Grande paura per Giangrande, ricoverato in rianimazione

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Grande paura per il l brigadiere dei carabinieri Giuseppe Giangrande, che fu ferito davanti a Palazzo Chigi durante il giuramento del governo. E’ stata diffusa la notizia infatti che il carabiniere è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santo Stefano di Prato , dov’era tornato a casa nel periodo natalizio dopo un lungo ricovero a Roma e nel modenese. Il ricovero si era reso necessario a causa di una insufficienza polmonare, per la quale si era resa necessaria anche una tracheotomia. Dall’ultimo bollettino medico si evince che: «Il paziente è cosciente, orientato e collaborante. I parametri emodinamici sono stabili. Le condizioni respiratorie sono in miglioramento». È quanto si legge nel bollettino medico diffuso oggi dalla Asl di Prato in riferimento alle condizioni cliniche di Giangrande ricoverato dal 5 gennaio scorso presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santo Stefano di Prato. Oggi il brigadiere ferito davanti a Palazzo Chigi in aprile è stato sottoposto ad una tracheotomia «come preventivato già nei giorni scorsi al fine di agevolare la successiva fase di riabilitazione».

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11 arresti a Prato per false residenze

rogo-fabbrica-prato-tuttacronacaE’ stato il Gip del tribunale di Prato ad emettere i provvedimenti a seguito dei quali la Guardia di Finanza ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti ad una presunta associazione a delinquere composta da italiani e cinesi che a Prato favoriva il rilascio di falsi certificati di residenza ad immigrati di origine cinese. Nell’inchiesta è coinvolto anche un pubblico ufficiale che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aiutava l’associazione a ottenere illecitamente, in cambio di denaro ed altre utilità, le iscrizioni all’anagrafe di cittadini cinesi che non ne avevano i requisiti ed erano entrati in Italia illegalmente. Stando quanto si apprende, dalle indagini sarebbe emerso che almeno 300 cittadini cinesi hanno usufruito dell’associazione per avere i documenti.

Il caso di Prato e la Kyenge incolpa gli italiani. Di chi ci possiamo fidare?

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La Kyenge incolpa gli italiani per la strage avvenuta a Prato nella fabbrica di abbigliamento e ha ragione.  Ma ha ragione perché l’Italia ha soprattutto  la colpa di tollerare questi comportamenti sul suo territorio, l’Italia ha colpa di non avere risorse e mezzi per accertare chi, come questi imprenditori cinesi, viola non solo le regole basilari di dignità umana, ma anche la sicurezza sul lavoro. La Kyenge ha ragione, ma a questo punto l’unica cura, veramente possibile, sarebbe chiudere le frontiere e ammettere il proprio fallimento, lasciando che  i cinesi e le altre comunità di stranieri vadano a fare imprenditoria in quelle nazioni dove i loro diritti sono tutelati, unitamente ai diritti del paese ospitante. La Kyenge ci accusa affermando «La comunità cinese ha le sue colpe, noi abbiamo le nostre. I cinesi hanno bisogno di uscire dalle loro comunità chiuse, ma per farlo devono potersi fidare di noi. E noi forse non abbiamo dato loro tutta la protezione necessaria», spiega. «I bambini cinesi di Prato sono ormai italiani di terza generazione. Parlano i dialetti locali. Vanno a scuola e si direbbe che siano perfettamente integrati. Ma quando crescono ed entrano nell’età lavorativa si trovano praticamente tutti rinchiusi all’interno delle varie imprese a carattere familiare». E, aggiunge, «se sono sfruttati, non denunciano. Noi dovremmo dare loro la sicurezza della protezione, se denunciano lo sfruttamento. La loro difesa passa per un percorso di immigrazione regolare». Quindi il ministro chiede «ai membri della comunità cinese di sentirsi cittadini a pieno titolo e di non esitare a denunciare una situazione che non va». Kyenge rivolge un monito anche alle Istituzioni affinché «si faccia crescere la sensibilità sul tema della dignità del lavoro».

La Kyenge ha ancora una volta  ragione  a dire che i cinesi sono chiusi nella loro comunità perché non si fidano delle nostre istituzioni, ma quanti italiani hanno ancora  fiducia nello Stato? Basta dare un’occhiata alle statistiche!  Quale italiano che accende la televisione e vede quelle immagini di tragedia e dramma all’interno della fabbrica di Prato, può credere in uno Stato che permette ai cinesi di lavorare e vivere in situazioni disumane, mentre  sale l’angoscia per gli italiani sempre più disoccupati  che non hanno neppure la possibilità di crearsi un futuro? Perché gli italiani devono tollerare che i cinesi possano violare le leggi? Loro una comunità di cui si fidano ce l’hanno,  ma gli italiani ? In fondo la Kyenge, ministro senza portafoglio, parla di protezione necessaria per i cinesi, ma dove sono quelle per la tutela dei nostri figli? Dove solo quelle per i pensionati? Dove sono le tutele per i disabili o per i malati? Dove è lo Stato di diritto se i cittadini italiani sono solo numeri di conto corrente per chiedere tasse  mentre scadono i servizi? Non ci sono tutele, è perfettamente giusto il discorso della Kyenge: l’integrazione è un lusso che non possiamo permetterci!  E allora, non illudiamo gli stranieri, non promettiamogli un futuro, lasciamoli andare in altre nazioni a realizzare i loro sogni e quando e se potremo li accoglieremo… Se le condizioni del nostro paese miglioreranno. Ora è solo sfruttamento e un biglietto da visita per l’estero.

Prato: dalle lacrime, alle polemiche

prato-incendio-tuttacronacaHanno perso la vita in sette persone a Prato, nell’incendio divampato in una fabbrica tessile gestita da cinesi. Ora, dopo un primo momento di sconforto, ex imprenditori e lavoratori del settore gridano la propria rabbia. Strozzati da concorrenza e regole ferree hanno perso il lavoro, come un ex proprietario di un’azienda locale che si chiede: “Subivamo continui controlli, noi, su tutto. Come è possibile che i cinesi possano invece operare in queste condizioni?” Nel capannone non si trovava solo la fabbrica di confezioni, ma anche un dormitorio così che, accanto a materiale altamente infiammabile, si trovavano dei loculi dove riposavano i lavoratori. E mentre la procura di Prato ha aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo, un imprenditore che ha chiuso la sua azienda 11 anni fa, Massimo Nuti, tiene a sottolineare: “Mi hanno fatto chiudere. Per un’azienda in regola non è possibile sopravvivere. Loro fanno una concorrenza scorretta”. Con lui Alessandro Mati: “La mia azienda ha chiuso nel 2008, era un’impresa regolare. Ma non ce la faceva più, la concorrenza cominciava a essere spietata. Il titolare ha mandato a casa 50 dipendenti, 50 famiglie sulla strada. Ed ecco come vivono i lavoratori cinesi, quattordici ore di lavoro al giorno, dormono e mangiano in loculi, senza igiene, senza sistemi di sicurezza, sottopagati. Come può un’azienda in regola competere in queste condizioni?” Lo stesso procuratore della Repubblica Piero Tony ha dichiarato: “La maggior parte delle aziende sono organizzate così: è il far west. I controlli sulla sicurezza e su ciò che è collegabile al lavoro, nonostante l’impegno dei tutte le amministrazioni e delle forze dell’ordine, sono insufficienti. Siamo sottodimensionati: noi come struttura burocratica, ha spiegato il procuratore, siamo tarati su una città che non esiste più, una città di 30 anni fa”. Anche dal Colle arrivano moti di indignazione, con il Presidente della Repubblica che sollecita “interventi concertati a livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalita’ e sfruttamento” realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico”. E il ministro del Lavoro Giovannini ha reso noto che nel 76% delle aziende del distretto di Prato sono state rilevate irregolarità nei primi 9 mesi del 2013. Il tasso medio, nella regione Toscana, è del 63%. “Ho parlato con il segretario generale del ministero per valutare i passi da fare” ha aggiunto Giovannini, ricordando come “al ministero spetti il controllo sulla regolarità dei lavoratori mentre ad altri spetta verificare le infrastrutture delle aziende ed i sistemi antincendio”.

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Il rogo della fabbrica-dormitorio a Prato: ipotesi di omicidio plurimo

incendio-prato-tuttacronacaLa procura di Prato ha aperto un’inchiesta a seguito dell’incendio della fabbrica-dormitorio tessile in cui hanno perso la vita sette lavoratori cinesi. I reati per i quali è stata aperta sono quelli di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza e sfruttamento di mano d’opera clandestina. Piero Tony, il procuratore della Repubblica, al riguardo ha affermato: “E’ il far west. I controlli sulla sicurezza e su ciò che è collegabile al lavoro, sono insufficienti”.

Come un rombo di moto: i nostri 7 giorni

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Un rombo di moto, qualche giro e una vita che si spezza a soli 45 anni. Romboni è morto ricordando Simoncelli e dalla pista della Malesia al Sagittario di Latina il dramma si ripete. Un dramma che conosce bene anche Alessia Polita, rimasta paralizzata a seguito di una caduta e che ancora lotta per aver riconosciuti i suoi diritti e quelli di tanti altri piloti. Purtroppo in questa settimana Romboni non è stato l’unico a perdere la vita su una pista, l’ultima notte è stata fatale anche per Paul Walker, uno dei protagonisti di Fast and Furious che ha trovato la morte a bordo di un’auto guidata da un suo amico. Ma questa è stata anche la settimana in cui ha commosso Anna Marchesini con la sua partecipazione a Che Tempo Che Fa. L’attrice nonostante la malattia non ha perso il suo  sorriso e la sua forza di vivere. Incidenti, dramma ed asfalto… Se lo sport piange i suoi campioni e il cinema è in lutto per i suoi eroi, la politica promette guerre… Renzi, Alfano e chi più ne ha ne metta. Ormai la politica davvero ha mostrato il suo lato debole e l’Italia  sembra incarnare davvero la sua spada di Damocle. Nell’ultima settimana la lama è ricaduta sui pensionati, ma ora è pronta a colpire nuove categorie…

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Intanto continuano però gli scandali della politica  mentre il cane dei Griffin muore e ilmaltempo flagella l’Italia, Conte sogna, la Cremaschi fa l’ennesimo pronostico sexy e nel Napoletano c’è il bar che rilascia scontrini anti juventini. Il Milan  torna a vincere, Balotelli fa scintille e le primarie si avvicinano. L’Italia continua a stare in difficoltà, la comunità cinese si stringe intorno al dramma di Prato e quell’economia che dovrebbe essere in fase di ripresa stenta a decollare. Renzi tuona e Alfano risponde. Civati sogna la segreteria e parla di “Recuperlo”. Questa però oltre che essere stata la campagna in cui Civati ha mostrato le unghie è stata anche quella in cui il Caimano è  decaduto… ora gli orizzonti sono diversi e ogni attimo può essere quello fatale a far crollare il governo Letta. Ma quanto costa al popolo italiano al decadenza? Sicuramente la buonuscita e i vitalizi? Ma i soldi del vitalizio eviteranno al Cavaliere l’umiliazione dello sfratto? Sono molti gli interrogati della settimana, ma noi auguriamo a tutti un inizio di settimana sereno, lontano da quei problemi che purtroppo non possono essere risolti dai cittadini, ma solo subiti… e quindi a voi tutti: 

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

L’orrore dell’ operaio cinese: ha cercato di rompere il vetro, ma ha trovato le sbarre

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L’orrore della fabbrica cinese a Prato, non ha fine. Uno degli operai morti nell’incendio ha tentato di salvarsi rompendo il vetro di una finestra, ma ha trovato le sbarre a impedirgli la fuga. Il suo corpo è stato trovato nell’unica parte dove c’erano i cosiddetti “loculi” adibiti a dormitorio. Quella parte della fabbrica non è crollata ma è diventata la tomba per quell’operaio che è stato ritrovato con il braccio fuori dalla finestra, tra le sbarre. Gli altri invece sono stati ritrovati sotto le macerie del soppalco che è crollato. Alla fine il bilancio dovrebbe essere di 7 morti, ma potrebbe aggravarsi dato che alcuni feriti sono in ospedale in condizioni critiche.

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L’allarme è stato dato da un ex carabiniere Leonardo Tuci, membro dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo: “Stavo passando con la mia auto quando ho visto una colonna di fumo provenire dal capannone. Mi sono avvicinato e ho visto che c’erano alcuni cinesi che mi venivano incontro piangendo e urlando. Sono corso verso il capannone e ho visto un cinese che con un estintore in mano per cercare di spegnere l’incendio. Allora ho preso anche io un estintore per aiutarlo. Era stremato, anche per il freddo, e continuavo a sentire le urla dei cinesi”.

Morte in fabbrica, a Prato va in fumo un’impresa tessile: 3 morti e 2 feriti gravi

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Tragico incidente questa mattina in un’impresa tessile di Prato gestita da cittadini cinesi. L’incendio, scoppiato alla periferia della città nell’area del Macrolotto, ha ucciso tre persone. Sono invece sei gli ustionati gravi. Si tratta di una ditta di confezioni di abiti. Le fiamme hanno causato il crollo di una parte del fabbricato che sarebbe adibito a dormitorio: piccoli ambienti ricavati con pareti di cartongesso e dove probabilmente si trovava a dormire l’uomo trovato morto. I Vigili del Fuoco stanno lavorando per capire le cause dell’incendio e per mettere in sicurezza la fabbrica.

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Giallo a Prato, affiora il cadavere di una donna… Ragusa? Benetti? Chi è?

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Oggi nel pomeriggio, un agricoltore impegnato nell’aratura del suo terreno alla  in via Albertesca, a Iolo,  periferia sud di Prato, ha visto affiorare il cadavere, in avanzato stato di decomposizione di una donna. Immediatamente ha chiamato i carabinieri i quali hanno dissotterrato il cadavere. Anche una squadra dei vigili del fuoco si trova in via Albertesca con i pompieri che illuminano la zona a giorno con le fotoelettriche. Ancora ignota l’identità della vittima. In Toscana sono due le donne scomparse Roberta Ragusa e Francesca Benetti. Il corpo però non sembrerebbe appartenere alle due donne, ma solo le analisi e l’autopsia potrà chiarire l’identità della donna.  

Cascina degli orrori a Brescia: corpi di vitelli e cani dilaniati

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«Oggi ho visto scene da film horror in questa cascina». Le parole sono quelle di una  veterinaria dell’Asl di Brescia e si riferiscono ai corpi dilaniati di cani e vitelli morti abbandonati in un prato fuori da un’azienda agricola di Nuvolera, a circa 20 km da Brescia. Ma se questo non bastasse a far gridare all’orrore ci sono anche gli altri corpi di cani bruciati tra i rifiuti e diverse ossa di animali sparse ovunque,  compresi mascelle e teschi con tutta probabilità di cani. Il titolare dell’attività, un veterinario di 56 anni, è stato denunciato alla magistratura; intanto, nei prossimi giorni, le forze dell’ordine compiranno altri accertamenti utili alle indagini.

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Rapina in una lavanderia a gettoni: vittima la sorella di Benigni

albertina-benigni-tuttacronacaSi trovava nel quartiere “Narnali”, a ovest di Prato, la 67enne Albertina Benigni, sorella del famoso attore e regista premio Oscar Roberto. Attendeva che il suo bucato terminasse il lavaggio in una lavanderia a gettoni, quando martedì sera è stata rapinata. Nel locale c’era anche un’altra donna quando un uomo non identificato ha aggredito entrambe per poi farsi alla fuga portando con sè le loro borse con all’interno denaro, documenti e un cellulare. Stando a quanto riportano i quotidiani locali, il malvivente si sarebbe allontanato in sella di una bicicletta. La polizia ha fatto scattare le indagini.

Omicidio a Prato accoltellato cinese in un internet point.

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Quello che sembrava un banale guasto alle tubature, si è rivelato essere invece un omicidio. Il cadavere di un giovane cinese, che presenta diverse coltellate,è stato infatti rinvenuto all’interno di un internet point abusivo, in via Cadamosto, a Prato, che gli asiatici gestivano all’interno di un garage dal quale per gran parte della mattinata di oggi fuoriusciva acqua essendo stato lasciato aperto il rubinetto sito nel locale. L’allarme è stato dato quando una signora che risiede nel condominio che ha scorto del sangue defluire in strada da sotto la saracinesca del fondo, che era stata abbassata. Gli inquirenti stanno cercando di risalire all’identità dell’uomo.

L’evasione cinese nel nostro paese: a Prato è più di 1 mld

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Di integrazione si parla spesso, di evasione fiscale compiuta dai cittadini stranieri nel nostro paese molto di meno. Il mal costume sicuramente lo hanno ereditato da noi, ma questo non giustifica certo il reato che reiterano costantemente. E’ stato soprannominato l’assessore-sceriffo Aldo Milone, assessore alla Sicurezza dal 2007 della città di Prato, centro del distretto tessile che ospita 112 etnie diverse e dove quella cinese è la comunità più forte con 14 mila presenze regolari dietro  le quali e di nascosto dalle autorità lavorano altre 25 mila anime. Milone ha mandato i suoi primi 50 dossier con circa 357 evasori cinesi seriali all’Agenzia delle entrate e ha fatto “emergere” l’evasione cinese che sarebbe, più o meno di un miliardo l’anno. I cinesi forti anche del fatto che non esista un accordo di estradizione tra Italia e Cina sfruttano ogni buco della legislazione italiana e quando un clandestino viene raggiunto da un decreto di esplusione rimane tranquillamente sul nostro territorio non essendoci nessun accordo.

Ma cosa sfruttano i cinesi? In Italia i controlli fiscali non partono prima dei 20 mesi di attività. Il gioco è semplice: si fa una ditta uninominale che chiude quindi al secondo anno di attività. A quel punto ne viene aperta una nuova e si azzera la possibilità di essere sottoposti a un controllo.

Milone è una “celebrità” nel suo campo: dal ’95 quando da Sarno si trasferì a Prato come poliziotto già con i suoi superiori affermava: “Dotto’, guardate che questi sono peggio delle cavallette” e all’epoca la comunità cinese contava circa 3 mila presenze. Ora la sua squadra di 80 uomini  organizza raid settimanali per chiudere i laboratori clandestini che si moltiplicano di minuto in minuto.

L’integrazione ci vuole, ma prima forse si dovrebbe insegnare a far rispettare le regole.

La suora fece innamorare Benigni di Dante

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Fu suor Teresa D’Alessandro, insegnate di letteratura all’istituto Datini di Prato che fece avvicinare il giovane Roberto Benigni a Dante Alighieri e alla Commedia. Sui banchi di scuola la religiosa riuscì a trasferire l’amore per quell'”avventura” tra i gironi e poi consigliò la madre di far proseguire il ragazzo nella sua passione per il teatro. Che alunno era Benigni? Secondo l’anziana suor Teresa, Roberto ”In italiano era veramente brillante e fantasioso”.

 

La conversione cinese? Prato ci prova!

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Preghiere in italiano e cinese. C’era anche il vescovo di Prato Franco Agostinelli a guidare la processione di cinesi cattolici, che per la prima volta hanno partecipato ad una Via Crucis a loro dedicata. La celebrazione si e’ svolta lungo via Pistoiese, l’arteria principale della Chinatown pratese. Il vescovo ha preso la parola nella piazzetta dove solitamente si radunano gli orientali e l’intervento e’ stato tradotto da don Wang, il cappellano dei cinesi di Prato.

Le vergogne italiane: Mario Alessi esce dal carcere, può lavorare!

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Ha frequentato prima un corso da fabbro, quindi uno da giardiniere. E adesso, per Mario Alessi, potrebbero presto aprirsi le porte del carcere di Prato, dove sconta l’ergastolo per il rapimento e l’omicidio del piccolo Tommaso Onofri, per usufruire dei permessi concessi dalla legge e svolgere un’attività esterna durante le ore del giorno. In un Italia in crisi economica, dove la disoccupazione è ai massimi storici, chi dovrebbe marcire in galera, può uscire e andare a lavorare?  Benvenuti in Italia!

Una prospettiva che scandalizza la madre della vittima, Paola Pellinghelli: “E’ ancora un uomo pericoloso”

“Ha stuprato una povera ragazza e ha ucciso il bambino, il mio bambino – ha detto al ‘Giorno’ – La prossima volta, se tornerà libero, che cosa farà? Quell’uomo, fuori dal carcere, può fare solo del male”. Un dolore di madre che sfocia anche in un giudizio più ampio, e negativo, sulla concessione di benefici così immediati per chi si è macchiato di reati gravissimi: “Non so se sia stato lui a infierire su Tommaso, so che lui c’era, la sera in cui è stato ucciso. Non è un personaggio da rimettere in circolazione in nessun caso – ha continuato la Pellinghelli, che ha sopportato poi anche l’altro dramma dell’infarto e del coma del marito Paolo – non sono io a dovere decidere, ma la penso così. Rimango stupefatta: uno diventa delinquente, violenta, uccide, poi frequenta un corso e lo mettono fuori, trovo anche incredibile che gli venga dato un lavoro quando ci sono tante persone che non ne hanno. Per me è una cosa schifosa”.

Intanto, rimane da verificare se e quando Mario Alessi godrà effettivamente dei permessi per lavorare fuori: “Chiederemo – ha detto il difensore dell’uomo, Laura Ferraboschi – quando i tempi saranno maturi. La legge lo consente. Se c’è una legge, significa che è possibile. Perché no? Escono tanti criminali. I mafiosi sono più pericolosi di Alessi”.  Magari la legge dovrebbe essere rivista o quantomeno, avere il buon gusto di non usufruirne quando il delitto è agghiacciante e perpetrato su un bambino innocente!

Azienda rifiuti sotto tiro! Prato: allerta bomba, ma è solo un falso ordigno

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E’ stata la badante! Omicidio prato ha confessato la colf dell’anziana

Una lite degenerata e la badante 24enne uccide l’anziana. PERCHE’ NON C’E’ NESSUN CONTROLLO SULLE BADANTI? CHIUNQUE ENTRA IN ITALIA PUO’ METTERSI IN CASA DI UN’ANZIANA? ALTRA LACUNA VERGOGNOSA DI UNO STATO E’ ASSENTE!

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Ancora violenza sugli anziani: 90enne uccisa in casa nel Pratese

Errore sul lavoro e scoppia una bombola! 4 feriti, tra cui una neonata

A Prato durante un’operazione di bonifica di una bombola, due tecnici hanno provocato l’esplosione. Sono state coinvolte anche una signora di 68 anni e la nipotina di appena 8 mesi.

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Prato. Salvati dalla piena due marocchini che dormivano sotto il ponte

Prato: Si rifugia nel camper e muore bruciato! Forse è un senzatetto.

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