Con l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del disegno di legge costituzionale di abolizione delle province, forse si riuscirà a ridisegnare l’Italia per avere più efficenza e meno sprechi. Il provvedimento è composto di soli tre articoli.
- Il primo annuncia semplicemente l’abolizione delle province.
- Nel secondo sono contenuti i rinvii di diversi passaggi costituzionali in cui si citano le province
- il terzo prevede che c’è tempo fino a sei mesi dall’entrata in vigore di tale provvedimento per la soppressione delle province.
Un nuovo tentativo di contenere la spesa pubblica che andrebbe a cancellare ogni riferimento alle Province fatto nella Costituzione.
Cosa ci sarà al loro posto?
I collegi delle autonomie. Con una fondamentale differenza: non ci saranno organi politici eletti: niente presidente, niente giunta, niente consiglio. Un gran risparmio, quasi il doppio di quei 500 milioni preventivati da Monti se si fosse fatta la riforma sugli accorpamenti.
Quali saranno i compiti dei nuovi collegi?
Pianificazione dell’ambiente, del territorio, del trasporto locale, più la gestione delle strade. Tutto il resto dalla scuola alla cultura, passerà ai Comuni o alle Regioni.
Altro tema sul tavolo è quello legato ai confini. “Non ridisegneremo la mappa da Roma – spiega il ministro per gli Affari regionali Delrio – lasceremo alle Regioni la libertà di decidere”.