziarie. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, appresa la vicenda, ha commentato: “Pensare che la Regione Toscana  per mettere a posto i conti ha chiesto ai suoi cittadini di pagare, oltre al ticket, una gabella di 10 euro, con la scusa della digitalizzazione, per tac, radiografie e altri esami diagnostici anche se i pazienti sono poveri o malati terminali”.  poi anche LIbero commenta in dettaglio la storia di questi finanziamenti

La nostra storia riguarda Paolo Oliverio, commercialista quarantasettenne con la passione per gli affari con i padri Camilliani e gli 007, arrestato a novembre per sequestro di persona nell’ambito di un’inchiesta per riciclaggio. Oliverio dal gennaio 2013 è socio della Poyel produzioni, con capitale sociale di 100 mila euro, azienda trasferita a Napoli a ottobre e infine messa in liquidazione nel dicembre 2013, un mese dopo l’arresto di Oliverio.

Nonostante la breve esistenza, la Poyel ha fatto in tempo, si apprende da Internet, a produrre il film «Giallo toscano», un thriller girato a Buonconvento (Siena), realizzato insieme con l’Accademia dei Risorti, società di produzione cinematografica con sede proprio nel piccolo comune senese. Grazie al trailer si scopre pure che il film è stato realizzato con il contributo della Regione toscana e della Toscana film commission. Che ha versato, secondo i produttori, 30 mila euro. La trama è semplice: una mattina di giugno due tartufai in cerca di tuberi trovano il cadavere di una giovane archeologa. Inizia a questo punto la caccia all’assassino. Al film ha contribuito con la propria partecipazione gran parte della popolazione del paese. L’idea è stata del presidente dell’accademia, Lorenzo Borgogni, per quasi vent’anni influente portavoce di Finmeccanica, originario di Siena e residente a Buonconvento. La figlia Benedetta ha fatto l’aiutoregista. Anche Borgogni, come Oliverio, ha avuto le sue traversie giudiziarie: indagato nel 2011 nell’inchiesta su Finmeccanica, ha patteggiato una pena di tre mesi di reclusione per finanziamento illecito ai partiti e resta sotto processo per altri reati; attualmente è coinvolto anche nell’indagine sulle presunte mazzette pagate per la fornitura degli autobus di Roma Capitale.

Tutto questo non ha impedito alla Regione Toscana di finanziare il progetto. «Ma il film di Buonconvento con Oliverio non c’entra nulla» puntualizza Borgogni con Libero. «È stato realizzato nel 2012 e la Poyel è nata nel 2013». Eppure nei titoli c’è scritto che è stato prodotto dalla Poyel: «In realtà l’abbiamo inserito in quel catalogo per vedere se si poteva domandare qualche contributo con questa nuova società. I soldi dalla Toscana film commission li abbiamo ottenuti come Accademia dei risorti, di cui sono presidente: 25-30 mila euro in tutto».

La toppa sembra peggiore del buco: il pluriindagato Borgogni ottiene denaro pubblico per un’opera sul suo paese e poi con una società affidata a Oliverio e che millanta di aver prodotto un film non suo prova a ottenere altri finanziamenti. Ma come approda il fiscalista alla Poyel? «L’abbiamo fondata io e il mio amico Alfonso Gallo: lui ci ha messo dentro suo fratello e io Oliverio» risponde Borgogni. In effetti alla camera di commercio si apprende che soci al 50 per cento della Poyel sono la General holding company spa dei Gallo e Reb venture srl, in cui sono soci Borgogni e Oliverio, che possiede il 5 per cento delle quote. I due sono insieme anche nella System plus srl. «Nei giorni scorsi, dopo aver letto le notizie sulle presunte attività illecite di Oliverio abbiamo fatto dei controlli e scoperto numerose operazioni sospette e non autorizzate da Borgogni sui conti delle due società » avverte l’avvocato Stefano Bortone, difensore dell’imprenditore (…)

Ragazze seminude sul manifesto per il 7° Centenario di Boccaccio: è polemica

boccaccio-manifesti-polemiche-tuttacronacaDecorre il settimo Centenario della nascita di Giovanni Boccaccio e il centro giovani “I Macelli” ha creato il contest “Boccaccio arte urbana”. Per promuovere gli eventi, è stato scelto uno scatto di Rebecca Ihle che sta facendo discutere e proprio sul profilo Facebook del centro i commenti si sono scatenati. L’immagine, che mostra quattro ragazze seminude, è stata esposta nelle città toscane, ovviamente anche a Certaldo, patria dell’autore del Decameron. Tra i commenti negativi, se ne legge anche uno che parla di “una pubblicità per Tezenis”: si rivolge quindi al mondo della moda e delle modelle magre che si scoprono per invogliare il cliente ad affidarsi a quel prodotto. Tra le frasi più utilizzate: “scelta inappropriata di questa foto”. Da parte loro i Maucelli, sempre sul social blu, rispondono che l’arte “non ha bisogno di giustificazione e sicuramente non la nostra”. Come dire l’arte contemporanea, al di là del piacere o disgustare, ha le sue mille sfaccettature ed interpretazioni. Nessuno scandalo, nessuna scelta inappropriata quindi per aver utilizzato l’immagine di queste ragazze. Il contest è stato creato con l’appoggio del Comune e dal centro fanno sapere di “non aver ricevuto alcuna contestazione dopo l’affissione del manifesto in questione”. Il lavoro è stato finanziato dagli sponsor del comitato per Boccaccio. Tra l’altro, spiega Il Tirreno, l’immagine al centro delle polemiche fa riferimento a un preciso quadro che si compone di tre puntate. Ognuna delle tre uscite ha il proprio concept artistico che prende le mosse dal Proemio del Decameron (era la prima uscita), si sviluppa con la Elegia di Madonna Fiammetta (seconda uscita) e si conclude col Ninfale Fiesolano (terza uscita). Da parte sua, la Provincia di Firenze prende le distanze dalle immagini femminili scelte. “Dispiace che per celebrare un’iniziativa di carattere culturale si sia fatto ricorso all’ennesimo sfruttamento dell’immagine della donna”. Dura la presa di posizione di Loretta Lazzeri, presidente della Commissione consiliare per le pari opportunità della Provincia di Firenze: “Il corpo delle donne non può essere preso a pretesto per iniziative di promozione, qualsiasi esse siano. Dispiace che per celebrare un’iniziativa di carattere culturale si sia fatto ricorso all’ennesimo sfruttamento dell’immagine della donna”. Lazzeri aggiunge: “La Commissione per le pari opportunità della Provincia di Firenze auspica che manifesti, cartoline e poster che mostrano immagini di ragazze più o meno nude siano al più presto ritirati”.

Renzi assenteista? Sciacallaggio politico?

Matteo-Renzi-tuttacronaca

Sembrerebbe più un attacco politico che una vera e propria denuncia di assenteismo quella che avrebbe lanciato Tommaso Grassi, consigliere dell’opposizione di sinistra alla giunta Renzi, che, dati alla mano, sarebbe uno dei sindaci meno presenti in Consiglio comunale tra quelli che sono a capo delle grandi città italiane. Peggio di lui ci sarebbe solo Alemanno.

Renzi nel 2012 avrebbe partecipato a 8 sedute su 45 del Consiglio comunale e dall’inizio del 2013 a oggi è comparso solo 7 volte su 17. Ma se questi dati possono risultare di grande impatto mediatico, va anche ricordato che un sindaco oltre che presiedere al Consiglio deve portare avanti l’ordinaria e la straordinaria amministrazione di un comune quindi non è detto che un’assenza nel Salone de’ Dugento significhi la “distrazione” del sindaco dagli impegni cittadini che in molte occasioni possono portarlo anche fuori sede per risolvere le questioni dei fiorentini.

Ma in realtà l’attacco che, forse, si vuole fare al primo cittadino di Firenze è più mirato e potrebbe anche coinvolgere la sua immagine, quella che nei mesi scorsi ha cercato di veicolare attraverso i media. A Renzi infatti vengono anche contestate tutte le apparizioni in tv. Sembra infatti, secondo l’opposizione, che il sindaco abbia solo voluto promuovere la sua immagine e non quella della città di Firenze. Ma dove finiscono i confini della promozione personale e dove iniziano quelli della città di Firenze?

Le accuse continuano con i 36,6 milioni di euro di fondi europei persi per il completamento della tramvia. Ma i fattori fondamentali sembrano prescindere dalle presenze del Sindaco in consiglio essendo invece attribuibili a: difficoltà economiche del costruttore (Impresa S.p.a. subentrato alle già fallite Btp e Consorzio etruria),  restringimento del credito bancario in seguito alla crisi economica, incertezze del progetto e dello strumento finanziario scelto, quello del project financing.

ntanto il sindaco annuncia su Facebook: “Messaggio per i fiorentini. Domani faremo l’ultima giunta programmatica della legislatura: metteremo giù l’elenco delle priorità per chiudere cinque anni di lavoro bello e intenso. In nottata faremo un giro anche a controllare i tanti cantieri stradali su cui lavoriamo di notte per non intralciare il traffico come da impegno pre-elettorale. Segnalatemi, se vi va, le vostre priorità e le vostre proposte sull’ultimo anno di azione amministrativa. E già che ci siete dateci un consiglio su dove mettere gli ultimi cinque fontanelli dell’acqua naturale e gassata di Publiacqua”.

Iniziamo a combattere la disoccupazione? Trasformiamo un tacchino in un Pegaso!

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C’è tempo fino al 3 giugno per presentare la domanda di finanziamento da parte delle università della Toscana alla Regione: il bando assegnerà fondi per 2,8 milioni di euro.

Ecco come, anche in tempo di crisi, è possibile trasformare un “tacchino in Pegaso”.

Nell’ultimo biennio (2011-2012) la Regione ha già finanziato queste attività, collegate con il progetto “GiovaniSì“, con un importo complessivo, tra fondi europei e fondi regionali, di 9 milioni. Con tali finanziamenti sono state create 150 borse di dottorato Pegaso (50 nel 2011 e 100 nel 2012), dal nome del cavallo alato, da sempre nello stemma della Regione Toscana.  Ma se il Pegaso è facilmente individuabile, dove sta il tacchino? E’ quella quotidianità che abbiamo sottomano tutti i giorni e che non riusciamo mai a utilizzare per avere degli effetti positivi, è quel luogo comune e drammatico che ci lascia ognuno a coltivare, alla meno peggio, la nostra aia senza mai spiccare il volo per poter raggiungere un risultato positivo non solo per noi ma per la comunità in cui si vive.

Un esempio e un monito questo della Regione Toscana che si può tentare di abbattere la crisi trovando i fondi in Europa concorrendo a coprire la restante parte del finanziamento con strutture e strumenti che ogni Regione ha già sul territorio, ma che spesso non vengono utilizzati per concorrere a un progetto europeo.

La Toscana investe nei giovani, in questo caso appena laureati, per cercare di dare un impulso alla ripresa economica con un nuovo bando che andrà a finanziare 70 borse di dottorato.

“Aiutiamo i giovani che con le loro ricerche possono favorire lo sviluppo e l’innovazione della Toscana – sottolinea Stella Targetti, vicepresidente della Regione – mettendo in rete le eccellenze del nostro sistema universitario e rafforzando le sinergie tra alta formazione, ricerca, professioni e mondo produttivo. Con un totale di 220 borse Pegaso e con quelle che ancora potranno venire – sintetizza sempre la Targetti – investiamo sulle nostre intelligenze e non è certo un caso che la Regione, in quest’ultimo triennio, abbia deciso di puntare e di dare continuità a un percorso così strategico per il nostro futuro”.

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