Morto il papà di Umbria Jazz, addio ad Alberto Provantini

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Alberto Provantini non è stato solo un giornalista e un politico, attivo soprattutto a Terni, ma anche il padre dell’Umbria Jazz. Si è spento nel pomeriggio a 72 anni dopo una lunga malattia e a ricordarlo anche la presidente della Regione  Catiuscia Marini che ha voluto esprimere così il proprio dolore:  “non è affatto retorico dire oggi che Alberto Provantini era un cavallo di razza della politica”. “Di lui voglio ricordare – ha aggiunto – anche lo spirito creativo che lo portò alla straordinaria idea di Umbria jazz che ancora oggi è per la regione il festival che tutti nel mondo apprezzano e amano”. A lei si è unito anche il presidente del Consiglio regionale Eros Brega, che lo ha ricordato con queste parole “ha interpretato nella maniera più nobile e generosa quella ‘scelta di vita’ dell’impegno politico e istituzionale fatta in giovanissima età”. “Ci lascia – ha aggiunto – un altro dei ‘padri fondatori’ della Regione Umbria”.

Provantini infatti era entrato giovanissimo nella Fgci e poi nel Pci. Prima aveva ricoperto la carica si  consigliere comunale, a Terni, poi provinciale e regionale. Negli anni ’70 era stato anche assessore in Regione, prima di venire eletto in Parlamento dal 1983 al 1992, sempre nel Partito comunista, alla Camera. Nel 1994, tre anni dopo l’adesione al Pds, viene eletto presidente della Provincia di Terni. Provantini era stato giornalista dell’Unità e recentemente vicepresidente dell’Istituto Fondazione Gramsci. Un personaggio eclettico e capace di fondare un’evento come l’Umbria Jazz che con il tempo è diventato davvero un punto di riferimento per tutti i jazzisti a livello internazionale.

 

 

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Overdose di viagra e gli amputano il pene

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Effetti collaterali della pillola blu se il dosaggio non viene rispettato. Così un 66enne colombiano, ex agricoltore e politico locale,  dopo un’overdose di viagra è stato costretto a rivolgersi a un medico. In ospedale il personale sanitario ha riscontrato nel genitali segni di cancrena, oltre all’infiammazione e alla frattura del pene. Per fermare al più presto l’avanzare della cancrena i medici hanno amputato il pene.

Posta non recapitata a Porto Recanati: personaggio noto al centro delle indagini

posta-non-recapitata-portorecanati-tuttacronacaRisale allo scorso venerdì la notizia che i carabinieri avevano scoperto, a Porto Recanati (Macerata), un locale adibito ad ammassamento di corrispondenza. Qui sarebbero state rinvenute migliaia di lettere. Le indagini erano partite a seguito di alcune segnalazioni di lettere mai giunte a destinazione. Non è stato reso noto se si trattasse di missive importanti, ma la mancata consegna è perseguibile dalla legge italiana, con l’aggravante del ritardo e della distruzione. Durante le indagini, al centro dell’attenzione degli inquirenti, è finito un portorecanatese denunciato alla procura della Repubblica di Macerata per vari reati. Da quanto trapelato, si tratterebbe di persona molto in vista che avrebbe ricoperto un ruolo anche nella vita pubblica e che avrebbe dovuto recapitare la posta ordinaria nella località marchigiana per conto di un’impresa privata. Costui avrebbe infatti avuto in assegnazione l’incarico in subappalto, mentre Poste Italiane è estranea a questa vicenda. Le indagini procedono coperte da una spessa coltre di riserbo e tenderebbero anche a chiarire come si sia arrivati appunto all’assegnazione dell’incarico, come questo sia stato espletato nel corso del tempo e se la persona al centro dell’attenzione degli investigatori, e nella cui abitazione sono state rinvenute le missive, sia ancora a Porto Recanati. L’inadempienza nel servizio si sarebbe protratta per oltre un mese.

 

Il politico che incassa i colpi in un video: i problemi “picchiano duro”

politico-spagnolo-picchiato-video-tuttacronaca“Picchiato” dai problemi che affliggono il suo Paese e ai quali vuole trovare una soluzione. E’ di sicuro impatto un video caricato in Youtube da Sergio Flores, segretario generale del Partido Adalucista a Ronda, in provincia di Malaga, che vuole denunciare i problemi che affliggono l’Andalucia. Nel filmato si vede il politico in penombra,   a torso nudo, che dà l’impressione di essere amanettato. Flores viene ripetutamente colpito da due persone, munite di guanti da boxe, mentre denuncia i problemi della sua comunità quali malnutrizione infantile, la situazione della scuola e della sanità pubblica, il problema della costruzione dei  gasdotti e così via. Man mano che il politico prosegue con la sua lista i colpi s’intensificano finchè lui non sceglie di colpire a sua volta il tavolo “da interrogatorio” che ha di fronte a sè dichiarando: “Basta, non ci azzittiranno. L’Andalucia merita di più”. Come Flores ha spiegato a Efe, “l’idea era dare un colpo al tavolo per risvegliare le coscienze”. Ha inoltre spiegato: “Non si tratta di elencare le cifre ma di riflettere sulle sofferenze che affliggono madri, giovani, bambini, anziani e gli andalusi in generale”. Il messaggio che vuole lanciare Flores con questo video, che sta avendo molto successo in rete, è che “la gente sappia che non tutti i politici sono uguali”.

Il deputato di Fratelli d’Italia Cirielli indagato

edmondo-cirielli-tuttacronacaLa Procura della Repubblica di Salerno indaga sull’ex presidente della Provincia di Salerno, ora deputato di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli. Il politico è indagato per corruzione aggravata e abuso d’ufficio aggravato. Cirielli, in passato, ha anche ricoperto la carica di presidente della commissione Difesa della Camera.

Dignità e nessuna polemica, Ambrosoli si allontana in silenzio

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C’è chi in Italia, con dignità e senza polemica, si allontana in silenzio invece di gridare la sua rabbia e la sua verità. Nel giorno del Divo Giulio, Umberto Ambrosoli, figlio dell’Eroe Borghese, come venne definito nel libro di Stajano, lascia l’aula del consiglio regionale della Lombardia mentre è in corso la commemorazione di Andreotti.

”Ho una storia personale che si mischia” coi lati oscuri di quella di Andreotti, “ma non è il caso di fare polemiche: è giusto che le istituzioni ricordino gli uomini delle istituzioni, ma chi ne fa parte faccia i conti con la propria coscienza. E’ comprensibile – ha aggiunto Ambrosoli – che in occasione della morte di persone che hanno ricoperto ruoli istituzionali di primo piano le istituzioni le commemorino. Ma le istituzioni sono fatte di persone, ed è legittimo che queste facciano i conti con il significato delle storie personali”.

Quella storia che si ferma l’11 luglio del 1979 quando Giorgio Ambrosoli stava rincasando dopo una serata trascorsa con amici e lì sotto il suo portone il sicario William Joseph Aricò esplose quattro colpi con una 357 Magnum. Aricò venne pagato 25mila dollari in contanti da Sindona e poi ci fu anche un bonifico di altri 90mila dollari su un conto bancario svizzero. Chi aveva messo in contatto Aricò con Sindona? Il suo complice Robert Venetucci, un trafficante di eroina legato a Cosa Nostra americana. Nei pedinamenti che Aricò compì a danno di Ambrosoli per mettere a punto ogni piccolo particolare fu accompagnato da Giacomo Vitale, l’autore delle telefonate anonime, cognato del boss Stefano Bontate che era in collegamento, come confermato dall’istruttoria e dalle sentenze del maxi processo di Palermo, con l’allora ministro della Difesa, Giulio Andreotti. 

Per Ambrosoli non ci fu nessuna autorità pubblica che presenziò ai suoi funerali, eccezion fatta di alcuni esponenti della Banca d’Italia. Ma i politici di allora non sono poi così diversi da quelli di oggi… Non avere istituzioni al funerale significa solo essere morto in nome e per conto del Popolo Italiano e non del sistema politico corrotto e colluso con l’organizzazioni criminali.

Il gesto di Umberto Ambrosoli oggi è in linea con il gesto di quell’Eroe Borghese morto per non “assecondare”, per non “collaborare” e per “non confondersi” con chi oggi le istituzioni piangono.

Il tempo passa, i nomi cambiano, i crimini verso il Popolo Italiano restano gli stessi, quelli di sempre con modalità diverse, ma sempre tesi a difendere privilegi e potere, mai volti ad aiutare i cittadini… Un governo al servizio del potere?

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Cirino Pomicino tra lacrime e nuove verità!

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“Il giudice Giovanni Falcone si reco’ dal senatore Andreotti in compagnia dell’europarlamentare Salvo Lima. Come puo’, quindi, Lima essere accusato di ‘mafiosita’?” Si apre così la difesa di Andreotti da parte di Pomicino, contro il tribunale capeggiato, in studio, dal direttore de il Fatto Padellaro. “Incontrai Falcone a Roma proprio davanti all’ufficio di Andreotti – dice Pomicino – mentre era in compagnia di Lima. Vi si era recato – era il 1989 – per spiegare ad Andreotti le ragioni per le quali aveva denunciato un democristiano per via dell’omicidio Mattarella”.

Una versione tutta nuova rispetto a quella che lo stesso Pomicino dichiarò nel 2002 e ripresa spesso dall’avvocato di Andreotti Franco Coppi, secondo cui la strana visita serviva a “chiedere aiuto per lasciare Palermo”

Cirino Pomicino che cambia versione, poi arrivano le lacrime. Un pianto per il suo amico di una vita. Quel Giulio a cui chiedere consiglio (e non solo) e quel “santo” a cui appellarsi sempre. Ma fino a quando dovremo assistere al protagonismo di vecchie leve politiche, spesso con passati imbarazzanti che continuano a cercare il protagonismo in tv, radio e ogni occasione pubblica per sentirsi ancora addosso quell’ “odore di potere” ormai perso da troppo tempo?

Forse arriverà un giorno che ci rimpiangeremo Andreotti?

L’archivio segreto del Divo Giulio!

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Che ne sarà dell’archivio segreto del Divo Giulio?

Ora che Andreotti è morto a chi andrà in eredità l’Archivio Segreto dell’eminente politico italiano? Ognuno di quei 3500  faldoni racchiude una storia, una verità o un mistero. Già nel 2007 erano stati considerati “di interesse storico particolarmente rilevante” e sono stati trasferiti da via Borgognona, 47 in via delle Coppelle, 35 nel Palazzo Baldassini. Solo l’Ansa ha avuto il permesso di fotografarli e di visitarli nel caveau blindato dell’Istituto Don Sturzo. C’è oggi qualcuno che trema? Qualcuno che vuole metterci le mani sopra? Qualcuno che vuole manometterli? Chi sono i nomi che ricorrono in quei faldoni?

C’è al momento un progetto, il cosidetto Giuli.a, per rendere fruibile quella documentazione attraverso moderne forme di comunicazione. Ma sarà tutto fruibile o il materiale sarà scelto accuratamente?

Flavia Nardelli, dell’istituto Luigi Sturzo dichiarò all’Ansa, al momento della presentazione del progetto “Giuli.a”, sull’archivio segreto di Giulio Andreotti, dichiarò all’Ansa: “L’Archivio Andreotti rappresenta un punto di grande forze per l’istituto e per noi è stato un grande onore quando il Presidente ha deciso di depositarlo e di donarlo all’istituto. È un archivio straordinariamente grande perché è fatto di 3.500 faldoni, quando normalmente un archivio medio è fatto di 500-600 faldoni e già questo fornisce un’idea della dimensione di questo archivio. Il suo archivio è molto ricco di carte, documenti, lettere, fotografie, interviste e l’interesse è proprio nella complessità di queste fonti che costruiscono dei percorsi particolarmente significativi.”

Naturalmente tra le sezioni più significative dell’archivio segreto vi è quella della politica estera che potrebbe chiarire molti misteri della storia italiana. Si va da un faldone con sopra scritto “Libano”, “Viaggio in Asia” o “Ebrei”.

Ci sono testimonianze dei rapporti tra Occidente e Est-Sovietico negli anni della Guerra Fredda come quando Giulio Andreotti invitò Andrei Gromyko, un potente sovietico ministro degli Esteri russo, a ripensare al boicottaggio di Mosca nei confronti delle Olimpiadi di Los Angeles. Foto di visite ufficiali con i potenti esteri, immagini di bombardamenti, visite di altri politici come Craxi in Cina: il divo Giulio Andreotti conserva tutto, dalle pietanze dei menù consumati all’Estero, al programma della crociera. Ci sono anche ricordi personali come il diario scolastico del bambino Andreotti della quarta elementare della scuola Diaz di Milano risalente al 1928 dove racconta dell’attentato al Re del 16 aprile del 1928, in cui morirono 16 persone in piazza Giulio Cesare.

Il progetto a cui si mira è un archivio digitale che permetta di cercare in modo guidato, attraverso alcune parole chiave, i contenuti di proprio interesse attraverso l’interazione con il sistema. Possiamo davvero aspettarci una specie di wikileaks all’italiana?

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Andreotti affronta ora l’ultimo grado di giudizio! Paradiso o Inferno?

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I giudizi su Andreotti non possono essere unanimi… Una figura dai molti lati oscuri e soprattutto troppe conoscenze legate al mondo della criminalità organizzata. Un credente poi, di quelli più intransigenti, che si battono il petto ogni giorno dell’anno, ma che sanno anche fare compromessi.  Ma come è stata presa la notizia della morte di Andreotti in Italia?

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Giorgio Napolitano: “Sulla lunga esperienza di vita del senatore Giulio Andreotti e sull’opera da lui prestata in molteplici forme nel più vasto ambito dell’attività politica, parlamentare e di governo, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico”. Poi il Presidente della Repubblica ha inviato il saluto alla famiglia Andreotti  “A me spetta in questo momento rivolgere l’estremo saluto della Repubblica a una personalità che ne ha attraversato per un cinquantennio l’intera storia, che ha svolto un ruolo di grande rilievo nelle istituzioni e che ha rappresentato con eccezionale continuità l’Italia nelle relazioni internazionali e nella costruzione europea”. Esprimo alla gentile consorte signora Livia e a tutti i familiari la mia vicinanza e sentita partecipazione al loro cordoglio, anche nel ricordo dei rapporti di collaborazione istituzionale e personali che intrattenni con lui in diversi periodi della vita nazionale”.

Enrico Letta, Presidente del Consiglio dei Ministri: ”Protagonista della democrazia italiana sin dalla nascita della Repubblica dopo i traumi della dittatura e della guerra, ininterrottamente presente nelle istituzioni e nelle assemblee rappresentative, con lui se ne va un attore di primissimo piano di oltre sessant’anni di vita pubblica nazionale. Alla famiglia le sentite condoglianze personali del presidente del Consiglio e del governo tutto”. E Letta sarebbe il Presidente che guida il Governo del cambiamento e delle riforme? Colui che compiange Andreotti?

Romano Prodi: “Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari del presidente Giulio Andreotti. Con lui scompare uno statista che ha segnato le fasi più importanti della storia politica e istituzionale del dopoguerra”. Per fortuna che non è diventato Presidente della Repubblica, altrimenti avremmo avuto anche i funerali di Stato e la camera ardente.

A Prodi fa eco Giuseppe Ciarrapico: “Un amico affettuoso e un grande statista… Abbiamo condiviso una vita”, compresi “i momenti terribili, quando la Procura di Palermo si scatenò contro di lui e io testimoniai in Aula per più di un’ora.”

Clemente Mastella: “Quando feci il ministro chiesi un consiglio ad Andreotti e Cossiga. Andreotti, davanti ai miei dubbi, mi disse che avevo il dovere di andare a eliminare la contrapposizione tra magistratura e politica, aggiungendo che il consiglio veniva da chi aveva sofferto moltissimo… Sono abbastanza commosso. Lui stette a casa mia durante la festa di Telese e colpì i giovani in modo fascinoso. Il cinismo di Andreotti, le voci sui suoi archivi, i ricatti sinceramente sono aspetti che non ho mai avuto occasione di constatare, anzi io con Evangelisti ho fatto da cerniera ai tempi della segreteria De Mita e quando c’erano motivi di tensione, io facevo da mediatore”.

Renato Brunetta: “Credo che ad Andreotti, nella diversità di idee e di temperamento, chiunque ami la politica e l’Italia, debba in queste ore inchinarsi davanti alla sua memoria. Giulio Andreotti, senatore a vita, sette volte presidente del Consiglio, membro del Parlamento repubblicano sin dalla prima seduta  è stato una personalità di eccezionale rilievo nella vita politica italiana e internazionale. In questa giornata di emozione vorrei ricordarlo in due momenti diversi. Quello iniziale, allorchè, collaborando con De Gasperi, ha al suo seguito esaltato la capacità del nostro Paese di risorgere dalle macerie del dopoguerra. E quello finale, quando con dignità ha dovuto sopportare una amara vicenda giudiziaria, da cui è uscito vincitore ma ferito”. E Brunetta siede nei banchi dei parlamentari che hanno dato la fiducia al Governo di Servizio al popolo e di riforma? Qualcuno che rimpiange Andreotti che cambiamenti può fare per gli italiani?

Ferdinando Casini: “La mia è una riflessione reazione da amico perché l’ho conosciuto Andreotti tanti anni fa. Da giovane ho seguito un grande partito, la DC, di cui Andreotti è stato sempre un punto di riferimento. Era molto ammalato e tutti sapevamo la sua condizione di estrema gravità. È stato un grande personaggio, uno statista di cui si è parlato bene e male alternativamente e la storia gli darà un giudizio più serio di quanto i suoi detrattori gli hanno dato in vita”. Quanti amici di Andreotti abbiamo in Parlamento?

Schifani: “Scompare simbolo della nostra vita democratica. Un uomo che è stato capace, con alto senso dello Stato e con un’intelligenza non comune, di segnare tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni. Sono vicino ai suoi familiari in questo momento di dolore, anche a nome di tutti i senatori del Popolo della Libertà”.

Unione Monarchica: Uomo di Stato, dichiarò di aver votato Monarchia al referendum.” In caso uomo di Monarchia!

Adesso che avrà a che fare con Dio, chiederà un posto

Giulio Andreotti, protagonista della vita politica italiana, è morto

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E’ morto alle 12.25, nella sua abitazione romana, uno dei protagonisti della vita politica italiana della seconda metà del XX secolo: Giulio Andreotti, uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana. Nato a Roma nel 1919, Andreotti ha rivestito per sette volte la carica di Presidente del Consiglio dei ministri ed è in seguito stato nominato senatore a vita. Ha anche ricoperto il ruolo di ministro della Difesa, degli Esteri, delle Partecipazioni Statali, delle Finanze, del Bilancio e dell’Industria, del Tesoro, dell’Interno, dei Beni Culturali nonché delle Politiche comunitarie. Dal 1945, la sua presenza nelle assemblee legislative italiane è stata una costante.

Nel 2003 la Corte d’Appello di Palermo l’ha giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa: assolto i per i fatti successivi al 1980, per quelli anteriori, per i quali era sopravvenuta la prescrizione, è stato dichiarato il non luogo a procedere.

Andreotti ha svolto funzione di Presidente del Consiglio del governo di “solidarietà nazionale” durante il rapimento di Aldo Moro, che aveva conosciuto negli anni in cui ricopriva l’incarico di l’incarico di direttore di Azione Fucina (la rivista degli universitari cattolici), proprio mentre Aldo Moro assumeva la presidenza dell’associazione.[8] Quando nel 1942 questi fu chiamato alle armi, Andreotti gli successe nell’incarico di presidente, incarico che mantenne sino al 1944:Con Moro ci conoscevamo fin dai tempi della Fuci, lui era presidente, io dirigevo l’Azione fucina, e quando lui lasciò la carica presi il suo posto. Quindi una dimestichezza che risaliva a prima della politica. […] ho sempre avuto con lui una relazione molto facile, proprio perché c’era questo legame universitario.”

Ma Andreotti, nella sua lunga attività, ebbe anche rapporti con Carlo Alberto Dalla Chiesa, Michele Sindona e Licio Gelli e fu sicuramente uno dei politici italiani più conosciuti, ma anche tra i più discussi.

“Il potere logora chi non ce l’ha”

-Giulio Andreotti-

Arrestato politico inglese: sospettato di aver stuprato due uomini

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Il sito della Bbc riporta che il vice presidente della Camera dei Comuni britannica, il deputato 55enne dei Tories Nigel Evans, è stato prelevato dalla polizia perchè sospettato di aver  stuprato due uomini. Il politico è stato  interrogato riguardo alle presunte aggressioni, ai danni di giovani uomini di circa 20 anni, una avvenuta nel luglio del 2009 ed un’altra lo scorso marzo, a Pendlenton, nel Lancashire. Uno dei portavoce della polizia ha dichiarato l’arresto di un uomo di Pendleton di 55 anni perchè sospettato di stupro ed aggressione sessuale, affermando: “Noi prendiamo molto sul serio le accuse di natura sessuale e comprendiamo quando sia difficile per le vittime farsi avanti”. Il Daily Mail  riporta che il primo ministro Cameron sarebbe stato informato delle accuse e, secondo fonti governative, la notizia è stata “uno shock, Nigel è molto popolare e benvoluto nessuno può veramente credere a quanto sia avvenuto”. Evans, che nel 2010 ha dichiarato di essere gay, è in Parlamento dal 1992 e da tre anni è uno dei tre vicepresidenti dei Comuni. In precendenza, aveva ricoperto diversi importanti incarichi all’interno del partito conservatore, compreso quello di ministro ombra per il Galles.

Il male di vivere tedesco uomo uccide un politico in Bassa Sassonia

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Il male di vivere colpisce anche la Germania. Un uomo anziano avrebbe fatto irruzione nell’edificio amministrativo del circondario rurale di Hameln-Pyrmont, nella Bassa Sassonia e avrebbe ucciso il presidente della circoscrizione, il 63enne socialdemocratico Ruediger Butte. L’uomo poi si è tolto la vita.

Aspen. Ecco i nomi di chi guida l’internazionalizzazione italiana!

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Cos’è l’Aspen?

Come si legge dal loro sito sono “un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori”.

Che missione ha l’Aspen e come realizza i suoi obiettivi?

Sempre secondo il sito la sua missione è “l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni”. Ma ciò che già desta preoccupazione è la modalità con cui si realizzano gli obiettivi  perché si parla di  “confronto e dibattito ‘a porte chiuse’, per  favorire le relazioni interpersonali e consentire un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva”.

Che una associazione privata abbia dibattiti riservati non c’è nulla di male… il problema si pone quando si parla di leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale con la possibilità di influire a livello internazionale che si riuniscono sotto una specie di setta che determina poi le linee guida.

Ma chi fa parte dell’Aspen?

Sono 226 nominativi e le sorprese non mancano!  Da Romano Prodi, a Massimo D’Alema, da Giuliano Amato a Giorgio Napolitano. Ma anche diversi saggi come ex presidente della camera Luciano Violante, la mente economica della Lega Giancarlo Giorgetti e il ministro “montiano” delle politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi.

Nell’area della cultura troviamo: Umberto Eco, Claudio Magris e poi i registi come Carlo Lizzani e Cristina Comencini.

Tra i prelati:  monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (uno dei dicasteri più importanti), Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro all’interno della Cei e Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo.

Ma come si finanzia l’Aspen? Con almeno una 20 di società partecipate dallo stato tra cui Rai, Eni, Enel, Finmeccanica, Fincantieri, Sea, Cassa depositi e prestiti, Acea, Poste Italiane, Sace, Simest.

Ma fino a che punto possiamo parlare di associazione privata e dove invece, date anche le personalità di indiscutibile “fama accademica ed eccellenza professionale” (requisiti essenziali come si legge sul sito per diventare soci), si tratta più di una lobby in cui è possibile intrattenere rapporti privilegiati? Essendo gli incontri segreti e riservati nessuno lo può sapere!!! Perchè pensar male?

E’ morto Ugo Vetere… politico di altri tempi!

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”Sono il sindaco di chi mi ha votato, di chi non mi ha votato e di chi mi ha votato contro”.

L’ex sindaco di Roma Ugo Vetere è morto la notte scorsa nella sua casa in provincia di Viterbo. Nato nel 1924 a Reggio Calabria, Vetere, esponente del Pci, fu eletto sindaco della Capitale nel 1981 alla guida di una giunta rossa.

Da primo cittadino, Vetere si dedica a completare l’opera di risanamento delle borgate iniziata con legiunte di sinistra, all’ampliamento della metropolitana, all’edilizia scolastica e agli asili nido, alla creazione della seconda università di Roma, alla costruzione dei primi centri per gli anziani. Con Don Luigi Di Liegro, al quale lo legava un profondo rapporto personale, si impegna a favore dei senza fissa dimora della Capitale.

 

Non c’è crisi per i figli di… Fondiaria Sai e lo scandalo delle retribuzioni.

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C’è la crisi e la Fondiaria sai è in rosso, ha pagato 22 milioni di euro tra stipendi, consulenze e liquidazioni. C’è chi con la crisi si arricchisce, ma naturalmente i nomi e cognomi contano, eccome.  E’ il caso di Piergiorgio Peluso, figlio del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e neo direttore generale di Telecom, uscito a settembre con 5,01 milioni di euro, comprensivi di una buonuscita di 3,83 milioni e di 1,18 milioni di euro per l’incarico di direttore della compagnia svolto per circa 10 mesi.

Possono festeggiare anche nella famiglia La Russa. Vincenzo  ha percepito 532mila euro, battuto solo dal nipote Geronimo che ha guadagnato 560mila euro.

Le consulenze dello studio d’Urso Gatti Bianchi hanno invece fatto lievitare i compensi del consigliere e avvocato Carlo d’Urso a 1,75 milioni. Una somma particolarmente elevata se confrontata con quelle incassate dagli altri consiglieri-avvocati per le loro prestazioni professionali.

Questa è l’altra faccia dell’Italia in crisi.

Il ricordo di Zoff per Mennea!

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Dino Zoff e’ stato tra i primi a rendere omaggio al feretro di Pietro Mennea, nella camera ardente allestita nel Salone d’onore del Coni. ”E’ un personaggio indimenticabile; ha rilevato l’ex portiere -, da questo punto di vista le immagini sportive parlano da sole. Ma e’ stato un uomo straordinario anche dopo il ritiro. L’immagine che ho nella memoria e’ quella di tutti, lui che batte i record. Pero’ preferisco conservare quella personale, legata al contatto umano”.

Sara ricorda Pietro “Se n’è andato un pezzo della mia vita”

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Sara Simeoni ricorda Pietro Mennea. “E’ un momento di tristezza incredibile, per me che ho vissuto anni bellissimi insieme a Pietro allenandoci fianco a fianco, sopportando gli allenamenti insieme. Ci facevamo coraggio. Erano anni in cui non avevi la possibilità di avere riferimenti o qualcuno che ti potesse dare consigli. L’atletica in quegli anni era un fai da te, ci siamo costruiti con il nostro carattere e il nostro modo di fare ed abbiamo fatto risultati importanti. Pietro  è stato grandissimo. Non so che dire, potevo attendermi di tutto, ma non questa notizia”.

Il ricordo di Mennea nelle parole di Josefa.

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‘Sgomento e profonda tristezza, è questo ciò che ho provato apprendendo la notizia della scomparsa di Pietro Mennea.’ Lo afferma in un messaggio di cordoglio Josefa Idem, senatrice del Partito democratico e olimpionica di canoa. ‘Mi stringo alla famiglia a cui rivolgo il mio pensiero rammentando che la grandezza dell’atleta, pari alle sue qualità umane, lasceranno indelebile in tutti noi il suo ricordo’, ha concluso Idem.

MORTO PIETRO MENNEA, FU L’UOMO PIU’ VELOCE DEI 200!

 

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Lutto nel mondo dell’atletica italiana. È morto stamattina in una clinica a Roma, all’età di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri, prima che il suo record fosse battuto, ad Atlanta ’96, da Michael Johnson. Oltre alla carriera sportiva, ha operato come curatore fallimentare e insegnante di educazione fisica, eurodeputato (a Bruxelles dal1999 al 2004) e commercialista.

Nel 2010 – insieme alla consorte (entrambi legali con studio a Roma ubicato vicino al tribunale civile) – si occupa di “class action” negli Stati Uniti per difendere alcuni risparmiatori italiani finiti nel crac della Lehman Brothers.

Nel marzo del 2012 la città di Londra, nell’ambito delle iniziative connesse ai Giochi olimpici di Londra 2012 dedica all’ex atleta barlettano, una stazione della metropolitana.

Da tempo lottava con un male incurabile.

Alemanno e la sua “svolta” a sinistra!

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In politica davvero non si capisce più nulla… l’ondata di rinnovamento c’è nella testa di quasi tutti i politici italiani, ora bisogna capire se è “cambiamento pratico” o “follia demenziale”!

Alemanno svolta a sinistra e apre a Bersani “Dal mio punto di vista, può uscire fuori anche un governo politico, perché abbiamo visto con il governo tecnico che non basta mettere insieme i tecnici per uscire fuori da una situazione, e può essere anche un Governo Bersani. Purché abbia estrema chiarezza sul tema della legge elettorale e su come affrontare la crisi economica”.

La privacy violata da Facebook, basta un click!

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Un solo “like”, e la privacy va a farsi benedire. Lo dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Pnas, che ha fatto il giro del mondo: secondo lo studio, infatti, un “calcolatore” di personalità sarebbe in grado di svelare chi siamo dai “mi piace” che postiamo su Facebook. Orientamento sessuale, politico, età, quoziente intellettivo e altre informazioni non sarebbero dunque chiusi nel recinto della privacy: “Ciò che era difficile da ottenere su base individuale, può essere dedotto in modo automatico da milioni di persone senza che nemmeno se ne accorgano”, spiega Michael Kosinski, dell’università di Cambridge, autore della ricerca, che ha preso come “cavie” oltre 58mila utenti di Facebook americani.

L’inchiesta Mps si sposta in Svizzera… ed emergono le cause del suicidio di Rossi!

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Ieri i funerali, oggi indiscrezioni e nuove piste per gli inquirenti. Analizzando alcuni aspetti tecnici, quali tabulati telefonici, files sull’hard disk e pen drive, gli inquirenti avrebbero compilato un fascicolo ipotizzando l’istigazione al suicidio. Sembra infatti che David Rossi non fosse a conoscenza della decisione del Cda di avviare una causa civile di risarcimento (circa 1,2 miliardi di euro) contro le banche Nomura e Deutsche Bank. Venuto a conoscenza indirettamente, Rossi si sarebbe confidato con qualcuno, le ipostesi sono le più varie, che a sua volta abbia inviato la notizia al Sole 24ore. A questo punto la banca Nomura invia un fax a Londra per bloccare la giurisdizione inglese e non risarcire Mps.

Al vaglio degli inquirenti ora è il filone principale dell’inchiesta sull’Istituto di credito senese, in particolare sull’acquisizione dell’Antonveneta,  sui derivati tossici, sui meccanismi di controllo politico delle nomine nella Fondazione e della gestione e amministrazione della banca stessa. Ma chi è la vera anima nera di Mps? Sembra che ormai non ci siano dubbi, dovrebbe trattarsi proprio di Gianluca Baldassarri che viene indicato come l’ispiratore dell’associazione a delinquere e colui che avrebbe manovrato il presidente Giuseppe Mussari nonchè l’amministratore delegato Antonio Vigni.
Quello che emerge chiaramente, dopo le ultime settimane di indagini, è quell’accordo politico di divisione dei “posti chiave” all’interno di Mps operato da Pd e Pdl. Una ripartizione studiata a tavolino, in cui la politica è entrata prepotentemente nel sistema bancario sovvertendo completamente le mansioni e sottomettendo la finanza a logiche di partito.

La vera sorpresa è che Baldassari, a cui è stato anche confermato il carcere a Solliciano per associazione a delinquere, truffa e ostacolo alla Vigilanza, è indagato anche in Svizzera per riciclaggio.

E’ notizia delle ultime ore che le autorità svizzere avrebbero congelato le disponibilità economiche dell’ex dirigente Mps e ora la Procura di Siena attiverà le rogatorie per recuperare. Intanto i confini dell’inchiesta si allargano, sotto esame tornano i bilanci di Mps perchè ora da parte dei pm Natalini, Grosso e Nastasi c’è il sospetto ceh altri titoli e altri derivati possano aver provocato ammanchi consistenti nelle casse della banca senese. In particolare si parla di Casaforte, Chianti classico, Nota Italia, Patagonia e Anthracite. Sotto la lente degli inquirenti sono state iscritte anche altre cinque società di intermediazione i cui nomi non sono stati resi noti. Quindi lo scandalo non è più limitato a Lutifin ed Enigma. Si è scoperto anche che Baldassari avesse già in programma di fuggire all’estero e nell’attesa di spiccare il volo aveva preso un alloggio segreto a Milano che non conosceva neppure la sua compagna.

 

Cosa succederebbe se si andasse al voto? ECCO I SONDAGGI!

sondaggio- tuttacronaca

In caso di nuove elezioni il Movimento Cinque Stelle otterrebbe il 28,5%. Un ritorno alle urne a breve sancirebbe, quindi, per il movimento di Beppe Grillo nuovi consensi. Il primo sondaggio post voto è stato realizzato dall’istituto Lorien Consulting e non lascia dubbi: Pd e Pdl si rafforzerebbero. Il Pdl cresce di ben 4,9 punti volando al 26,5% e trascinando la coalizione di centrodestra al 31%. Il Partito Democratico incrementa del 3,6% il proprio consenso, salendo al 29%. La coalizione di centrosinistra sale così al 31,9%.

I partiti minori perdono tra il mezzo punto e il punto e mezzo. Cala anche la Lega Nord. Soprattutto si evidenza il crollo netto della coalizione centrista che passa dal 10,6% conquistato alle elezioni al 5,6% attuale. Scelta civica (5%) perde il 3,3%, l’Udc (0,5%) l’1,3% e Fli (0,1%) lo 0,4%.

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