Rapito il figlio di un pentito, torna il terrore a Napoli

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E’ stata formalizzata dai familiari la scomparsa di Francesco Sabatino, 34 anni, figlio di Ettore, l’ex boss del Rione Sanità, oggi collaboratore di giustizia. Sabatino, non aveva voluto accettare il programma di protezione che si offre sempre ai collaboratori di giustizia e ai familiari, si teme perciò che possa essere stato rapito per le dichiarazioni del padre. Dopo aver atteso il ritorno inutilmente per tutta la notte e la mattina di ieri e dopo che si era diffusa, nella giornata di lunedì, la macabra scoperta all’interno di un garage nel quartiere di Milano di tracce di sangue che inutilmente qualcuno aveva cercato di ripulire con candeggina e ammoniaca per cancellarle dal pavimento. Non si sa se la scomparsa del giovane sia connessa con le tracce di sangue ritrovate nel quartiere Milano. Le forze dell’ordine stanno indagando sulla scomparsa del giovane, mentre la famiglia sta vivendo ore di angoscia.

 

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E’ tornato a casa Charly, il pony più piccolo del mondo

charly-ritrovat-tuttacronacaUna settimana fa Bartolo Messina, allevatore e artista equestre di Barano d’Ischia, nel Napoletano, aveva lanciato un appello in Facebook:

facebook-tuttacronacaCharly, il pony più piccolo del mondo, era infatti stato rubato da uno dei box della mostra nazionale del cavallo, a Città di Castello, la sera precedente l’inaugurazione. Qualcuno aveva tagliato la rete accanto al box, portando via il cavallo alto non più di una sessantina di centimetri e per questo inserito nel Guinness dei primati. Le sue tracce si erano quindi perse in un vicino campo di tabacco. Nei giorni successivi numerosi erano stati gli appelli di Messina affinchè il pony gli fosse restituito. “È come se avessero rapito uno di famiglia”, aveva ripetuto. Ora però Charly è tornato dalla sua famiglia. Secondo le prime informazioni, era in una località isolata nella zona di Peschiera del Garda, in provincia di Verona. Non sono stati al momento eseguiti provvedimenti giudiziari di alcun tipo.

La presunta morte di Paolo Dall’Oglio: “Dietro l’omicidio c’è Assad”

dall'oglio-tuttacronacaLa Farnesina ancora non ha confermato il presunto omicidio di Padre Paolo Dall’Oglio, sparito in Siria a fine luglio, ma Lama Atassi, segretario generale del Fronte Nazionale Siriano, in un’intervista a Tgcom24 ha dichiarato che “Dietro l’omicidio di Padre Dall’Oglio c’è Assad, lui ha infiltrato i gruppi estremisti in Siria per delegittimare la rivoluzione”. Era stato lo stesso Atassi a dare la notizia della presunta morte del gesuita lo scorso lunedì: “Informiamo, con profondo dolore, che abbiamo ricevuto oggi da una fonte affidabile, la notizia che Padre Paolo Dall’Oglio è morto. Che Dio abbia misericordia della sua anima”. Riferendo che “La notizia ci è stata riferita da un alto funzionario, che vuole rimanere anonimo, dell’Esercito siriano libero (Free Syrian Army), siamo più che certi che l’informazione sia fondata”. Secondo Atassi “Gli assassini di Padre Dall’Oglio non hanno ancora voluto consegnare il corpo. Si tratta di un piccolo gruppo di estremisti islamici, legati ad Al Qaeda. Non ho altri particolari sulla sua morte”. Alla domanda “Quali prove avete della sua morte?” spiega quindi che “Prove materiali alla mano non ce ne sono, ma ci fidiamo di questa fonte, data la sua importanza e posizione. La mancanza di qualsiasi contatto di Padre Dall’Oglio di fatto è già una prova. Altrimenti ci sarebbero stati tentativi di contatti da parte dei rapitori”. E circa la ricorstuzione di quello che sarebbe successo al gesuita: “Non so se si potrà mai avere una vera e propria ricostruzione dei fatti. E’ difficile in questo tipo di situazioni. Non posso dare una data precisa della morte, so però che Dall’Oglio è caduto nelle mani di persone che non lo hanno mai trattato come un amico, ma come un vero e proprio nemico. E’ stato processato e condannato da un tribunale islamico, composto da individui che non hanno nessuna nozione di giustizia”. E sul perchè non ci sia stata nessuna rivendicazione ufficiale: “Difficile che lo facciano, ritengo infatti che rivendicare l’uccisione di Padre Dall’Oglio potrebbe mettere a disagio le forze coinvolte. Potrebbe esserci infatti una reazione negativa, dato che era una persona amata in Siria. La gente potrebbe cominciare a mettere in forse l’operato di questi gruppi”. Ma Atassi spiega anche le motivazioni che avrebbero condotto al presunto omicidio: “Una delle ipotesi è che questi estremisti possano essere stati infiltrati dal regime, per creare una sorta di strategia della tensione. Nel corso del conflitto Assad ha favorito prima il passaggio di questi gruppi dalla Siria all’Iraq, dove ci sono campi di addestramento, e poi il rientro in Siria. Assad in particolare utilizzerebbe questi gruppi per dimostrare alla comunità internazionale che quella in corso in Siria non è una rivoluzione, ma azioni terroristiche di gruppi estremisti”. Ci sarebbero anche responsabilità politiche dell’Occidente dietro la morte di Dall’Oglio quindi? “In parte sì. Le grandi potenze hanno scelto l’opposizione a cui fare riferimento. Un’opposizione che non si è dimostrata all’altezza delle aspettative del popolo siriano: non è sufficientemente strutturata, ma in compenso è corrotta tanto quanto il regime di Assad. E’ un’opposizione che si è rivelata non costruttiva, che non ha lavorato per il popolo. In compenso, come i dittatori del Terzo Mondo, viaggia su jet privati, abita in palazzi e ville di lusso e vive nel privilegio. Nel frattempo la popolazione non riceve aiuti umanitari: quello che arriva infatti finisce nelle tasche dei membri corrotti dell’opposizione. Negli ultimi due anni la rivoluzione e i suoi ideali sono stati messi all’asta. Tutto questo ha creato un disorientamento, dovuto a un vuoto ideologico: ed è questa sfiducia creatasi a causa dell’opposizione che ha aperto le porte agli ideali estremisti”.

Paolo Dall’Oglio è morto?

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Paolo Dall’Oglio, il padre gesuita rapito sarebbe già morto, secondo quanto riferisce un sito arabo, ma la Farnesina – interpellata dall’ANSA – dichiara che «si tratta di un’indicazione che va presa con estrema cautela e che non trova al momento alcuna conferma». Lo stesso gesuita appena arrivato aveva lanciato un appello su Facebook facendo comprendere la complessità della missione che si trovava a svolgere: «Pregate per me, perché abbia una buona fortuna in questa missione per la quale sono venuto qui».

Rapito in Siria padre Paolo dall’Oglio,

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Il gesuita italiano padre Paolo Dall’Oglio è stato rapito in Siria da islamisti di un gruppo filo-Al Qaeda. Lo riferiscono attivisti anti-regime. Secondo le fonti, il religioso stava camminando per strada a Raqqa quando è stato raggiunto dai sequestratori. Dall’Oglio ha lavorato per anni in Siria adoperandosi per il dialogo interconfessionale ed è stato espulso nel 2012 per aver preso posizione in favore dell’insurrezione contro Bashar Al Assad.

Morto Trevisan… si sarebbe potuto fare di più?

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Sarebbe stato ucciso Silvano Trevisan, l’ingegnere italiano sequestrato in Nigeria insieme ad altri sei colleghi lo scorso 18 febbraio. L’annuncio è stato dato dai rapitori, fondamentalisti islamici appartenenti al gruppo Ansaru. La Farnesina sta «facendo le verifiche». «L’unità di crisi -aggiungono fonti della Farnesina- è al lavoro con tutte le strutture dello stato coinvolte».

La società di costruzioni e ingegneria civile presa di mira a Jama è la libanese Setraco. Altre vicende simili, negli anni scorsi, si erano concluse nel sangue. Tre persone rapite nella Nigeria settentrionale – un britannico e l’italiano Franco Lamolinara nel 2011 e un tedesco nel 2012 – erano state tutte uccise durante blitz delle forze di sicurezza locali e straniere che tentavano di liberarle. Intanto, nel Paese, prosegue l’offensiva contro gli islamisti.

L’esercito nigeriano ha annunciato di avere condotto un’ operazione a Maiduguri, roccaforte della setta islamica dei Boko Haram nel nord-est della Nigeria, nel corso della quale sono stati uccisi una ventina di presunti militanti del gruppo fondamentalista, oltre a due soldati.

Ieri «abbiamo assaltato una zona a Maiduguri dove si trovavano uomini dei Boko Haram – ha affermato Sagir Musa, portavoce dell’esercito nigeriano -. Dopo vari scambi di colpi di arma da fuoco sono morti una ventina» di militanti e «noi abbiamo perso due soldati, mentre altri tre sono rimasti feriti». La stessa fonte ha riferito di avere arrestato 25 terroristi dei Boko Haram.

Altre fonti hanno poi fatto sapere di avere udito diverse esplosioni ieri a Maiduguri, in concomitanza con la partenza del presidente Goodluck Jonathan, che ha effettuato una visita di 48 ore in quest’area del Paese, la prima dalla sua elezione nel 2011. I locali non hanno però fatto sapere se nelle esplosioni vi siano state delle vittime.

RAPIMENTI IN NIGERIA: anche un italiano!

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Sei dipendenti di una azienda di costruzioni libanese, tra cui due stranieri, sono stati rapiti da uomini armati e la loro guardia del corpo uccisa, in un attacco avvenuto a Jama, nel nord della Nigeria. Lo riferisce la polizia. «C«e stato un attacco nella sede dell’impresa di costruzioni Setraco, in un quartiere della città di Jama (200km da Bauchi) da parte di uomini armati non identificati. Sei dipendenti della compagnia, tra cui due stranieri, sono stati rapiti», ha detto il capo della polizia dello Stato di Bauchi, Mohammed Ladan. Uno dei due stranieri è un italiano.

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