E’ tornato attivo dopo un breve periodo di quiete uno dei vulcani più attivi del Messco, il Popocatépetl. Una brusca eruzione, ieri, ha provocato una fitta pioggia di cenere che ha interessato diverse località con numerose fumarole visibili lungo il suo pendio e con boati uditi anche a grandi distanze. Il vulcano, con i suoi 5452 metri, si trova a 70 chilometri a sudest di Città del Messico e a 45 chilometri a ovest di Puebla.
“Tredici persone sono morte e almeno 154 sono rimaste ferite, 80 delle quali sono uscite di ospedale”. Le cifre ufficiali della strage di Nativitas sono fornite da Mariano Gonzalez Zarur, governatore dello stato messicano di Tlaxcala. A causare la strage l’esplosione di un furgoncino di fuochi artificiali. Ha annunciato inoltre tre giorni di lutto. Il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, ha espresso su Twitter tutto il suo dolore “per il terribile incidente avvenuto a Tlaxcala” e ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime.
Otto uomini e una donna sono morti al momento dell’esplosione e altre quattro persone durante il trasferimento in ospedale, dove hanno ricevuto cure mediche. Abitanti della località di circa mille abitanti hanno riferito che tra le vittime c’è anche un neonato. Secondo i servizi di emergenza, i feriti sono stati trasportati su ambulanze ed elicotteri negli ospedali di Tlaxcala e Puebla. L’esplosione è avvenuta nella località di Jesus de Tepactepec, nel comune di Nativitas, 125 chilometri a est di Città del Messico. Sarebbe stata provocata da un bengala. Il furgoncino trasportava fuochi d’artificio da accendere per la festa religiosa in onore di Jesusito, santo patrono del villaggio.
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