Malore per Grignani ricoverato d’urgenza!

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Gianluca Grignani e il suo malore che ha fatto il giro del web. Il cantautore, di passaggio a Fabriano per le prove si un suo concerto, nella notte ha accusato un malore ed è stato ricoverato per precauzione in ospedale. Dopo esser stato sottoposto ad alcuni esami, è stato poi dimesso questa mattina intorno alle ore 9. Il malore infatti sarebbe stato procurato da un virus influenzale che ha colpito il cantante che poi ha voluto rassicurare i suoi fan

«Sto alla grande, e sono in auto che viaggio verso casa».

Gianluca Grignani, ha, fra l’altro, appena finito di lavorare in studio al suo nuovo disco che sarà in uscita nei prossimi mesi.

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Il Presepe va in corto… e prende fuoco un condominio!

presepe-tuttacronacaUltimo giorno di feste e la tentazione di accendere le luci del Presepe è forte. E sembra proprio che un cortocircuito partito dalla rappresentazione con le statuine della Natività sia la causa di un incendio che, in mattinata, ha colpito un’abitazione nella prima periferia di Belluno, in via Feltre, dove due appartamenti sono stati gravemente danneggiati. Dei quattro abitanti, in tre sono stati portati in ospedale in seguito all’intossicazione da fumo. Si tratta di un’anziana di 83 anni, un uomo di 56 e un giovane di 22, attualmente in osservazione al pronto soccorso del San Martino. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia e un’ambulanza inviata dal Suem.

La donna che finisce in carcere: picchiava il compagno

carabinieri_tuttacronacaUna donna di 60 anni è finita in carcere perchè accusata di aver picchiato il compagno 58enne. A eseguire il provvedimento restrittivo, emesso dal giudice di Como, i carabinieri di Locate Varesino, in provincia di Como. L’uomo era finito al pronto soccorso dove aveva parlato di “incidenti domestici”. In un caso la compagna l’avrebbe anche minacciato di morte se non avesse mantenuto il silenzio circa le violenze subite. A segnalare i continui litigi e le urla della coppia erano stati i vicini di casa. Le segnalazioni hanno dato l’avvio agli accertamenti da parte dei militari che avevano sistemato in casa delle telecamere nascoste. Ed è stato proprio grazie alle registrazioni audio e video che il pubblico ministero ha chiesto per la sessantenne la custodia cautelare in carcere.

Al circolo culturale scoppia la rissa: ferita una ragazza

rissa-tuttacronacaRissa in un circolo culturale di Massa dove solitamente si ritrovano dei giovani militanti di sinistra. La violenza sarebbe stata scatenata dalla presenza di alcuni esponenti di estrema destra che, sembra, apparterrebbero alla militanza di Casa Pound. Nel tafferuglio una ragazza è rimasta ferita ed è stato necessario trasportarla al pronto soccorso della città, dov’è stata medicata. A sedare gli animi sono intervenute le forze dell’ordine.

Il latitante che si presenta in ospedale ubriaco e confessa

ubriaco-confessa-tuttacronacaUna cena tra amici durante la quale beve tanto da doversi recare al prontosoccorso del policlinico di Borgo Roma, a Verona. Arrivato in ospedale in esotossicosi alcolica, un romeno ha iniziato a disturbare gli altri pazienti tanto che i medici gli hanno chiesto di smetterla. A quel punto l’uomo, in stato di profonda confusione, ha affermato che avrebbero fatto bene a portarlo in carcere, già che sarebbe dovuto andarci già da diverso tempo. E’ stato allora che i sanitari hanno chiamato i carabinieri. I militari, dopo aver calmato il romeno, l’hanno condotto in caserma dove hanno accertato la sua identità. Hanno così scoperto che l’uomo ubrico che avevano di fronte a loro era il destinatario di un ordine di carcerazione risalente al giugno del 2012, per una condanna a tre mesi di arresto per guida in stato d’ebbrezza e senza patente. L’uomo, ricercato dalle forze dell’ordine da 15 mesi, è stato quindi trasferito al carcere veronese di Montorio.

Operaio contesta la busta paga: picchiato dal datore di lavoro

rissa uomini-tuttacronacaD.S., un metalmeccanico 26enne di Melara, in provincia di Rovigo, e domiciliato a Rovere (Mantova), sarebbe stato picchiato dal proprio datore di lavoro dopo aver chiesto chiarimenti su una busta paga. A seguito dell’aggressione, il 26enne è finito all’ospedale con una prognosi di 15 giorni. Stando alla denuncia presentata ai carabinieri, il dipendente, dopo aver trovato alcune incongruenze nella busta paga, si sarebbe recato nell’ufficio di Nereo Parolin, che gestisce un’impresa metalmeccanica a Roncanova, nel Mantovano, e che ha anche un incarico di assessore comunale a Gazzo Veronese. La richiesta di chiarimenti riguardava la mancata annotazione di alcune ore di straordinario e il mancato pagamento degli assegni familiari. L’incontro sarebbe quindi degenerato, con Parolin che avrebbe aggredito il giovane polesano davanti alle sue stesse moglie e figlia. L’imprenditore-assessore, a sua volta, si è mosso a propria tutela assicurando di essere stato lui a venire aggredito: Parolin ha quindi a sua volta presentato querela. Ha inoltre precisato di avere sempre pagato regolarmente gli stipendi, nell’azienda che gestisce. Per quel che riguarda il pagamento degli assegni familiari, inoltre, l’azienda sarebbe stata in attesa di chiarimenti da parte dell’Inps, dal momento che il modulo consegnato dal dipendente per ottenerli era in parte incompleto. La vicenda ha avuto un seguito anche politico, poiché, a Gazzo (Verona), alcuni consiglieri di minoranza hanno chiesto le dimissioni del politico. Mentre altri hanno ritenuto la vicenda una questione privata, non per forza di cose da mettere in relazione all’attività di amministratore di Parolin.

Tossicodipendente in crisi d’astinenza aggredisce la madre con un piccone

figlio-picconate-madre-tuttacronacaUn 36enne di Regalbuto, in provincia di Enna, ha ridotto in fin di vita la madre colpendola con un piccone. Giuseppe Bonanno, un tossicodipendente disoccupato, era in crisi di astinenza quando ha tentato di uccidere la madre, una casalinga di 61 anni. La donna Francesca Piemonte, è ora ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale Cannizzaro di Catania mentre i carabinieri hanno proceduto all’arresto del figlio.

Dimesso dall’ospedale con un antidolorifico, muore d’infarto

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Aveva 45 anni l’imprenditore edile di Oglianico in provincia di Torino, che si era recato al pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè, per un problema ortopedico. Il medico ha somministrato al paziente un  normale antidolorifico, ma poche ore dopo che l’imprenditore era stato dimesso dall’ospedale è morto per un infarto. Ora si è aperta un’inchiesta per accertare se l’uomo è stato vittima di un presunto caso di malasanità. Questa mattina, sul corpo, sarà effettuato l’esame necroscopico disposto dallo stesso ospedale.

Un pezzetto di frutta nella pappa gli va di traverso: morto bimbo

bimbo-muore-soffocato-tutacronacaSono risultate vane le manovre per rianimare un bimbo di 13 mesi morto per soffocamento a causa di un pezzetto di frutta che gli era andato di traverso mentre mangiava la pappa. Il piccolo, che viveva a Inveruno, in provincia di Milano, si trovava in casa con i familiari, degli extracomunitari, quando si è svolto il dramma. La corsa per salvarlo è stata inutile: prima è giunta l’ambulanza e poi è intervenuto l’elisoccorso, che l’ha trasportato all’ospedale di Magenta. E’ stato impossibile salvarlo.

Morire a 53 anni per i calcoli alla cistifelia… sanità 2.0!

Giuseppina Mazzariello -tuttacronaca

Pronto Soccorso Tor Vergata, Roma. 14 ore di sofferenza con dolori lancinanti all’addome e poi la morte. Giuseppina Mazzariello aveva 53 anni ed è morta per i calcoli alla cistifelia. Ora il marito, Antonino Nastasi, cerca chiarezza sulle responsabilità legate al decesso e  ha sporto denuncia contro medici e infermieri del policlinico perché «non si può morire di calcoli alla cistifellea. Me l’hanno ammazzata. Voglio giustizia. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare perché cose del genere non devono più accadere. L’hanno abbandonata su una barella per ore facendole dei blandi antidolorifici e alla fine le è scoppiato il cuore. E’ morta davanti agli occhi di nostra figlia».

Giuseppina è arrivata al pronto soccorso di Tor Vergata mercoledì, accompagnata dal marito. Erano le 13 e il suo era un codice giallo, ma alle 19 gli accertamenti hanno scoperto dei calcoli alla cistifellea uno dei quali, a detta dei medici, gliel’aveva perforata. «Con una diagnosi simile – dice il marito – avrebbero dovuto operarla d’urgenza e invece ci hanno detto che l’avrebbero tenuta in osservazione per tutta la notte. E’ stata 8 ore in barella – prosegue l’uomo – poi l’hanno portata nell’astanteria del Dea dove è rimasta fino a quando non ha esalato l’ultimo respiro. Aveva dei dolori fortissimi e urlava disperata, ma nessuno se ne preoccupava. L’hanno tenuta con le flebo attaccate tutto il giorno facendole degli antidolorifici inutili che non le alleviavano la sofferenza. Mia figlia chiamava le infermiere per avere assistenza, ma le rispondevano ‘Che cosa ci possiamo fare?’». «Alle 3 di notte mia figlia l’ha vista impallidire e subito il collo e il viso le sono diventati scuri – ricorda Nastasi -. Una dottoressa ha cercato di rianimarla, ma non c’è stato nulla da fare. Non si può morire così a 53 anni».

Muore bimbo di 7 mesi, rimandato a casa dall’ospedale!

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È morto a 7 mesi, dopo che al Pronto Soccorso lo avevano visitato e rimandato a casa con una terapia antibiotica e antipiretica. La tragedia ieri sera a Chivasso. Il bimbo aveva febbre e gola arrossata. Tre ore dopo, però, i genitori si sono ripresentati: il piccolo, in stato di shock, è morto poco dopo il trasferimento a Torino. Di nuovo un caso di malasanità, di superficialità nella diagnosi e di tagli che iniziano a mostrare il lato buio in cui versano gli ospedali italiani. Pochi medici nei turni di notte, poco personale e spesso strutture che avrebbero bisogno di una ristrutturazione profonda… ma era più importante il pareggio di bilancio piuttosto che una vita umana!

Moldava partorisce e getta bambino in lavatrice. Trovato morto!

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Stavolta non è un film, non è una leggenda, è solo una tragica realtà. Una madre che uccide il proprio figlio, in un modo orrendo. Un figlio appena partorito…  la vita e la morte in pochi momenti.

Una donna moldava che ha partorito un bambino, poi trovato morto nella lavatrice di casa a Carpi, e’ accusata di omicidio e occultamento di cadavere. La donna si sarebbe presentata al Pronto Soccorso con una emorragia. Gli accertamenti hanno dimostrato come avesse partorito da poco. La donna dapprima avrebbe negato, poi e’ crollata. I carabinieri hanno raggiunto l’appartamento che la donna occupa con il marito e un altro figlio e hanno trovato il neonato morto. La donna e’ stata fermata.

Restano domande… resta lo sconcerto e ci si domanda perchè queste “madri” non vogliano lasciare i loro figli nelle strutture messe a disposizione dalla colletività. Perchè queste inciviltà, queste barbarie?

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