Roma fa paura, gli autisti dell’autobus protestano

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“Non passiamoci più” questa è la protesta e la minaccia degli autisti dell’Atac che si trovano a essere colpiti da proiettili mentre attraversano il quartiere di Tor Bella Monaca a Roma. Ieri l’ultimo episodio, quanto i proiettili hanno distrutto, per l’ennesima volta, i vetri di un autobus che passava tra le strade del quartiere. “Sono almeno 7 i mezzi nuovi di zecca danneggiati e fermi nel deposito di Tor Sapienza” riporta il Messaggero. Pietre, biglie. Qualcuno si diverte con le fionde, ma anche con le carabine ad aria compressa.

“Avendo più volte denunciato il fatto e non avendo trovato riscontri al problema da parte degli organi preposti – scrive la segreteria del consiglio di azienda – riteniamo inevitabile attivare a difesa dell’incolumità e della sicurezza delle persone quanto previsto dalla legge (la sospensione del servizio)”.

“Non vorremmo accadesse ciò che è avvenuto circa dieci anni fa, quando per l’impossibilità di garantire adeguatamente il servizio – spiega Gianluca Donati della Cisl, sindacalista storico del settore trasporti, al Messaggero – 28 milioni di chilometri del servizio di periferia vennero affidati da Atac a un’azienda esterna, la Roma Tpl”.

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I coniugi Obama sulla tomba di JFK per celebrarne l’anniversario della morte

jfk-obama-tomba-tuttacronacaGli Stati Uniti ricordano il 50° anniversario dell’uccisione del 35° presidente Usa John F. Kennedy, avvenuta a Dallas, in Texas, e il presidente americano Barack Obama, insieme alla first lady Michelle, si è recato al cimitero Arlington National per onorarne la tomba. Gli inquilini della Casa Bianca, accompagnati da Bill e Hillary Clinton, rispettivamente 42esimo presidente ed ex segretario di Stato, hanno deposto una corona di fiori sulla lapide di JFK prima di ascoltare un inno funebre e salutare i membri della famiglia Kennedy. La CNN ha riferito dell’unica assente, la figlia di JFK Caroline, che Obama ha voluto come ambasciatrice in Giappone, da dove celebrerà l’anniversario di quel tragico evento, avvenuto quando lei aveva 5 anni.

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Kennedy non poteva evitare i proiettili… colpa del busto! Chi lo sapeva?

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Chi è il chirurgo Kenneth Salyer? Era   il giovanissimo medico che era di guardia all’ospedale dove Jfk morì poco dopo l’arrivo. Ed è lui a rivelare alla Cbs che il presidente, se non avesse avuto il busto, probabilmente si sarebbe potuto abbassare ed evitare il secondo colpo: “Ero di turno al Pronto soccorso in caso di emergenze al cranio, quando un’infermiera è arrivata correndo e urlando: ‘Hanno sparato al presidente’. Kennedy respirava ancora, faticosamente. Io – racconta Salyer – ho guardato la ferita, il colpo aveva raggiunto un’area critica del cervello, le possibilità di salvarlo erano pochissime”. Ma il problema era anche il busto, che “allacciava il torso dalla parte alta del torace a sotto la vita. Era talmente spesso e rigido che tagliarlo fu difficile”.

Questa la teoria di Salyer: “Il primo colpo d’arma da fuoco colpì Kennedy alla spalla e uscì dalla trachea. La stessa pallottola attraversò il torace di John Connally per finire sulla sua coscia e sbatterlo giù dall’auto. Ma Kennedy rimase seduto eretto perché il busto non lo faceva piegare, rimanendo un bersaglio facile per il secondo colpo di Oswald”.

Quindi Oswald sapeva che il presidente aveva il busto e che non si poteva abbassare? E’ stato  un elemento a favore del killer? Qualcuno sapeva del busto e aveva calcolato anche che il presidente, dopo il primo colpo, sarebbe divenuto un obiettivo ancora più facile da colpire?

I No Tav alzano il tiro: buste con proiettili

notav-proiettili-tuttacronaca“No Tav No Terzo Valico – alzare il tiro pagherete caro pagherete tutto”. E’ quanto recita il messaggio recapitato assieme a dei proiettili calibro 7.65 in tre buste spedite alle sedi torinesi di Cgil, Cisl e Uil. I desitnatari sono dei funzionari dei sindacati che si sono detti favorevoli alla Tav. I carabinieri, i cui investigatori assieme alla Digos hanno aperto un’indagine coordinata dal pool anti-terrorismo della procura di Torino, hanno provveduto a sequestrare le tre buste.

Proiettili Cia uccisero JFK, spunta anche un fucile italiano fabbricato da Gladio

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I proiettili usati a Dallas per uccidere John F. Kennedy nel 1963 erano stati prodotti da una ditta Usa nel 1954 “per conto della Cia” e i documenti del Sifar sull’arma del delitto, un fucile italiano, “fabbricati da Gladio”. E’ quanto emerge dai documenti citati in “Kennedy deve morire” di Claudio Accogli disponibile su Amazon. Gladio “era una struttura estranea alla Nato e al servizio della Cia”, dimostrano le carte pubblicate nel testo.

Una lettera indirizzata a Berlusconi conteneva proiettili!

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E’ stata intercettata a Milano, al centro smistamento delle Poste, una lettera contenente oggetti simili a proiettili. La missiva, indirizzata a Silvio Berlusconi, è stata bloccata dagli addetti dell’ufficio dopo che, al controllo dei raggi x, la sagoma degli oggetti è apparsa distintamente.

Non è la prima volta che il Cavaliere riceve simili lettere. Già a gennaio del 2010 era stata recapitata, alla sede del quotidiano “Il Giornale”, una busta con dentro due proiettili accompagnati da una lettera di avvertimento rivolta all’editore, Paolo Berlusconi, e all’allora leader di Forza Italia. Il messaggio “Basta campagne antiislam vi spareremo e poi vi faremo saltare in aria come la Bhutto in Pakistan” reso noto dallo stesso giornale, aveva scatenato le manifestazioni di solidarietà da tutto il mondo politico, compreso Palazzo Chigi. All’epoca, le pallottole a salve erano “il preavviso per i fratelli Berlusconi: una per Silvio e una per il fratello, responsabili delle porcate che scrivono sul giornale e della loro politica antiislam. Alla prima occasione propizia, con o senza predellino, faremo come hanno fatto in Pakistan con la Bhutto: un colpo con pallottole vere in testa e poi un kamikaze, all’italiana, per essere certi della loro scomparsa da questo mondo. Le guardie del corpo e i servizi di sicurezza non potranno fermarci perché non siamo prevedibili. Allah è grande”. Ma non solo Berlusconi era finito nel mirino: il dicembre precedente era stata recapitata una busta gialla alla redazione de Il Giornale, dentro cui c’erano tre buste più piccole e bianche contenenti ogive di proiettili destinati agli allora ministri dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e dello sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, e al viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. Mentre la settimana precedente un analogo episodio di intimidazione era avvenuto ai danni del quotidiano Libero.

SCOOP SUI MARO’… NON FURONO LORO A UCCIDERE!

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Spunta una nuova versione dell’uccisione dei due pescatori indiani al largo di Kokhi, il 15 febbraio 2012 e per la quale sono sotto processo i due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Dalle indiscrezioni emerse dal rapporto dell’ammiraglio Alessandro Piroli, il più alto ufficiale in grado inviato in India all’indomani dei fatti, a uccidere non furono i colpi partiti dai fucili di Latorre e Girone, ma di altri due militari.

Il rapporto, in mano al governo italiano dal maggio 2012, ricostruisce l’incidente avvenuto sulla Enrica Lexie e fornisce una versione dei fatti che trova l’elemento più delicato nelle prove balisticheeffettuate dalla polizia indiana alla presenza di ufficiali dei Ros e del Ris dei carabinieri.

Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, i 4 proiettili analizzati (due trovati sul peschereccio e due nei corpi dei due pescatori uccisi) sarebbero risultati di calibro Nato 5,66mm, fabbricati in Italia, ma i fucili dai quali sono partiti i colpi mortali non sarebbero quelli di Girone e Latorre, bensì di altri due dei sei membri del Nucleo del Battaglione San Marco.

E nonostante questi verbali noi abbiamo permesso il ritorno in India dei due marò?

ROMA VIOLENTA… ALTRA SPARATORIA: 2 feriti in via Prenestina

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Ancora violenza per le strade di Roma. Due ragazzi di 23 anni sono rimasti feriti in una sparatoria a via Prenestina. Sono stati gli stessi giovani a fermare una pattuglia dei carabinieri in via Prenestina, riferendo di aver subito un’aggressione a colpi di arma da fuoco. Soccorsi dal 118, sono stati portati all’ospedale Vannini. Sul caso indagano i carabinieri.  Secondo una prima ricostruzione gli aggressori, a bordo di un auto e scooter, si sarebbero affiancate a due persone, su uno scooter, e avrebbero sparato. Ancora non è chiaro se le vittime abbiano risposto al fuoco degli aggressori. L’agguato sarebbe avvenuto in periferia, precisamente a Tor Bella Monaca.

Nella sparatoria sarebbero rimasti feriti due italiani che viaggiavano a bordo della Smart. Ora sono ricoverati all’ospedale Vannini. Sono in codice rosso per ferite alla spalla e alle gambe. Ad indagare sono i carabinieri della Compagnia Casilina. È caccia all’auto degli aggressori e i militari stanno ascoltando alcuni testimoni.  I feriti sono due giovani romani di 23 anni. I due erano a bordo di una Smart e in via Prenestina, e si sono avvicinati a un pattuglia dei carabinieri, chiedendo aiuto ai militari. Sul parabrezza dell’auto i segni dei fori di alcuni proiettili. I due, che non erano armati e hanno riferito di essere stati aggrediti a colpi di pistola a Tor Bella Monaca. Una versione che contrasterebbe col racconto di alcuni testimoni e sulla quale sono in corso verifiche.

 A seguito dei due gravi fatti di sangue avvenuti nel centro di Roma in tarda mattinata, e nel pomeriggio di oggi in via Prenestina, il Questore di Roma Fulvio della Rocca ha disposto la massima intensificazione dei servizi di controllo del territorio.  Dopo la richiesta del Questore di Roma sono in arrivo nella capitale circa 200 uomini delle forze dell’ordine. Oltre ai 150 già previsti dall’ultimo Patto per la Sicurezza, il Ministero dell’Interno ha messo a disposizione per Roma altre decine di uomini in più, in tutto 200.

Uccisa coppia in Calabria!

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Un uomo, Giuseppe Bruno, di 39 anni, e la moglie, Caterina Raimondi, di 29 anni, sono stati uccisi in un agguato compiuto da sconosciuti a Vallefiorita, nel catanzarese. I due stavano uscendo dalla loro abitazione quando sono stati raggiunti da diversi colpi d’arma da fuoco. Bruno e la moglie sono morti all’istante. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno avviato le indagini. Le indagini si stanno concentrando negli ambienti della criminalità organizzata locale.

Proiettili dal balcone! A Gela uomo spara contro passanti, poi ucciso dalla polizia

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Costretto ad andare a scuola con la pistola a 11 anni!

I genitori hanno obbligato il figlio 11enne ad andare a scuola con la pistola. Per gioco il bambino ha puntato la pistola scarica alla tempia di una sua compagna di classe. Immediatamente è scattato l’allarme ed è stato arrestato. Nello zaino sono stati rinvenuti i proiettili. Il bambino è stato portato in un centro di detenzione minorile.

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