4 italiani ancora in carcere a Varsavia: c’è anche un operatore de Le Iene

ultras-laziali-tuttacronacaMatteo, Alberto e Daniele, con tutta probabilità, trascorreranno il Natale nel carcere di Bialoleka, come ha confermato all’Adnkronos l’abasciatore italiano a Varsavia Riccardo Guariglia, che ha assicurato di essere “pronto ad andare a visitarli in carcere il giorno di Natale“. Guariglia ha poi precisato che 18 dei 22 tifosi che erano “fisicamente in carcere” sono già tornati in Italia, mentre “l’ultimo arriverà domani (oggi, ndr)“. Non è ancora finita, quindi, la vicenda degli ultrà laziali arrestati in Polonia a causa degli scontri prima del match di Europa League. L’ambasciatore ha anche ricordato che dodici tifosi, tra quelli arrestati, non erano ancora stati condannati e “hanno potuto patteggiare e poi sono stati rilasciati pagando delle multe“, mentre dei “dieci già condannati in primo grado: 7 sono usciti, sono stati messi in libertà sotto cauzione“. Di altri tre tifosi, invece, “il giudice ha respinto l’istanza di conversione della pena detentiva in libertà sotto cauzione. Oggi ne rimangono tre nel carcere di Varsavia, ma gli avvocati sono al lavoro“. Ma c’è anche un quarto italiano ancora detenuto. Si tratta dell’operatore televisivo de Le Iene Riccardo Messa, condannato a sei mesi di reclusione perchè, al momento dell’arresto, aveva con sè un bite dentale, ossia un apparecchio che viene utilizzato durante il sonno dalle persone affette da bruxismo. Messa è stato così accusato pensando che fosse un paradenti da rissa, motivo per cui gli è stata aumentata la pena.L’operatore, tifoso interista, nonostante l’accettazione da parte del Tribunale della scarcerazione dietro il pagamento di una cauzione di 30.000 szlote (circa 7.200 euro), non è stato ancora rilasciato. Davide Parenti, l’ideatore della trasmissione televisiva, ha spiegato la situazione in un’intervista a “Il Tempo”:

 

Non appena ricevuta la notizia della possibilità di tirare fuori Riccardo dalla galera, non ci abbiamo pensato un attimo e, utilizzando un fondo costituito da tutti noi de “Le Iene”, abbiamo dato mandato alla banca di effettuare un bonifico alla cancelleria del tribunale polacco, ma venerdì ci è stato comunicato che i soldi non erano ancora arrivati e che, quindi, Riccardo veniva trattenuto in cella come “garanzia”. A quel punto ci siamo subito attivati contattando l’agenzia dell’Istituto di Credito al quale ci eravamo rivolti che, dopo una serie di verifiche, ci ha assicurato invece che il bonifico era giunto a destinazione. Abbiamo cercato di raccogliere altri soldi contanti. Operazione non facile, in quanto le banche erano chiuse e abbiamo dovuto fare una colletta tra tutti i dipendenti. Ma ce l’abbiamo fatta. Uno zio del giovane operatore televisivo è volato a Varsavia con un bagaglio a mano contenente ottomila euro in contanti. Come un mafioso, ora voglio proprio vedere se troveranno qualche altro cavillo per continuare a tenere “sequestrato” Riccardo.

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Ancora sei tifosi laziali in carcere a Varsavia

laziali-varsavia-tuttacronacaEra il 28 novembre quando 120 tifosi laziali venivano fermati a Varsavia a seguito atti di violenza contro la polizia locale avvenuti prima della partita di Europa League della loro squadra contro il Legia. Sei di loro sono tuttora nel carcere nei pressi della capitale polacca. A darne conferma, la Farnesina. Il portavoce della procura della capitale polacca Przemyslaw Nowak aveva poco prima dato la notizia che gli ultimi 12 tifosi fermati erano stati liberati. La Farnesina era intervenuta da subito con il governo d Varsavia per chiedere un resoconto dell’accaduto nonchè la scarcerazione dei connazionali.

Banditi… e scoppia il caso diplomatico per i tifosi laziali!

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Sulla questione dei tifosi laziali ancora detenuti in carcere a Varsavia, dopo l’azione di Emma Bonino, interviene anche il presidente del Consiglio Enrico Letta e una partita si trasforma in caso diplomatico. Il premier polacco Donald Tusk ha risposto così all’appello del capo del governo italiano: «Farò di tutto per accelerare le procedure nel rispetto delle regole e farò un appello al procuratore generale e al ministro della Giustizia affinché seguano personalmente la vicenda al fine di evitare lungaggini».  Molto più duro è stato il ministro dell’Interno  Barlomiej Sinkiewicz che pur comprendo il dolore dei familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia, ha messo in evidenza che “la verità è che una parte di loro si trova a Varsavia per assistere i propri figli «banditi»”. Il ministro poi sempre parlando alla tv polacca ha anche sottolineando che «la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri»

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Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, al termine della bilaterale con il primo ministro Donald Tusk si è recato all’ambasciata italiana a Varsavia per incontrare i familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia. Dopo aver saluto i parenti dei 22 supporter, il premier ha avuto un colloquio con una delegazione per discutere di quanto sta avvenendo.

Queste le armi sequestrate ai tifosi laziali:

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E i marò? Restano in India anche a Natale?

Il caso dei tifosi laziali arrestati a Varsavia passa al Parlamento Ue

tifosi-lazio-tuttacronacaInformativa urgente, oggi alla Camera, sui tifosi italiani arrestati a Varsavia, com’è stato richiesto da Fratelli d’Italia. Nel frattempo in una nota di Emma Bonino, ministro degli Esteri, si legge: “Ho chiesto oggi al mio omologo polacco Sikorski chiarimenti su una vicenda che presenta contorni ancora da approfondire pienamente e che vede al momento 22 nostri concittadini detenuti nel carcere di Varsavia. Gli ho anche chiesto di adoperarsi affinché vengano messi in libertà, anche dietro cauzione, in attesa del processo. Sikorski mi ha promesso il suo personale interessamento e si è impegnato ad aggiornarmi tempestivamente”. Il ministro ha quindi aggiunto: “Ho parlato oggi anche con il Presidente della Lazio Lotito cui ho espresso la mia solidarietà per quei tifosi pacifici che si sono trovati coinvolti in situazioni che non hanno nulla a che vedere con lo spettacolo del calcio. L’ho anche rassicurato illustrando tutte le azioni che il governo sta mettendo in atto per giungere alla liberazione di tutti i connazionali tratti in arresto”. Ma la questione ha varcato i confini nazionali approdando in Europa: il vicepresidente del Parlamento Ue Roberta Angelilli, infatti, ha presentato alla Commissione e al Consiglio Ue una interrogazione in merito alla vicenda degli oltre cento tifosi laziali fermati dalla polizia polacca prima della partita svoltasi a Varsavia.Nell’interrogazione si chiede che venga fatta luce: “Questa vicenda, a distanza di giorni presenta ancora diverse zone d’ombra, su cui è doveroso fare piena luce al fine di accertare che non siano stati lesi i diritti fondamentali dei nostri connazionali all’estero. Molti episodi legati al fermo e al rinvio a giudizio dei cittadini italiani risultano poco chiari e connotati da evidenti abusi e atteggiamenti sproporzionati da parte delle autorità della Polonia. Vi sono aspetti da chiarire sia sul fronte delle modalità che delle motivazioni di questa ‘azione preventivà da parte delle Autorità polacche. In queste ore, infatti, sto continuando a ricevere segnalazioni di diversi casi di cittadini italiani che sarebbero stati coinvolti in gravi episodi, subendo maltrattamenti, rispetto ai quali si devono delle spiegazioni all’Italia e all’Europa. Ho chiesto pertanto alla Commissione e al Consiglio di fare piena luce sul comportamento delle autorità di polizia e giudiziarie della Polonia e accertare se siano stati rispettati, per i nostri connazionali, tutti i diritti alla difesa e a un processo equo come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha preso la parola in occasione della consegna dei premi Coni-Ussi svoltasi nel Salone d’Onore di Palazzo H: “I fatti di Varsavia? Il tutto è estremamente spiacevole e anche sgradevole. Sto aspettando un rapporto completo perché mi sembra che qui addirittura c’è il ministero degli Esteri coinvolto. A prescindere dal comportamento di qualche singolo, c’è stato un atteggiamento delle forze dell’ordine che sicuramente ha mancato di rispetto alle norme più basilari. Non mi sento di sbilanciarmi ma appena saremo a conoscenza di tutto, un secondo dopo sarà giusto esprimere la propria opinione al riguardo”.

Confermato il fermo a 22 ultras laziali in Polonia: la parola ai tifosi

ultras-laziali-varsavia-tuttacronacaDue giorni fa, prima e dopo il match valido per l’Europa League tra Legia Varsavia e Lazio, circa 200 tifosi laziali erano stati fermati a causa dei violenti scontri in una delle piazze del centro della capitale polacca. Di questi, a 22 persone e’ stato confermato lo stato di fermo in Polonia in attesa del giudizio. Secondo l’ambasciata gli altri 115 italiani bloccati dalla polizia sono già liberi. Molti di loro hanno subito condanne, con la condizionale, che vanno da due a sei mesi di prigione. Ieri, a molte ore di distanza dagli scontri, Ignazio Marino è intervenuto al riguardo:

“Ho contattato telefonicamente il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, per conoscere la situazione dei 107 cittadini romani trattenuti a Varsavia. Il Ministro mi ha confermato che è attiva l’unità di crisi alla Farnesina. Proseguono, intanto, in maniera costante i contatti tra l’ambasciata italiana e le autorità polacche. Il ministero degli Esteri mi ha fornito notizie confortanti sulle condizioni dei tifosi della Lazio e mi ha rassicurato sul fatto di aver attivato tutte e procedure necessarie per favorire il loro rientro a Roma nelle prossime ore”.

Nel frattempo, alcuni tifosi sono riusciti a rientrare nella Capitale. Uno di loro, Riccardo, intervistato da Radio Capital, e come riporta sslaziofans.it, racconta: “Ci hanno trattato come prigionieri di guerra, senza diritti, ammassati a fine partita vicino ad un fiume con i cani della polizia che ci saltavano addosso. Noi siamo andati all’appuntamento fissato e come siamo arrivati la polizia ci ha fermato in un vicolo. Ci hanno tenuti lì per 40 minuti per controlli, poi ci hanno portati allo stadio. Ma sono stato solo fortunato, perché tra i 120-150 fermati ci sono alcuni amici, ragazzi che non hanno mai girato con coltelli o bastoni ma che sono stati portati via solo perché stavano nel gruppo che marciava con il corteo”.

Ma Riccardo non è stato l’unico a raccontare. Stefano, ai microfoni di ‘Radiosei’, riporta:

“Mercoledì sera ci hanno intimato di non uscire dall’albergo. Sono andato con degli amici in un locale, e per strada dei tifosi in macchina ci hanno insultati e fatto dei gestacci. Siamo tornati all’hotel e lì ci sono stati degli scontri. Giovedì sono andato a vedere la partita, non ho partecipato al corteo, ma eravamo controllati e ci stavano aspettando. I poliziotti avevano il lanciafiamme, caschi protettivi e maschere stile Batman. Il tifo polacco è violento ma noi non stavamo facendo nulla. Nel punto d’incontro c’erano persone tranquillissime: donne, bambini, ragazze. Ma tutte sono state portate in caserma”.

Anche Alessandro spiega quanto ha vissuto:

“Ti assicuro che non avevo mai visto nulla del genere. Noi ci siamo salvati solo perché nel nostro gruppo c’erano molte donne e quindi abbiamo evitato il corteo. Ma non è successo nulla di grave, te lo assicuro. E il clima era ostile fin dall’inizio. Perquisizioni ovunque, test su alcol e droga fatti prendendo le persone a caso in mezzo al gruppo, pensa che a mia sorella hanno sequestrato addirittura gli adesivi della Lazio e a me lo stendardo ‘brigata Santa Klas’ solo perché all’interno c’è un teschio. Una follia, arresti di massa che neanche al G8 di Genova e lì successe di tutto, mentre a Varsavia non è successo nulla, non c’è stato neanche un ferito tra i tifosi del Legia o tra le forze dell’ordine. E questo la dice lunga”.

Un impiegato romano che vive a Como, Claudio, aggiunge:

“Siamo stati trattati da animali. Cose che in Italia sarebbero classificate come violazione dei diritti fondamentali e della libertà personale. Perquisizione in albergo e occhi addosso ovunque. Noi siamo nell’occhio del ciclone e in alcuni casi ce la siamo anche voluta, ma da nessuna parte mi era mai capitato un trattamento del genere. Quattro perquisizioni in 3 metri prima di entrare allo stadio, etilometro, all’uscita scortati per step a gruppi di cinque verso i taxi, insultati dai poliziotti e poi abbandonati per la città, come se non fosse bastato quello che era successo prima, dopo alcuni ragazzi sono stati portati in bocca agli ultras del Legia a prendere le botte. Quelli del Legia si sono permessi quello che hanno visto tutti a Roma, hanno imperversato in città completamente ubriachi e nessuno ha fatto nulla, mentre noi per una birra venivamo fermati. È vero che c’è stato qualcuno che da sotto l’Hard Rock Café ha tirato dei sassi contro una camionetta, ma siamo stati fermati tutti, ci hanno buttato per strada come bestie, ammanettati. E solo alcuni sono riusciti a vedere la partita. Un trattamento disumano in quel freddo assurdo. E poi devo anche leggere sui giornali che siamo stati noi a creare casini per la città! Spero che darete la voce anche a noi che abbiamo la bocca tappata da questo sistema che ci considera scomodi”.

Mirco, 37enne romano di nascita, ma milanese di adozione ha 37 anni:

“E’ stata una vera e propria retata, un’azione di stampo militaresco. Presi, buttati a terra e caricati sui cellulari e portati via. Alcuni più fortunati sono riusciti a scappare, tanti no, tra cui un mio amico che fino alle 21 era ancora in stato di fermo e che poi non sono più riuscito a sentire. Allo stadio all’ingresso ci hanno fatto l’alcol test, il droga test con un tampone, alcuni sono stati costretti anche a spogliarsi all’aperto, con la temperatura sotto zero. All’uscita non ti dico, ha iniziato pure a piovere ed eravamo tutti li al freddo. Ci hanno portati fuori dallo stadio e ci hanno fatto fermare in una stradina. E da li ci ‘liberavano’, perché il termine esatto è proprio questo: 4/5 alla volta e caricati su un taxi. Noi siamo stati tra i primi 150/200 forse e siamo andati via alle 23.20, qualcuno è rimasto li fino all’1 di notte. Ed è continuata questa mattina all’aeroporto, dove appena scoprivano che eri italiano e non polacco ti facevano spogliare. Mai vista una cosa del genere, […] di un paese che si definisce civile. Poi le bestie siamo noi”.

Ma c’è anche chi ancora si trova a Varsavia e non capisce cosa stia accadendo, come Federico:

“Qui non si capisce nulla, non si sa cosa dobbiamo fare. Non ho notizie di due miei amici da 24 ore. Sono andato tre volte in ambasciata ma non si sbilanciano sui tempi e non ti dicono nulla su come stanno le persone in stato d’arresto. In tibunale oggi hanno finito i processi di alcuni dei 17, trattenuti perché non hanno da pagare i 1600 zloty di multa. Mentre altri ragazzi sono usciti pagando soltanto 200 zloty di multa. In caserma non mi rilasciano informazioni perché non sono un familiare. Risultato: sto da solo a Varsavia, con un volo spostato e due persone che non so quando possono uscire”.

Un utente del forum Lazionet, Alvin, racconta ancora:

“Siamo rientrati da poco più di tre ore da Varsavia. Due giorni che ora dopo ora si sono trasformati in un incubo.
Partire da Roma con molte persone e alcune di loro non vederle con il volo di ritorno. E’ stato veramente duro.
Un’atmosfera pesante, triste, sembrava quasi che ci contassimo tra di noi per vedere se ci fossimo stati tutti. Ci cercavamo, scambiandoci le notizie e cercando di sapere dagli altri qualche informazione in più. E’ stata un’azione premeditata; ha dato l’impressione che tifosi del Legia e polizia avessero operato insieme come nei fatti che hanno preceduto la giornata di ieri. E’ stato vergognoso! Siamo stati intimiditi, provocati, insultati, trattati come delinquenti, dati quasi in pasto a una tifoseria che, come dimostrano i dati, è tra le più violente. Noi siamo stati fortunati, perchè avevamo prenotato un taxi provato e, partiti in ritardo dall’hotel, l’autista ci ha portato direttamente nel settore ospiti, dove siamo stati subito portati dentro dalla polizia; dove abbiamo subito, come tutti, due perquisizioni, il controllo del tasso alcolemico, ci hanno fatto togliere le scarpe, ci hanno ripreso e sempre con atteggiamento niente affatto socievole, coadiuvati da qualche agente della polizia italiana, come testimoniava il chiaro accento romano. All’uscita il copione non è cambiato, anzi. Ore di attesa al freddo; usciti a gruppetti di cinque/sei, nuove riprese e perquisizioni, cani chiaramente aizzati apposta mentre si passava per un nuovo sbarramento che ti constiva solo di uscire se c’era un taxi o se c’era quello che avevi prenotato, ovviamente senza scorta. Ma le testimonianze dei ragazzi, delle persone, che hanno vissuto un pomeriggio da incubo nelle strade di Varsavia sono agghiaccianti. Fermi preventivi e indiscriminati, violenze gratuite, provocazioni continue. Tassisti che lasciavano gruppetti isolate davanti alla curva dei tifosi del Legia… e che dire delle persone che segnalavano nei vari alberghi la presenza dei tifosi? Se poi qualcuno non è riuscito a mantenere la calma, non sorprende davvero!
E poi bastava vedere qualche prima pagina dei giornali di Varsavia questa mattina per rendersi conto di quella che è stata un’azione premeditata. Un signore di Catania, incontrato in aeroporto, che lavora da qualche tempo in Polonia, mi diceva che la polizia non aspettava altro. E’ vero, qualche volta gruppetti di tifosi in trasferta hanno dato adito a qualche azione della polizia, ma stavolta è andata in maniera completamente diversa.”

Scontri a Varsavia, fermati 120 tifosi della Lazio!

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Violenti scontri alla vigilia della partita di Europa League tra Legia e Lazio. 120 tifosi laziali sono stati fermati attorno alle 16.30 in una delle piazze del centro della capitale polacca.  Lì gli oltre 700 sostenitori biancocelesti arrivati a Varsavia si stavano radunando per essere poi scortati dalla polizia locale verso lo stadio del Legia dove alle 19 è in programma la partita tra Legia e Lazio. Ma alcuni sostenitori laziali si sono resi protagonisti di tafferugli prima verbali, poi fisici con le forze dell’ordine. La situazione è presto degenerata e i fan laziali hanno lanciato alcune bottiglie versi i poliziotti polacchi che a quel punto hanno fatto scattare la retata che ha appunto riguardato un centinaio di persone. La situazione è poi tornata tranquilla, tra le due tifoserie non c’è stato alcun contatto, gli altri tifosi laziali stanno regolarmente raggiungendo lo stadio.

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L’episodio di oggi pomeriggio, peraltro, si aggiunge a quello della scorsa notte quando altri 17 sostenitori biancocelesti erano stati arrestati dalla polizia presso un albergo della capitale polacca in seguito ad una rissa con altri clienti (polacchi) dello stesso albergo. E già nella gara di andata, lo scorso settembre, la vigilia era stata piuttosto agitata. A parti invertite, però. Perché i circa due mila tifosi polacchi giunti a Roma si erano resi protagonisti di parecchi episodi di vandalismo nel centro di Roma e poi si erano scontrati con la polizia italiana (un paio di agenti feriti) nei pressi dello stadio Olimpico.

La notizia degli scontri, data dall’emittente radiofonica Polskieradio, è stata smentita dal ds laziale, Igli Tare: “Non ci risultano scontri, ma soltanto che circa 80 tifosi laziali hanno chiesto di essere scortati per sicurezza in centro e tutti sono stati fermati per un controllo dei documenti. Senza un motivo. Non sappiamo altro”.

LA SQUADRA — La maggior parte dei 700 tifosi biancocelesti, però, è qui solo per un motivo. La vittoria della Lazio. Perchè battere il Legia Varsavia, prima in classifica in Polonia, vale la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. E vale soprattutto a cancellare i malumori di spogliatoio, già abbastanza minato di incertezze in quest’ultimo mese e mezzo. Se a tutto questo si aggiungono le voci che vogliono Petkovic come primo candidato alla panchina della nazionale svizzera, la necessità di una svolta è evidente.

Un vestito bianco… di latte! Il nuovo calendario delle pin-up

Calendario-modelle-latte-tuttacronacaL’idea è del fotografo polacco Jaroslav Wieczorkiewicz che si è ispirato ai procaci modelli di erotismo degli anni ’50 e, con le sue novelle pin-up, ha realizzato un calendario nel quale le giovani appaiono vestite interamente di latte. Pose, ambientazioni, trucco e pettinature. Il tutto è confezionato per regalare un tuffo nel passato, ma anche nella bianca bevanda. L’aspetto più incredibile è che per realizzare gli scatti non è stato utilizzato il computer: solo latte. Il fotografo, che vive a Londra, racconta: “Non è niente di magico, lavoriamo con delle fotocamere normalissime”. Il latte è stato lanciato su alcune parti del corpo delle modelle immortalando immediatamente l’effetto. Solo a questo punto è entrato in gioco Photoshop, che ha permesso di unire le varie parti e di creare così l’illusione che le ragazze abbiano dei vestiti “ricamati” con il liquido bianco.

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Prete pedofilo? Alcune chiese che non risarciscono le vittime

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In Polonia, nella terra di Papa Wojtyla, ma anche una delle Chiese che al momento sono al centro delle più scabrose indagini per la pedofilia che sembrerebbe nascondersi tra i muri di queste comunità ecclesiali, il vescovo Wojciech Polak si scusa e offre solidarietà e supporto psicologico e terapeutico per le vittime dei preti pedofili, ma non aveva fatto cenno a risarcimenti. Oggi Jozef Kloch, il portavoce della Conferenza episcopale polacca ha ribadito che la chiesa non intende pagare risarcimenti alle loro vittime. In Polonia sono circa 27 i preti accusati di pedofilia ai quali recentemente si sono aggiunti altri due fra cui un arcivescovo ricercato a Santo Domingo.

Evacuati tutti i McDonald’s polacchi, ma l’allarme bomba era infondato

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A causa di una telefonata anonima che lanciava un allarme bomba in un McDonald’s del Paese, la Polonia ha fatto evacuare 311 sedi della catena di fast food più famosa al mondo.  Gli agenti hanno controllato attentamente tutti i locali di ogni sede prima di dichiarare infondato l’allarme.

 

La Polonia nazionalizza le pensioni private. Accadrà anche in Italia?

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La Polonia non è il primo Paese ad aver deciso di nazionalizzare la previdenza privata, prima di lei erano giunte alla stessa conclusione anche l’Argentina e l’Ungheria. La “mossa” permette di ridurre il debito pubblico e nel caso della Polonia questo verrà ridotto di ben l’8%.

Accadrà anche in Italia? Come si legge sul Sole 24 Ore:

La possibilità di individuare forme per annettere al bilancio dello Stato parte se non tutto il patrimonio della previdenza privata, è stata occasione di ipotesi anche nei corridoi dei palazzi italiani: si va dall’annessione dei titoli di debito sovrani, come accaduto in Polonia, alla creazione di vincoli di portafoglio, passando dall’imposizione – per gli strumenti di primo pilastro – di una tassazione da strumento speculativo, non conforme con gli obiettivi previdenziali…

I fondi pensione complementari italiani, in particolare, presentano costi particolarmente bassi se confrontati con quelli di analoghi strumenti europei e con rendimenti medi che negli ultimi otto anni – crisi compresa – hanno battuto quello dei Tfr, alternativo nelle scelte dei lavoratori italiani. Il fianco scoperto del sistema italiano di secondo pilastro è rappresentato dalla gestione prudente – che impedisce per esempio di investire in paesi considerati nel 1996, epoca della definizione del decreto che stabilisce i criteri di investimento – “rischiosi”; Cina, Brasile, Russia compresi; dall’altra l’alta esposizione in titoli di Stato in particolare italiani, per quasi 30 miliardi di euro: titolo il cui merito di credito è sceso complice i declassamenti delle agenzie di rating, tanto da spingere le autorità di vigilanza ad invitare a prendere “con le pinze” le indicazioni relativi alle soglie minime. E infine, oltre al “pericolo polacco”, sono da considerare le condizioni fiscali dei fondi pensione: divenuti particolarmente convenienti negli ultimi due anni a causa dell’inasprimento dell’imposizione fiscale di altri strumenti utilizzati analogamente come forma di risparmio di lungo termine: da una parte il recentissimo decreto 102 che taglia le detrazione per le polizze Vita e dall’altra l’imposta definita dal decreto Salva Italia dello 0,15% sul totale affidata in gestione a fondi comuni, Etf, gestioni finanziarie.

Ania, la 20enne che vuole battere il record di rapporti sessuali

-ania-record-rapporti-sessuali-tuttacronacaAnia Lisewska è una 20enne polacca con un obiettivo: entrare nel Guinness World Record come donna che ha avuto più amanti in assoluto. Per raggiungerlo, ha intenzione di avere 100mila rapporti sessuali con 100mila uomini. Come fare? Con una maratona, iniziata lo scorso 24 maggio, e sponsorizzata sul suo sito, attraverso il quale ci si può iscrivere versando 10 euro, cifra che serve per pagare la stanza dell’hotel dove alloggia. 20 sono i minuti a disposizione di ogni aspirante amatore. Sulla pagina della Lisewska si legge: “Se desiderate partecipare alla mia maratona del sesso e sapere dove mi trovo ogni weekend, iscrivetevi. Così conoscerete il mio indirizzo e riceverete il mio numero di telefono”. E sottolinea anche: “Amo il sesso, mi piace divertirmi e adoro gli uomini. Ma in Polonia il sesso è ancora un argomento tabù”. Ovviamente la notizia non poteva non destare scalpore e polemiche, tanto che alcuni hacker si sono impossessati del suo profilo Facebook dichiarando che la ragazza avrebbe contratto l’Hiv. La Lisewka, tornata in possesso del suo account, ha poi smentito. Ma c’è anche chi ha cercato di riportarla alla realtà, tentando di farla desistere, come chi ha sottolineato che “Anche se facessi sesso con 50 uomini a settimana avresti bisogno di 38 anni per stabilire il record. Ciò significa che concluderesti all’età di 59 anni”.

Ripresa? Aziende “in ferie” si trasferiscono all’estero. Scoppia il caso DOMETIC

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Ripresa? Sarà, ma per il momento assistiamo solo a fabbriche che approfittano del periodo di ferie per trasferire i macchinari e la produzione all’estero. Dopo il caso della Firem ora, lo stesso fenomeno, con le stesse modalità stava per avvenire alla Dometic di Forlì. Quante saranno ancora le aziende, che a insaputa dei loro lavoratori, cercano di lasciare il nostro paese in cerca di condizioni migliori e di meno tasse sul lavoro? Che ampiezza sta assumendo il fenomeno? La Cgil è furiosa: “Non è possibile che nella nostra Regione e nel nostro paese i lavoratori e le lavoratrici finiscano la loro giornata di lavoro, o inizino il loro periodo di ferie, con il rischio che la mattina dopo, o alla ripresa, non ci sia più la fabbrica. Questo è quanto è accaduto alla Firem e quanto stava accadendo alla Dometic di Forlì”,

Il sindacato emiliano non usa mezzi toni e torna a tuonare  a due giorni dal tentato blitz notturno di alcuni dirigenti della multinazionale svedese che hanno cercato di svuotare i magazzini nottetempo, ma sono stati interrotti da alcuni lavoratori (in ferie) che hanno chiamato le forze dell’ordine.

“Solo il presidio dei lavoratori ha impedito che il tentativo della Dometic andasse a buon fine”, sottolinea Antonio Mattioli, responsabile Politiche contrattuali Cgil Emilia-Romagna. “E’ indecente, inaccettabile, che il lavoro continui ad essere trattato in questo modo e che queste azioni possano restare impunite. Per qualcuno forse questo rappresenta il nuovo modello di sviluppo (scappo,guadagno, metto in ginocchio centinaia di famiglie e faccio quello che voglio senza assumermi nessuna responsabilità etica e sociale), ma il resto del territorio, del paese, non può stare alla finestra a guardare: dalle associazioni d’impresa alle istituzioni”.

“La Dometic”, è l’appello della Cgil, “deve restare a produrre a Forlì, garantire i livelli occupazionali, spiegare al territorio le ragioni di questo atto irresponsabile. Quanto sta accadendo mette a rischio, soprattutto in questa situazione di crisi, la tenuta sociale, alimentando una tensione i cui effetti sono imprevedibili. Per queste ragioni vanno isolati, da tutta la rappresentanza sociale e istituzionale, questi soggetti e vanno immediatamente prese iniziative atte ad impedire il saccheggio del nostro territorio”.

Anche il pd alza la voce “Quanto avvenuto allo stabilimento della Dometic di Forlì, nella notte tra venerdì e sabato, così come denunciato dalle organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uil, è di inaudita gravità”. Questo il pensiero di Thomas Casadei, consigliere regionale del Pd e capogruppo in commissione lavoro, cultura, formazione. “Si tratta infatti di un gesto che non ha precedenti e che aggrava  una situazione già estremamente critica, dopo che in sede di interlocuzione tra azienda e lavoratori, si era convenuto di non procedere ad atti unilaterali fino all’incontro fissato per il 5 settembre. Il fatto che i dirigenti della multinazionale svedese si siano presentati nel cuore della notte nello stabilimento chiuso per ferie – prosegue il comunicato dell’esponente politico romagnolo – evidenzia un comportamento aziendale di totale mancanza di rispetto delle regole più elementari”.

A giudizio di Casadei, “questo comportamento, che si aggiunge alla decisione unilaterale di trasferire la produzione in Cina, non può che essere stigmatizzata, anche perché si è appreso che è la seconda volta che ciò accade mentre ufficialmente l’azienda è chiusa per ferie. Perciò benissimo hanno fatto i sindacati a non far passare sotto silenzio questi comportamenti scorretti e a richiedere nuovamente un tavolo di confronto in sede istituzionale”. In un simile contesto, chiosa l’esponente del Pd, “sarebbe auspicabile che si levasse qualche presa di posizione anche da parte dei rappresentanti del mondo imprenditoriale, in particolare di ‘Una sola voce per l’economià che in maniera abbastanza sorprendente interviene quasi quotidianamente su questioni prettamente politico-istituzionali e resta in silenzio su ambiti e problematiche che attengono, nello specifico, il settore economico”.

Ma le istituzioni sono in bilico, bloccate dalla sentenza Mediaset, loro forse per primi a rischio di “trasferimento” ad altra mansione!

Vanno a lavoro, ma la loro azienda è stata trasferita in Polonia

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Come ogni giorno i quasi 40 dipendenti della Firem azienda che produce resistenze elettriche a Formigine, nel Modenese si sarebbero dovuti recati a lavoro, ma con loro grande sorpresa l’azienda è stata svuotata. Nei giorni scorsi l’impresa aveva chiuso per ferie, e per i titolari, la chiusura estiva è stata l’occasione per trasferire tutto in uno stabilimento in Polonia.   Una quindicina di lavoratori della Firem, non appena hanno saputo che si stava svuotando la fabbrica, si sono riuniti in presidio permanente dalla tarda serata di ieri. Nella notte hanno anche impedito che un ultimo camion carico di materiale lasciasse lo stabilimento. Un tavolo di confronto con la proprietà, attraverso la mediazione di Comune di Formigine e Provincia, sarà avviato tra martedì e mercoledì. «Pur in un periodo di forti difficoltà economiche – si legge in una nota del Comune – comportamenti come quelli tenuti dai titolari dell’azienda Firem sono censurabili sia nei modi sia nei tempi. Siamo vicini ai lavoratori e alle loro famiglie, disponibili insieme alle altre istituzioni e alle organizzazioni sindacali, ad avviare un confronto serio e costruttivo».

Pole dance in strada!

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Anche la Polonia si affascina alla pole dance e un gruppo di ballerine sfruttano i pali dei cartelli stradali in una piazza di Lodz. Incuriositi gli automobilisti si divertono a vedere le ragazze esibirsi in strada. Nell’estate 2013 sembra proprio dilagare il fenomeno della pole dance, sono, infatti, molte le palestre che hanno deciso di proporla come disciplina ginnica.

Doppia santificazione? Il “Papa buono” e Wojtyla santi a dicembre?

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E’ La Stampa a riportare la notizia che il prossimo dicembre, dopo la conclusione dell’Anno della Fede, Papa Francesco potrebbe fare santo non solo Giovanni Paolo II ma anche, contemporaneamente, Angelo Roncalli, Giovanni XXIII, il “Papa buono”, beatificato nel 2000. Il dossier per quest’ultima canonizzazione verrà esaminato quest’estate da cardinali e vescovi. Nel frattempo il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione, dovrebbe incontrare in tempi brevi Papa Francesco. Poi potrebbe bastare qualche giorno perchè la notizia venga ufficializzata. Stando a quanto previsto dalla Chiesa, per la santificazione è necessario un secondo miracolo avvenuto dopo la beatificazione che, per Wojtyla, sarebbe l’improvvisa guarigione di una donna: questo passaggio gli permetterebbe di diventare santo in tempi record. Per quanto riguarda Giovanni XXIII, invece, numerosi sono stati le segnalazioni e i presunti miracoli. Uno di questi, cosa non saputa, avrebbe superato il severo esame di medici e teologi. Da qui la decisione di accelerare l’iter di canonizzazione e unificarli.

Il secondo miracolo di Papa Giovanni Paolo II: un “doppio miracolo”

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Il Vaticano non ha ancora svelato i dettagli del secondo miracolo di Karol Wojtyla, grazie al quale diventerà Santo e che è stato approvato ieri dalla commissione dei teologi della Congregazione delle Cause dei Santi. Ma ora è stato reso noto che si tratta della guarigione inspiegabile di una donna del Costa Rica, colpita da una grave lesione cerebrale. Ma qualcuno l’ha definito un “doppio miracolo”, perchè l’intervento del Pontefice Beato ha coinvolto anche i parenti della donna. Da dentro le mura leonine fanno infatti sapere che i familiari “avevano perso la fede, ma l’hanno ritrovata grazie alla mano miracolosa di Karol Wojtyla”. E’ avvenuto il primo maggio 2011, il giorno della beatificazione del Pontefice, lo stesso in cui loro hanno potuto ricominciare a sorridere dopo tante sofferenze. Ora che la commissione dei sette medici presieduta dal Prof. Patrizio Polisca ha riconosciuto la guarigione, e dopo il via libera dei teologi, ora spetta alla commissione dei cardinali e dei vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi prendere una decisione, dopo di che, mancherà solo la firma di Papa Francesco. Per la data della canonizzazione, se si è parlato del 20 ottobre 2013, ora si scopre che potrebbe slittare al 2014, precisamente il 27 aprile, per la festa della Divina Misericordia, la festività istituita nel 2000 proprio da Wojtyla e legata alla figura di Santa Faustina Kowalska, religiosa polacca alla quale il Pontefice era profondamente devoto. Nessuna decisione ufficiale è ancora stata presa.

Il secondo miracolo di Papa Giovanni Paolo II “stupirà il mondo”

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E’ stato approvato, dalla commissione dei teologi della Congregazione per le Cause dei Santi, il secondo miracolo compiuto da Karol Wojtyla, compiuto dopo la beatificazione. E’ questo un passo decisivo nel percorso di canonizzazione di Giovanni Paolo II e, come riferiscono fonti vaticane, per la proclamarne la santità manca ora solo il via libera della commissione di cardinali e vescovi del dicastero, a cui dovrà far seguito la firma di Papa Francesco sul decreto. Acquista quindi credito la possibilità che Wojtyla venga proclamato santo domenica 20 ottobre, una data che cadrebbe a cavallo tra il 35esimo anniversario dell’elezione al pontificato (16 ottobre) e del solenne avvio del ministero petrino (22 ottobre). Già il 22 aprile era trapelata la notizia che la consulta dei medici aveva riconosciuto la “guarigione inspiegabile”, ma il Vaticano ha finora mantenuto il più stretto riserbo sulla natura di questo secondo miracolo avvenuto per intercessione del Santo Padre. Quello che è stato reso noto è che si tratta di un evento, compiuto la sera della beatificazione, il 1 maggio 2011, che “stupirà il mondo”. Nel frattempo, non resta che ammirare la più grande statua al mondo di Papa Giovanni Paolo II, alta 14 metri e presente nel Miniature Park, a Czestocowa, in Polonia.

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Uno sguardo a… i Pyzy

La ricetta puoi trovarla QUI!

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Manfred von Richthofen raccontato ne… “The Charlie Brown & Snoopy Show”

Manfred von Richthofen raccontato ne… “Corto Maltese e il Barone Rosso”

Manfred von Richthofen raccontato ne… “The Red Baron”

Gente di Breslavia… Manfred von Richthofen, il Barone Rosso

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Uno sguardo a Breslavia… il piacere!

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Uno sguardo a Breslavia… il dovere!

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Uno sguardo a… BRESLAVIA (Polonia)

Breslavia

La cattedrale di fiammiferi!

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Un dono da regalare a Papa Benedetto XVI, che tuttavia non lo ha mai accettato. Ignoti i motivi che hanno portato lo staff del pontefici a rifiutare replica della cattedrale di S. Nicola di Zamosc (in Polonia) di Wieslaw Laszkeiwick. Lui è sicuramente un artista eclettico che cura ossessivamente ogni piccolo dettaglio. Sono serviti, infatti, circa mezzo milione di fiammiferi per realizzarla. Lo stesso artista ha spiegato che l’utilizzo dei fiammiferi è un simbolo di consumo e di risorse che si sprecano.

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La statua più alta del mondo è quella di Wojtyła

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Ultimi ritocchi per la gigantografia di Giovanni Paolo II. La città polacca di Czestochowa ha deciso di rendere omaggio al papa polacco con una statua di oltre 13 metri in memoria dell’uomo di chiesa. L’opera è stata finanziata da un investitore polacco e mostra il defunto pontefice con un’espressione sorridente che allunga le braccia verso il mondo.
Ora la statua è pronta per essere collocata, i lavoratori stanno ultimando le ultime rifiniture e i ritocchi per la pulizia dell’opera che sembra possa addirittura entrare nel Guinnes World Record.

Bieber nudo all’aeroporto polacco!

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Ultimamente e precisamente da quando la frequentazione della palestra ha dato i suoi effetti, Justin Bieber gira in continuazione senza maglietta e appena può la toglie per mostrare (ai paparazzi) il suo nuovo fisico muscoloso. Stavolta però a far spogliare, e finire in mutande, la giovane pop star è stata la polizia aeroportuale in Polonia che l’ha costretto a rimanere a torso nudo per un controllo.

TERREMOTO IN POLONIA, FRANA MINIERA! PANICO.

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Sono in buone condizioni i 19 minatori rimasti intrappolati dopo una frana in una miniera causata da una scossa di terremoto nel sud della Polonia: i soccorritori li hanno raggiunti scavando un tunnel parallelo e ora i lavoratori vengono estratti uno ad uno dal sito. Lo riferiscono i responsabili della miniera.

Una scossa di terremoto di magnitudo 4.5, secondo la scala Richter, è stata chiaramente avvertita nella zona occidentale della Polonia, quasi ai confini con Germania e Repubblica Ceca. Diciassette operai sono rimasti intrappolati a 600 metri di profondità nella miniera di rame di Rudna in seguito alla scossa che ha causato una frana. Lo ha riferito il portavoce della Kghm, società che gestisce la miniera.

 

950 operai licenziati, Bridgestone chiude a Bari!

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Bridgestone Europe avvia le procedure per la chiusura dello stabilimento di pneumatici per auto di Bari-Modugno. Bridgestone prevede la cessazione delle attività dello stabilimento non oltre la prima metà del 2014. La fabbrica di Bari è uno degli otto impianti di pneumatici del Gruppo in Europa: dà lavoro a 950 persone.

Bridgestone Europe, società con sede a Zaventem in Belgio, produce anche in Spagna, Francia, Polonia e Ungheria ma – si precisa in una nota aziendale – la decisione non ha alcuna conseguenza sulle altre strutture del gruppo presenti in Italia, uno dei mercati chiave in Europa, quali il Centro Europeo di Ricerca & Sviluppo di Roma e la struttura commerciale di Agrate Brianza a Monza.

Calo della domanda, con conseguente crisi del settore, e concorrenza dei Paesi emergenti per quanto riguarda la fascia di prezzo più bassa. Logistica penalizzante e i costi energetici. Sono queste le ragioni che hanno portato l’azienda a tagliare lo stabilimento di Bari, ritenuto non più conveniente.

“La decisione è il risultato di un’approfondita analisi condotta sui cambiamenti strutturali avvenuti nell’ultimo biennio nel mercato dei pneumatici, sia a livello europeo, sia globale. Secondo fonti e studi indipendenti, nel complesso il segmento dei pneumatici per autovetture è sceso dalle 300 milioni di unità del 2011 alle 261 milioni del 2012 (-13%), con previsioni che stimano un recupero dei volumi pre-2011 soltanto a partire dal 2020. Il segmento dei pneumatici di alta gamma è l’unico non previsto in contrazione nei prossimi anni. In aggiunta al calo strutturale della domanda di pneumatici per autovetture – si legge ancora – il settore soffre la crescente pressione esercitata dai produttori dei Paesi emergenti, che continuano a incrementare la propria quota di mercato nel segmento di bassa gamma a discapito dei maggiori produttori di qualità come Bridgestone, operando con significativi vantaggi sui costi di fabbricazione”.

 “Per rispondere a queste dinamiche – è spiegato – Bridgestone Europe ha ravvisato la impellente necessità di accelerare lo spostamento strategico della propria produzione verso il segmento dei pneumatici di alta gamma.  Lo stabilimento di Bari, a causa dei suoi processi, della sua struttura e dei suoi macchinari è sempre stato focalizzato su una produzione principalmente basata su pneumatici oggi considerati di uso generico ed è penalizzato dal punto di vista dei costi a causa di fattori sfavorevoli come la logistica e i costi energetici. Nonostante le diverse azioni intraprese, volte a supportare lo stabilimento di Bari alla luce di queste nuove sfide, elementi come il crollo strutturale della domanda e il necessario spostamento verso il segmento premium, combinati con i fattori già menzionati relativi alle altre fabbriche europee di Bridgestone Europe, non hanno permesso al Gruppo di optare per una scelta diversa dalla chiusura della struttura produttiva.

“Prima di giungere a questa conclusione, Bridgestone Europe ha preso in considerazione tutte le opzioni e le alternative possibili, nessuna delle quali si è rilevata percorribile. L’azienda è disponibile fin da subito a iniziare la discussione per individuare la migliore soluzione in grado di minimizzare il più possibile l’impatto sociale della decisione sui circa 950 dipendenti coinvolti, coerentemente con la cultura del Gruppo.  Auspica, inoltre, che dal dialogo possa scaturire un percorso condiviso per individuare i tempi, i termini e le modalità per la chiusura del sito produttivo. Tuttavia, Bridgestone Europe prevede la cessazione delle attività dello stabilimento non più tardi della prima metà del 2014”.

Un cagnolino premuroso… più di un genitore!

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La piccola Julia è salva grazie al coraggio del suo cagnolino. La bambina polacca era scomparsa di casa durante la notte a soli 3 anni. I vigili del fuoco l’hanno ritrovata vicino ad alcune paludi in prossimità della sua abitazione la mattina seguente dopo che la piccola aveva passato la notte con temperatute polari. Ma a vegliare su di lei è sempre rimasto presente il suo fedele amico che l’ha tenuta in vita con il calore del suo corpo.
I genitori hanno dichiarato di aver visto la bambina giocare in giardino con il cane e pochi attimi dopo era scomparsa. Le ricerche sono state condotte da oltre 200 persone per tutta la notte e a -5 gradi in molti pensavano al peggio.
Ora Julia sta bene, è stata portata in ospedale per un principio di congelamento ma le sue condizioni non destano preoccupazione.

Le polpette di cavallo dell’Ikea!

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C’è, non c’è, c’è di nuovo! Le polpette dell’Ikea sono sotto stretta osservazione da alcuni giorni. Test che smentiscono e affermano. Alla fine c’è la conferma definitiva: tracce di carne di cavallo sono state trovate nelle polpette Ikea. Lo ha comunicato il produttore svedese delle polpette di Ikea, secondo quanto fa sapere l’Agenzia svedese della sicurezza alimentare. I test fatti dal fornitore, Dafgaard, hanno confermato la presenza di tracce di carne equina nei prodotti.La quantità rilevata sarebbe tra 1% e il 10%.

Dopo l’esplosione dello scandalo la compagnia svedese aveva deciso di ritirare i prodotti dagli store in 25 Paesi, Polonia, Austria, Ungheria, Repubblica dominicana, Gran Bretagna, Portogallo, Finlandia, Germania, Italia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Romania, Repubblica slovacca, Repubblica ceca, Svezia, Thailandia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Hong Kong, Francia, Cipro, Irlanda e Malaysia.

Al di là del caso Ikea, nel solo Portogallo le autorità hanno requisito 79 tonnellate di prodotti a base di manzo che contenevano carne di cavallo negli ultimi giorni e hanno deciso di aprire un’indagine penale nei confronti di cinque aziende locali. I sequestri, rende noto l’Agenzia per la sicurezza alimentare portoghese, sono stati eseguiti in compagnie che lavorano, impacchettano e distribuiscono carne alle grandi catene della vendita al dettaglio. In un comunicato sul proprio sito web, l’Agenzia rende noto inoltre di avere anche richiamato dai negozi quasi 19mila confezioni di cibi precotti come lasagne, hamburger e polpette dopo avervi trovato carne equina.

Oggi google fa girare… la testa!

doodle copernicoIl doodle di oggi è dedicato a Niccolò Copernico e alla teoria eliocentrica del famoso astronomo polacco. A 540 anni dalla nascita il colosso di Mountain View ha dedicato il doodle animato alla teoria secondo la quale i pianeti del sistema solare ruotano attorno al sole. Nato nella Prussia Reale da padre mercante e madre nobile, Mikolaj Kopernik (questo il nome nel paese d`origine) studiò anche all’Università di Bologna, spostandosi negli anni successivi a Roma, Padova e Ferrara. Dopo lunghi anni di studi Copernico pubblicò la teoria rivoluzionaria dell’eliocentrismo nel 1543, un’opera che gli valse l’inimicizia della Chiesa dimostrando teorie portate avanti ma senza le prove necessarie fin dall’antica Grecia.

Morto il cardinale Jozef Glemp, guidò la Chiesa sotto il generale Jaruzelski.

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100 morti di freddo… Succede in Polonia!

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Gelo in Polonia: i senzatetto si rifugiano nei tombini! Poliziotti portano cibi caldi e tè.

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-50 in Siberia, -20 a Mosca: 100 vittime del freddo in Europa dell’Est

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Polonia: la macellazione kosher è contraria alla legge. Protesta!

Il governo polacco assicura però che Varsavia si adeguerà alla direttiva Ue che autorizza questo tipo di macellazione a partire dal gennaio 2013.

Madre, tu che dai la vita e la morte

VARSAVIA, 2 NOV – Una donna ha ucciso 5 dei suoi 8 figli, appena dati alla luce. Secondo l’accusa la donna avrebbe nascosto i neonati nella stalla, nella soffitta e nel seminterrato della casa che divide con il compagno e gli altri due figli di 7 e 10 anni. Sono in corso ricerche per scoprire la sorte di un sesto neonato.

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