«Nessuno ha spiegato a Bersani che l’Italia è cambiata, che non vuole più accordi sottobanco con lo psiconano. La guerra è finita, arrendetevi. Liberateci per sempre dalla vostra presenza. Capranica è l’ultima raffica dell’inciucio. Queste giornate di primavera ricordano un altro aprile, quello del 1945. La fine di una lunga guerra e la volontà di ricostruzione. Il Paese, come allora, è in macerie. C’è però una differenza, tra il comico e il tragico». Il richiamo storico per richiamare il Paese a quella unione e compattezza che lo caratterizzò nel dopoguerra quando l’intera nazione era di ricostruire. Grillo sfrutta quindi il sentimento patriottico e richiama le grandi gesta del Paese per cercare di unire nel ricordo gli indecisi che possono ancora fare la differenza.
«Nessuno dopo il 25 aprile si azzardò a girare per le strade in fez e camicia nera. I fascisti si dileguarono o cambiarono casacca», continua Beppe Grillo sul suo blog. Quel cambio di casacca dopo la prima votazione è una perfetta sintesi che mette in rilievo sia le vicinanze tra Pd e Pdl (l’accordo Pdl e Pd che per la base dei democratici è stato vissuto come un inciucio e quindi un cambiar casacca) sia un invito a “cambiar giacca” e votare Rodotà.
«Il ventennio mussoliniano si concluse nel peggiore dei modi, ma nel dopoguerra almeno non si candidarono al Governo i superstiti del Gran Consiglio del Fascismo – sottolinea il leader del Movimento 5 Stelle – Non ci fu un inciucio tra Togliatti e Dino Grandi. I responsabili non si ripresentarono come salvatori della Patria come avviene con Berlusconi, Bersani e D’Alema. La Nazione prese atto del disastro a cui l’aveva condotta il fascismo e voltò pagina». M5S per Grillo è il voltare pagina, è la nuova politica quindi anche qui i termini vengono misurati per indicare la rinascita dell’Italia ponendo al centro del rinnovamento il M5S.
«Il teatro Capranica, ieri sera a Roma – aggiunge, facendo riferimento alla riunione dei grandi elettori di Pd e Sel, durante la quale Bersani ha annunciato la candidatura di Marini – ricordava un altro teatro, il Lirico di Milano, dove Mussolini tenne l’ultimo discorso il 16 dicembre del 1944 per ricompattare i resti delle camice nere. Capranica è l’ultima raffica dell’inciucio». Poi sferra l’attacco finale e paragona Bersani a Mussolini avvicinando il teatro Capranica al Lirico di Milano, fondendo passato e presente, chiamando in causa uno degli episodi più condannati della storia italiana: il ricompattamento delle camicie nere il 16 dicembre del 1944.
«Nessuno ha spiegato a Bersani che l’Italia è cambiata, che non vuole più accordi sottobanco con lo psiconano come è avvenuto negli ultimi vent’anni. Il Paese vuole togliersi, definitivamente, il sudario in cui l’hanno avvolta i caporioni del pdl e del pdmenoelle. La guerra è finita, arrendetevi. Liberateci per sempre dalla vostra presenza. Siamo esausti».
Ora che il pericolo è stato scongiurato, Grillo può veramente avere delle chances in più da giocarsi… vediamo chi alla fine riuscirà a portare a casa la partita per ora il primo set è andato alla Democrazia.