E’ entrata in funzione l’ovovia sul ponte di Calatrava: terminata la lunga attesa

ovovia-calatrava-tuttacronacaE’ stato inaugurato già nel 2008 il ponte della Costituzione, ideato da Santiago Calatrava e che molto ha fatto discutere. Oggi, a distanza di cinque anni, è finalmente entrata in funzione l’ovovia, la cui messa in uso è stata a lungo attesa e per la quale si è speso 1.8 milioni di euro, il doppio di quanto previsto inizialmente. Negli ultimi mesi erano state compiute le varie verifiche e la sua apertura è avvenuta in sordina. L’ovovia, che resterà in funzione tutti i giorni dalla 8 alle 22, è riservata alle persone con disabilità, alle donne in gravidanza, agli anziani con problemi di deambulazione e al trasporto di passeggini con bimbi piccoli. Per utilizzarla è necessario utilizzare i  videocitofoni posti ai due lati del ponte, a piazzale Roma e nell’area stazione ferroviaria, collegati alla sala operativa che gestisce anche il People Mover, il trenino che collega piazzale Roma alla Marittima e Tronchetto.

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Un reportage su Venezia, la città che “respinge” i disabili

Venezia-disabili-tuttacronacaUn reportage di Lorenzo Mayer apparso su Il Gazzettino racconta le difficoltà, per un diversamente abile, di attraversare la città lagunare di Venezia. L’idea, nata dopo che una bimba ha scritto al riguardo una lettera a Bernardo Bertolucci, era semplice: deambulare con le stampelle, e in carrozzina nei momenti di stanchezza, per la città, lungo un percorso praticato quotidianamente da migliaia di turisti ma anche dagli stessi veneziani, tra cui diversamente abili ma anche anziani con difficoltà di movimento. In compagnia di un amico e di un fotografo, Mayer è partito dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia e ha raggiunto piazza San Marco, attraversando il ponte di Calatrava in direzione Piazzale Roma. “Ho incontrato, complessivamente, tredici ponti. Nessuno di questi è munito di scivoli, pedane o servo scala. Questi ultimi non funzionano più e sono stati tolti. Affrontare i ponti con la carrozzina, dunque, è impossibile, da soli, a meno di non avere un robusto accompagnatore a seguito. Chi invece, come me, cammina con le stampelle, è più “fortunato” e può farcela. Ma ci vuole pazienza. Tanta.” ha spiegato. In tutto ha impiegato tre ore e quindici minuti, con notevole sforzo fisico, per percorrere un tratto che “insegna tante cose: primo girare a piedi per Venezia, per chi ha difficoltà motorie, significa accettare la sfida e volersi mettere in discussione. Secondo: rappresenta sicuramente un salutare bagno di umiltà, occorre essere disponibili e accettare, in alcuni momenti, anche di farsi aiutare dagli altri. Che non necessariamente conosci. Altrimenti, da solo, non ce la fai. A meno, ovviamente, di prendere un vaporetto.” Senza considerare che, lungo il percorso, bisogna fare i conti anche con altri pedoni: alcuni offrono il loro aiuto, anche senza che venga richiesto, ma altri, magari di fretta e senza accorgersi delle stampelle, urtano chi trovano lungo la loro strada. Mayer racconta quindi la sua avventura, iniziata alle 10.15 al pontile Actv della Ferrovia. Proprio il primo ponte che s’incontra è quello più difficile: quello di Calatrava. “Strano a dirsi perché l’ultimo ad essere stato costruito e quindi dovrebbe essere anche quello più moderno, con meno barriere e difficoltà. Invece è il più insidioso.” I problemi derivano dal fatto che i gradini non sono sempre simmetrici e “perché, in alcuni punti, per il materiale utilizzato si rischia di scivolare.” Alla fine si raggiunge piazzale Roma, per poi dirigersi verso campo Santa Margherita, il che significa altri ponti. E se si vuole chiedere un passaggio a un tassista acqueo fino a San Marco: “Sessanta euro, se senza ricevuta”. Altre persone a cui chiedere informazioni sono i vigili: Mayer ha trovato due vigilesse della polizia locale molto gentili e che gli hanno offerto aiuto, ma quando ha chiesto dei servoscala: “Non ci sono, ma comunque anni fa bisognava chiedere le chiavi al Comune”. Ma il reportage sottolinea anche che “Un’altra cosa balza subito all’occhio: manca una cartellonistica chiara, né sono segnati eventuali percorsi per diversamente abili. Dopo il ponte del Forno si apre la visuale su campo Santa Margherita. Sul ponte dei Pugni mi aiutano, ormai stanco. Trovo anche un’amica di vecchia data che mi suggerisce: «Si parla tanto che hanno rubato le rampe dai ponti, andate a vedere come sono messi gli scivoli sul ponte della Paglia. E i soldi per la minima manutenzione? Pensare che quello sarebbe il biglietto da visita della città». In effetti, qualche ora dopo, la sorpresa sarà amara”. Altri ponti, poi arriva quello dell’Accademia, e il commento di un commerciante: “Hanno speso milioni per Calatrava, potrebbero fare qualcosa anche per questo ponte, è abbandonato e trascurato, nessun aiuto per superare le barriere architettoniche”. Un segnale positivo potrebbe arrivare dal ponte della Paglia, “l’unico ponte incontrato nel mio percorso, che è munito di utili scivoli plastificati, lungo un lato dei vari gradini, indispensabili per portatori di handicap. E questa dovrebbe essere una buona notizia. Peccato però che attualmente, si trovano in pessime condizioni, rovinati, con pericolosi buchi e avrebbero di urgente intervento in manutenzione e sostituzione. Non sono un tecnico di lavori pubblici, ma credo che un intervento in tal senso non avrebbe di sicuro costi esorbitanti. Gli scivoli di gomma, sono diventati ricettacolo di mozziconi di sigaretta, sporgo e polvere. E rischiano di essere delle trappole. Occorre stare attenti a dove si mettono i piedi, per non inciampare. È decisamente più sicuro fare i gradini. Il “viaggio” è finito. Ora tocca alle istituzioni pensare a delle risposte per migliorare, se possibile, la situazione”.

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Il ponte di Venezia è stato progettato male: lo Stato fa causa a Calatrava

ponte-calatrava-costituzione-tuttacronacaIl quarto ponte sul Canal Grande a Venezia, noto anche come Ponte della Costituzione, ha sempre avuto una storia difficile e ora al suo architetto, lo spagnolo Santiago Calatrava, potrebbero piovere addosse guai giudiziari molto costosi. Gli è stata infatti notificata una citazione in giudizio per 3,8 milioni di euro di danni all’Erario italiano relativi alle pecche e ai “macroscopici errori” nella progettazione del ponte, inaugurato nel 2008. La Nuova Venezia riferisce che, dopo due tentativi andati a vuoto, al terzo la citazione per il processo che inizierà il 13 novembre prossimo è stata finalmente consegnata all’archistar. I giudici contabili hanno chiesto a Caltrava 3 milioni e 886mila euro, che rappresentano la somma che il Procuratore della Corte dei Conti del Veneto, Carmine Scarano, ha calcolato per i danni erariali direttamente imputabili alle carenze progettuali del ponte conosciuto con il nome del suo ideatore. La magistratura contabile aveva aperto un’inchiesta durata 10 anni dopo polemiche e denunce per la lievitazione dei costi del ponte e le difficoltà realizzative. Al termine, la Corte dei Conti aveva stimato i danni erariali totali in circa 7,6 milioni di euro. La struttura ha impiegato 7 anni a vedere la luce dopo che se n’era iniziato a parlare già nel 1996 mentre l’approvazione definitiva da parte del Comune di Venezia era arrivata nel 2001.

Quel ponte con gli scalini da 7mila euro… scandalo a Venezia?

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I problemi sembrano non finire mai sul Ponte di Calatrava, noto anche come Ponte della Costruzione che attraversa il Canal Grande. Progettato dal grande architetto il ponte ha gli scalini realizzati artigianalmente che però non reggono il peso delle migliaia di trolley e valigie a cui viene costantemente sottoposto. Si può vietare l’accesso ai turisti con le valigie su un ponte che dovrebbe proprio servire per facilitare l’attraversamento delle folle di stranieri venuti a visitare la città sull’acqua? Eppure nonostante le proibizioni, i facchini abusivi e il malumore collettivo quei gradini da 7 mila euro ognuno si continuano a rompere. Ora sono in arrivo ben 14 nuovi gradini… ma quanto dureranno? 98 mila euro che potrebbero essere nuovamente spazzati via al prossimo passaggio? Come mai si è scelto un materiale così fragile per un ponte così trafficato?

 La Nuova Venezia scrive:

Ponte di Calatrava, continua lo stillicidio – e il salasso per le casse comunali legato alla manutenzione dell’opera – per la progressiva rottura dei gradini di vetro progettati dal grande architetto catalano per la pavimentazione dell’opera. Gradini unici e delicatissimi, l’uno diverso dall’altro, che devono ogni volta essere rifatti appositamente in fabbrica – senza “scorte” per abbassare i costi – e montati artigianalmente.

Quelli attualmente rotti sono ben 14 – comprese due grandi lastre della “piazza” sopraelevata centrale – da mesi sostituiti con fogli di acciaio antiscivolo. Ne sono in arrivo tredici – ordinati da Insula, che ha l’incombenza della manutenzione e che ha dovuto aspettare di disporre delle risorse necessarie per sostituirli tutti insieme – perché il quattordicesimo si è rotto solo pochi giorni fa, e dovrà aspettare. Il prezzo per la sostituzione di ogni gradino varia da 4 a 7 mila euro, in base al tipo di rottura e alla complessità della sostituzione, anche perché, per procedere l’intervento, è necessario realizzare una sorta di ponteggio esterno protettivo per evitare che, durante la lavorazione, pezzi possano cadere dall’alto in Canal Grande.

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