Verso la riapertura delle scuole: gli ispettori “mancanti”

scuola-italiana-crisi-tuttacronacaL’autonomia che, dal 2000, dovrebbe spingere le scuole ad assumersi maggiori responsabilità, costringendole a migliorare la loro offerta per poter essere “competitive” non sembra aver sortito effetti. Anzi. Come denuncia Tuttoscuola, con il riconoscimento della parità alle “non statali” sarebbe dovuto arrivare anche un aumento dei controlli, invece è successo l’opposto: “prima” c’erano in organico 695 “ispettori”, oggi 301, ma solo sulla carta, perchè in realtà, a causa di circa 200 vuoti, sono solo un centinaio: “in intere regioni, con centinaia di istituzioni scolastiche e migliaia di insegnanti, opera a volte un solo ispettore”. Per chiarire le idee: in Gran Bretagna si trova un ispettore ogni 13 scuole, in Francia uno ogni 22, in Lazio un ispettore lo troviamo ogni 2076 istituti. Guardando le altre regioni: ci sono due ispettori a disposizione dell’ufficio scolastico regionale in Piemonte, uno in Liguria, uno nelle Marche, neppure uno in Toscana. La “scusante” potrebbe essere che si possono sempre inviare per un’ispezione dei dirigenti scolastici investiti volta per volta del ruolo, ma ciò non toglie che restano dei buchi. Per cercare una soluzione a questo, inoltre, il tempo si è allungato a dismisura: “Il concorso per reclutare nuovi dirigenti tecnici (con funzioni ispettive) è stato bandito quasi sei anni fa per coprire 144 posti vacanti, ma si è concluso solo nella primavera di quest’anno con circa 70 vincitori, che però non sono stati ancora nominati. Si parla della prossima primavera… E nel frattempo sono diventati vacanti per pensionamento altre decine di posti”. Senza contare che sul concorso sono piovuti i ricorsi per il sospetto che ad aver vinto siano stati “amici degli amici”. Ma il dossier sottolinea anche deficit di qualità ed equità: “come spiegare che a Milano solo un maturando su 381 è valutato meritevole di lode, e a Crotone uno ogni 35?”, senza contare la necessità di una dura lotta all’abbandono scolastico. Il 65% degli italiani tra i 16 e i 65 anni ha livelli di “competenze funzionali effettive” valutate “fragili” o addirittura “debolissime”. Questo in un Paese che fa parte dell’Europa e vorrebbe inserirsi in un contesto mondiale: come competere con i Grandi se questi sono i presupposti?

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I nostri 7 giorni: aspettando che tutti i pezzi vadano al posto giusto

7giorni-tuttacronacaGli italiani disinnamorati della politica o forse è che attendono risposte definitive per avere un quadro più chiaro? La domanda sorge perchè, nonostante si sia parlato molto della situazione italiana in questa settimana, sembra non sia stato il tema più seguito. Si attende il futuro, per capire cosa accadrà dopo la battaglia sull’Imu e come terminerà lo scontro sull’Iva: come “pagheremo” le nuove decisioni? Si attende anche di conoscere le sorti del governo, con Berlusconi che prima minaccia di farlo cadere salvo poi dire che deve continuare. Ma anche negli altri schieramenti politici non sembra esserci maggiore certezza del futuro: gli espulsi del Movimento 5 Stelle pensano a creare un gruppo riformulato mentre sul fronte PD si attende di scoprire dove porterà la sfida (sui palchi) a distanza tra Letta e Renzi. Occhi puntati sul “che sarà” quindi, e al riguardo non passa mai inosservato il tema delle pensioni: ora si parla di prestito da elargire a chi è a uno o due anni dalla pensione e che verrà ripagato negli anni successivi. Ma non possiamo certo dimenticarci che il futuro si costruisce passo dopo passo, per tutta la vita, partendo da una scuola che, in Italia, sembra avere ancora troppe lacune da colmare e una nuova direzione da trovare. Ma questa settimana, forse perchè l’estate è ormai agli sgoccioli ma ancora abbiamo voglia di evasione, ha tenuto banco anche il calciomercato: che “domani” attende i giocatori delle nostre squadre? Sono le ultime giornate utili per sferrare i colpi sul mercato e uno ha avuto a dir poco dello sconvolgente: il Milan ha ceduto Boateng, autore di una splendida doppietta nella partita che ha permesso al club l’accesso in Champions, e ora potrebbe arrivare Kakà, dopo che già Matri, con il rammarico di Conte, ha raggiunto la panchina rossonera. Il calcio fa sempre parlare… molti, ma non tutti però! Soprattutto in questo week-end e in special modo a Sperlonga, dove sono state “vietate” le partite trasmesse in tv per non subire la defezione maschile dalla processione per i santi Rocco e Leone. Insomma, nel nostro variegato panorama, non resta che aspettare che tutti i pezzi trovino il loro posto.

tuttacronaca-PuzzleMa questa settimana è anche iniziata la Mostra del Cinema di Venezia, giunta alla sua settantesima edizione, e sembra che un po’ di polvere di stelle sia rimasta attaccata anche a noi e molto si è parlato di… star! Non poteva passare inosservato l’intervento d’urgenza a cui è stato sottoposto Massimo Ranieri, ma neanche il presunto Alzheimer prima confermato e poi smentito che avrebbe colpito lo 007 più famoso di sempre: Sean Connery. Ma Mostra del Cinema sono celebrity che arrivano al lido e portano con loro il gossip. In primis George Clooney, approdato single ma… con il volante del motoscafo in mano: da qui l’arrivo di un esposto: ha la patente nautica? Perchè il tema delle imbarcazioni a Venezia è di grande attualità: si tratti degli inchini delle grandi navi o dell’incidente che ha causato la morte di un professore tedesco per la quale ora anche un gondoliere è entrato nel registro degli indagati. A Venezia, però, è atteso anche Marco Carta, cantante scoperto ad Amici e che ha curato la colonna sonora del corto Insieme: lo vedremo nei prossimi giorni sul tappeto rosso. Con lui anche un attore dell’opera: Nicolas Vaporidis: chi catturerà maggiormente l’attenzione dei fan? Di certo, anche se distante dalla città lagunare, l’ha captata Monica Bellucci, per un divorzio che nessuno si sarebbe aspettato: quello dal compagno e collega Vicent Cassel. E se sembra che l’attrice abbia già un nuovo amore in corso, oltreoceano giunge la notizia della separazione di Clint Eastwood dalla seconda moglie… ma non si sente parlare di altre passioni pronte a sbocciare. Forse una… quella per la cucina italiana: il Tricolore conquista l’America (e i divi di Hollywood volano verso la nostra Penisola)… almeno a tavola! Una moda passeggera o un rapporto destinato a durare? Lo scopriremo, con il tempo, in quel futuro che ci dovrà portare tante risposte. Del resto, così si dice, la pazienza è una gran virtù!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

A scuola di… PUBBLICA ISTRUZIONE!

scuola-pubblica-istruzione-tuttacronaca

Il pantano italiano dell’istruzione, soprattutto quella pubblica, sembra davvero non avere confini.  Se si tocca un aspetto ce ne sono almeno altri mille che sono connessi e pronti a crollare dietro quella tegola traballante. E’ un problema complesso e per questo abbiamo preferito chiedere a chi questo problema lo vive quotidianamente nei suoi molteplici aspetti. Una  nostra utente si è quindi immediatamente resa disponibile a darci la sua testimonianza per raccontare la sua esperienza in questo settore che dovrebbe essere il diamante di punta della nostra società e che invece sta lentamente diventando il fanalino di coda, con ripercussioni che, inevitabilmente si ripercuoteranno anche sul futuro. Ringraziando quindi “Monique” siamo felici di poter pubblicare la sua esperienza:

Dal mio punto di vista, a raccontare la situazione della scuola in Italia si rischia di cadere nella retorica del “già detto”, ma il problema è proprio questo: la scuola, intesa come architettura degli edifici e organizzazione della didattica è rimasta ferma, non si è evoluta. Gli edifici sono vecchi e fatiscenti, con le mura che si scrostano e infiltrazioni di acqua ovunque, pavimenti che si sollevano, scarsa illuminazione e spesso neppure le barriere architettoniche sono state abolite! E questa è la struttura sulla quale si dovrebbe innestare la digitalizzazione, ovvero aule computer, lavagne interattive, iPad. A questo proposito, se esiste un’aula computer, i pc sono spesso residuati bellici usati rimediati con mezzi di fortuna e possibilmente gratis, le lavagne interattive non sono presenti in ogni classe e, personalmente, non ho ancora visto una scuola in cui gli alunni siano dotati di iPad (ma questo in fondo potrebbe non essere un problema). A questo va aggiunto che la maggior parte del corpo docenti si dimostra spesso ostile all’utilizzo della tecnologia, non si sforza di provare e all’interno della scuola spesso non vengono dedicate ore di formazione per questi scopi. Gli alunni stessi, comunque, non dimostrano conoscenze informatiche che vadano al di là dell’utilizzo di Facebook e capita che alcuni non siano neppure dotati di un pc a casa. Un altra problematica seria è la presenza di alunni stranieri che non conoscono la lingua e non vengono supportati in modo adeguato, costruendo un’offerta formativa che preveda la possibilità di dedicare la maggior parte delle ore all’apprendimento dell’italiano e magari con un mediatore culturale che abbia la possibilità di intendersi con loro, perché quando parlano russo, cinese o urdu è davvero difficile interagire con questi alunni, anzi, è impossibile! Ci sono poi moltissimi alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, ma non ci sono consolidate strategie comuni di gestione di questi deficit, tutto è affidato alla pazienza, alla passione e alla documentazione personale del singolo docente. L’organizzazione della didattica è ancora basata unicamente sulle lezioni frontali e troppo nozionistica, non ci sono interscambi tra diverse classi e la possibilità che le lezioni favoriscano un apprendimento intuitivo da parte degli alunni dipende dall’impostazione del singolo docente. L’ingerenza dei genitori è totale e la conseguenza è che la scuola diventa unicamente assistenziale, non sollecita la responsabilità dei ragazzi e non prepara studenti che siano competitivi e portatori di reali abilità e di un effettivo sapere, non stimola il loro interesse. Il precariato degli insegnanti è un ulteriore problema, ma non solo dal punto di vista del professore che ogni anno deve cambiare destinazione, anche da parte della scuola e degli alunni che, con questo sistema, devono rinunciare magari ad un insegnante valido solo perché le nomine dei docenti seguono una graduatoria che è unicamente burocratica. Inoltre, capita spesso che gli insegnanti precari, contrariamente a quanto si pensa riguardo il fatto che non siano garanzia di eccellenza, si dimostrino più preparati, più flessibili e più motivati di molti insegnanti di ruolo e da questo punto di vista io considererei l’opportunità di far fare un po’ di precariato a tutti, o almeno di favorire un cambio di mansioni! Se poi vogliamo aggiungere che lo stipendio dei docenti è di molto inferiore alla media europea…Non so gli effettivi numeri degli esuberi nelle varie classi di concorso, ma certo mi sembra che ci sia molta improvvisazione nel gestire le graduatorie. In ultima analisi, non ritengo funzionale all’identità della scuola, proporre nella sua offerta formativa attrazioni di vario genere, che hanno l’unico scopo di procurarsi iscrizioni, ma nulla hanno a che vedere con la cultura e l’istruzione e neppure con un funzionale collegamento con il mondo del lavoro.

Padova blindata: 1.500 studenti in corteo stamattina. Ma non è finita

Primo corteo stamattina alle 9,  “obbiettivo” l’istituto Valle: la preside, che l’altroieri ha messo le catene ai cancelli, si arrende e non si oppone all’occupazione. Nel pomeriggio fiaccolata con partenza da palazzo Moroni alle 16, manifestazione dei centri sociali e dei collettivi alle 16.30 in stazione.

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