Mussolini è cittadino onorario di Ravenna… grazie al Pd!

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Sembrerebbe lapalissiano e invece è una realtà e forse un simbolo dell’atmosfera politica che si sta vivendo in Italia. Benito Mussolini è cittadino onorario di Ravenna e determinante è stato il voto del Pd. Naturalmente non senza polemiche, che si sono innescate in una commissione consiliare in cui il capogruppo della lista civica d’opposizione “Per Ravenna”, Alvaro Ancisi, aveva chiesto di revocare al Duce e ad altre due esponenti fascisti (il prefetto Eugenio De Carlo e il ministro Stefano Giuriati) il titolo di cittadini onorari, concesso loro durante il Ventennio.

A questo punto si sono sollevati i no di tutti i partiti presenti in Aula, a esclusione di Sel e M5S che in quel momento erano assenti. Ora però il Pd che si è schierato contro alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini rischia anche la sollevazione dell’Anpi.  Interpellato dalla stampa locale, il presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani, Ivano Artioli (che è anche ex consigliere comunale del Pd) ha spiegato infatti che la questione sarà portata come primo punto all’ordine del giorno al prossimo ufficio di presidenza.

Artioli ha spiegato che Mussolini

“non ha nessun tipo di qualità per cui Ravenna, città Medaglia d’oro per la Resistenza che ha dato i natali ad Arrigo Boldrini, dovrebbe riconoscerli la cittadinanza”.

Intanto il Pd, attraverso il suo consigliere Andrea Tarroni, ha spiegato che le ragioni del voto contrario sono da ricercare nella volontà di evitare il revisionismo storico:

“I tre quarti dei consigli comunali di allora avevano dato la cittadinanza a Mussolini. La storia non si può cancellare con una delibera: quei nomi sono lì a futura memoria”.

Secondo il Pd, l’ordine del giorno di Lista per Ravenna era strumentale per arrivare a cancellare altre cittadinanze onorarie non gradite. Da parte sua Ancisi si è molto detto stupito di questa scelta del Pd: “Rifiutano ogni proposta che viene dall’opposizione”.

Le lotte fratricide della sinistra non sono quindi solo ai vertici, ma diffuse a livello territoriale? Meglio lasciare cittadino onorario Mussolini che rischiare di “inimicarsi il nemico”?

 

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Festa di Capodanno da brivido: crolla un pezzo di soffitto in discoteca

kojak-discoteca-tuttacronacaEra in corso il veglione di Capodanno alla discoteca Kojak di Porto Fuori, frazione di Ravenna, quando poco dopo le 2 è crollato un pezzo di controsoffitto causando momenti di paura tra i giovani presenti. Quattro ragazzi si sono recati al pronto soccorso pur non avendo riportato, stando a quanto emerso finora, ferite gravi ma solo escoriazioni. Alla discoteca sono giunti, oltre i carabinieri, anche i vigili del fuoco che, dopo un primo accertamento sommario e in attesa di ulteriori verifiche, hanno chiuso il locale.  “L’ho fatto prima dell’eventuale decreto d’inagibilità dei pompieri – ha detto il gestore della struttura – Comunque sia, a crollare è stata una porzione modesta di un metro per 50 di materiale leggero. Inoltre risulta che un paio delle persone medicate siano state dimesse senza prognosi”.

Un’auto si schianta contro un treno nel Ravennate: grave una donna

Schianto-treno-auto-tuttacronacaQuesta mattina, attorno alle 8.30, un’auto ha sfondato il passaggio a livello ed è finita contro un treno in marcia, il Regionale che percorre la tratta Castelbolognese-Ravenna, il 6483, a Solarolo, in provincia di Ravenna. Come riporta RavennaToday, una donna di circa 40 anni, per cause ancora in corso di accertamento da parte della polizia ferroviaria di Faenza, mentre era alla guida di una Fiat 500 ha abbattuto la sbarra del passaggio a livello, finendo contro il secondo vagone del treno. La donna, soccorsa dai sanitari del 118, è stata trasportata in eliambulanza all’ospedale di Cesena in gravi condizioni. Nessun ferito fra i passeggeri e i componenti dell’equipaggio del treno, danneggiato dall’impatto.  Coinvolti 13 treni regionali, parte dei quali instradati via Faenza e parte cancellati fra Castelbolognese e Russi. Istituito un servizio di bus sostitutivi; i ritardi medi sulla linea sono stati di circa 40 minuti.

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Omicidio-suicidio nel Ravennate: muoiono madre e figlio

omicidio suicidio ravenna-tuttacronacaIl corpo di un 52enne a terra, fuori della Fiat 500 parcheggiata su una piazzola di sosta dell’E 45, all’altezza dell’abitato di Casemurate, alle porte di Ravenna. All’interno, quello della madre 75enne. Stando a una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, il figlio avrebbe parcheggiato l’auto, estratto l’arma dal baule dell’utilitaria e poi avrebbe aperto il fuoco contro la madre prima di suicidarsi. La donna, centrata da distanza ravvicinata dalla rosa di pallini, è morta sul colpo. A quel punto l’uomo ha puntato il fucile verso il suo mento e si è sparato dal basso verso l’alto, anche lui morendo all’istante e cadendo a ridosso della vettura, lato posteriore. Subito dopo è passata un’auto il cui conducente, vedendo la scena ha rallentato di colpo.  Accanto a lui, il fucile da caccia utilizzato per dare la morte a entrambi. Sul posto Polstrada e squadra mobile, oltre al Pm di turno Isabella Cavallari. Tutta la corsia sud dell’E45 da Ravenna a Casemurate è stata chiusa al traffico.

Sciopero dei bancari: dopo 13 anni uniti e in piazza

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Giornata storica per i bancari italiani, giovedì tutte le sigle del credito scenderanno in piazza, dopo 13 anni, uniti per lo sciopero di categoria che sfilerà a Ravenna, città del presidente Abi Giovanni Patuelli (numero uno della locale Cassa di Risparmio) e manifestazioni a Roma, Genova, Padova e Milano. L’evento sarà anche preceduto il 30, in occasione della giornata del Risparmio dell’Acri, da un presidio a Roma e a Milano. Lo sciopero è proclamato contro la disdetta anticipata del contratto collettivo consegnata dall’Abi.

“Finocchio, mettila fuori”, il tecnico viene espulso per un cognome!

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Si stava giocando Bologna – Parma tra le formazioni giovanili quando a pochi minuti dal fischio finale un giocatore rossoblu cade e l’allenatore del Bologna urla a un giocatore del Parma “Finocchio, mettila fuori”. L’arbitro,  Donati di Ravenna, scatta verso la panchina ed espelle il tecnico… ma il giocatore si chiamava Finocchio, Francesco Finocchio.

Il tecnico prova a spiegare, protesta, ma l’arbitro resta irremovibile. Alla fine della partita , il ct, Paolo Magnani, non ci sta  intervistato dice la sua: “Se non lo chiamavo Finocchio come avrei dovuto chiamarlo?”. Ma la squalifica per una giornata viene confermata per  “avere, al 45° del secondo tempo, rivolto all’allenatore della squadra avversaria espressioni irriguardose”.

Giustizia sportiva?

 

«La giustizia è più stuprata di una donna»

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«La giustizia è più stuprata di una donna». La frase agghiacciante è stata esposta sulla vetrina della sede del Pdl a Ravenna e sembra essere davvero un messaggio “fuorviante” sia per l’istituzione della Giustizia, sia per le donne. A denunciare il fatto il deputato Sel Giovanni Paglia che parla di«manifesto farneticante» e ha chiesto l’immediata rimozione. Lo stesso Paglia al Corriere.it ha spiegato: «Questo nel Paese che vive ogni giorno la tragedia del femminicidio, che non riesce a trovare le risorse per finanziare provvedimenti a favore delle donne vittime di violenza, che è ricattato quotidianamente da un pregiudicato per frode fiscale, Silvio Berlusconi».

 

Davide contro Golia: la class action contro la Rai

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Andrea Maestri, l’avvocato che ha promosso la class action di 123 abbonati Rai di Ravenna contro la tv pubblica, si è definito proprio Davide contro Golia. La battaglia intrapresa  da Maestri è destinata a vedere in campo la tv pubblica che si difenderà da 125 abbonati Rai che non possono usufruire del servizio o ne usufruiscono solo parzialmente, pur pagando il canone. Il problema è sulla recezione del segnale, un disagio che non è sicuramente circoscritto all’area di Ravenna, ma che è stato rilevato in vaste zone d’Italia, dalla Val D’Aosta alla Sicilia. E’ passato un  anno dal completamento dello switch off e molti teleutenti sono rimasti senza poter vedere i programmi della Rai, tanto da promuovere un caso che è stato portato davanti al Tar del Lazio il 18 Luglio e di cui ora, si attende la sentenza.

“Mi sento un po’ come Davide contro Golia – dice Maestri – perché la Rai e la sua controllata Raiway (la società che possiede e gestisce la rete) si sono costituite in giudizio schierando fior fiore di avvocati. Nel pool di quattro legali della tv di Stato c’è anche Giuseppe De Vergottini, professore emerito di diritto costituzionale dell’università di Bologna, con il quale mi sono laureato io stesso col massimo dei voti, nonché uno dei trenta saggi nominati dal premier Enrico Letta per lavorare alle riforme”.

Non solo, De Vergottini fa anche parte del team di otto giuristi che ha stilato i sei pareri che puntano a sancire l’incostituzionalità della legge Severino, ovvero della norma che potrebbe scrivere la parola fine alla carriera parlamentare di Silvio Berlusconi.

La Rai schiera anche un altro nome illustre, Carlo Mirabile, che oltre a essere un esperto nel settore degli appalti pubblici, tra le varie cariche ha ricoperto quella di vicepresidente di Lottomatica Sistemi e di consigliere giuridico dell’amministratore delegato di Poste Italiane. Una potenza di fuoco giuridica che farebbe impallidire qualunque controparte. Così come farà impallidire anche la parcella del “dream team” di consulenti legali Rai, ben superiore a quella di Maestri: “Noi abbiamo chiesto 10 euro a ogni sottoscrittore della class action e il rimborso delle spese di bollo”.

Ma chi dovrà pagare il conto della Rai? I contribuenti, ergo gli abbonati della televisione pubblica. Gli stessi che stanno portando avanti la class action, gli stessi che continuano a pagare un canone per il quale non ricevono il servizio (l’azione collettiva punta alla restituzione dei versamenti degli ultimi tre anni) ma che intanto retribuisce indirettamente chi è dall’altra parte della barricata da dove chiama in causa anche il Ministero dello Sviluppo Economico.

La Rai, per adesso, ha risposto alla diffida inviata da Maestri (come da prassi) sottolineando che il canone di abbonamento “ha natura di prestazione tributaria fondata sulla legge, e non costituisce quindi un corrispettivo per la prestazione di un servizio” e che il digitale terrestre non funziona per l’inadeguatezza “dei sistemi di ricezione dei singoli cittadini anche per difetto di puntamento delle antenne”.

Intanto gli abbonati ravennati attendono il verdetto del Tar: “Sono un po’ preoccupato perché in effetti io sono solo un piccolo avvocato – ammette Maestri – ma è anche vero che siamo in tanti a far valere le nostre ragioni”.

Il dramma della disoccupazione diventa tragedia familiare.

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Una lite furibonda tra padre e figlio. Lui Giuseppe Paolino, 72 anni, originario di Torre del Greco, presumibilmente al culmine di un acceso diverbio ha ucciso a colpi d’accetta il figlio Nunzio di 36 anni, disoccupato. Il giovane assassinato, da un paio di anni, si era trasferito dal Napoletano a casa del padre pensionato, che si trova in via Nigrisoli 136 a Sant’Alberto, frazione nella campagna di Ravenna.

Secondo i vicini di casa, Giuseppe Paolino era una persona tranquilla, nessuno mai si sarebbe aspettato questo tragico evento. Le liti c’erano frequentemente, ma erano sempre per il lavoro che mancava al figlio e per i soldi che non bastavano più.

La prima a trovare il cadavere del 36enne è stata la sorella, arrivata assieme a un amico dalla vicina frazione di Savarna, forse avvertita dal padre. La ragazza è stata poi portata all’ospedale in stato di choc. Il 72/enne è sceso di casa solo all’arrivo di carabinieri e ambulanze del 118; quindi – secondo i testimoni – ancora sanguinante ha alzato le braccia al cielo ammettendo di avere ammazzato il figlio. L’uomo, vedovo e in passato camionista, era stato sposato un paio di volte e ha avuto numerosi figli: il 36enne era nato dalla prima relazione.

 

Sotto il letto della ex, armato di coltello da sub.

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Sono stati i carabinieri a trovarlo armato di coltello da sub, nascosto sotto il letto della ex. Il ragazzo, un 27enne veronese è stato arrestato per stalking, violazione di domicilio e porto abusivo di arma bianca in un appartamento tra Punta Marina e Marina di Ravenna, sul litorale ravennate. Dall’inizio dell’anno, dopo la fine della relazione, il giovane era tornato a farsi vivo in maniera sempre più insistente: l’obiettivo era quello di ottenere un’altra possibilità. Migliaia i messaggi inviati alla ex.

 

Militare 21enne muore folgorato a Ravenna: era di guardia a un carro armato

militare-folgorato-tuttacronacaEra di guardia a un carro armato che si trovava allo scalo merci di Ravenna un militare di 21 anni che è rimasto folgorato morendo sul colpo. Al momento sono in corso accertamenti sulle cause e la dinamica dell’episodio, che è stato classificato dal 118 come “infortunio sul lavoro”. Sul posto sono intervenuti operatori sanitari, che hanno potuto solo constatare il decesso del giovane, vigili del fuoco, polizia e carabinieri.

Morto Ersilio Tonini, il cardinale che citava Socrate e Platone

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Il cardinale Ersilio Tonini, piacentino di nascita, fu ordinato sacerdote nell’aprile del 1937, ma divenne  noto personaggio televisivo e si avvicinò al pubblico partecipando alla trasmissione di Enzo Biagi «I dieci comandamenti all’italiana».  

Aveva festeggiato le 99 primavere il 20 luglio scorso e in quell’occasione, aveva comunque voluto mandare un monito al giornalismo italiano ed internazionale: «Il giornalismo non ha ancora capito quale sia il suo ruolo perchè il suo vero ruolo, il suo compito è quello di andare a vedere la realtà attuale con gli occhi degli uomini attuali. Il giornalismo italiano e mondiale o è profeta o è niente!».

Di fronte alla torta e al tradizionale rito degli auguri, il cardinale aveva aggiunto: «si fa presto a dare una benedizione, ma è la parola buona che invece è difficile da dare, perché la parola buona viene dal cuore e deve penetrare nella coscienza e per fare questo non basta la parola ‘auguri’, ma bisogna aiutare le singole persone a penetrare nel loro cuore».

Oltre che religioso di grande cultura classica (amava citare Socrate e Platone) era anche giornalista, scrittore, filosofo. Proprio per la sua limpidezza di pensiero era spesso amato da credenti e non. 

Tonini è morto la scorsa notte, intorno alle ore 2, all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni. E’ stato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, durante una messa per la Diocesi celebrata in spiaggia alle 6 a Milano Marittima, ad annunciare la morte del religioso e a invitare i fedeli alla preghiera ricordandolo come «Un uomo che ha vissuto nella fede fino all’ultimo, incoraggiando anche chi gli stava vicino e sempre richiamando la fiducia in Dio» e poi ha aggiunto «Ho avuto occasione di conoscere il cardinale Tonini da poco tempo, ma ho riconosciuto in lui una persona di grande saggezza e coraggio nell’apertura e nell’incontro con tutti».

  

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Incidente mortale a Ravenna, muore un 25enne e 4 feriti

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Uno scontro mortale quello che oggi pomeriggio, poco prima delle 17 è avvenuto sulla Statale Salaria, all’altezza delle saline di Cervia, in provincia di Ravenna. A morire è stato un 25enne di origini albanesi che viaggiava su un’ Audi insieme a tre coetanei connazionali. L’auto si è scontrata con una Clio guidata da un settantenne forlivese. Insieme all’uomo c’era anche una 52enne cubana.  La coppia stava probabilmente rientrando a casa dopo una giornata al mare. Oltre alla vittima, sono stati registrati altri cinque feriti, quattro dei quali in gravi condizioni. Le cause dell’incidente sembrerebbero risiedere in un sorpasso azzardato dell’Audi che ha reso inevitabile  la collisione frontale con la Clio.

 

Atti vandalici contro il consigliere che ha sollevato il caso Idem.

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E’ stato vittima di atti vandalici il consigliere comunale,  Pietro Vandini, del M5S che aveva sollevato il caso Idem, facendo emergere  i documenti sulla casa-palestra e sull’imu non pagata, che hanno portato alle dimissioni dell’ex ministro dello sport. Nella notte di giovedì, infatti, qualcuno ha tagliato le gomme della sua auto e venerdì mattina, Vandini,  si è recato in polizia per sporgere denuncia contro ignoti. Il consigliere non è la prima volta che cade vittima di questi atti vandalici, già mesi fa qualcuno gli aveva fatto trovare sull’automobile un biglietto con scritto a pennarello rosso: “Vandini infame, per te ci sono le lame”.

Ridistribuite le deleghe della Idem

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Dopo le dimissioni della ministra sono state ridistribuite le deleghe della Idem: pari opportunità al viceministro del Lavoro, Cecilia Guerra, politiche giovanili a Kyenge, sport a Delrio. Dovremo attenderci nuove ripercussioni per la decisione di affidare le politiche giovanili alla Kyenge o si potrà fare silenzio e iniziare a lavorare?

Nave contro molo a Ravenna

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L’Eurocargo Catania ha urtato il molo del portocanale di Ravenna all’altezza della frazione di Porto Corsini. L’impatto si è verificato sul punto d’attracco del traghetto che attraversa quel tratto di mare. In quel momento però la piccola imbarcazione si trovava sulla sponda opposta. Non sono stati segnalati feriti. E’ intervenuta la capitaneria di Porto, mentre la polizia Municipale si è occupata della viabilità a terra.

La Germania difende la Idem?

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Le dimissioni di Josefa Idem vengono difese dalla Germania? Se la stampa tedesca è sempre pronta a “picchiare duro” sull’Italia, questa volta sembra prendere le distanze e non giudicare le dimissioni della Idem. La notizia, su gran parte della stampa, viene data senza enfatizzare il carattere negativo dell’intera vicenda, anzi su alcuni giornali si accusa anche il carattere razzista e sessista dei commenti polemici rivolti alla ministra.

Sicuramente il commento di Borghezio come sempre era fuori luogo e sopra le righe, ma non può essere riportato dai media tedeschi come esempio su una polemica che si è innescata a fronte di una irregolarità fiscale in un periodo drammatico che sta attraversando l’Italia, in cui ai cittadini viene chiesto l’ennesimo sforzo economico, con una tassazione eccessiva e invece, sembrerebbe, che c’è chi riesce a eludere anche l’Ici e l’Imu.

Perché la Germania non è pronta a condannare determinati comportamenti se continua a dire che gli stati membri devono fare i compiti? L’Italia non ha forse fatto i propri compiti mandando a casa la Idem?

IDEM si è DIMESSA!

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Dimissioni! Nel giorno della sentenza di Silvio Berlusconi non poteva essere altrimenti. Josefa Idem lascia l’esecutivo dopo essere stata investita dallo scandalo dell’Ici, della palestra e dei contributi pagati dal comune. Nonostante la ministra avesse espresso più volte la volontà di “riparare la situazione”, ma non dimettersi alla fine dell’incontro con il Premier è stata costretta a sciogliere ogni riserva e a lasciare vacante la sede del Ministero per lo Sport, le Pari opportunità e le politiche giovanili. D’altra parte lo aveva ripetuto Letta “non facciamo sue pesi e due misure”, se Silvio Berlusconi fosse stato condannato (come poi è avvenuto), la Idem era pressoché certo che si sarebbe dimessa. D’altra parte in Germania ci sarebbe stato il minimo dubbio sulle sue dimissioni? Lei stessa ha spiegato: “Ho voluto condividere con il premier le mie dimissioni. Avevo già deciso da giorni di fare questa mossa, dopo le accuse e gli insulti che ho ricevuto”. Aggiungendo poi: “Come ministro – ha continuato – ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del ‘gioco’. La ‘persona’ Josefa Idem già da giorni invece si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti”.

Idem “mi stanno massacrando”

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Ieri Letta aveva parlato in tv da Lucia Annunziata sul caso Idem e aveva usato parole decise sulla vicenda: “Parleremo e poi decideremo insieme”, “Dobbiamo essere garantisti e garantire opportunità e rispetto delle regole” e “Nessun doppio standard”. Ma intanto arrivano le dichiarazioni della Idem: “Vorrei che qualcuno mi credesse. Non ho bisogno di una poltrona. Porterò le carte ad Enrico Letta, gli spiegherò bene come sono andate le cose e poi aspetterò che lui si faccia la sua opinione” e poi ha aggiunto  “Mi stanno massacrando, questa vicenda è assurda. Esigo che mi si creda perché tutto è spiegato… Non sono furbetta, ho sbagliato ma ho chiesto scusa”. Per la Idem “c’e’ un clima di linciaggio, ma lascerò decidere a lui”.

 Ma ha ragione il ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili a sottolineare che la “vicenda è assurda”  ? Comunque si è passati da un “non mi dimetto” a “decideremo insieme”… Per fortuna che un premier può ancora decidere se rinnovare o revocare la fiducia a un ministro!

Scoppia il caso Idem… lunedì la decisione sulle dimissioni

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Forse siamo arrivati all’ultima pagaiata per Josefa Idem, travolta dallo scandalo per la vicenda Ici non pagata nella casa-palestra. Anche il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, del Pd, sul proprio profilo Facebook Rossi ha scritto: ”Della ministra Idem non convince soprattutto la frase ‘non lascio’. Avrebbe dovuto dire ‘penso di essere onesta, ma rimetto il mio mandato nelle mani del Presidente del Consiglio. Sta a lui decidere’. In politica si fa così”.

Anche la ex campionessa di salto in lungo Fiona May si è detta un po’ sorpresa dalla vicenda e ha aggiunto “bisognerà valutare la gravità dei fatti che le sono contestati. Posso dire che, se si tratta di una cosa grave, è giusto che lasci la carica di ministro. Josefa è abbastanza intelligente, può capire se sia o meno il caso di proseguire la sua avventura nel Governo. Lei è un simbolo per le donne, non solo delle sportive, e saprà sicuramente cosa fare. In ogni caso, questa storia mi lascia senza parole. Sport a parte, ognuno di noi nella vita deve sempre comportarsi correttamente.” poi ha concluso “Se mi dimetterei al suo posto? Certo che si: non avrei alcun dubbio.”

Ma anche Letta, intervistato dall’Annunziata, sembra perseguire la linea dura: “Domani pomeriggio incontrerò la ministra” e “insieme decideremo cosa fare”, ha detto. “Voglio vedere tutte le carte, dobbiamo essere garantisti e in grado di garantire che l’opportunità e il rispetto delle regole siano un elemento chiave del nostro governo”, ha sottolineato. “Nessun doppio standard”, ha concluso.

Josefa Idem e quei contributi pensionistici pagati dal Comune

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In conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro delle Pari opportunità Josefa Idem ha oggi dichiarato: “Non sono una cittadina infallibile, ma sono una cittadina onesta e non permetterò a nessuno di dubitarne. E’ mia intenzione continuare a impegnarmi per il bene del paese”. Ha quindi respinto ogni ipotesi di dimissioni. Ma intanto hanno preso avvio le verifiche della procura di Ravenna sulle carte che il Comune, attraverso la polizia municipale, ha trasmesso ieri al palazzo di giustizia di Ravenna sulla casa-palestra e il pagamento dell’Imu del ministro dello sport Josefa Idem. Ma se questo non bastasse, a riprova che non c’è due senza tre, è scoppiata un’altra grana, questa volta relativa ai contributi pensionistici, che rischia di complicare ulteriormente la sua posizione. A “svelare” questa nuova pecca dell’ex campionessa, è stato Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione che ha dichiarato che nel 2006, prima della sua nomina come assessore allo sport, sarebbe stata ‘virtualmente’ assunta dall’associazione Kajak, alla cui presidenza c’è marito Guglielmo Guerrini, con lo scopo, stando al consigliere, di addebitare al Comune gli oneri previdenziali. Infatti il Comune paga gli oneri previdenziali agli assessori che, per svolgere la propria funzione, si mettono in aspettativa dal proprio lavoro dipendente. Quindi Ancisi ipotizza che il rapporto di lavoro fosse “fittizio e strumentale”: la Idem è stata infatti la prima e unica dipendente dell’associazione, e le ha versato i contributi solo per dieci giornate lavorative. Dopodichè, con l’aspettativa, per gli undici mesi in cui la Idem ha svolto il suo ruolo di assessore, gli oneri sono stati addebitati al Comune che ha versato una somma di 8.642 euro. Poi, del rapporto di lavoro con l’associazione, più nessuna traccia.

Borghezio attacca il ministro Josefa Idem a Klauscondicio

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L’europarlamentare della Lega Mario Borghezio è stato intervistato da Klaus Davi a Klauscondicio ed ha parlato della vicenda in cui è coinvolta il ministro Josefa Idem. Il politico ha affermato “Non auguro la galera, ma la gogna certamente». E continua: “Io non ce l’ho con la signora Kyenge, ce l’ho invece contro questa ministra Idem. Forse le vere pu****e non sono quelle che esercitano la professione, sono quelle piene di ipocrisia, politicamente parlando, che dicono una cosa e ne fanno un’altra. Forse le vere pu****e sono certi personaggi, donne ma anche uomini, che prostituiscono la funzione di servizio che chi ha uno stipendio pubblico dovrebbe sentire di avere nei confronti dell’azienda che li paga, dell’istituzione che gli da anche degli onori e dei piccoli privilegi o dei grandi privilegi”. E ancora: “Siamo di fronte a un personaggio che è stato testimonial del nostro Ministero delle Finanze, della campagna per gli adempimenti fiscali e la prima a non adempiere è proprio la signora Idem”.

Josefa Idem verso le dimissioni?

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Enrico Letta si fida di Josefa Idem, che ha ammesso che sono emerse alcune irregolarità nei pagamenti di Ici e Imu, ed è lo stesso premier ad assicurare: “Faccio fiducia su quello che ha detto il ministro Idem ieri”. Con lui si schiera dalla parte dell’ex atleta anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando: “Non penso si debba dimettere – dichiara – saprà spiegare le ragioni del comportamento che le viene contestato”. Ma ci sono i magistrati di Ravenna determinati a far luce sulla vicenda: “La Procura è molto interessata al caso e attende le carte”. E infatti si seguono con attenzione gli sviluppi della vicenda per capire se si possa configurare anche un’ipotesi di reato. La pista da seguire potrebbe essere in particolare quella dell’abuso edilizio. “Se non arriva qualcosa a breve lo andremo a chiedere noi. La Procura si attiverà a brevissimo per verificare se si sono commessi reati”. Ma il grande interesse è sulla scena politica, con i partiti d’opposizione pronti ad accender la miccia. La Lega Nord ha già presentato una mozione di sfiducia sia alla Camera sia al Senato. Se “fosse successo in Germania – dichiara Roberto Maroni – la ministra sarebbe già stata licenziata: siamo in Italia, quindi serve una spintarella, una mozione di sfiducia. Mi sembra veramente incredibile che, come è successo, uno predica bene e razzola male. Poi si cade sulla buccia di banana”. Della stessa opinione anche Crosetto di Fratelli d’Italia e la collega Meloni. Gabriella Gianmarco, invece, se la prende con Enrico Letta: “Assurdo che il premier abbia deciso per un’intervista di revocare al sottosegretario la delega alle Pari Opportunità mentre sulla spiacevole vicenda del ministro Idem, il Presidente del Consiglio non abbia sentito il dovere di proferire nemmeno una parola di censura. Mi sembra una differenza di trattamento davvero inaccettabile. La comoda logica dei due pesi e delle due misure, a seconda dell’appartenenza politica, continua purtroppo a caratterizzare la sinistra”. Ma stando a Pasquale Laurito, come si legge nella sua nota politica, “il ministro Josefa Idem starebbe seriamente valutando di dimettersi in seguito alle polemiche per la sua palestra e l’Ici”. E aggiunge:  “Le fonti ufficiali affermano che non si arrivera’ all’uscita dal governo, ma il primo indizio concreto e’ arrivato oggi dalla mancata presenza del ministro in commissione Giustizia dove era attesa per una audizione”. In Germania, continua la Velina citando il leghista Buonanno, “paese di origine del ministro, per molto meno i ministri si dimettono, tanto piu’ da un governo che non riesce a trovare le risorse necessarie proprio ad abolire l’Imu sulla prima casa”.

I guai di Josefa Idem tra case e palestra abusiva

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Il ministro delle Pari Opportunità Josefa Idem Idem avrebbe dei conti in sospeso per quanto riguarda il pagamento dell’Ici, con una palestra censita come abitazione e lavori di ristrutturazione irregolari, lo riporta un’inchiesta del Fatto Quotidiano già anticipata da La Voce di Romagna. Il periodo incriminato andrebbe  dal 2008 al 2011, quando l’ex campionessa risultava residente in via Carraia Bezzi nella frazione di Santerno a Ravenna, mentre marito e figli erano residenti  in via Argine Destro Lamone, una strada poco distante. Il 4 febbraio di quest’anno, il ministro ha chiesto il cambio di residenza raggiungendo così la famiglia. Due abitazioni dunque, ma nessuna seconda casa. Stando ai documenti del Comune pubblicati dal Fatto Quotidiano, “con riferimento all’Ici risulta che i contribuenti hanno considerato abitazione principale sia il fabbricato di Carraia Bezzi che il fabbricato di Argine Destro Lamone, e conseguentemente non hanno corrisposto l’Ici per gli anni 2008 al 2011, fruendo dell’esenzione prevista per legge”. Arriva quindi il 5 giugno 2013, data in cui l’edificio di via Bezzi è diventato “altra bitazione” la Idem ha corrisposto le tasse arretrate con “un versamento a titolo di ravvedimento operoso”. Ma c’è anche una seconda irregolarità, che interessa la Jajo gym, la palestra della Idem: risulta coincidere con la residenza del ministro di via Bezzi. Il locale, aperto al pubblico, è un’associazione dilettantistica ma censito come abitazione. In questo spazio sarebbero stati effettuati lavori di ristrutturazione senza alcuna autorizzazione. Il capogruppo grillino Nicola Morra depositerà oggi un’interrogazione che potrebbe portare anche alle dimissioni di Josefa Idem, anche se Fabrizio Matteucci, del Pd, si è già schierato in difesa del ministro spiegando: “Gli accertamenti erano già stati autonomamente avviati dagli uffici competenti” ma “non vengono divulgati perché, come in tutti i casi simili, l’azione dell’Amministrazione e degli uffici competenti è ispirata ai principi dell’imparzialità e dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”.

Terribile schianto sulla statale Adriatica: hanno perso la vita due ragazze

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E’ costato la vita a due ragazze di Forlimpopoli,  Beatrice Casanova, 17enne, e Sara Valentini, 18 anni appena compiuti, un terribile incidente avvenuto poco dopo le 3.30 a Pinarella, in provincia di Ravenna, lungo la statale Adriatica. Nello schianto che ha coinvolto tre auto è rimasto gravemente ferito anche un ragazzo di 21 anni, mentre meno gravi sono le condizioni degli altri due feriti: si tratta di un 36 e di un 41enne. Se i sanitari non hanno potuto far nulla per le giovani, sono intervenuti per salvare la vita a feriti: il 21enne è stato trasportato d’urgenza a Ravenna mentre i due feriti più lievi all’ospedale Bufalini di Cesena. Nel frattempo, le forze dell’ordine cercano di capire l’esatta dinamica dell’incidente devastante, probabilmente iniziato con un urto non gravissimo che ha poi innescato il frontale mortale. Due auto, una Mercedes Classe A e un Citroen Saxo si sono toccate circa a metà carreggiata, per per un sorpasso azzardato della Classe A, condotta da un’ucraina di 27 anni. Nel suo sangue è stata riscontrato un tasso alcolemico di 1,5 grammi/litro e ora è accusata di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. La donna, dopo l’incidente, è stata rintracciata poco dopo dalla polizia stradale: in stato di shock, si era allontanata a piedi lasciando l’auto e una coppia albanese che viaggiava con lei. A bordo della Saxo con Sara e Beatrice si trovavano i loro giovani fidanzati, le due coppie stavano rientrando da una serata al mare. Dopo l’impatto con l’auto, la vettura ha perso il controllo ed è finita completamente nella corsia opposta, dove ha colpito violentemente l’auto che seguiva la Classe A, una Golf.

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Il maldestro rapinatore… quasi un novello Pollicino!

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Sembrava di essere sul set de “Le Comiche” invece era una rapina in piena regola. Un uomo è entrato nella filiale della Banca Popolare di via Cilla a Ravenna e armato di bomboletta spray  urticante ha spruzzato in aria il contenuto per cercare di darsi una credibilità. Poi ha provato a rapinare l’Istituto di Credito ma la banca è dotata di un sistema che impedisce l’erogazione di denaro se la richiesta non è fatta da un operatore. Così si è dovuto accontentare delle monete ed è scappato con un “bottino” di circa 3000 euro, ma la sua corsa era notevolmente rallentata dal peso della sua rapina. Inseguito dal giovane direttore di banca, il malvivente è stato costretto a gettare gran parte del suo bottino lasciando alle sue spalle una “scia d’orata”.   Alla fine il furto è stato di soli 97 euro. I carabinieri intervenuti sul posto hanno già rilevato una grande quatità di impronte e una registrazione dalla telecamera di videosorveglianda. Non sarà certo difficile ritracciare l’uomo alto circa 1,90 e dalla carnagione olivastra… più che un rapinatore, quasi un novello Pollicino!

 

Romena trovata morta a Ravenna! Femminicidio?

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Il cadavere di una donna romena è stato trovato sul suo letto nella casa che condivideva col compagno, anche lui di origine romena, a Ravenna. A ritrovare il cadavere sono stati i carabinieri avvertiti dai vicini. L’uomo, che stava vegliando la donna morta, è stato portato in caserma per essere interrogato e fornire chiarimenti.

Il prete ricattato!

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Un lavapiatti di 36 anni originario del Camerun è stato arrestato martedì mattina con l’accusa di avere estorto alcune migliaia di euro a un anziano prete di Ravenna sotto la minaccia di divulgare un video, tuttavia finora non trovato, presumibilmente girato di nascosto e dal contenuto a luci rosse che coinvolgerebbe entrambi. Il 36enne – come riferito dai quotidiani locali – è stato bloccato dai Carabinieri all’uscita di una chiesa ravennate subito dopo avere ricevuto il contante. L’indagine – coordinata dal Pm Angela Scorza – era partita da una richiesta di aiuto del parroco che conosceva il 36enne – prima impiegato in un hotel di Ravenna e poi rimasto disoccupato a causa della crisi – per averlo in passato aiutato. L’arrestato – difeso dall’avvocato Igor Gallonetto – nell’interrogatorio di garanzia di ieri pomeriggio davanti al Gip Piervittorio Farinella si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per ora il giudice si è riservato sulla misura cautelare da applicare. Secondo la difesa, i soldi erano stati chiesti senza minacce ricattatorie e per un bisogno legittimo personale. Del presunto video a luci rosse finora nessuna traccia: gli inquirenti non escludono che in realtà non esista.

Scuole chiuse a Ravenna per neve!

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Scuole chiuse per neve sabato nel territorio comunale di Ravenna. Lo ha comunicato il sindaco Fabrizio Matteucci, che ha emesso un’ordinanza. In serata invece è stata chiusa al traffico leggero e pesante la carreggiata nord dell’Autostrada A14 a partire da Ancona sud sempre a causa di una fortissima nevicata. Il traffico si è riversato lungo la Ss16, ingorgandola.

Spara alla Prof! L’aveva rimproverato il giorno prima

Un 20enne di Ravenna ha sparato, con una pistola ad aria compressa, durante l’intervallo, alla professoressa che lo aveva ripreso il giorno precedente. L’insegnante ha riportato lievi lesioni.  6b72ad2d410ad6b9bdf67ab12c6b9f1c

Alchemy! Tornano i Momix dal 5 febbraio. Spettacolo sugli elementi

A Ravenna in anteprima mondiale. 6b4432ae2362d3ab026f981c1be4259f

Videoslot e ‘ndrangheta, in corso maxi operazione in Emilia-Romagna

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Domani l’autopsia sulla bimba nata morta a Ravenna. La procura indaga

Aggressione in villa! Anziani medicati in ospedale.

Sono stati rapinati nella loro villa a Bagnacavallo, nel Ravennate, da tre malviventi dell’Europa dell’Est che li hanno malmenati e legati con nastro isolante.

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