Attimi di paura a Fiumicino: rapina a mano armata

rapina-fiumicino-tuttacronacaAttimi di paura in serata, poco dopo le 18, nella sala scommesse della piazzetta della Madonnella, all’Isola Sacra, a Fiumicino, in provincia di Roma. Stando alle prime informazioni, due rapinatori, sembra a volto coperto, avrebbero sparato dei colpi a scopo intimidatorio, uno dei quali avrebbe colpito uno dei televisori che si trovavano nella sala: il bottino sarebbe di alcune centinaia di euro. All’esterno, un complice li attendeva. Gli agenti del commissariato di Fiumicino sono giunti sul posto per le indagini. I banditi, secondo quanto si è appreso successivamente, avrebbero anche malmenato uno dei clienti nel tentativo di rubargli l’orologio. Ieri un’altra rapina si era verificata al Risparmio Casa di via Foce Micina, sempre a Fiumicino.

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Notte di terrore nel bergamasco: si consuma una gangster story in strada

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Poteva essere la scena di un film tra gangster e invece era una rapina a mano armata dove i malviventi non hanno risparmiato i proiettili e la violenza. Due colpi di pistola e una raffica di mitra, i vetri infranti ovunque e i titolari del «Caffè Orientale», in via Trieste a Martinengo, che fortunatamente, sono usciti indenni, grazie ai cristalli antifurto.  L’obiettivo però non era il locale che sorge sul tratto dell’ex statale Soncinese che attraversa la città ma la sala giochi «Black Jack» che sorge a fianco ed è collegata al bar vero e proprio. All’interno, sono sistemate 40 slot machine e 17 videolottery. Dentro, c’è contante per 60-90 mila euro.

A raccontare quanto è avvenuto è Patrizia Ricci, titolare insieme al marito del locale:

«Verso l’1.15 nel locale c’eravamo solo io e mio fratello Francesco – racconta Patrizia -. Domenica la gente va via prima. Nel piazzale erano rimasti due clienti a chiacchierare. Li stavo seguendo attraverso il sistema di video sorveglianza mentre sistemavo le ultime cose». Un attardarsi che forse ha ingannato i banditi. Pensando che quei due fossero i proprietari, hanno colpito. Sono arrivati sgommando su un Golf Volkswagen nera, rubata poco prima a Romano e poi ritrovata in località al Tiro di Martinengo. Dall’auto sono scesi in tre, passamontagna in testa e armi spianate. «Due dei rapinatori sono andati verso i clienti – racconta la titolare -. Appena hanno capito che con noi non c’entravano, li hanno fatti stendere. Li sorvegliava il bandito rimasto a fare il palo. Gli altri due sono corsi all’entrata, ma era chiusa».

I banditi, due italiani e uno di colore, hanno provato prima a entrare nella sala giochi, ma quando sono arrivati l’hanno trovata chiusa e quindi hanno tentato di entrare dal bar.  La titolare appena si è accorta dei rapinatori ha azionato gli allarmi. I malviventi hanno capito che il colpo era saltato e hanno perso la ragione:  «Due hanno cominciato a sparare all’impazzata – dice la Ricci -. Quello col mitra, che era più indietro, ha tirato una raffica contro le vetrine, incurante del complice che era davanti alla porta. Anche quest’ultimo non ha pensato un secondo e ha esploso due colpi a meno di un metro dal vetro».

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I proiettili sono penetrati rimbalzando sul soffitto. Uno è andato a colpire anche un’altra vetrata sul lato. Un paio sono finiti nel cartongesso sopra il bancone dietro cui era nascosta la titolare. Meno di cinque minuti dopo nel locale c’erano i carabinieri. Dei rapinatori, nessuna traccia.

«L’ultimo furto l’abbiamo subito 15 giorni fa – racconta la Ricci -. Abbiamo aggiunto la licenza per i tabacchi al bar a luglio e nemmeno due mesi dopo, arrivando la mattina, abbiamo trovato il vetro della porta d’entrata rotto. Le sigarette erano sparite».
Uno stillicidio che per la barista sembra ormai essere la normalità. «Chi fa questo lavoro deve metterlo in conto. Si fanno sacrifici e poi si rischia di prendersi due colpi di pistola. Per che cosa poi? Se uno si ferma a pensarci, finisce che molla tutto. E non escludo che lo facciamo anche noi. Non so proprio fino a quando troveremo la forza di andare avanti».

Passa poco più di un’ora e suona un altro allarme. Ancora banditi a caccia di slot machine. Viene colpito il bar «La salamandra» di Ghisalba. Con un’auto viene divelta la porta d’entrata, i ladri entrano e caricano tre videopoker e un cambia monete su un Ford Transit e poi si danno alla fuga.

Tentano di rapinarlo a mano armata… vengono presi a calci!

gioielliere-rapina-calci-tuttacronacaLa telecamera di sorveglianza di una gioielleria di Giardini Naxos, in provincia di Messina, ha ripreso un tentativo di rapina finito in modo molto particolare. Nel filmato si vedono due ragazzi entrare nel negozio mentre il proprietario è sul retro e, mentre uno prende la refurtiva direttamente dal bancone, il compagno, pistola alla mano, raggiunge il proprietario. Subito dopo torna però in campo mentre si dà alla fuga. Il negoziante è infatti armato a sua volta. Alla fine, caccia i banditi a calci.

Rapina a mano armata a casa dell’on. Antonio Angelucci

rapina-pistola-tuttacronacaDopo aver aggredito alle spalle, tramortendola e legandola con delle catene, la guardia armata che sorvegliava l’abitazione di Fregene di Angelucci, quattro uomini, probabilmente romeni, sono entrati nella casa, armati e con il volto coperto. L’onorevole e la compagna si trovavano fuori a cena, mentre erano nell’edificio la figlia di 4 anni e la tata che si è rivolta ai malviventi in romeno: secondo lei, hanno capito le sue parole. I rapinatori hanno chiesto alla donna dove fosse la bambina, poi l’hanno picchiata, immobilizzata e portata al piano di sotto. E’ stato un vicino, allarmato dalle grida della tata, a chiamare i carabinieri e a urlare a sua volta per allontanare gli aggressori, impegnati nel razziere preziosi e soldi. A questo punto i rapinatori sono fuggiti con la Ferrari dello stesso Angelucci. La modalità della rapina hanno fatto ipotizzare agli investigatori che si potesse trattare di un tentativo di sequestro.

Napoli violenta: il rapinatore degli androni colpisce al Vomero

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Alto, qui quaranta, ben vestito e in compagnia di una bimba sui dieci anni o poco più. Lei serve per tranquillizzare le vittime dopo la perplessità iniziale di ritrovarsi uno sconosciuto nell’androne del palazzo, in prossimità dell’ascensore. Lui fa uscire la piccola, dicendole di raggiungere la madre in strada. Solo quando la presunta figlia ha varcato il portone estrae la pistola e la punta contro l’inquilina, quasi sempre una persona anziana, che sta rincasando. Si fa consengare tutto, borsa, gioielli, telefonino. Dopo di che, tranquillamente, se ne va, facendo perdere le proprie tracce. Nel giro di pochi giorni, è già accaduto in via Consalvo Carelli, via Domenico Fontana, via Piscicelli, via Cimarosa. Stesso copione, stesso risultato. E la paura di far rientro in casa che s’insinua nella mente delle persone.

Non è mai troppo tardi: donna 60enne tenta rapina a mano armata!

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