Rapina in pizzeria: rubano la pistola a una guardia giurata e gli sparano

pizzeria-ciro-tuttacronacaPaura ieri sera a Giugliano, nel Napoletano, dove attorno alle 21 dei banditi sono entrati nella pizzeria Da Ciro dopo essere arrivati a piedi e probabilmente scesi da una vettura poco prima. Erano in due, armati di pistola e fucile e hanno aggredito la guardia giurata e rapinata della pistola prima di darsi alla fuga anche con l’incasso della serata. Come spiega il Mattino:
Fuori dal locale, dopo le numerose rapine, il titolare aveva deciso di affidarsi ad una guardia giurata per la sicurezza. I malviventi si sono scagliati contro il vigilantes e l’hanno colpito alla testa con il calcio della pistola e si sono impossessati dell’arma d’ordinanza. Non contenti hanno messo a segno la rapina nella pizzeria arraffando l’incasso e poi si sono dileguati. Sul posto sono giunti i poliziotti del commissariato di Giugliano e i medici del 118 che hanno medicato la guardia giurata con dei punti di sutura al capo.

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Italia = mafia! Anche Praga sfrutta lo stereotipo

al-capone-pizzeria-praga-tuttacronacaLa scorsa estate il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli aveva scoperto, a Copenaghen, il ristorante Mama Rosa, dove abbinano la Sicilia con Cosa Nostra sfruttando i soliti stereotipi mafiosi. Prima ancora dilagava lo scandalo di Don Panino, ristorante viennese che utilizza i nomi dei boss di Cosa Nostra, ma soprattutto delle vittime della lotta alla mafia, per dare il nome ai suoi panini. In Italia continuiamo a lottare contro la mafia, omaggiamo e ricordiamo i nostri eroi, organizziamo anche feste in occasione di ricorrenze importanti come il 15° anniversario dell’arresto di Totò Riina. Perchè il Belpaese è anche molto altro. Perchè c’è chi crede e lotta per una Nazione migliore, in grado di risollevarsi, dove la legalità la faccia da padrone e ci siano prospettive per il futuro. Eppure anche le nostre eccellenze vengono ricollegate alle pagine più oscure, al lato nero. E la nostra cucina, giustamente famosa in tutto il mondo, diventa un modo facile per sfruttare un “marchio” diffamatorio e stereotipato. L’ennesimo esempio arriva da Praga. Qui non solo ci si può imbattere nel ristorante e music club La Mafia, c’è anche una pizzeria Al Capone. Dov’è possibile consumare un intero pasto che “omaggia” questa figura. Gnocchi, insalata e l’immancabile pizza. E non manca il dessert. Un altro Paese dell’Unione Europea che dimostra di non conoscere i “Paesi amici”. Un altro esempio di come il razzismo scorra sotterraneo e diventi un modo per farsi pubblicità. E che gioca facile. Quanti saranno i locali che, per promuovere la propria presunta italianità, oltre a Rialto, Vesuvio e BelPaese, utilizzano nomi come Mafia, Camorra o altri facili riferimenti? Quando, magari con un po’ di nostalgia di casa perchè apparteniamo al gruppo “cervelli in fuga”, potremo gustarci un piatto italiano in un locale con un nome che davvero ci ricordi l’orgoglio di appartenere a questa Nazione? Quando ci sentiremo a “casa” in Europa?

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Il comico scandalo di Bill De Blasio… ecco servito il “forkgate”

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Un vero e proprio scandalo ne è nato da una sera in pizzeria e al centro c’è il piatto italiano più famoso nel mondo: una classica pizza. A mangiarla è stato il sindaco di New York Bill De Blasio e da qui ne è scaturita una polemica che ha dato poi il via a un vero e proprio “forkgate”. Il primo cittadino di New York, che non perde occasione per rivendicare le sue origini italiane, ha infatti “osato” mangiare la pizza con la forchetta, cosa che ha destato l’ira di molti americani. Non si era mai visto nessuno che mangiasse la pizza usando le posate, ma solo e unicamente le mani. La risposta del sindaco è stata immediata e De Blasio ha affermato di aver mangiato la pizza come si fa in Italia che di solito si inizia con le posate e gli ultimi pezzi si prendono con le mani. Perfino il New York Times è dovuto intervenire a sostegno del sindaco affermando che in Italia la pizza si mangia con la forchetta. Su twitter però si sono susseguiti una serie di commenti che hanno alimentato ancor di più la polemica:

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La pizza è diventata una questione politica!

Quella pizza che vale il bilancio della Capitale! Gaffe del M5S?

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Cena delle beffe? Una pizza che costa un bilancio? Il pasto indigesto per molti romani?  Chiamatelo come volete ma ciò che è successo nell’Aula Giulio Cesare durante l’approvazione del bilancio di Roma è surreale. La notte scorsa infatti durante la votazione finale il gruppo M5S ha lasciato l’aula per andarsi a mangiare una pizza, facendo “involontariamente” o volontariamente ( secondo coloro che han voluto pensare male) decadere i 35 emendamenti che avevano presentato. Un grande favore per la giunta Marino che ha trovato così il terreno spianato per chiudere le votazioni prima della mezzanotte e approvare un bilancio tra i più sofferti della storia della Città Eterna. Marchini, Alemanno e il gruppo del Nuovo Centrodestra non mollano e preparano l’assalto finale con due ricorsi al Tar. Intanto sui romani arriva una manovra “depressiva” che prevede una diminuzione degli investimenti nel triennio, la metà dei quali recuperati attraverso la tassazione.

Ma chi invece non si arrende è il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato: “Non abbiamo partecipato al voto di un bilancio che è la perfetta sintesi della catastrofica abbinata Alemanno-Marino. Nei prossimi giorni presenteremo ricorso perché solo i tribunali potranno ripristinare la democrazia e la legalità persa in Aula Giulio Cesare. Questo bilancio – ha aggiunto Onorato – svela le false promesse fatte in campagna elettorale da Marino. Non c’è tutela dei più deboli che pagheranno i tagli drastici ai servizi sociali. Per non parlare dei municipi, che vedono le loro risorse praticamente azzerate alla faccia del decentramento e della tanto sbandierata centralità dei territori. Dopo l’immobilismo dei primi sei mesi – ha concluso – questa manovra conferma l’inadeguatezza di Marino, che non è assolutamente in grado di affrontare i problemi della città”.
Ricorso al Tar annunciato anche da Gianni Alemanno, Sveva Belviso presidente del gruppo consiliare Nuovo Centro Destra; il consigliere di Forza Italia Giovanni Quarzo; Fabrizio Ghera, presidente del gruppo consiliare Fratelli d’Italia e il consigliere Ncd Marco Pomarici: “Abbiamo presentato ricorso al Tar per difendere l’Assemblea capitolina da un abuso del potere di maggioranza che ha violato il regolamento consiliare. Non avremmo voluto giungere a un gesto così forte, ma non si era mai visto in Campidoglio un azzeramento così immotivato e brutale degli ordini del giorno presentati dall’opposizione. In totale carenza di qualsiasi capacità di proposizione politica ed economica la giunta Marino e la maggioranza che la sostiene, sta cercando una via inaccettabile per uscire dal vicolo cieco in cui si è cacciata dopo sei mesi di immobilismo. Non solo le istituzioni consiliari, ma tutta la città deve essere salvata da questo mix di arroganza di potere e immobilismo amministrativo”.

Ma quali sono le cifre?

Nelle macrocifre, ecco il bilancio: contiene investimenti per l’anno in corso pari a 540 milioni, prevedendone 133 per il 2014 e 25 per il 2015, per un totale di 699 milioni di euro. Quasi metà delle entrate fanno leva sulla parte tributaria – 2,9 miliardi di entrate tributarie che l’amministrazione conta di far salire nei prossimi due anni a 3,265 e 3,276 miliardi. La spesa corrente per l’anno in corso e’ di 5,1 miliardi, che scenderanno prima a 4,8 e poi a 4,5. Nei prossimi anni, secondo il bilancio pluriennale legato alla delibera, il valore previsto della manovra passerà dai 6,5 miliardi del 2013 ai 5,3 del 2014 e ai 4,6 del 2015.

Tutto a carico dei romani che davvero la ripresa non la vedranno di certo!

Se anche questo è sport… la pizzeria offre lo sconto se fai un coro razzista

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Volantino shock in internet dove una pizzeria pugliese offre per questa sera uno sconto se durante la partita Juventus-Catania si intonano cori razzisti. Come si legge sull’annuncio “virtuale”: «All’interno del locale sono graditi cori di discriminazione territoriale se fatti contro i napoletani. Sconto di 1 euro sulla pizza».

Non ci restano parole per commentare la notizia!

L’arte della pizza: il ritratto al pomodoro e mozzarella

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Fare la pizza è un arte, ma perché non fare l’arte della pizza? Questo è quello che deve aver pensato Domenico Crolla, pizzaiolo/artista scozzese di Glasgow, ma con chiare origine italiane.

E così a suon di pennellate di pomodoro e mozzarella ha creato i ritratti di volti noti del cinema, dello sport e della cultura. Il primo divo a finire nel forno su Bruce Lee: un omaggio che l’uomo volle donare a sua figlia Shannon. Da lì poi l’idea è stata portata avanti e sono stati molti i vip a finire nel forno a legna della pizzeria di Crolla.

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Ignoranza e lavoro o diploma e disoccupazione? “Bocciate mio figlio!”

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Shock per la lettera inviata a La Repubblica da parte di una professoressa a cui un padre ha chiesto di bocciare il proprio figlio alla maturità, così il giovane poi avrebbe avuto un posto in pizzeria potendo usufruire del decreto legge Letta. Così scrive la docente al giornale:

Il padre di uno dei miei maturandi, che chiamerò Andrea, mi ha chiesto di bocciare il ragazzo. Andrea è stato uno studente molto volenteroso durante tutto l’anno e non è tra quelli che rischiano in alcun modo la bocciatura. Figlio di una famiglia dignitosa della periferia romana si è barcamenato con caparbia tra lo studio e il lavoro a nero in una pizzeria per aiutare la famiglia.

Non conoscevo il padre del ragazzo e inizialmente pensavo stesse scherzando. Solo dopo le sue insistenze accorate ho capito che diceva sul serio. Mi ha spiegato che i proprietari del ristorante dove Andrea lavora gli hanno assicurato che potevano finalmente assumerlo in maniera stabile grazie alla nuova legge sul lavoro in cui le agevolazioni sono però riservate unicamente a ragazzi senza diploma.

Non sono stata in grado di rispondere, per la prima volta in vita mia mi sono fermata a riflettere sulla mia funzione di educatrice. Un dilemma che non riesco a sciogliere: devo continuare a svolgere il mio ruolo con serietà o non è più giusto assicurare al ragazzo un lavoro stabile e bocciarlo? In fondo come mi ha spiegato il padre, Andrea si può tranquillamente diplomare il prossimo anno avendo però la fortuna di avere già un lavoro.

Io non so davvero cosa fare e spero di essere incappata in un caso limite. Mi chiedo però come sia stato possibile concepire una legge che premiando i giovani privi di diploma rischia di incentivare l’abbandono scolastico. È l’ennesima umiliazione del mio lavoro come di quello di tanti colleghi che nonostante tutto buttano il cuore e l’anima oltre le carenze strutturali della pubblica istruzione. Mi domando a questo punto quale senso abbia il mio lavoro.

Ecco i primi disagi del decreto Letta? Ignoranza e lavoro o diploma e disoccupazione?

Aggiornamento:

Arriva il Comunicato a La Repubblica che la lettera è in realtà un “fake”. Ecco le motivazioni:

“La lettera dell’insegnante è opera di KOOK Artgency.
L’idea è nata dalla delusione per il decreto lavoro ma più in generale dalla completa assenza di una politica economica del governo Letta. Nessuna risposta ai problemi delle imprese e nemmeno a quelle del lavoro. Per una micro impresa come la nostra, in cui i soci sono anche lavoratori, questo vuol dire essere colpiti due volte. Come imprenditori e come lavoratori.

Nel nostro piccolo cerchiamo di conservare la nostra eticità, siamo onesti contribuenti, paghiamo subito i fornitori e, diversamente da quanto fanno la gran parte dei nostri concorrenti, non utilizziamo lo stage come strumento di lavoro (www.nostage.info).

I nostri strumenti per prendere la parola sono questi. Così facciamo per le aziende e i partiti con cui lavoriamo e così abbiamo fatto per dire la nostra. La lettera l’abbiamo costruita con il nostro stile. Una piccola operazione di comunicazione per suscitare delle riflessioni. Lo chiamiamo design fiction: costruiamo narrazioni che hanno un effetto sulla realtà. 

Con questa lettera volevamo sottolineare le contraddizioni di un decreto di legge fallace approfittando della contemporaneità con gli esami di maturità.

Un’ora di lavoro per i nostri copywriter per creare uno storytelling semplice da dare in pasto ai media. Un indirizzo creato ad hoc e l’invio della mail alla rubrica delle lettere dei tre principali quotidiani italiani con preghiera di non pubblicare il nome inventato della latrice. Il resto è l’ordinario funzionamento della macchina mediatica. Non si sono fatti attendere gli inviti nei principali salotti televisivi. Ma non è questo che ci interessa.

È vero la storia è inventata, ma il decreto legge è così surreale che nessuno può essere certo che quanto raccontato non stia capitando o possa capitare da qualche parte in Italia. Quel che è certo è che questa legge non aiuterà noi, i nostri collaboratori, le tante piccole aziende come la nostra e nemmeno i tanti giovani costretti da tempo ad aprire una partita Iva per poter lavorare.
KOOK Artgency”.

Muore un italiano a Chicago ucciso per difendere la moglie

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Si chiamava Giovanni Donancricchia ed era originario di Borgetto (Pa). L’uomo ha tentato di difendere la moglie da un afro-americano che aveva puntato la pistola contro la donna, ma è rimasto vittima del colpo esploso dall’uomo che lo ha centrato in pieno petto. La vittima, 64enne, era proprietaria di una pizzeria l’Albano’s Pizza, a Cicero (vicino Chicago), luogo dove è avvenuta la sparatoria. L’afro-americano si era introdotto nel locale già chiuso al pubblico per compiere una rapina, Donancricchia lo ha notato mentre minacciava la moglie, Angela, con l’arma ed è intervenuto affrontando il rapinatore con un coltello. A quel punto il malvivente ha sparato e ha ucciso l’italiano. Dopo l’omicidio l’uomo è scappato.

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Pizza “larghe intese” e “pari opportunità”

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Domani apre la Festa Democratica di Lavaiano, nel Comune di Lari, e tutto è pronto anche il menù della pizzeria della Bandana gestita dall’Associazione Bhalobasa. In questo particolare menù c’è la pizza “larghe intese”, quella delle “pari opportunità”, ma anche quella “l’Italia sono anch’io” e la “Nord Sud”. Dopo la pizza che irrideva benevolmente a Silvio Berlusconi, nel periodo successivo alla celebre vacanza in Sardegna con Tony Blair, arrivano, in questa ormai nota pizzeria per le sue stravaganti proposte, anche le pizze delle “larghe intese”: con sapori che richiameranno “dall’entroterra toscano alle fredde acque del Nord, dai mari ai monti, dalla tradizione al cambiamento”.  In pratica, “una pizza che mette insieme sapori contrastanti per palati e persone che amano le sfide” a base di “metà pomodoro e mozzarella, con fette di rigatino toscano e metà mascarpone con fette di salmone norvegese”. Il ricavato della vendita delle pizze sarà destinato alla realizzazione di un ostello in Burkina Faso.

Pizza per i poveri fatta dai ragazzi a rischio!

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Farina, acqua, lievito e voglia di riscatto: è la ricetta che porterà 15 giovani dei quartieri difficili di Napoli a cucinare pizze per i bisognosi. Oltre alla soddisfazione, per i migliori ci potrebbe essere un lavoro in una grande catena di ristorazione.
Dopo l’inaugurazione, lo scorso 8 gennaio, la Pizzeria dell’Impossibile sara’ domani in attività, dalle 13, nei locali in via De Blasiis, dove verranno servite le prime pizze ai cittadini in gravi difficoltà socio-economiche.

Ruba le pizze con la pistola in pugno!

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Casoria, provincia di Napoli. Comune disastrato della Campania, dove la crisi qui si sente più che altrove. Dove mangiare è diventato un incubo… dove davvero c’è chi non si può permettere una pizza e impugna una pistola. Così un uomo a volto scoperto ha atteso un professionista che usciva da una pizzeria con  quattro pizze, due margherite, una capricciosa e una quattro formaggi. Bottino: 19 euro.
Gli si è avvicinato il ladro, puntando la pistola sull’uomo gli ha intimato di dargli le pizze. «Stasera mangeranno i miei figli», ha detto, poi la fuga. «Avevo qualche decina di euro e il cellulare, ma lui voleva le pizze – dice la vittima – Meglio così, ho pensato, se per una sera ho aiutato a sfamare una famiglia».

La crisi si batte in Chiesa con la pizza!

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Mentre a Roma si decide il successore di Benedetto XVI, c’è chi combatte la crisi sul territorio. Accade così che la parrocchia di una chiesa di Padova si trasformi in una pizzeria, pronta a sfornare “marinare” e “margherite” a prezzi ridotti. La Chiesa è quella di Cristo Risorto. Ogni domenica alcuni parrocchiani, dopo alcune lezioni prese da un maestro del settore, si sono trasformati in pizzaioli e preparano e servono ai tavoli pizze di ogni tipo a prezzi molto bassi per aiutare chi non ce la fa ad arrivare a fine mese.

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