Il Pulcino Pio torna… in versione natalizia!

pulcino-pio-natale-tuttacronacaE’ stato il fenomeno dell’estate 2012 ed ora torna, in versione Babbo Natale (solo pennuto e giallo!) Lui è il Pulcino Pio e con i suoi “amici” reinterpreta i classici di Natale da tutto il mondo per “X-Mas in the world”, per l’etichetta Do It Yourself Italia. L’ album sarà disponibile solo in versione digitale dal 10 dicembre.

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Fabio Volo e la Laurea ad honorem

fabio-volo-tuttacronaca Il bello dei social networks è che trovi sempre l’insospettabile. Come l’annuncio di Fabio Volo, che racconta ai suoi followers di essere stato chiamato da un rettore che vuole assegnargli una Laurea ad honorem per i suoi libri e per il suo lavoro in radio. Ora il dubbio che lo assale è se accettarla o no. Poteva forse passare inosservato?

fabio-volo-laurea-ad-honoremOvviamente, no! E c’è da dire che non tutti l’hanno preso sul serio ed hanno preferito ripiegare su ironia e qualche risata. Anche se non manca chi si aspetta che altro non sia se non una battuta di Volo per far “rosicare” i suoi detrattori abituali:

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Selvaggia Lucarelli insultata in Facebook: lei risponde per le rime!

selvaggia-lucarelli-tuttacronacaLa sfuriata su Radio M2O della Lucarelli è stata la reazione a un commento che la insultava in Facebook, il tutto a partire da un commento della stessa opinionista la stessa sera in cui, in tv, andava in onda la trasmissione di Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo: “C’è la tv criminale con D’Alessio e la Tatangelo su Canale 5 e Amore criminale su Rai 3. Io scelgo la seconda”. La battuta ironica ha ricevuto diversi commenti in risposta, parte di chi approvava la sua scelta e parte di chi invece credeva che fosse ingiusto ridere dei due artisti. Un “amico”, però, è andato sul pesante definendo la Lucarelli ridicola e aggiungendo: “Su fatto che sei zocc… non avevamo dubbi”. E oggi, approfittando della sua trasmissione, ha chiamato l’utente chiedendogli di replicarle in “faccia” quanto scritto. La risposta è stata una cornetta agganciata e la conclusione della Lucarelli: “Se gli uomini nel 2013 sono tutti così preferisco rimanere single”.

Testimonianze fiume al processo della Concordia

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Dichiarazioni su dichiarazioni. testimonianze fiume che raccontano e ripercorrono quella tragica notte del13 gennaio 2012. Per la prima volta, in Aula, è stata fatta ascoltare una conversazione delle 21.51 di quella drammatica sera in cui la nave da crociera si schiantò su uno scoglio vicino all’isola del Giglio. «E allora stiamo andando a fondo praticamente? Non l’ho capito…». «Sì, sta l’acqua fino all’officina»: così, sei minuti dopo l’urto il comandante della Concordia Francesco Schettino seppe che la nave stava imbarcando acqua velocemente, ormai salvare la nave sarebbe stato impossibile. Schettino chiese a l direttore di macchina Giuseppe Pilon, la situazione come stava evolvendo nel comparto macchine «Ma almeno un motore si può accendere?». E il direttore di macchina: «Stiamo andando giù a vedere, non possiamo entrare in macchina, è arrivata l’acqua fino all’officina, non possiamo andare giù». Quindi Schettino: «E allora stiamo andando a fondo praticamente, non l’ho capito?». Pilon risponde: «Sì, sta l’acqua fino all’officina. Comandante fammi scendere a controllare».

La prima, tra plancia di comando e sala macchine – ai ponti inferiori venne subito compresa la gravità dell’incidente – fu alle 21.49. Schettino chiese a Pilon: «Ci sta rientrata l’acqua?». Pilon: «Hai voglia, lato dritto sto scendendo». E Schettino, incredulo: «C’è assai l’acqua?». Pilon: «C’è acqua, non si può scendere. Ti metto in moto le pompe d’emergenza». Ancora Schettino: «Allora dobbiamo dare fondo all’ancora». Due minuti dopo Schettino diventa consapevole dell’affondamento.

Poi una terza conversazione fatta sentire sempre durante la testimonianza di Pilon. È delle 22.10. Schettino: «Direttore su che corrente siamo?». «Abbiamo agganciato il diesel d’emergenza», rispose Pilon. «Ma abbiamo almeno un locale di generatori diesel disponibile?». E il direttore di macchina: «È tutto allagato … è partita, nella preparation l’acqua usciva dalla parte superiore della porta stagna». Schettino: «E allora dove abbiamo toccato? Vedo che il vento ci sta spingendo fuori qua. Voglio sapere: se abbiamo i motori 4, 5 e 6». «Comandante non ce li abbiamo», risponde Pilon con voce desolata, finchè il direttore di macchina alle insistenti richieste di Schettino sbotta dicendo: «Qui comandante è tutto perso».

Il marconista della Concordia era pronto a mandare segnali di emergenza dalla plancia di comando a terra ma, pur avendo subito predisposto gli apparati per farlo, non ebbe ordini per inviare un messaggio ‘pan pan’ (segnale di nave in difficoltà, ndr) dal comandante Schettino. Solo più tardi a seguito di comunicazioni via radio fra ufficiali in plancia e capitaneria, ricevette l’ordine di dare il messaggio di distress (mayday), cioè la richiesta di soccorso. Lo ha raccontato Flavio Spadavecchia, responsabile dei sistemi informatici della Costa Concordia, fra cui gli apparati di trasmissione della nave, deponendo stamani al processo di Grosseto come testimone. «Il messaggio di pan pan non è stato inviato perchè non ho avuto ordini dal comandante Schettino – ha detto -. Io chiesi se inviarlo, e Schettino mi disse di no. Lo chiesi almeno una volta, forse due. Mi avvicinai al ponte di comando ma il comandante fece cenno di no, se non erro mentre era al telefono». Rispondendo alla domanda del pm Alessandro Leopizzi se il segnale di distress per avere soccorso in mare fu inviato, Spadavecchia ha risposto: «Sì, fu inviato dopo che sentii un dialogo fra gli ufficiali di coperta e la capitaneria di porto di Livorno e Civitavecchia, ci contattavano via Vhf radio. Mi ricordo che un ufficiale diceva ‘siamo in black out e stiamo valutando la situazionè. C’erano più ufficiali di coperta che parlavano con la capitaneria». «Quando la capitaneria chiese se eravamo in distress allora Schettino disse di inviare il messaggio di distress». Spadavecchia era fuori turno quando ci fu l’impatto e, compresa la situazione salì in plancia. «Mi misi alla consolle e predisposi quanto necessario per ogni evenienza» tra cui i contatti per tutte le capitanerie di porto italiane e per l’unità di crisi di Costa spa. «Gli ufficiali mi dicevano che avevamo toccato un basso fondale», e «col mio assistente abbiamo atteso ordini e aspettavamo di capire cosa era successo. Non lo sapevamo. Mi dicevano che era solo un black out». A un certo punto, ha poi ricordato, «Schettino mi disse di chiamare l’unità di crisi di Costa su un cellulare della Tim, col cellulare del ponte di comando normalmente utilizzato per le comunicazioni esterne. Composi il numero, non mi ricordo se ho chiamato io, comunque poi a me il cellulare non è stato restituito, non l’ho avuto indietro». Poi, la richiesta di dare il ‘pan pan’, la prima allerta di una nave in difficoltà verso la terraferma, e successivamente il distress.

«Il generatore di emergenza della Costa Concordia non funzionò, usammo un cacciavite per tenere acceso l’interruttore e farlo ripartire, ci riuscimmo tre volte, in questo modo lo riattivammo per alcuni minuti. Eppure il 9 gennaio, tre giorni prima, a Barcellona fu fatto un test ed era entrato in funzione». È la testimonianza del capo elettricista della nave, Antonio Muscas, stamani al processo di Grosseto sul naufragio del Giglio del 12 gennaio 2012, che causò 32 vittime. Muscas ne ha parlato in riferimento ai drammatici momenti dopo l’urto con gli scogli, quando in brevissimo tempo tutti gli apparati della nave andarono in avaria e unica possibilità di avere energia a bordo era affidata al generatore di emergenza di energia elettrica, prodotta con motore diesel. Muscas, rispondendo al pm Alessandro Leopizzi e alle parti, ha precisato che dal «generatore di emergenza» proviene l’energia per azionare «i bracci di sgancio delle scialuppe di salvataggio» e per far funzionare «gli ascensori in modo da riportarli ai ponti di imbarco sulle lance di salvataggio». Dopo l’urto, ha raccontato Muscas, in breve «il locale del quadro elettrico principale era allagato» (un metro e venti di acqua) e «c’erano avarie» gravi. Quindi, «il generatore diesel di emergenza non partì e allora ci adoperammo per attivarlo, ma la leva dell’interruttore non teneva e dovemmo porre un cacciavite per avere il contatto». «Ma era in avaria anche la ventola di raffreddamento del motore – ha detto Muscas – purtroppo è progettata in modo che non possiamo intervenire alla stessa maniera con un cacciavite». Il capo elettricista Antonio Muscas ha riferito che, pur avendo ottenuto l’allaccio del generatore d’emergenza con il cacciavite, questo poi è saltato per un problema di surriscaldamento dello stesso diesel-generatore, dovuto, appunto, «a un problema di funzionamento della ventola di raffreddamento del diesel-generatore» su cui gli elettricisti non poterono rimediare per motivi tecnici. Sempre Muscas ha evidenziato che rispetto ad altre navi da crociera, la Costa Concordia non ha sistemi elettrici doppi, posizionati in luoghi diversi della nave, così da sperare di averne almeno uno funzionante, e questo ha peggiorato le condizioni per ovviare alle avarie. Riguardo alle comunicazioni date al ponte di comando, il capo elettricista Muscas ha detto di non averlo fatto «perchè non potevo andare al telefono, che era dalla parte opposta a dove stavo lavorando» in emergenza. Tempo dopo «a un certo punto, dal ponte zero (dove c’è la centrale delle sale macchine, ndr) – ha anche detto Muscas – ho sentito dire di abbandonare la centrale e la nave». Sempre Muscas, rispondendo come teste, ha riferito che da lui dipendevano «elettricisti di varie nazionalità». «Ci parlava in inglese?», «No, in spagnolo».

«Il capo elettricista Antonio Muscas ha detto che il generatore d’emergenza era allagato per tutto il locale, subito dopo l’urto: con un urto di questo genere e una lesione della nave di questo genere è ovvio che una parte significativa degli impianti non funzionasse». Lo ha detto il difensore di Costa Crociere spa, avvocato Marco De Luca, commentando la testimonianza di stamani del capo elettricista che ha parlato del mancato funzionamento del generatore di emergenza dopo l’impatto della Concordia contro gli scogli del Giglio. «In quelle specifiche condizioni – ha proseguito in una pausa l’avvocato – il generatore d’emergenza ha subito un surriscaldamento, mentre nelle prove effettuate solo qualche giorno prima, il generatore era assolutamente perfetto. Se tre giorni prima tutto funzionava a regola d’arte, e l’evento è stato di quelle proporzioni, è logico pensare che abbia avuto un’influenza su tutti gli impianti». A una domanda dei giornalisti De Luca ha polemizzato con le parti civili, laddove nel processo evidenziano che sulla nave vari apparati erano in avaria. «Non funzionava nulla sulla Costa Concordia, come dicono le parti civili?», è stato chiesto all’avvocato. «Quello che dicono le parti civili mi pare che conti proprio poco, direi dallo zero in giù – ha detto De Luca -. Quello che conta è quello che dicono i testimoni e in qualche misura gli indagati, e soprattutto i periti che mi pare che non dicano affatto una stupidaggine di questo genere. I periti smentiscono un’affermazione di questo genere come quella fatta dalle parti civili». Costa Crociere spa nel processo ha un doppio ruolo: De Luca la rappresenta come responsabile civile in quanto società armatrice della nave comandata da Francesco Schettino, mentre un altro legale la rappresenta nel processo come parte civile per il danno subito dall’imputato. Le parti civili anche oggi hanno evidenziato che molti dipendenti di Costa spa, fra cui testimoni del processo, hanno raggiunto con la compagnia un accordo per il risarcimento nelle settimane successive al naufragio. «Abbiamo risarcito tutti quanti hanno voluto farsi risarcire e non hanno voluto fare speculazioni», ha chiosato De Luca.

Lo scoop della Polanco: Berlusconi e la Pascale si sono già sposati

berlusconi-pascale-matrimonio-tuttacronacaA Un giorno da pecora, su Radio2, è intervenuta telefonicamente l’ex olgettina Marysthell Polanco. I due conduttori, Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, le hanno chiesto se secondo lei Berlusconi e la Pascale avessero mai convolati a nozze e lei non ha tentennato nella risposta: “Loro sono già sposati”. E ha spiegato: “Non lo sono per il civile, ma Silvio ha la Chiesa in casa, lui lo fa lì e non lo sa nessuno”. Si sono sposati ad Arcore? “Si, è vero, è quello che avevo sentito”. In che senso? “Nel senso che mi hanno invitato”. Al matrimonio? “Si, ma non ci sono andata perchè stava nascendo mio figlio ‘O Neill. Però, comunque, gli ho fatto gli auguri”.  Quando si sarebbero sposati? “Secondo me due o tre settimane fa, anzi forse di più. Tipo l’otto o nove ottobre”, ha concluso.

Ligabue e “Il Sale della Terra”: esce a sorpresa il nuovo brano!

liga-saledelleterra-nuovo-video-tuttacronacaE’ uscito a sorpresa il nuovo singolo di Ligabue, Il Sale della Terra: da questa mattina lo trasmettono le radio ed anche il video ufficiale è stato presentato. Il brano è il primo estratto dal prossimo album del rocker che arriverà il 26 novembre, a tre anni di distanza da “Arrivederci, mostro!”. Nessuno ne era a conoscenza, non ci sono stati annunci ufficiali, eppure le bacheche dei social oggi si sono ravvivate dal video clip girato a Manhattan e realizzato nello stile dei canali televisivi all-news: il testo della canzone scorre infatti in sovrimpressione, come se si trattasse di notizie. Del resto il testo del Liga ha evidenti richiami ai temi dell’attualità e alle prospettive del mondo in cui viviamo. Le parole sono poche ma chiare: “Siamo la promessa che non costa niente, siamo la chiarezza che voleva molta gente”. E ancora: “Siamo i trucchi nuovi per i maghi vecchi” e soprattutto “siamo quelli a cui non devi chiedere fattura”, il tema dell’evasione fiscale è chiaro. Infine canta: “Siamo le figure dentro le figure, siamo la vergogna che fingiamo di provare”.

“Il Volo del Mattino”, così torna Fabio al vecchio amore

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«Ho sempre considerato la radio come il mio vero mestiere, anche se adesso ho anche la passione forte per la scrittura. Lo scorso anno mi sono fermato per dedicarmi ad altro anche perchè io e Linus ogni tanto abbiamo bisogno di prenderci una pausa. Quando ho pensato fosse tempo di tornare ho chiamato subito la radio che per me è anche casa». Così Fabio Volo ha commentato la sua decisione di tornare al suo vecchio amore, la radio. Felice è anche Linus:  «Fabio è un fuoriclasse dell’etere La cosa che mi diverte di lui è che dietro all’immagine di scavezzacollo ed eterno ragazzino, ha disperatamente bisogno di attenzioni. E visto che io mi rendo conto di essere un pochino arido da questo punto di vista, forse è questo che ogni tanto ci porta a farci scontrare».

Moro: aperto un nuovo fascicolo e Imposimato va a Un Giorno da Pecora

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L’ex giudice Ferdinando Imposimato, che indagò sulla morte di Aldo Moro, il presidente della Dc ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978, a 55 giorni dal suo sequestro, ha presentato 15 giorni fa un esposto che ha dato l’avvio a un nuovo procedimento. Secondo Imposimato, le forze dell’ordine sarebbero state a conoscenza di dove si trovasse la prigione di Moro. Per valutare se esistano nuovi indizi per riaprire le indagini sulla morte del politico, è stato quindi aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato nè indagati, dalla Procura di Roma. A darne notizia, La Repubblica.

Nel frattempo Imposimato è stato ospite della trasmissione “Un giorno da pecora”, dove ha spiegato perchè Andreotti e Cossiga sono dei ‘carnefici’ di Aldo Moro. “Questo è stato detto da tre persone, mettendo insieme tre testimonianze”, ha esordito l’ex giudice. Quali testimonianze? “Quella di Steve Pieczenik. Poi la dichiarazione testimoniale di Oscar Puddu, nome di copertura di un ufficiale dell’esercito che ha parlato di questa cosa, cioè dell’intervento di Andreotti e di Cossiga diretto a impedire al generale Dalla Chiesa di fare il blitz per liberare Moro”. Impedire? Si spieghi meglio. “Dalla Chiesa voleva andare, aveva già portato un nucleo di 9 persone del GIS dei Carabinieri, venuto da Milano. Uno dei partecipanti a questo gruppo mi ha detto queste cose”. Ma lei ci crede? “Io ci credo, sì. Comunque il procuratore della Repubblica di Roma, che è molto bravo, sta facendo le indagini e quindi accerterà i fatti. Ho grande fiducia, bisogna aspettare”. È giusto riaprire il processo, quindi? “Stanno accertando con intelligenza fatti successivi e ulteriori a quelli accertati. Si deve vedere se c’è responsabiltà di altre persone che sarebbero dovute intervenire ma non lo hanno fatto. C’è l’articolo 40 del Codice Penale, che dice che non impedire un evento che si ha il dovere giuridico di impedire equivale a cagiornalo”, ha concluso Imposimato.

Fiorello, l’Europa e una strizzatina di…

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Fiorello non si sente cittadino europeo e lo dice a gran voce dai microfoni de “L’Altra Europa” trasmissione trasmessa da Radio24 e condotta da Federico Taddia.

Nell’intervista andata in onda oggi alle 10,00 il noto showman afferma:

“Non mi sento per nulla cittadino europeo, perché ancora non mi hanno fatto sentire di essere anche europeo. Non so quanto gli altri italiani si sentano europei. Perché secondo me è l’Europa stessa che ci tiene lontani: sembriamo sempre la causa di tutto. Forse sto dicendo cose impopolari, ma Francia e Germania sembrano un po’ i fighetti della situazione e le altre nazioni sembrano tutte di Serie B. O si è tutti uniti o non si è tutti uniti: ogni volta che c’è uno stato in difficoltà si è tutti pronti a dargli addosso. Tutta questa unità non la vedo: in questo momento all`Europa bisognerebbe proprio dare una strizzatina alle p***e”.

Guerra fra Pannella e Cruciani… ci va di mezzo la Bonino!

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Marco Pannella e Giuseppe Cruciani, un politico e un cronista che si scontrano alla Radio e nasce un caso destinato a far discutere ancora. Non sono stati i toni del botta e risposta tra il radicale e il giornalista a destare l’attenzione dell’opinione pubblica, ma piuttosto l’argomento trattato. Emma Bonino, probabile candidata a Capo dello Stato, che viene tirata al centro di una discussione che si conclude tra parolacce, provocazioni e minacce di abbandonare la trasmissione. In pochi minuti “La Zanzara” programma capace di entusiasmare per l’originalità della conduzione si trasforma in un campo di battaglia indegno. L’irritazione di Cruciani che si contrappone all’irruenza di Pannella, i toni che si elevano e il linguaggio che scade in volgarità… Quanto nuoce ad Emma Bonino una sponsorizzazione del genere?

Non ho detto nulla d’intelligente… solo quello che pensa il 95% degli italiani!

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Finalmente Renzi parla, dopo aver taciuto per l’interesse del Pd e degli italiani, ora sente il dovere di provare a smuovere il catafalco politico che si è atrofizzato, invece che innovato. Lo fa con una telefonata a Radio 105 con la quale spiega che il 95% degli italiani ritiene che si stia solo perdendo tempo nella formazione di un governo.

«Se devono fare un’alleanza, Berlusconi si fida molto più di D’Alema e Bersani che non dei nuovi innesti del Pd: è da tempo che si conoscono, e più facile che trovino un accordo loro», ha detto Renzi rispondendo alla domanda di un ascoltatore che gli chiedeva se lui darebbe vita a un’alleanza col Pdl. «Non entro in questi temi», ha replicato Renzi, ribadendo di essere interessato ai problemi causati dalla crisi economica anzichè alle «discussioni romane».
«Uscire e farsi un partito non ha senso, ce ne sono già troppi», ha aggiunto rispondendo all’intervistatore che ipotizzava che Renzi potesse fare come Giorgia Meloni, ovvero uscire da un grande partito in dissenso col vertice. «Con tutta l’amicizia e la stima – ha detto Renzi – lei è uscita, ha fatto un partito, ma ha appoggiato Berlusconi».

Poi torna a parlare della polemica che si è innestata con la sua partecipazione ad “Amici”.

Secondo il sindaco di Firenze “La polemica ideologica che c’è stata su Amici deriva dal fatto che alcuni fra i nostri non vogliono cambiare l’Italia, ma cambiare gli italiani e il loro carattere». Renzi ha ammesso di «non capire» le critiche che si sono innescate e l’atteggiamento di «alcuni radical chic». «Maria De Filippi – ha spiegato – mi ha chiesto di parlare tre minuti ai ragazzi, ho detto quello che auguro loro: credo che ci sia bisogno di tornare a coltivare il talento». Il Pd pensa veramente che si possa parlare ai giovani da un aula di Montecitorio?

Torna anche sulle voci insistenti che lo avrebbero visto come candidato di un futuro incarico da parte del Presidente della Repubblica per provare lui stesso a formare un governo «È un’ipotesi che non è mai esistita. L’unico colle che posso frequentare è da queste parti, è Piazzale Michelangelo», ha aggiunto scherzando Renzi, parlando del colle da cui si ha vista panoramica sul centro di Firenze.

Tanti auguri a Bersani, ma resto a Firenze… Renzi diserta la Direzione Pd!

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Matteo Renzi non parteciperà alla direzione del Partito Democratico in programma oggi. Lo ha annunciato questa mattina ai microfoni di Radio Toscana. “”No, per un motivo molto semplice: è stata convocata all’ultimo momento, e io sto a Firenze a fare il sindaco”, ha spiegato.

Renzi ha poi ribadito la massima fiducia nel tentativo che il segretario Pier Luigi Bersani sta conducendo in questi giorni di mettere insieme una maggioranza in grado di ottenere una fiducia in Parlamento, dopo che ieri il responsabile economico del partito Stefano Fassina aveva puntato il dito – senza nominare i renziani – contro chi si stava adoperando per sabotare il piano dell’ex ministro dello Sviluppo Economico. “Bersani sta provando a formare un governo e io spero che, per il bene dell’Italia, ce la faccia”, ha detto. “La mia serietà e la mia lealtà sono fuori discussione”.

REM ISLAND: albergo e ufficio sull’acqua! Architettura pirata.

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Rem Island ha una storia particolare. Costruita nel 1964 per essere una “stazione radio pirata”, che, trovandosi al largo, potesse eludere la legislazione olandese che limitava le trasmissioni radio, ebbe vita complicata. Infatti ben presto fu messa sotto sequestro dopo che un raid eliminò la stazione radio e i suoi occupanti. Ebbe diversi usi negli anni fino ad essere completamente smantellata nel 2006. Ora è stata ricostruita e convertita dallo studio Concrete Architectural Associates, in un ufficio e in un ristorante che si estende su due piani di circa 25 metri. Il menu? Buona cucina, con un contorno di vista a 360 gradi!

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Crollo per la pubblicità… solo il web si salva! Siamo a 20 anni fa.

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Il mercato della pubblicita’ in Italia archivia il 2012 come peggiore degli ultimi 20 anni con – 14,3%, scendendo per la prima volta dal 2003 sotto gli 8 miliardi di euro. Il calo e’ trasversale: cinema (-18,7% a 37 milioni), stampa periodica (-18,4% a 695 milioni), quotidiani (-17,6% a 1.117 milioni), tv (-15,3% a 3.917 milioni) e radio (-10,2% a 388 milioni). Solo il web tiene e segna un +5,31%.

 

TORNA VASCO! Da domani in radio “L’uomo più semplice”, nuovo singolo

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Morto primo giornalista dell’anno: era cronista alla radio di Mogadiscio

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