Il mondo si coalizza con i manifestanti di Piazza Taksim: per loro pranzo da asporto

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Continuano le proteste in Turchia e la scorsa notte la polizia ha arrestato 24 persone a Smirne, con l’accusa di avere “incitato ai disordini e fatto propaganda” a sostegno delle manifestazioni contro il premier, Recep Tayyip Erdogan mentre altre 14 persone sono ricercate. Sembra, stando alle fonti locali del principale partito di opposizione, il Chp, gli arrestati avessero solo invitato, attraverso Twitter, a partecipare alle proteste di piazza che si stanno tenendo in Turchia. Ma se la polizia combatte strenuamente la protesta, migliaia di anonimi sostenitori della rivolta hanno ordinato su Internet, anche dall’estero, pasti da recapitare ai manifestanti di Piazza Taksim. Il direttore di Yernel Sepeti, una delle principali catene di fast food a domicilio del Paese, ha spiegato che ieri sono state ricevute oltre mille ordinazioni. “Ci sono stati alcuni problemi di consegna, ma tutto è stato risolto”.

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Via la violenza e l’odio dalla rete! Facebok prende provvedimenti

Facebook

Addio all’Hate speech in Facebook? Così sembra. Lo annuncia in un lungo comunicato in cui avvisa che è intenzionato a scendere in campo contro la propaganda dell’odio. Il sito, fino ad ora, ha ospitato gruppi suprematisti, fanatici religiosi e razzisti e per questo è stato numerose volte richiamtato alla sua responsabilità del farsi veicolo della promozione di “valori” tanto in contrasto con il rispetto della dignità umana. Al riguardo, l’azienda cita le proteste  pervenute da associazioni e comunità di musulmani, ebrei e LGBT e sottolineando l’intenzione di rafforzare i rapporti formali e informali con le associazioni a tutela della donna. La momento la soluzione definitiva non è ancora arrivata, però c’è la riporposizione di rivedere le linee guida assieme ad esperti e associazioni, oltre ad addestrare meglio gli addetti alla valutazione e rimozione dei contenuti segnalati. Sempre nel comunicato, si fa accenno a test che prevedono di richiedere una prova d’identità a chi pubblica contenuti “crudeli e offensivi”, cosa che obbliga gli autori ad assumersi la responsabilità di quanto pubblicato. Forse non sarà rivoluzionario, ma è un sengale forte: va bene la libertà d’espressione, ma serve anche un filtro in grado di bloccare i tentativi di divulgare l’odio. Il resto sta nell’educazione degli utenti, nella loro capacità di relazionarsi con il prossimo senza far ricorso alla violenza a tutti i costi.

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“La verità è l’immagine migliore, la miglior propaganda.”

verità

-Robert Capa-

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