Come si finanzia la scalata di Matteo Renzi?

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Se lo sono chiesti in molti, ma le risposte sono state spesso insufficienti a chiarire da dove siano arrivati i finanziamenti per sostenere l’ascesa di Matteo Renzi. I più critici hanno ipotizzato anche fondi non trasparenti, ma nessuno ha poi avuto prova di tali voci, atte più a gettare fango sulla figura dell’astro nascente del Pd piuttosto che a evidenziare presunti illeciti. E’ Davide Vecchi su il Fatto Quotidiano a disegnare una mappa dei finanziamenti di Renzi, anche se lo stesso Vecchi asserisce di aver incontrato non poche difficoltà quando ha cercato di approfondire l’argomento:

“I misteri del tesoro di Matteo Renzi. Quattro milioni e associazioni opache […]

La ricostruzione fatta da Davide Vecchi parte dal 2009, ” quando Renzi era portaborse di Lapo Pistelli, attuale vice ministro agli Esteri” , e arriva a oggi  quando “il sindaco di Firenze è ormai segretario del Pd…  In cinque anni, scrive Davide Vecchi, Matteo Renzi è riuscito a sostenere quattro campagne elettorali. Due nel 2009 (primarie e amministrative a Firenze), una nel 2012 e un’altra nel 2013, entrambe per la segreteria del Pd. Il tutto senza sostegno economico da parte del partito, rimborsi elettorali né fondi pubblici.

“Come ha finanziato la sua attività politica? Attraverso quali canali è riuscito a creare un tale consenso in appena cinque anni? Qualcuno lo ha aiutato a costruire il suo bacino elettorale? E come?”.

La ricerca di Davide Vecchi è risalita fino al 2007, individuando due personaggi chiave: Marco Carrai e Alberto Bianchi, la cui contiguità a Matteo Renzi risale rispettivamente al 2007 e al 2009:

“Complessivamente hanno messo assieme oltre quattro milioni di euro per coprire le spese della corsa alla guida del Paese del loro amico Matteo Renzi. Bianchi e Carrai oggi fanno parte del consiglio direttivo della Fondazione Open, cioè l’evoluzione della Fondazione Big Bang a cui lo scorso novembre è stato cambiato nome e composizione: Renzi ha azzerato il vecchio consiglio, confermando solo Bianchi e Carrai, inserendo Luca Lotti e Maria Elena Boschi, nominando quest’ultima segretario generale”.

Nella ricostruzione di Davide Vecchi compare  Maria Elena Boschi, sempre accanto a Matteo Renzi, che nella segreteria del Pd l’ha incaricata delle riforme .

“Nel 2013 la fondazione ha raccolto 980 mila euro di donazioni, 300 mila euro in più rispetto all’anno precedente. Nel 2012 aveva chiuso il bilancio con una perdita di 535 mila euro dovuta a debiti ancora da estinguere e, stando ai resoconti che il Fatto ha potuto leggere, nel corso del 2013 la perdita si è assottigliata a poco più di 300 mila euro e le entrate sono aumentate del 30 per cento”.

[…]

“Negli anni precedenti l’attività politica di Renzi passa attraverso due associazioni: Link e Festina Lente,   che non hanno mai avuto siti internet né rendicontazione pubblica.

“Praticamente sconosciuta in particolare la Festina Lente. Anche qui figurano Carrai e Bianchi. Fondata nel giugno 2010 cessa le sue attività di fund raising nel maggio 2012. L’ultimo evento che organizza è una cena di raccolta fondi per Renzi nel gennaio 2012 al Principe di Savoia di Milano. Raccoglie 120 mila euro e ha ancora all’attivo circa 40 mila euro. Questa associazione è citata solamente una volta: nel resoconto delle spese elettorali sostenute da Renzi per le amministrative del 2009. Il comitato dell’allora candidato sindaco dichiara di aver speso 209 mila euro, 137 raccolti tra i sostenitori e gli altri 72 mila euro che mancano all’appello coperti da un mutuo acceso e poi garantito dalla Festina Lente.”

“Mutuo concesso dalla banca di credito cooperativo di Cambiano (presieduta dal potente sostenitore Paolo Regini e usata anche per le ultime primarie) con a garanzia una fidejussione firmata da Bianchi. È il maggio 2009 e la Festina Lente nasce solo l’anno successivo. Si fa carico del mutuo e lo estingue immediatamente accendendone però un altro (oggi in via di rimborso) per avviare le attività di fund raising. Complessivamente però questa associazione organizza solamente due eventi, oltre alla cena milanese, in due anni”.

Da dove sono arrivati i 750 mila euro di Link? si chiede a questo punto Davide Vecchi che si risponde così:

“La Link nasce nel 2007, quando Renzi era presidente della Provincia di Firenze. Con il solito Carrai, nell’atto costitutivo figurano buona parte di quelli che ancora oggi sono al fianco del rottamatore:

“Lucia De Siervo, direttore della cultura ed ex capo segreteria di Renzi, figlia di Ugo, presidente della Corte Costituzionale [per cinque mesi fra il 2010 e il 2011], e moglie di Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua.

“Vincenzo Cavalleri, ora direttore servizi sociali di Palazzo Vecchio.

“Andrea Bacci, oggi presidente della Silvi (società pubblica partecipata dal Comune). Fu intercettato nel dicembre 2008 al telefono con Riccardo Fusi (ex patron del gruppo Btp condannato a due anni in primo grado per i lavori alla Scuola marescialli e imputato per il crac del Credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini e indagato per bancarotta fraudolenta) per organizzare un viaggio in elicottero a Milano per Renzi. Poi però saltato. Per ben due volte.

“Infine, a firmare l’atto costitutivo della Link, ci sono anche Simona Bonafè, ex assessore oggi onorevole e Marco Seracini, il presidente” .

[…]

“Nel 2009, anno delle primarie e delle amministrative, Link spende 330 mila euro e chiude con una perdita di 154 mila. Che viene in parte appianata nel 2010 attraverso erogazioni liberali ricevute per 156.350 euro e in parte nel 2011, ultimo anno di vita dell’associazione Link che termina la sua esistenza con una perdita di 3.500 euro.

“Complessivamente questa associazione raccoglie e investe nell’attività politica di Renzi circa 750 mila euro.

“Da dove arrivano queste “erogazioni liberali”? Abbiamo cercato per giorni inutilmente il presidente Marco Seracini sia nel suo studio, dove venne registrata l’associazione, sia al cellulare. Ci siamo rivolti a Carrai che pur rispondendo molto gentilmente al telefono e rendendosi inizialmente disponibile a incontrarci, ha poi preferito non rispondere né in merito alla Link né ad altro.

“Cavalleri, infine, ha risposto. Al telefono, non alle domande sui donatori dei quali, ha detto, “non so niente”. Però ci ha spiegato che “l’associazione è una delle scatole a cui ho partecipato, non ho molte informazioni, non ho mai neanche partecipato agli incontri che organizzava”.

“Che tipo di incontri? “Raccolta fondi ma non solo, non faceva attività politica però, erano incontri sociali diciamo”.

“Sociali? “Sì, eventi promozionali per diciamo sviluppare le idee di cui Renzi era portatore”.

“E cene elettorali? “Non ricordo”.

“Nel 2009, dopo aver vinto le primarie, Renzi partecipò ad alcune iniziative organizzate anche da Denis Verdini, all’epoca coordinatore regionale di Forza Italia e oggi colui che deve scegliere il candidato sindaco da contrapporre a Renzi per le prossime amministrative di maggio.

“Nel 2009 l’allora rottamatore sedette al tavolo d’onore insieme a Verdini e consorte alla festa de Il Giornale della Toscana. Presenti tutti i parlamentari forzisti dell’epoca: Mazzoni, Parisi, Bonciani, Amato e altri.

“E mesi dopo partecipò a un evento organizzato dalla signora Verdini, Maria Simonetti Fossombroni. Molti del Pdl ricordano inoltre che la scelta di candidare sindaco nel 2009 l’ex calciatore Giovanni Galli fu considerato un “regalino” al giovane prodigio Renzi. Che lo asfaltò. Verdini non ha mai negato la propria simpatia per il rottamatore.

“Gentile e disponibile quanto Carrai si dimostra anche Alberto Bianchi, che come Carrai alla domanda non risponde. Da dove arrivano i fondi e come ha coperto il mutuo Festina Lente? E come è riuscito ad appianare il debito della Fondazione e a raccogliere il 30 per cento in più l’anno successivo? Neanche a queste domande riceviamo risposte. Una cosa è certa: l’imprenditore e l’avvocato fanno benissimo il loro lavoro di fund raiser. Sempre dall’ombra, mai in prima fila.

“Meno si parla di loro meglio è. Per dire: la cena di finanziamento di Renzi a Milano nell’ottobre 2012 che passò come un evento organizzato da Davide Serra in realtà è stata opera esclusiva di Carrai. L’amico di Renzi mal sopporta la pubblicità, i suoi interessi sono nel privato. Ha affiancato Renzi nel 2009 solamente per tre mesi. Oggi è, fra l’altro, presidente di Aeroporto Firenze, della C&T Crossmedia, della Cambridge Management Consulting e della D&C, mentre giovedì ha lasciato la carica di amministratore delegato della Yourfuture srl. Inoltre è socio dell’impresa edile di famiglia Car.im, società che ha realizzato la trasformazione della storica libreria fiorentina Martelli in un negozio Eataly, proprio davanti alla sede della Fondazione Open.

“Ma certo, sono affari privati”.

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“IRRESPONSABILI!”, il grido dal Quirinale

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“Parole irresponsanbili”. Giorgio Napolitano non parla ufficialmente ma lascia trapelare tutta la sua rabbia per le parole di Sandro Bondi che, parlando in difesa di Silvio Berlusconi aveva evocato, tra le altre cose, il rischio di una guerra civile.

Giorgio Napolitano è appena rientrato a Roma dalla Val Pusteria, e a quanto si apprende, nonostante le sollecitazioni del Pdl, non ha in programma alcun incontro.

Una dichiarazione quella del presidente della Repubblica che non ferma Bondi che replica. “Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale. E non accetto di essere indicato come un irresponsabile. I veri irresponsabili sono quelli che hanno fatto precipitare la situazione fino a questo punto”.

Gli italiani ritroveranno il governo al ritorno dalle vacanze?

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E’ agosto e molti italiani si concedono sabbia, città d’arte e viaggi all’estero, anche se quest’anno la morsa della crisi ha dissuaso molti cittadini dalle spese folli delle ferie… ma in questo sabato di solleone molti si sono concessi un tuffo refrigerante almeno nella piscina del quartiere. Chi è al lavoro? I vertici del Pdl, la politica italiana e i media pronti a pubblicare qualsiasi dichiarazione che possa chiarire quanto sta affondando l’esecutivo Letta. Il governo è al giro di boa? Dalle ultime indiscrezioni pubblicate un’ora fa da Il Giornale, la barca del governo imbarca acqua minuto dopo minuto. Un’emorragia procurata da una falla che si è aperta dopo che la Cassazione si è posta come un iceberg su cui si sta schiantando e dilaniando la politica italiana. Il senso di responsabilità invocato da Letta e dal presidente Napolitano sembra essersi sciolto come neve al sole e ora restano solo le sferzanti parole che ustionano e inceneriscono come un incendio in piena estate.

E non è certo “Il Giornale” a buttare acqua sul fuoco parlando già di crisi profonda e di avvicendamento al timone tra Silvio e sua figlia Marina:

“il termometro dell’aria che tira a Palazzo Grazioli. «Elezioni al più presto – è il ragionamento fatto in alcune delle riunioni della giornata – e, se necessario, con Marina in prima linea». Già, perché sarebbe proprio la figlia primogenita – come più volte ipotizzato, anche in questi ultimi giorni – a raccogliere il testimone nel caso il Cavaliere fosse incandidabile. Per due ragioni: perché è l’unica di cui davvero si fida fino in fondo e perché questo consentirebbe di mantenere sulla scheda elettorale la dicitura «Berlusconi presidente». Sempre che l’ex premier riesca a vincere la sua riluttanza a «buttare Marina nella mischia», con il rischio se non la certezza che «la procura di Milano inizierebbe ad occuparsi a tempo pieno anche di lei». L’argomento è oggetto di un lungo pranzo a via del Plebiscito cui partecipano tra gli altri Gianni Letta, Angelino Alfano, Denis Verdini, Renato Brunetta, Daniela Santanché, Marina e il secondogenito Piersilvio. E per tutta la giornata proseguono i gabinetti di guerra, con i figli di seconde nozze Eleonora e Luigi che anche loro arrivano a Palazzo Grazioli.
Chi ha occasione di vedere Berlusconi lo racconta piuttosto reattivo, decisamente più tonico di giovedì sera. Certamente nell’incontro con i deputati e i senatori è lui il più lucido di tutti, con alcuni ministri che arrivano a commuoversi e altri che non fanno che parlare al passato quasi si trattasse di un commiato”.

Sandro Bondi, uno dei più miti del Pdl stavolta attacca duro: o la grazia per Berlusconi o la guerra civile. In una nota Bondi scrive:

“O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti”.

In un clima di tensione, polemica e violenza verbale si consumerà l’ultimo tuffo di un Paese allo sbando? Gli italiani ritroveranno il governo al ritorno dalle vacanze?

Dal web alle intercettazioni ecco come il Pdl prova a imbavagliare l’Italia!

bavaglio

I blog sotto lente d’ingrandimento, con gli amministratori costretti a pagare multe per commenti che piovono chissà da dove e chissà perchè sul loro blog. Poi l’inchiesta al blog più famoso d’Italia quello di Beppe grillo con 22 indagati… e poi la volata fino in Parlamento dove il Pdl è tornato all’attacco con un testo fotocopia del Ddl Alfano sulla  regolamentazione delle intercettazioni, al centro di aspri scontri tra il 2010 e il 2011.

Ma l’Italia ha bisogno del bavaglio? In tempi di così grande tensione non sarebbe meglio aprire al dialogo piuttosto che chiudere ogni possibilità di confronto diretto con i cittadini? Non è meglio la trasparenza anche sulle intercettazioni invece di spazzare via un’occasione di rinnovamento negando ancora una volta alla giustizia uno strumento basilare per la lotta al crimine organizzato e all’evasione fiscale?

Ma perchè il bavaglio? Forse perchè oggi è il giorno in cui sono arrivate alla giunta per le autorizzazioni della camera le richieste per l’autorizzazione all’ascolto di conversazioni telefoniche di Verdini, Cosentino e Dell’utri?

E così ecco Enrico Costa, capogruppo in commissione giustizia del partito di Silvio Berlusconi, presentarsi con il testo che riprende punto per punto  il testo di Alfano che mirava a una stretta sulle intercettazioni.

Che segnali arrivano ai cittadini quando si legge che ancora una volta vuole essere approvata una legge bavaglio?

Diritto al lavoro e alla salute: lavoratori e cittadini a Taranto contro l’Ilva

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