Alti livelli di radiazioni in un impianto nucleare inglese

Sellafield-tuttacronacaLa compagnia energetica Bnfl, che gestisce Sellafield, l’impianto nucleare per il ritrattatamento del combustibile fossile situato  a pochi chilometri da Seascale, villaggio della contea di Cumbria, nell’Inghilterra nord-occidentale, ha reso noto che sono stati accertati livelli elevati e comunque anomali di radioattività. In una nota la società britannica precisa che, a titolo ‘prudenziale e cautelare’, è stato deciso di mantenere la normale operatività ma con personale ‘ridotto’ ai soli ‘lavoratori essenziali’.

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A Fukushima si reclutano i senzatetto per pulire i rifiuti radioattivi

senzatetto-fukushima-lavoro-tuttacronacaSeiji Sasa è uno dei “contractor” che si aggira nei pressi della stazione ferroviaria di Sendai, in Giappone. Lo scopo è di avvicinare i senzatetto e recrutarli. Offre loro un lavoro che non è certo tra i più sicuri:ripulire Fukushima dai rifiuti radioattivi.

Il lavoro nella zona colpita dal disastro nucleare quasi tre anni fa viene retribuito anche 90 dollari, dai quali vengono tuttavia scalati i soldi per vitto e alloggio, il che significa che ai senzatetto non resta poi molto denaro. Vanno inoltre messi in conto gli altissimi rischi per la salute, dal che si deduce che per i clochard non si tratta di una possibilità di riscatto sociale, tutt’altro.

Porte aperte a Fukushima: la Tepco ospita i giornalisti

fukushima-tuttacronacaNella centrale atomica di Fukushima proseguono i lavori di smantellamento e la Tepco, per dimostrare che la situazione sta lentamente tornando alla normalità dopo l’esplosione di idrogeno che ha fatto seguito al sisma/tsunami dell’11 marzo 2011 , ha deciso di ospitare giornalisti di tutto il mondo affinchè ne siano testimoni. Ma per agire in sicurezza, nonostante la radioattiità stia calando, è necessario procedere con le dovute precauzioni. Spiega il manager dell’impianto, Akira Ono: “Non credo ci sia bisogno di affrettarsi. Vogliamo fare le cose in sicurezza”, proprio per questo “Cominceremo quando saremo pronti”. Il manager ha quindi aggiunto, menzionando la radioattività ambientale: “Non sarà la prima volta per noi dato che in tutte le strutture si rimuove il carburante dalle piscine. La differenza questa volta è che dobbiamo essere molto attenti perché i lavoratori indosseranno tute in tyvek e maschere”. “Avete visto l’equipaggiamento e i macchinari: sono quelli delle normali operazioni, è difficile dare un rating sulla pericolosità in una scala da 1 a 10, anche se direi che non è estremamente pericolosa”, osserva ancora. A seguito del disastro del 2011, la Tepco ha eliminato i detriti più ingombranti caduti nella vasca: “La mia preoccupazione è che i pezzi più piccoli possano essersi incastrati, causando un rallentamento delle operazioni”, conclude Ono.

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Marmellata italiana bio al gusto mirtilli… radiattivi! Bloccata in Giappone

-marmellata-di-mirtilli-radioattivi-tuttacronaca“La marmellata ai mirtilli italiana è radioattiva“. Il Giappone ha bloccato tutte le confezioni di marmellata biologica “Fiordifrutta” ai mirtilli neri prodotta in Veneto, ma con mirtilli provenienti dalla Bulgaria. E già su questo aspetto ci sarebbe da interrogarsi come mai un prodotto “Made in Italy”, si avvalga di prodotti bulgari. Al di là della provenienza della materia prima nella confettura, di cui ora sono stati ritirati dal commercio oltre 5mila barattoli, quel che è grave è che sia stato trovato Cesio 137, con radioattività pari a 140 becquerel al chilogrammo, ben sopra al limite di 100 becquerel previsto dalle leggi giapponesi.

Stefano Carrer per il Sole 24 Ore spiega:

“Secondo un avviso del Comune di Tokyo, è stata rilevata presenza di Cesio 137 pari a 140 becquerel (Bq) al chilogrammo (contro il tetto massimo consentito in Giappone di 100) in confezioni di marmellata biologica “Fiordifrutta” ai mirtilli neri prodotte dalla Rigoni di Asiago e importate dalla Mie Project. Secondo l’importatore, i mirtilli utilizzati proverrebbero dalla Bulgaria e l’elevata radioattività potrebbe risalire all’incidente nucleare di Chernobyl in Ucraina nel 1986. Le autorità sanitarie metropolitane (Tokyo Metropolitan Institute of Public Health) hanno effettuato la rilevazione in questione il 18 ottobre”.

Le leggi giapponesi nel 2012 hanno introdotto limiti anche 10 volte più restrittivi alla radioattività consentita nei cibi rispetto a quelli europei, spiega ancora Carrer:

“Nel mese scorso i giornalisti del settimanale Shukan Asahi avevano iniziato verifiche a tappeto su prodotti alimentari europei, dopo aver ricevuto informazioni secondo cui alla dogana erano stata rilevata radioattività più alta del consentito in marmellate vendute dall’Ikea come “private brand”. Così hanno deciso di procedere in proprio con controlli a vasto raggio su alimenti provenienti dal’Europa (70 tipologie, compresi persino vino e pasta). Con verifiche incrociate (anche con rivelatori al germanio), hanno riscontrato livelli di Cesio 137 fino a 164 becquerel al kg nella marmellata italiana in barattoli con scadenza ottobre 2015. Inoltre livelli di 300 becquerel sono stati rilevati in una partita di funghi secchi (non precisata)”.

L’azienda veneta, interpellata dal Sole 24 Ore, ha rilasciato alcune dichiarazioni spiegando che i mirtilli neri utilizzati sono raccolti nei boschi e sono assolutamente selvatici, inoltre la Rigoni di Asiago ha aggiunto:

“La Rigoni di Asiago svolge costantemente una attività di controllo della qualità su tutta la materia prima utilizzata, compresi i mirtilli neri. Tutti i nostri prodotti, compreso Fiordifrutta mirtilli neri, vengono costantemente sottoposti a una attività di vigilanza da parte delle Autorità sanitarie italiane e nel corso di questi controlli non si sono mai verificate non conformità nel prodotto messo in commercio”.

La rigoni ha poi sottolineato che i valori di radioattività misurati in Italia su vari lotti di marmellata ai mirtilli è tra i 5,8 e i 7,9 becquerel al chilogrammo, ben inferiore al limite imposto dalle leggi giapponesi. La Rigoni, nelle dichiarazioni al Sole 24 ore, ha concluso:

“A seguito dell’incidente di Fukushima il governo giapponese ha modificato i limiti ammessi per il contenuto di cesio negli alimenti in modo ancora più cautelativo: se ora in Giappone il limite per i prodotti come il nostro è di 100 Bq/kg contro il precedente 500 Bq/kg, nell’Unione Europea questo limite è ben superiore, ossia di 1250 Bq/kg, mentre negli Stati Uniti è di 1200″.

Troppi vincoli e troppe accise… a rischio le raffinerie

raffinerie-petrolio-tuttacronaca L’allarme è stato lanciato da Alessandro Gilotti, presidente dell’Unione Petrolifera, che ha sottolineato come l’”asimmetria normativa” sulle regole ambientali in Europa, rendono la raffinazione più difficile e costosa. Oltre a questo dato c’è anche l’accusa per la  pressione fiscale delle accise.

Come scrive il Corsera: 

E’ un fatto che l’Europa sia da sola nel mondo a perseguire obiettivi ambientali sfidanti. Noi chiediamo che l’approccio a questi temi sia meno fideistico. Le faccio un paio di esempi: con le regole per le fonti rinnovabili, rimuovere oggi una tonnellata di CO2 dall’ambiente costa 450 volte di più che farlo con le fonti tradizionali. E ancora: produrre biocarburante con l’olio di palma importato dalla Malesia, e che da noi è solo trasformato, non fa scendere le emissioni né riduce la dipendenza dal petrolio. Fa solo aumentare di 1,5-2 centesimi al litro il prezzo della benzina. E non credo che possa essere più facile agganciare la ripresa se i carburanti e l’energia costano di più.

A Fukushima sono state sottostimate le radiazioni?

fukushima-tuttacronacaUn rapporto del Comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni atomiche (Unscear) ha rilevato che le autorità giapponesi potrebbero aver sottostimato del 20% la radioattività assorbita dai tecnici intervenuti nella prima fase della crisi nucleare alla centrale di Fukushima, colpita dal sisma/tsunami di marzo 2011. Nel rapporto vengono inoltre sollevati dubbi sulle stime sia del governo che della Tepco, gestore della struttura.

Chernobyl dopo 27: le tute dei pompieri sono radiattive

i-pompieri-di-charnobyl-tuttacronaca

Sono passati 27 anni ma, come la scienza già ci aveva avvertito, le radiazioni di Chernobyl non passano. Lo testimoniano gli abiti che indossarono i pompieri che per primi intervenirono per provare a domare l’incendio. Gli abiti ritrovati nel seminterrato dell’ospedale 126 di Chernobyl sono stati analizzati e sono risultati altamente radioattivi.  I pompieri eroi che vestirono quegli abiti sono morti poco dopo l’esplosione del reattore a causa della contaminazione da radiazioni. Nel video viene ampiamente mostrato quanto forti sono ancora le emissioni radioattive.

Nel video viene ampiamente mostrato quanto forti sono ancora le emissioni radioattive.

 

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