Così si è difesa Michaela Biancofiore: “Non sono omofoba. Mi piacerebbe per una volta che anche le associazioni gay, invece di autoghettizzarsi e sprecare parole per offendere chi non conoscono, magari condannassero i tanti femminicidi delle ultime ore. Difendono solo il loro interesse di parte. Nei miei confronti è stata messa in atto una discriminazione preventiva ingiustificata e fondata su presunte dichiarazioni malamente estrapolate. I gay sono discriminati? Se è per questo sono più discriminate le donne. Perché, invece di fare queste sterili polemiche, le associazioni gay non fanno comunicati sugli omicidi delle donne? E perché non lo hanno fatto per il ferimento dei carabinieri? Odio le discriminazioni verso gli animali, figuriamoci verso le persone! Potrei anche prendere qualche collaboratore gay. E sono pronta a incontrare le associazioni. Al prossimo Gay Pride se mi invitano ci andrò, ma non mi metterò a ballare seminuda sui carri. Sulle unioni omosessuali, alle nozze gay sono contraria, da cattolica, ma se il governo decidesse di vararle mi atterrei al mio governo mentre sulle unioni civili non ho preclusioni».
Non c’è neppure da commentare le parole della Biancofiore, che sicuramente ha cercato di andare ben oltre le sue idee e di difendere delle posizioni indifendibili. Il problema è che quando una persona va contro le sue intime ideologie non riesce assere credibile. “Autoghettizzarsi” è l’apice e la sintesi di un pensiero che non può concepire l’essere gay. Paragonare poi le donne ai gay e cercare in questo modo delle similitudini è solo una forzatura di problemi che hanno radici ben diverse. Non si combatte una discriminazione mettendosi in competizione tra strati sociali più vessati, ma magari aprendo al dialogo e alle motivazioni che ci sono dietro a forme di pensiero “ghettizzanti” e denigratorie. Quanto andare al gay Pride per fare l’opera di bene e porsi come “la normale” all’interno della diversità è quanto meno allucinante. Non c’è bisogno di spogliarsi, ma c’è bisogno di condividere un’esperienza senza preconcetti. E se poi ci viene insegnato un cattolicesimo intransigente forse è ora di rivedere la propria fede religiosa alla luce di un pensiero moderno di fratellanza universale senza preconcetti, anche perché l’Italia è un Stato laico che non può essere governato, come spesso avviene, da politici cattolici intransigenti.