Katy Perry è in testa alla Billboard chart negli Stati Uniti e trionfa nelle classifiche di mezzo mondo grazie al suo ultimo album Prism ma ora dall’Australia arriva un allarme quantomeno insolito: la versione deluxe del disco, che include un sacchetto di semi per far sbocciare fiori come quelli che attorniano la cantante nella cover, sarebbe infatti pericoloso per la biosicurezza. L’allarme arriva dal dipartimento australiano dell’agricoltura, che ha reso noto di considerare potenzialmente pericolosi per la sicurezza biologica quei semi e questo potrebbe significare bandire dalla distribuzione nazionale la versione deluxe dell’album. Come spiega Optimagazine, “L’idea di inserire semi nella versione più ricca dell’album Prism si è scontrata infatti con le severe norme ambientali che vigono nel Nuovissimo Continente, una rigida serie di regole in materia di piante e vegetali per valutare i rischi dell’introduzione di organismi non originari del paese. Per questo, ha annunciato, il portavoce del dipartimento dell’Agricoltura, nel caso in cui fosse distribuita la versione internazionale dell’album Prism ci saranno dei controlli per sondare il grado di pericolosità dei semi e non si esclude il rischio di una confisca delle copie. Problema che invece non si pone per la versione dell’album prodotta in Australia, che contiene semi provenienti dalla parte occidentale del Paese dunque non pericolosi per l’ambiente.”
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Datagate francese: spiati i telefoni
Anche la Francia dispone di un “dispositivo di spionaggio su ampia scala delle telecomunicazioni”, simile al sistema Prism americano, gestito dalla Direzione generale della sicurezza esterna (Dgse). Lo rivela il sito del quotidiano Le Monde, secondo cui l’intelligence francese “raccoglie sistematicamente i segnali elettromagnetici emessi da computer e telefoni” nel Paese e i flussi da e verso l’estero.
Pubblicato da tdy22 in luglio 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/07/04/datagate-francese-spiati-i-telefoni/
Obama aiutato dall’Europa per “origliare”?
Di nascosto e forse anche controvoglia Bruxelles avrebbe aiutato l’America a spiare. La smentita da parte della Commissione Ue, per le accuse del Financial Times, è stata parziale.
Per spiegare cosa è avvenuto bisogna ricordarsi della legge in vigore negli Usa che consente al governo federale di monitorare le comunicazioni degli stranieri per aumentare la sicurezza interna e prevenire possibili attacchi terroristici. La normativa naturalmente, in sede di approvazione, causò notevoli scontri, ma alla fine prevalse la linea di tutela a scapito della privacy. Naturalmente questo fu possibile grazie alla pressione che gli Usa fecero sull’Unione.
Una legge degli Stati Uniti, la normativa Fisa, consente al governo federale di attuare programmi di monitoraggio delle comunicazioni degli stranieri al fine di massimizzare la sicurezza interna e difendersi al meglio dagli attacchi terroristici. La normativa creò una discreta polemica all’epoca della sua approvazione, ma il Congresso, allora in mano democratica, definì il quadro giuridico che ha poi permesso ad Obama di approfondire il controllo delle comunicazioni attraverso il programma Prism. Per consentire questo tipo di attività però gli Usa hanno esercitato un’intensa attività di persuasione nei confronti dell’autorità dell’Unione europea. La Ue infatti aveva intenzione di approvare una normativa con un articolo esplicitamente pensato contro i programmi di controllo statunitensi, la cosiddetta clausola anti Fisa. La Commissione però ha pensato bene di cassare questa norma, l’articolo 42 del nuovo regolamento sulla protezione dei dati, su pressioni dell’amministrazione americana.
Ma se l’Ue si è sempre battuta per tutelare la privacy dei propri cittadini perché poi non ha votato l’anti Fisa?
Pubblicato da tdy22 in giugno 14, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/14/obama-aiutato-dalleuropa-per-origliare/
Prism italiano? Il fisco saprà per chi voti!
La nuova legge sul finanziamento ai partiti voluta da Letta, per fortuna corretta dalla prima versione che prevedeva un meccanismo simile all’otto per mille e quindi rischiava di far entrare molti più soldi nelle casse dei partiti rispetto all’odierno metodo di finanziamento, tuttavia violerà la segretezza del voto. Il fisco infatti conoscerà le nostre preferenze, saprà a quale partito diamo il 2×1000. Quella scheda che gli italiani inizieranno a riempire a partire dal 2014 finirà insieme alla dichiarazione dei redditi nelle mani dell’Agenzia delle Entrate. A questo punto entrerà a quel grande frullatore della privacy degli italiani che è il Sid (Sistema di interscambio dati), quella ban- ca dati, il Grande fratello che il fisco italiano ha costruito per scovare gli evasori. La preferenza politica del singolo cittadino verrà dunque frullata insieme al redditometro, ai propri dati bancari, assicurativi, sanitari e familiari.
Pubblicato da tdy22 in giugno 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/06/09/prism-italiano-il-fisco-sapra-per-chi-voti/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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